<< Vuoi far tacere quel bambino? >> urlò Manuél, non appena scese dalla carrozza. Isabel sorrise, poi si rivolse a Eulialia, la balia di suo figlio Juan.
<< Cara, deve mangiare >> E la ragazza prese il bimbo e lo allattò. La vita stava degenerando da quando Isabel era tornata con il suo bastardo, così pensava Manuél, mentre entrava all’ambasciata. Quella donna aveva avuto la sfrontatezza di tornare, con un bimbo tra le braccia e una balia. Per fortuna l’aveva riconosciuto come figlio di padre ignoto, anche se lui sapeva chi era il padre.
Non solo, ma aveva ripreso la sua vita. Con tutti i suoi amanti, e lui sapeva che Isabel era molto amata dagli uomini di Madrid, e anche particolarmente odiata dalla donne di Madrid, aggiunse mentalmente, lui? Per lui una dama era uguale a un paggio.
E il bambino era insopportabile, le sue amanti, e gli amanti, gli chiedevano chi fosse, la notte, e lui rispondeva: << Il bastardo di Isabel >> E ora lei l’aveva portato, non c’era mai limite al peggio si disse.
<< Manuél, Juan è un bambino, ha solo sei mesi. Cosa pretendi da lui? >> << Che non mi disturbi >> urlò lui, poi la vide parlare con Eulialia. Cos’ho fatto per meritarmi questo si disse, e si rispose: lussuria, superbia, e forse anche l’ira, ma ognuno ha i suoi peccati e bisogna conviverci.
<< Siamo invitati a Palais Royal, vieni? >> << Certo che si, voglio vedere le parigine>> << Pensavo i parigini>> fu la risposta di lei, che vedeva male il suo stile di vita. << Quelli li lascio a te, Nuestra Segnora de l’amor>> fu la sua risposta e lei sorrise. Ma non l’abbracciò, non più, non da quella notte a San Pietroburgo.