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Autore: Lady A    11/06/2012    3 recensioni
[...]Perché tra tanti uomini si era dovuta innamorare proprio di Goku? Lui era speciale, ingenuo, buono, bello, dolce, ma era un saiyan, un guerriero e la sua vita era fatta di eterne sfide, battaglie e inevitabilmente morte!
Quanto la faceva soffrire, e lei che aveva sperato di vivere felice e contenta per sempre, con il suo bel Goku ora era consapevole che il destino era sempre in agguato per dividere le loro strade, era come una sorte di maledizione, la famiglia Son non poteva vivere tranquilla come le altre, c'era sempre un nemico da sconfiggere e irrimediabilmente Goku doveva affrontarlo lasciandola sola...
La verità è che forse il lieto fine non esiste, è solo una stupida invenzione per illudere i bambini, che un giorno da grandi si possa vivere felici accanto alla persona amata.
[...]
Questa fanfiction è divisa in quattro parti che narrano lo svolgimento dei fatti partendo da due giorni prima del Cell Game, fino alla nascita di Goten.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku | Coppie: Chichi/Goku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Before the
 Cell Game.
1.
 
“Capitolo 1 : The happy ending does not exist”

 

Era una tiepida serata di maggio, il sole aveva lasciato posto alla luna che regnava alta nell'oscurità, una leggera brezza primaverile faceva ondeggiare i rami degli alberi ricoperti da fiori variopinti.
Mancavano meno di due giorni a quel maledetto incontro che avrebbe disputato le sorti del pianeta Terra, ovunque si respirava aria di tensione.
Goku e Gohan erano seduti a tavola intendi a sbranare un intero tacchino, avevano un aspetto tranquillo, ma era solo apparenza, difatti non riuscendo a controllare la loro forza trasformati in super saiyan, involontariamente ruppero bicchieri, piatti, bottiglie e molti altri oggetti.
Si vedeva che l'ansia cresceva anche nei loro animi, anche se cercavano di nasconderla.
Chichi, raccoglieva tutti i cocci, restando zitta, per tutto il giorno non aveva aperto bocca, nessun rimprovero, niente di niente.
Se ne stava chinata a terra con i pezzi di vetro tra le mani, infranti, come il suo cuore.
Già, in breve suo marito e suo figlio sarebbe andati a rischiare la vita e le probabilità che tornassero vivi erano pochissime, anzi quasi inesistenti.
Chi poteva realmente comprendere le sue angosce?
Tutti la consideravano una rompiscatole, un'isterica, ma lei infondo era solo una giovane donna innamorata, che desiderava vivere felice e spensierata assieme al marito e al figlio, già una volta Goku e Gohan le erano stati strappati via e non voleva che si ripetesse ancora.
Nessuno poteva comprendere davvero le sue angosce, le sue preoccupazioni, lei non avrebbe mai voluto che suo figlio seguisse le orme del marito, proprio perché temeva che un giorno avrebbe potuto perdere anche lui.
Come avrebbe fatto poi ad andare avanti ? Perché tra tanti uomini si era dovuta innamorare proprio di Goku? Lui era speciale, ingenuo, buono, bello, dolce, ma era un saiyan, un guerriero e la sua vita era fatta di eterne sfide, battaglie e inevitabilmente morte.
Quanto la faceva soffrire e lei che aveva sperato di vivere felice e contenta per sempre con il suo bel Goku, ora era consapevole che il destino era sempre in agguato per dividere le loro strade, era come una sorte di maledizione, la famiglia Son non poteva vivere tranquilla come le altre, c'era sempre un nemico da sconfiggere e irrimediabilmente Goku doveva affrontarlo lasciandola sola.
La verità è che forse il lieto fine non esiste, è solo una stupida invenzione per illudere i bambini, che un giorno da grandi si possa vivere felici accanto alla persona amata. 
la corvina aveva tanto sognato vivere per sempre felice e contenta con il suo amore, ma la vita era così ingiusta e crudele, tutte le peggior disgrazie ricadevano sempre e solo su di lei.
Era una donna all'apparenza forte, impavida, ma ciò era solo uno scudo che si era dovuta costruire per andare avanti. La vera lei, infatti, era una donna fragile, sognatrice, innamorata, bisognosa di amore e di serenità.
Nonostante fosse una principessa non aveva mai sognato di sposare un principe, non è un titolo a rendere una persona nobile, ma bensì è l'animo. E Goku lo rispecchiava pienamente, lo intuì subito, appena lo vide, con quei suoi capelli a forma di palma, quella coda che si muoveva e quei occhietti dolci.
Goku... quel nome gli entrò fin da subito nella mente e nel cuore, e da lì era certa che non sarebbe uscito mai più.
Purtroppo però, per mano di un destino sbagliato il loro amore era messo sempre a dura prova, ed era consapevole che non avrebbe mai avuto un lieto fine.
 I due saiyan di casa Son, finito di cenare, notarono l'inconsueto silenzio della donna, non era da lei, sapevano che stava soffrendo, lo si capiva dal suo sguardo, dai suoi movimenti, sembrava quasi assente.
 «… io vado a dormire, ciao mamma, ciao papà», disse il figlio sbadigliano e salutando i genitori, Chichi si voltò e lo abbracciò dolcemente, come solo una madre sa fare, poi riprese a sparecchiare la tavola e a raccogliere gli ultimi pezzi di vetro.
 Goku rimase in cucina a scrutarla attentamente, si sentiva in colpa con lei, dentro di se sapeva che la moglie aveva ragione, Cell era un avversario troppo forte, troppo potente, molto probabilmente questi erano i loro ultimi giorni in cui potevano stare assieme, dopo non si sarebbero rivisti per anni.
Lui amava la moglie.
Chichi era l'amore, un motivo in più per spingerlo a battersi per la salvezza della Terra, un motivo in più per dargli coraggio, un motivo in più per non farlo arrendere, un motivo in più per lottare fino in fondo e per sorridere alla vita stessa.
 Sembrava ieri che gli si presentò dinanzi, così agguerrita, così carina, era giunta a partecipare ad un torneo internazionale solo per un motivo, sposarlo.
Se ci ripensava... all'inizio non la riconobbe neppure, infondo non erano passati tantissimi anni, però lei era cambiata, non era più una bambina, ma una donna a tutti gli effetti, lui invece, era sì cresciuto, ma nel fisico, perché dentro era ancora un bambino, ma Chichi lo amava anche per questo.
Si ricordò di quando dopo il loro rocambolesco incontro, la corvina gli si avvicinò e alzandosi sulle punte gli diete un leggero bacio sulla guancia dicendogli per la prima volta che lo amava, lui come al solito rimase perplesso, infatti, era ignaro del significato di quella parola.

 «Ti amo tantissimo tesoro mio».
 
 «Eh? che cosa significa che mi ami? ».
 
 «Che ti voglio bene! ».

Ora invece era diverso, si era reso conto dei forti sentimenti che provava per quella donna, gli aveva fatto scoprire il significato dell'amore. E pensare che prima di rincontrarla, ignorava completamente quello straordinario sentimento. Lui sentiva il dovere di proteggerla, non si sarebbe mai perdonato se le fosse successo qualcosa.  La luna era alta in cielo, l'orologio appeso alla candida parete della cucina segnava le dieci di sera, la corvina, appena finito di asciugare le ultime stoviglie, uscì fuori casa per sedersi sull'erba ad osservare il chiarore lunare, i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime e a scendere sulle sue candide guance fino a bagnarle anche il suo vestito viola.
Goku la raggiunse e si sedette accanto.
«Chichi, tesoro mio, ti prego non essere triste… », le sussurrò con la sua solita aria ingenua. La donna si voltò verso di lui e tenendo lo sguardo basso cominciò a piangere ancora di più.
 «Come… come puoi dirmi di non essere triste? Tra breve tu… e mio figlio andrete a rischiare la vita, dimmi come faccio? », gli rispose stizzita.
«Gohan è anche mio figlio, ti prometto... che a lui non succederà nulla…», mormorò Goku con aria bonaria, appoggiandole una mano sulla spalla.
«Possibile che tu non capisca? Non deve succedere nulla a nessuno dei due!», rispose innervosita Chichi, per poi alzarsi e avviarsi verso l'uscio di casa. Perché Goku non capiva? Lei teneva a tutti e due, non voleva perderli, non era giusto, dannazione! Il marito la seguì e l'afferrò delicatamente per un braccio.
«Tesoro, ti prego, andrà tutto bene! », cercò di rassicurarla, sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori che però quella sera non sembravano far effetto. Lei lo fissò, i suoi occhi neri come un cielo senza stelle, non promettevano nulla di buono e Goku sapeva che a Chichi non piacevano le bugie e  poi capiva subito quando lui gli mentiva.
 «Sei un bugiardo! Credi che non mi accorga che anche tu sei nervoso? Non sono cieca! Anche tu sai che non andrà bene, non puoi darmi false speranze, non ne hai diritto!», berciò, facendo mollare la presa al guerriero, ed entrando in casa per sdraiarsi a piangere sul divano.
 «Chichi ti prego...  », la richiamò nuovamente Goku, non riusciva a sopporta di vedere la moglie piangere per colpa sua ed esclusivamente sua.
 «Lasciami in pace!», furono le ultime parole della bruna, non riusciva a trattenersi le lacrime, poco importava se si sfogava davanti al marito, l’orgoglio questa volta poteva metterlo da parte, si sentiva tremendamente inerme e sola.
 Il futuro eroe decise di non insistere, aveva paura di aggravare la situazione, forse sbagliava a mostrarsi così sereno davanti a lei? Lui in realtà non lo era per niente, ma il suo modo di essere gli imponeva di sorridere e di dimostrarsi sempre allegro e giocherellone, soprattutto davanti alle persone che amava, perché se si sarebbe mostrato mogio e triste avrebbe reso l'atmosfera ancora più cupa e dolorosa, avrebbe aumentato ancora di più il dolore e lui non voleva, non doveva.
Quei suoi sorrisi, quelle sue espressioni serene, celavano molte cose in realtà, lui era l'unico responsabile di tutto quello che stava accadendo sulla Terra, e per questo aveva il dovere di difenderla, di lottare, non poteva lavarsene le mani! Dunque Chichi non era l'unica a rifugiarsi dietro uno scudo, anche Goku a modo suo lo faceva. Forse questo era uno dei tanti motivi che li accomunava. In quel momento avrebbe voluto stringerla, avrebbe voluto rassicurarla, ma preferì lasciarla tranquilla, fece un sospiro e andò in camera da letto, dove si addormentò subito dopo.
 La donna invece rimase tutta la notte sveglia, il suo unico pensiero, la sua unica paura era quella di perdere la sua famiglia, quella notte anche quel comodo divano di pelle le sembrava scomodo, avvertiva il cuore in gola e l’acre consapevolezza che tra meno di un giorno anche un parte di lei sarebbe morta...




 
  To be continue …






Angolo dell’autrice.
Salve a tutte! Rieccomi con una nuova fanfiction, questa volta ambientata nel periodo prima e dopo il Cell Game, che terminerà con la nascita di Goten.
So perfettamente che questa sezione brulica di fanfiction che raccontano questo avvenimento, ma ho voluto dare anche “la mia versione dei fatti”, spero comunque di non avervi annoiato con questo capitolo!
 
 

 
  
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