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Autore: Lady A    12/06/2012    1 recensioni
[...]Perché tra tanti uomini si era dovuta innamorare proprio di Goku? Lui era speciale, ingenuo, buono, bello, dolce, ma era un saiyan, un guerriero e la sua vita era fatta di eterne sfide, battaglie e inevitabilmente morte!
Quanto la faceva soffrire, e lei che aveva sperato di vivere felice e contenta per sempre, con il suo bel Goku ora era consapevole che il destino era sempre in agguato per dividere le loro strade, era come una sorte di maledizione, la famiglia Son non poteva vivere tranquilla come le altre, c'era sempre un nemico da sconfiggere e irrimediabilmente Goku doveva affrontarlo lasciandola sola...
La verità è che forse il lieto fine non esiste, è solo una stupida invenzione per illudere i bambini, che un giorno da grandi si possa vivere felici accanto alla persona amata.
[...]
Questa fanfiction è divisa in quattro parti che narrano lo svolgimento dei fatti partendo da due giorni prima del Cell Game, fino alla nascita di Goten.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku | Coppie: Chichi/Goku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Before the
 Cell Game.
2.
 
“Capitolo 2 : Our last night together”
 
 

Trascorse anche la notte, venne il mattino, il caldo aureo sole di maggio filtrava attraverso le finestre socchiuse, facendo svegliare il piccolo Gohan, che dopo qualche esitazione si fiondò giù dal letto e inebriato dall'invitante odore proveniente dalla cucina, scese a fare colazione. 
«Buongiorno mammina! », salutò sorridente il moretto, mettendosi a tavola.
«Buongiorno bambino mio! », rispose lei abbracciandolo teneramente e dandogli un bacio sulla fronte.
Subito dopo, ecco che apparve anche Goku, con quell'aria ancora mezza assonnata e la sua tipica espressione ingenua. Si sedette anche lui a tavola e in men che non si dica fece fuori tre vasetti di marmellata, tre piatti di riso, dieci mele, trenta fette di pane e miele e un'altra dozzina di svariate portate.
Gohan naturalmente non fu da meno... tale padre, tale figlio!
La colazione si svolse in maniera abbastanza tranquilla, contando che vennero rotti solo dieci piatti e sei bicchieri, ma infondo era comprensibile mancavano meno di ventiquattro ore al Cell Game, chiunque sarebbe stato nervoso, eccetto loro. La bruna li scrutava attentamente, erano allegri, soprattutto Goku. Quanto lo ammirava per questo. Sorridere sempre era la cosa che gli riusciva meglio, poco importava se il giorno dopo sarebbe morto, nessuno sarebbe mai riuscito a togliergli quel sorriso stampato sul viso, che per giunta gli donava molto. Del resto un'espressione triste avrebbe solo sfigurato su suo marito.
Certe volta però, proprio quel suo sorriso, quella sua tranquillità, gli dava  i nervi, sembrava un pagliaccio, un irresponsabile e a volta arrivava addirittura a temere che Goku non soffrisse per la paura di perdere la sua famiglia.
Gohan, sorrideva con il padre, ma il suo si vedeva che era un sorriso "finto", era una bambino dolce, forte ma al tempo stesso anche sensibile, cercava di imitare il carattere del padre in quel momento, ma non gli riusciva molto bene, a volte avrebbe preferito vederlo piangere e cercare rifugio tra le sue braccia, era pur sempre un bambino…  Il suo unico bambino, e sentiva sempre quell'istinto di proteggerlo da tutto il male del mondo, però non poteva farlo, anzi semmai era lui che la proteggeva dal male, andando a lottare con il padre.
Dunque, lei era l'unica a non riuscir a mascherare le sue angosce ? Era sempre lei a rendere tutto più pesante e tragico?
Era un’umana, aveva dei sentimenti, questa volta non riusciva davvero a reprimerli, non riusciva a controllarsi, il cuore le batteva forte, sentiva un peso allo stomaco, era agitata, ansiosa, sarebbe quasi voluta scappare, andare via da quella crudele realtà, ma non poteva, amava troppo Gohan e Goku, erano la sua unica ragione di vita.
“E se entrambi non tornassero più...che ne sarà di me?”. Quel pensiero la ossessionava, la opprimeva, la castigava.
Si sedette a tavola con loro, i suoi uomini erano rimasti sempre trasformati in super saiyan, con quegli atipici capelli biondi e quei occhi color azzurro pastello, a volte quasi non li riconosceva, li preferiva nel loro tipico aspetto, i capelli e gli occhi neri come un cielo spoglio di stelle, perché in realtà loro erano così. Trasformati in  quel modo invece, sembravano solo stupide macchine da guerra, dei teppisti.
Chichi sospirò e si portò una ciocca di capelli dietro un orecchio, intanto, finita la colazione padre e figlio andarono fuori all'aria aperta, e lei rimase come consueto in cucina a sparecchiare, le mani le tremavano e involontariamente anche lei ruppe qualche piatto.
I suoi occhi cominciarono a riempirsi nuovamente di stille di salsedine e benché si sforzasse nel trattenerle, fu tutto inutile. In breve cominciarono a scendere a catinelle, non riusciva più a contenere i suoi sentimenti, più si sforzava e più pativa, era una donna orgogliosa e forte, ma questa volta si stava facendo mettere al tappeto dal suo stesso cuore. Si sentiva a pezzi, distrutta, avrebbe rotto qualsiasi oggetto le capitasse a tiro, ma a cosa sarebbe servito? Goku e Gohan sarebbero andati ugualmente al Cell Game, e purtroppo lei non poteva evitarlo. Le ore fluirono rapide quel giorno, sicché calò anche la notte... la loro ultima notte.
Il sole lasciò il posto alla luna che quella sera era più etera e sfavillante che mai, il suo serafico chiarore illuminava i candidi volti dei guerrieri che avendo da poco terminato la loro sostanziosa cena erano comodamente seduti sul divano color pervinca della cucina.
«Gohan, figliolo, è meglio che tu vada a letto», sussurrò Goku scompigliando allegramente i capelli al bambino. Il piccolo fece come detto dal padre e dopo aver salutato entrambi i genitori si ritirò nella sua cameretta.
Chichi si mise sul divano accanto al marito, i suoi lunghi capelli d’ossidiana le scendevano lungo le nivee spalle, indossava una sottile camicia da notte che lasciava intravedere molto il suo armonioso corpo d’alabastro, i suoi occhi però sembravano spenti, senza vita, il suo viso era nettamente pallido, non degnò Goku neppure di uno sguardo, non accennò neppure una parola, lo ignorò totalmente, in quel frangente sembrava quasi senz’anima.
Il saiyan la scrutava con i suoi occhi da eterno e verace bambino, conosceva bene la moglie e sapeva che se solo avesse detto una parola fuori luogo l'avrebbe fulminato con un solo sguardo e non si sarebbe limitata solo a quello!
In effetti però che cosa mai poteva dirle? Come poteva consolarla? Lei ormai aveva capito tutto! Perfino lui, il guerriero più forte della galassia temeva Cell, ed era quasi certo di morire. Però, quella era la loro ultima notte, non voleva che la moglie gli tenesse ancora il broncio, non voleva vederla ancora così.
C'era una sola soluzione, rompere quel maledetto silenzio. Chichi certe volte lo intimoriva, però doveva farlo! Sperò con tutto se stesso di riuscire ad arrivare integro al giorno successivo, sicché fece un profondo respiro.
«Tesoro... perché non andiamo a dormire? », le sussurrò con la sua solita voce infantile e mite, sperando in cuor suo di non ricevere uno schiaffo o un pugno dalla consorte.
Chichi invece rimase impassibile, come assente.
Goku inarcò le sopracciglia come indispettito dal suo silenzio. Doveva scuoterla a costo di ritrovarsi qualche osso rotto, si avvicinò maggiormente a lei.
«Urca, Chichi, dai non puoi tenermi il broncio per sempre! », borbottò, avvicinandosi ancora di più.
«Tanto, che ti importa di me? Tu pensi solo a te stesso e a combattere! Già, è quella la tua vita! Che ne sai delle mie angosce? E per giunta ti porti dietro anche mio figlio! Gohan è solo un bambino e... invece di comportarsi da tale, deve combattere, ma te ne rendi conto? »,  ringhiò la corvina alzandosi dal divano e guardando il marito con gli occhi grondanti di lacrime. Non riusciva a ragionare più, in quel momento provava rancore per Goku, perché lui infondo era sempre e solo la causa della sue sofferenze, da quanto erano sposati non faceva altro che piangere, disperarsi per lui. il saiyan anteponeva sempre e solo il suo desiderio agonistico di combattere alla famiglia. Era questo che Chichi non riusciva più a tollerare, aveva sperato di cambiarlo ma era stato tutto inutile, lo amava con tutta se stessa, ma non sentiva quasi mai il suo amore ricambiato. E poi, se pensava a Gohan... il suo piccolino, perché doveva combattere contro un mostro? Perché? Non era giusto, era solo un bambino, perché non poteva avere una vita felice, perché tutto questo era dovuto capitare a lei? Aveva sempre e solo cercato di essere una buona madre, una buona moglie, di tenere la famiglia unita, ma tutto si stava frantumando.
Questa volta, fu Goku a rimanere senza parole, Chichi l'aveva ferito, come poteva pensare che non tenesse a lei e suo figlio ? Loro erano la sua famiglia. 
Rimase a fissare per un bel po' un punto indefinito del soffitto, i suoi occhi cerulei e i suoi capelli color grano erano illuminati dalla tenue luce lunare che filtrava attraverso la finestra della cucina, sul suo volto si poteva scorgere un espressione inconsueta, era turbato, cupo, i suoi occhi dolci e allegri ora, avevano un'aria accorata, quello stato d'animo non gli si addiceva per niente .
“Forse ho esagerato...”. Pensò la donna rimanendo immobile dinanzi a lui, il cuore le oscillava ancora più forsennatamente, le lacrime scendevano ancora più velocemente, la sua mente sembrava quasi ottenebrata, la testa le scoppiava. Si pentì di quello che aveva detto. Ok, lo pensava... ma era stata stesso la rabbia a farle usare parole così taglienti, in fin dei conti Goku non era un cattivo marito, ma salvare il Mondo era ormai il suo compito, e infondo sapeva che quando lui  lottava lo faceva anche per lei, suo marito aveva un proprio modo di dimostrargli l'amore, come nel mangiare come un dissennato le sue pietanze, restare anche quelle poche volte accanto a lei e tante altre piccoli antefatti.
Non sapeva che fare, gli avrebbe voluto chiedere scusa, ma il suo orgoglio in qualche modo cercava di trattenerla. Abbassò lo sguardo e andò in un'altra stanza, non riusciva più a sopportare la vista del marito.
I minuti passavano e il guerriero vera sempre intendo a fissare il soffitto, era bloccato, non sapeva che fare... ad un tratto si alzò e la raggiunse un po' intimorito in soggiorno, lei era seduta a terra con le gambe incrociate, le spalle contro il cereo muro e lo sguardo rivolto all'ampia veranda che affacciava sulla boscaglia.
Goku si chinò vicino alla moglie, la guardò con i suoi occhi innocenti e le accarezzò dolcemente il viso, Chichi sentì il suo corpo avvolgersi da tanto calore, era così bello essere accarezzata da lui.
«Chichi, a me importa di te... lo sai!», le mormorò , con fare quasi offeso. La moglie gli si avvicinò di più e lo abbracciò teneramente, stava lottando contro il suo stesso orgoglio.
«Scusami Goku. Ti amo... è che... ho paura di perderti... », sibilò con il volto imbarazzato e bagnato dalle lacrime, stringendo sempre più forte a sé il marito. Goku si grattò il capo e sorrise, gli venne spontaneo ricambiare l'abbraccio, gli diete un leggero bacio sulla guancia, poi le scostò le ciocche di capelli dal viso di porcellana e la baciò sulle labbra, delicatamente, come solo lui sapeva fare. Chichi si sentiva sciogliere tra le sue  braccia, tutta la rabbia, l'angoscia, le paure erano svanite, stare così vicina a Goku la faceva sentir bene, protetta.
Il saiyan dal canto suo, cominciò a diventare vermiglio e caldo, il buio oscurava i loro coloriti deliziosamente scarlatti, però nella quiete si udivano i loro battiti cardiaci accelerati e i loro respiri più affannati del solito. Sembrava quasi che i loro cuori volessero uscire dal petto.  Continuarono a baciarsi, in quell’etereo ed intimo frangente quel gioco d'amore fu in grado si sostituire molto parole e azioni, di quanto si potesse immaginare.
«Tesoro, andiamo in camera nostra? », propose dolcemente Goku assumendo la sua solita aria ingenua, staccandosi un attimo dalle labbra della corvina. Lei rimase un po' perplessa, sapeva che dal marito poteva aspettarsi di tutto, l'avrebbe potuta portare in camera da letto e limitarsi a darle semplicemente la buonanotte, senza andare goffamente oltre.
«Ok... », assentì con la voce un po' tremante. Il marito la prese in braccio, entrarono nella loro camera e con un modo un po' maldestro l’adagiò sull’alcova. Ora erano lì, seduti con le gambe incrociate sul loro letto, che si scrutavano attentamente, erano in un totale imbarazzo.
Goku si grattava il capo sempre più freneticamente, non sapeva bene come agire, con fare un po' mogio e impaurito l'abbracciò e la baciò nuovamente, le loro mani si intrecciarono e i loro corpi diventarono sempre più caldi.
«Goku?»,  mormorò ad un tratto la bruna facendo trasalire il marito.
«Sì, tesoro?», gemette un po' spaventato.
«Puoi… puoi, tornare al tuo aspetto normale? Sì… insomma… così hai un po' l'aria di un teppista ».
Goku cominciò a ridacchiare con un bambino e accontentò subito la moglie, i suoi capelli color oro e i suoi occhi color del mare, ritornarono ad essere neri come il firmamento di quella notte.
«Va bene così? », domandò lui, con quella sua voce dolce, che però, quella sera risuonava anche maledettamente sensuale.
«Oh sì, amore mio, ora va molto meglio! », ammiccò la corvina. All'improvviso si ritrovò il marito sopra di lei, il letto cominciò a scricchiolare, Goku la baciò e la strinse nuovamente, quella notte voleva cercare di dimostrargli tutto l'amore che provava, voleva sentire per l'ultima volta il sapore delle sue  morbide labbra coralline, della sua pelle di pesca. Chichi aveva gli occhi ancora un po' umidi, le sue guance come quelle del marito diventavano sempre più bollenti e rubiconde, ogni volta che avveniva quel genere di contatto erano sempre in imbarazzo, ogni volta sembrava la prima. Il saiyan percepiva il battito sempre più accelerato del cuore della moglie, gli diete un mite bacio sulla fronte, gli accarezzò il viso e le scostò una ciocca di cappelli...
«Chichi, ti amo tantissimo, sei tu la mia vita... non dimenticarlo mai…», le bisbigliò  eloquentemente all'orecchio, con quel suo consueto tono da giocherellone ma al contempo, risoluto. Dopodiché le tolse con fervore la sottile camicia da notte e cominciò ad accarezzare dolcemente il suo corpo d’alabastro, si sentiva anche lui profondamente in imbarazzo e anche un po' impaurito ma allo stesso tempo era felice, voleva più che mai la sua dolce mogliettina e infondo quelle effusioni erano naturali tra marito e moglie, non c'era nulla di peccaminoso.
Con decisione la spogliò del tutto e anche lei fece lo stesso con lui. I baci divennero sempre più infuocati e i loro corpi erano sempre più desiderosi di contatto.
«Chichi... lo faccio?», le chiese ad un tratto, scostandosi un attimo da lei; il respiro si fece sempre più affaticato, aveva lo sguardo un po' impaurito, non si sarebbe mai azzardato a farla sua senza il suo consenso.
La moglie lo guardò, Goku era così tenero, dolce, ma soprattutto ingenuo in ogni situazione. Gli accarezzò dolcemente il viso e lo riportò su di lei.
«Certo…», gli sussurrò amorevolmente remissiva. Il saiyan gli sorrise imbarazzato e con un' aria un po' perplessa, per poi lasciarsi travolgere da quel susseguirsi di emozioni e sensazioni, che si può provare, solo, facendo l'amore con la persona più importante della propria vita. Il letto scricchiolò sempre più freneticamente, i loro copri si muovevano ormai alla stessa velocità, Goku teneva ben stretti tra le sue mani i polsi della moglie, sembrava quasi che avesse paura che scappasse, quella notte, la loro ultima notte, nessuno li avrebbe potuti dividere.
Quella sera tutto il resto passò in secondo piano, ora erano concentrati solo su loro stessi e su i loro fortissimi sentimenti.
La notte passò celermente e i primi raggi dell'alba illuminarono il volto del guerriero che ronfava come un espressione beata in viso, dopo circa mezz'ora aprì gli occhi, scese dal letto, si stiracchiò come al solito e guardò la moglie, i suoi occhi divennero un po' tristi, questa era certamente l'ultima volta che poteva vederla, con dolcezza le se avvicinò e le diete un delicato bacio sulle labbra senza farla svegliare, notò i segni rossi che le aveva lasciato la scorsa sera per averla stretta troppo forte, si grattò il capo un po' imbarazzato.
«Urca, però almeno le ho lasciato un mio segno! », ridacchiò, mentre le sue guance divennero amaranto pensando alla loro fervente nottata d'amore.
Si avvicinò all'uscio della camera da letto, gli rivolse un ultimo tenero sguardo, uscì, chiuse la porta lentamente dietro di sé, si ritrasformò in super saiyan e andò nella cameretta del figlio a svegliarlo.
Dopo aver fatto colazione e dopo essersi preparati uscirono di casa e come già sappiamo a farvi ritorno sarà purtroppo solo Gohan.
oku però, non sapeva che alla moglie oltre a lasciargli il segno dei suoi potenti abbracci, gliene aveva lasciato uno molto più particolare e prezioso... 





To be continue …






Angolo dell’autrice.
Che ve ne pare? Spero vivamente di non essere caduta nell'OOC !


 
  
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