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Autore: Scius    11/06/2012    0 recensioni
"Se usassimo tutte le nostre capacità cognitive attraversare lo spazio siderale non sarebbe che una semplice passeggiata sulla spiaggia, il mercato della domenica si terrebbe su Alpha Centauri, andremmo in piscina su Betlegeuse e i villaggi vacanze non sarebbero altro che satelliti che orbitano intorno al sole per godere della miglior illuminazione e temperatura possibile."
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si svegliò di soprassalto. Una intensa luce bianca era puntata sui suoi occhi, lo accecava, non riusciva a vedere nulla. Dopo pochi secondi la luce fu spostata dall'altro capo della stanza, illuminando un gigantesco prosciutto appeso alla parete. Ian non riusciva veramente a capire cosa stesse succedendo: il suo ultimo ricordo era quello del bar all'angolo, mentre prendeva il quinto Gin Lemon della serata. Provò a parlare. Non ci riuscì. Provò a muovere un braccio. Non ci riuscì. Provò a muovere una gamba. Ecco, quella riusciva a muoverla. Si aprì una porta nell'immensa parete dietro al prosciutto, entrò un uomo sulla cinquantina, con un camice bianco e l'aria di chi sa esattamente quello che deve fare. Estrasse una siringa piena di uno strano liquido giallognolo da una delle tasche interne del camice, diresse l'ago verso la vena del braccio destro di Ian, lo spinse dentro e iniettò.

 

Buio.

 

Ian si svegliò urlando.

“Un incubo. Deve essere stato un incubo” pensò. Il sogno che aveva fatto era infatti decisamente poco plausibile: risvegliarsi in una stanza bianca con un prosciutto su una parete e con un uomo con un camice che gli iniettava uno strano farmaco era decisamente fuori dalla norma. Già. Si alzò. Faceva veramente caldo, ma era una nottata di Agosto, cos'altro si sarebbe dovuto aspettare? Andò in cucina, aprì il frigorifero, prese una birra fresca e la stappò utilizzando un coltello che doveva aver lasciato la sera prima sul piano della cucina. Bevve un sorso. Ahh, birra fresca in una calda nottata d'Agosto, che sollievo! Con la bottiglia in mano si diresse verso la finestra, tirò su le tapparelle e si appoggiò con i gomiti sul davanzale. Davanti a sé aveva nient'altro che la campagna. Nessun inquinamento luminoso, solo le stelle e la luna a rischiarare il cielo. Quella sera doveva aver bevuto veramente troppo, l'ultimo suo ricordo era del qinto Gin Lemon che chiedeva al barista. Poi nulla. Qualcuno doveva averlo riportato a casa e messo sul letto, lo conoscevano tutti in quel locale, sarebbe andato a chiedere scusa e a ringraziare chi l'aveva portato a casa. Già. Un altro sorso di birra. Era una delle cose più rilassanti che potessero esserci sorseggiare birra fresca guardando le stelle. La stella polare, il Grande Carro, il Piccolo Carro, eccoli lassù nel cielo ad osservarlo. Un altro sorso. La luna, così grande e paciosa, gli ispirava allegria. Era davvero una bella serata. Un altro sorso. Un altro ancora. Certo, il sogno di prima era veramente molto vivido. Oh, era un incubo, e gli incubi hanno una strana consistenza, ti si piazzano sullo stomaco e non accennano ad andarsene, ma quello era stranamente duro e ben piazzato sul fondo del suo stomaco per essere un normale incubo. Si scolò quello che era rimasto della sua birra, si girò e tirò la birra verso il cestino. “Canestro! Yeah” pensò, mentre il vetro si frantumava sbattendo sul fondo del cestino. Forse non era stata un'ottima idea giocare a basket con la birra, ma la cosa non gli sfiorò nemmeno la mente. Si tolse le ciabatte e con i piedi a contatto con il pavimento freddo si diresse verso il letto, ci si buttò sopra e cadde addormentato in un attimo.

  
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