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Autore: Asuka Kazama    10/06/2012    2 recensioni
Yukiko e Noriko erano due bambine che vivevano in villaggio di campagna nei pressi di East City. Quando i loro genitori sparirono in circostanze misteriose e vissero insieme al nonno paterno finché quest'ultimo non morì per malattia. Quando morì le due ragazze decisero di studiare l'alchimia e vennero istruite da un famoso alchimista di stato, ex allievo del loro nonno per poi passare sotto l'ala di un altro insegnante quando questo fu chiamato alle armi. Quando terminarono il loro tirocinio le ragazze decisero di diventare alchimista di stato, ognuna con le proprie ragioni differenti e così iniziò il viaggio delle due gemelle...
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 6
軍の狗の銀時計 - Gun no inu no gindokei

L’orologio d’argento del cane dell’esercito

 
«Avanti Noriko! Sappiamo tutte e due che hai superato la prova a pieni punti e otterrai il tuo riconoscimento come alchimista di stato!».
«So che ho fatto un disastro. Io sono stata un disastro» borbottò Noriko febbrilmente, «sono sicura di aver fatto schifo! Insomma, quanto tempo è durato il mio combattimento? Quindi minuti? E cos’ho fatto in quel tempo? Nulla! assolutamente nulla! Ho fatto una figuraccia davanti i superiori, davanti il Comandante Supremo!»
«Noriko, vuoi tapparti quella bocca?» abbaiò Yukiko. «E quando avrai il certificato...»
«Zitta, zitta, zitta!» strillò Noriko isterica, agitando le mani. «Lo so che sono stata bocciata!»
«Guarda che non sei l’unica a essere nervosa!»
«Ho fatto schifo... avrei dovuto fare di più ma ero nel pallone! Insomma, nello scritto me la sono cavata grazie alla mia memoria ma la parte pratica non è andata affatto bene. Al momento m’era parso di essermela cavata, ma ripensandoci ora...»
«Ciao, Noriko» disse un ragazzo biondo apparso sulla soglia del dormitorio. Dietro di lui una grossa armatura lo sovrastava e guardava le due ragazze, sedute sui letti. «Ciao, Yukiko. Cos’è questo trambusto?»
«Perché gridate tanto?» chiese Alphonse.
Yukiko scoppiò a ridere. «Fantastico! Persino loro ti hanno sentito! Forse a una cinquantina di chilometri da qui ci sono due o tre persone che non hanno sentito i tuoi toni soavi» .
«L’esame» borbottò Noriko imbronciata. «Non abbiamo ancora avuto i risultati...»
«Quanto tempo è passato?» chiese Edward.
«Circa tre giorni»
«Quando ho ricevuto il titolo ho avuto la lettera il giorno dopo»
«Lo sapevo!» gridò Noriko ricominciando a lagnarsi. «Lo sapevo! Lo sapevo! Lo sapevo! Non sono passata! Se lo fossi, stringerei già fra le mani l’orologio d’argento!»
«Ottimo lavoro» si complimentò sarcastica Yukiko. «Suvvia, lo sai come vanno queste cose, no?»
«No, non lo so! E a quanto pare neanche tu! Non ho superato la prova... non mi hanno accettato...»
«Cosa succede se non superi il test?»
Edward scrollò le spalle. «Beh... credo che... lo ritenti l’anno dopo...»
A Noriko si attorcigliò lo stomaco. Avrebbe voluto mangiare meno a colazione.
«Scusate».
I quattro si voltarono a guardare. Sulla soglia della porta, adesso c’era un uomo in divisa.
«Sì?» chiese Yukiko, «desidera?»
«Il colonnello Mustang vuole vedervi nel suo ufficio». Scoccò un occhiata ai due alchimisti e aggiunse «da sole».
Noriko deglutì e con passo vacillante si diresse alla porta seguita da Yukiko. Yukiko era più spaventata di quanto lasciasse trapelare, molto più della sorella e le sue possibilità di passare erano praticamente basse. La sua prova pratica era stata una pagliacciata. Non aveva fatto altro che provocare il colonnello e poi cadere sotto i colpi dell’uomo.  
«Andrà bene» mormorò Alphonse cercando di infondere un po’ di coraggio alle due gemelle.
Loro annuirono e in silenzio seguirono il militare sino all’ufficio del colonnello.
Quando le gemelle Hayasaka entrarono nell’ufficio, il colonnello Mustang era sommerso dalle carte burocratiche.
«Colonnello Mustang, le gemelle Hayasaka sono qui» disse il tenente Hawkeye annunciandole.
Il colonnello sollevò lo sguardo dalle carte che aveva sulla sua scrivania e ne approfittò per fare una pausa; le spostò,e  fece segno alle gemelle di accomodarsi sul divanetto nero in pelle. Aprì un cassetto della scrivania e ne estrasse fuori due buste sigillate.
«Oh no... oh no... oh no...» sussurrò terrorizzata Noriko afferrando per il polso la sorella e stringerla con tutta la forza che aveva in corpo.
Yukiko cercò di ignorare il dolore.
«Per voi» si limitò a dire l’uomo con il suo solito sorrisetto sulle labbra.
Yukiko si fece avanti. La lettera indirizzata a lei era la sinistra. La prese con dita incerte. Alla sua destra, le mani di Noriko tremavano tanto da mancare la prese più volte.
Nell’ufficio nessuno parlò. Stava per aprire la lettera quando il colonnello le fermò.
«Aspettate. Una alla volta. Noriko leggi ad alta voce» gli ordinò il colonnello mantenendo il sorriso sul volto.
«Sì» balbettò la ragazza con una vocina stridula e tremante. Respirò profondamente e iniziò a leggere.  «Io Comandante Supremo King Bradley, nomino te NORIKO HAYASAKA, Alchimista di Stato e ti conferisco il nome di “Mercurio”».
Noriko lesse parecchie volte la pergamena, e il suo respiro si calmò ad ogni lettura.  «Questo significa che…»
«Sei un cane dell’esercito, complimenti!» completò l’uomo congratulandosi con lei.
Sul volto della ragazza comparve un grosso, radioso sorriso. Era stata promossa! Adesso era ufficialmente un cane dell’esercito! Con le dita tremanti per l’emozione prese l’orologio d’argento che il colonnello Mustang le porgeva e felice corse fuori dall’ufficio dimenticandosi della sorella, troppo felice di aver superato l’esame.  «Non vedo l’ora di farlo vedere a Edward e Alphonse!».
Lo sguardo del colonnello si posò per un attimo su Yukiko. «Akiko, tocca a te ora».
 «È Yukiko! YU-KI-KO!» ribatté la ragazza esausta. Ancora non aveva imparato il suo nome e la cosa la infastidiva molto.
«Come vuoi… aprila»
Yuki stava per aprire la busta ma si fermò sollevando il suo sguardo sul colonnello. Il colonnello prese in mano una delle carte burocratiche che stava leggendo fino ad un attimo prima e nascosto dal documento, con la coda nell’occhio, lanciò un rapido sguardo alla ragazza.
«Qualcosa non va?» le chiese più per cortesia che per interesse.
«Perché non ha fatto aprire la busta prima a me?»
«Non capisco...»
«Se avessi aperto io la busta per prima adesso sarei in giro a correre nell’edificio, mostrate a tutti il mio successo mentre lei sarebbe qui con mia sorella, dopotutto la sua compagnia è più gradita della mia, o sbaglio?» gli chiese mentre i suoi occhi ardevano come il fuoco inattesa di una risposta.
Cadde un breve silenzio. I sottoposti del colonnello smisero di lavorare e concentrarono i loro sguardi su i due anche loro in attesa di una risposta dal loro superiore.
«Sì è vero» rispose lentamente il colonnello squadrandola «Non so perché non ci ho pensato» poi tornò a concentrarsi sul lavoro.
Yuki aprì la busta e dispiegò la pergamena. «Io Comandante Supremo King Bradley, nomino te YUKIKO HAYASAKA, Alchimista di Stato e ti conferisco il nome di “Terra”»
«Complimenti» disse il colonnello con non curanza.
Sul volto della giovane invece, pian piano iniziava ad allargarsi un enorme sorriso sul volto; schizzò via dal divanetto come una molla e corse ad abbracciare felice i sottoposti del colonnello mentre a turno si complimentavano con lei.
«Sono un’Alchimista di Stato yeah!» continuava a gridare in preda all’entusiasmo dirigendosi verso la porta decisa a mostrare a tutti il suo riconoscimento.
«Ehi Yuki, non dimentichi qualcosa?» le chiese il colonnello.
La ragazza rimase a fissarlo sbalordita. L’aveva chiamata con il suo nome invece che con un altro. Un gran passo avanti!
«Cosa?» chiese lei a sua volta.
«Se devi dimostrare a tutti che ce l’hai fatta ti servirà anche questo, oppure penseranno che quell’attestato sia un falso» le lanciò l’orologio d’argento e Yuki scoppiò dalla gioia.
La ragazza non riusciva a crederci. Stava stringendo fra le mani l’orologio d’argento prova inconfutabile che ce l’aveva fatta. Sorrise. Guardò il colonnello, gli fece una linguaccia e corse via..
Il colonnello in un primo momento sorpreso, scosse il capo divertito e ritornò al suo lavoro mentre i suoi sottoposti lo guardavano confusi.
   
 
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