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Autore: _Hiromi_    11/06/2012    3 recensioni
Eccomi qua con una nuova ficcy su KHR! Spero possa piacervi!^^ pairing: 8059 *_* + 1827
Per Gokudera Hayato quella giornata si sta rivelando più pesante e difficile da sopportare di quel che pensasse: sembra che tutta la sfortuna del mondo si sia abbattuta su di lui in un sol colpo! E questa convinzione non può che aumentare quando si trova costretto ad accettare l'aiuto di quell'idiota di Yamamoto Takeshi contro la propria volontà! Secondo il dinamitardo quello è davvero uno dei giorni più sfortunati della sua vita, ma, chissà, forse si sbaglia e quella giornata gli porterà anche qualche piacevole sorpresa...
A voi scoprirlo, cari lettori!! ^o^ kisskiss!!
_Hiro_ =)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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***

Il candidato a decimo boss dei Vongola era sul tetto della scuola superiore Nami, poggiato alla balaustra ed intento ad osservare il paesaggio davanti a sé senza davvero vederlo, totalmente assorto nei suoi pensieri.
Nonostante provasse a mantenere la calma non riusciva a togliersi dalla testa Gokudera e Yamamoto, che in quei giorni si stavano comportando in modo strano e lo stavano facendo preoccupare. Ormai si era accorto del sentimento nato tra i due e ipotizzava che fosse proprio quello il problema, ma anche se aveva provato a parlarne con i diretti interessati, facendo loro domande e rendendosi disponibile ad ascoltarli qualora ne avessero bisogno, entrambi avevano negato qualunque insinuazione rassicurandolo sull'assenza di un qualche problema.
-Sei silenzioso.-
Sawada Tsunayoshi sussultò e un brivido gli percorse la schiena al sentire il respiro caldo del ragazzo sfiorargli l'orecchio mentre quest'ultimo lo stringeva in vita per poi poggiargli il petto contro la schiena.
-Oh, credevo ti fossi addormentato Kyo-kun.- disse allegro, e in risposta ottenne solo un mugugno indistinto che lo fece sorridere.
Tsuna girò su se stesso per poter guardare il proprio compagno, ma si ritrovò a chiudere gli occhi quando le sue labbra vennero catturate da quelle del presidente del comitato disciplinare, e per qualche attimo tutto ciò che lo circondava, tutto ciò che lo preoccupava venne relegato in un angolo recondito della sua mente permettendogli così di godere appieno di quella bocca decisa che lo stava divorando con passione. Quando si separarono Tsuna affannava appena e aveva le guance imporporate; con un piccolo sorriso si appoggiò alla balaustra alle sue spalle.
-Sei silenzioso oggi.- ripeté Kyoya scrutandolo attentamente, e il giovane Vongola ridacchiò mentre allungava la mano per cominciare a giocare con la cravatta del presidente.
-Non è più semplice chiedere cosa mi preoccupa piuttosto che utilizzare questi sotterfugi?- lo prese in giro con un sorriso divertito, e l'altro si limitò a schioccare la lingua con fare seccato.
Tsuna si lasciò andare lungo le sbarre di metallo e si sedette a terra, seguito a breve da Hibari.
-Gokudera e Yamamoto mi preoccupano...- cominciò a dire mentre portava le gambe al petto e le stringeva con le braccia -si comportano in modo strano da quando Gokudera si è ripreso dall'influenza, ma non so cosa sia successo tra loro...si evitano, mi evitano...e mi sembrano molto inquieti...e non vogliono parlarne...non so che fare...- concluse nascondendo il viso tra le braccia.
Per un attimo il silenzio regnò tra i due, ma all'improvviso Kyoya afferrò il compagno per un braccio e se lo tirò addosso, sistemandolo sulle proprie gambe.
-Non puoi fare niente.- cominciò il moro e continuò prima che Tsuna lo interrompesse -Devono vedersela tra loro.-
-Lo so...- mormorò il Vongola lasciandosi andare contro il petto dell'altro -ma ormai sono passate due settimane e non vedo nessun miglioramento! Anzi, pare che si stiano allontanando! Non sopporto vederli così abbattuti solo perché non vogliono ammettere i loro sentimenti! E' da stupidi comportarsi così!- si sfogò irritato.
A quelle parole un sorriso divertito incurvò le labbra di Hibari.
-Non puoi biasimarli Tsunayoshi, io ho dovuto aspettare più di un mese prima che ti decidessi a cedere.-
Sawada arrossì violentemente ma non disse niente, sapendo perfettamente di essere l'ultima persona con il diritto di giudicare il comportamento dei due guardiani, considerando che lui stesso era scappato da Hibari, terrorizzato dai forti sentimenti che provava per la Nuvola e parecchio sorpreso del fatto che Hibari si fosse innamorato proprio di lui. Se ci rifletteva ora che erano una coppia si sentiva davvero idiota per essere fuggito in quel modo, spaventato da non-sapeva-cosa, e proprio perché aveva capito la stupidità del suo comportamento non riusciva a sopportare che i suoi due amici sprecassero tutto quel tempo inutilmente, tempo che invece avrebbero dovuto passare insieme.
-Non ti stancherai mai di ricordarmelo, vero?- sbuffò divertito mentre avvolgeva le braccia intorno al collo del moro per poterlo tirare verso di sé e posargli un bacio sulla guancia. Kyoya non disse nulla, limitandosi a stringerlo più forte in vita, ma Tsunayoshi lo conosceva bene, sapeva che quel mese di attesa era stato un inferno per lui, sconvolto dai quei nuovi sentimenti che provava per un erbivoro e timoroso che quello stesso stupido e debole erbivoro potesse rifiutarlo e ferirlo. Lo sapeva, e capiva anche che al 99% il problema dei guardiani era proprio quello: la paura di essere feriti.
Sospirò e, chiudendo gli occhi, tornò ad appoggiarsi contro il moro.
-So che devono affrontare la questione da soli, ma che male c'è se li aiuto un pochino? In fondo, anche io sono stato aiutato! Se non fosse per Reborn sicuramente ci avrei messo molto più tempo a trovare il coraggio per dichiararmi!-
-Se ci avessi messo di più ti avrei morso a morte.- sentenziò il presidente che non aveva decisamente gradito tutta quell'attesa.
Tsuna stava per dire qualcosa quando una fredda goccia di pioggia lo colpì sulla testa, seguita a breve da un'altra e un'altra ancora.
-Meglio rientrare prima che aumenti; tanto la pausa pranzo sta per finire.-
Senza dargli il tempo di muoversi Hibari lo strinse forte a sé, si alzò tenendolo tra le braccia e poi si avviò verso le scale. Per un attimo il giovane Vongola pensò di opporsi, preoccupato che qualcuno potesse vederli, ma alla fine lasciò perdere e decise di godersi la vicinanza dell'altro finché non fossero arrivati nell'aula del comitato disciplinare. E poi, chi mai poteva essere così pazzo da fare qualche commento su di loro? In fondo, si trattava pur sempre di Hibari Kyoya!

***

Gokudera si lasciò andare contro il muro della cabina, per niente felice di essersi nascosto nel bagno ma non sapendo dove altro andare.
Quando il suono della campanella aveva segnato l'inizio della pausa pranzo era rimasto immobile al suo posto, aspettando che l'idiota del baseball uscisse per primo dalla classe, e subito dopo aveva seguito il Decimo. Quando lo aveva raggiunto sul tetto della scuola l'aveva trovato insieme al Guardiano della Nuvola, intenti in attività che di certo non volevano ne interrompere ne condividere con lui; e così, con una stretta al cuore non meglio definita, aveva cominciato a girovagare per i corridoi, e quando aveva intravisto la figura di Yamamoto tra gli studenti che si avvicinavo, si era rifugiato nel primo luogo che gli era capitato a tiro: i bagni. Ed ora lì si trovava, nascosto in uno dei cubicoli, solo e senza sapere che fare.
'Codardo. Stai scappando.' gli fece notare la sua coscienza, ma lui scacciò quella considerazione come si fa con una mosca, dicendosi che in realtà non stava fuggendo, che stava solo facendo un favore a se stesso e all'atleta, evitando ad entrambi una situazione potenzialmente imbarazzante.
'Yamamoto non sa che tu sai.' continuò imperterrita la sua coscienza che, a quanto pareva, quel giorno aveva deciso di farlo sentire più stupido e miserabile di quanto già non si sentisse.
'E' vero...lui non sa che ero sveglio e ho sentito...'
Era l'ennesima volta che se lo diceva da quel fatidico giorno; sapeva di poter far finta di niente, ed in effetti all'inizio era quello il suo piano, eppure...quando era tornato a scuola dopo l'influenza e si era ritrovato davanti quell'imbecille sorridente che si comportava come al solito, non ce l'aveva fatta, non era riuscito a fingere e subito gli era tornato in mente quel casto bacio che gli aveva dato, e a quel punto era andato in confusione ed era scappato. E da quel momento avevano iniziato ad ignorarsi, a evitarsi...
Hayato sospirò, stanco di quella situazione che lo innervosiva e gli faceva stranamente male. Però, che poteva fare? Ogni volta che lo vedeva il cuore cominciava a battergli all'impazzata, arrossiva come un idiota e gli tornava in mente quella dichiarazione che non avrebbe dovuto sentire, e poi non riusciva più a ragionare e andava completamente nel panico, come se Takeshi aspettasse davvero una sua risposta.
In quelle ultime due settimane si era scervellato alla ricerca di una motivazione a tutto ciò, ma le poche che era riuscito ad elaborare erano o troppo stupide o troppo improbabili, e ogni volta si era ritrovato punto e a capo. Inoltre, insieme ai mille pensieri incasinati che gli riempivano la testa, doveva far fronte anche alla strana sensazione di solitudine che lo attanagliava senza tregua, e nonostante cercasse di convincersi, sapeva perfettamente che quel senso di mancanza che avvertiva non c'entrava con il Decimo.
'E' tutta colpa di quell'idiota! Non sarei in queste condizioni se non fosse per lui!'
Chiuse gli occhi e appoggiò la testa contro il muro, sospirando di nuovo.
Perché doveva sentirsi così strano? Non era la prima dichiarazione che riceveva (in effetti riscuoteva parecchio successo tra le sue coetanee), ma mai nessuna confessione d'amore gli aveva fatto quell'effetto, scombussolandolo in quel modo...
Dopo qualche altro minuto la campanella suonò nuovamente segnando la fine della pausa, e così si alzò e tornò stancamente in classe resistendo a malapena alla voglia di svignarsela da scuola.

---

L'ultima lezione del giorno, quella di educazione fisica, era finita da pochi minuti e Tsuna si trovava negli spogliatoi maschili; aveva già fatto la doccia, e ora stava indossando i vestiti puliti e sistemando la canadese sudata nella borsa. Una volta concluse quelle abitudinarie operazioni si guardò intorno alla ricerca di Gokudera e Yamamoto ma, come accadeva ogni volta, i due si erano già volatilizzati lasciandolo solo.
Sospirò stancamente e chiuse l'armadietto prima di uscire diretto all'aula del Comitato Disciplinare, così come faceva ogni giorno alla fine della giornata di scuola: appena finivano le lezioni andava da Hibari per salutarlo prima di tornare a casa, e spesso capitava che restasse lì a fare i compiti aiutato da Kyoya. Doveva ammettere che il moro era davvero un bravo insegnate, anche se a volte perdeva la pazienza e Tsuna temeva di essere morso a morte!
Un sorriso gli incurvò le labbra mentre ripensava al fidanzato, ma la sua allegria si attenuò quando gli tornarono in mente i suoi due guardiani.
Che posso fare per aiutarli? si chiese per l'ennesima volta.
Davvero voleva fare qualcosa per loro, per ricostruire in qualche modo il loro rapporto, ma non riusciva a pensare a nulla di utile e concreto. Eppure doveva fare qualcosa! Non potevano continuare così! Per fortuna lui aveva Hibari e, nonostante sentisse la mancanza degli amici, era riuscito a non deprimersi troppo per la forzata lontananza, ma immaginava che per quei due la situazione fosse diversa: Yamamoto amava troppo Hayato e stare lontano da lui lo stava facendo sicuramente soffrire, e Gokudera aveva la brutta abitudine di allontanare tutti quando era arrabbiato o triste, ma ora che aveva degli amici stare da solo non doveva essere facile per lui.
Tsuna prese il cellulare dalla tasca e cercò il contatto di Yamamoto nella rubrica: forse non era abbastanza intelligente da pensare ad un modo per risolvere la situazione, ma almeno poteva parlare con i diretti interessati e cercare di farli ragionare. Stava per preme il tasto di chiamata quando sentì la voce di Takeshi poco lontano. Sollevò lo sguardo e sbarrò gli occhi alla scena che gli si parò di fronte: Gokudera era appoggiato contro il muro dell'edificio scolastico e lo spadaccino l'aveva inchiodato dov'era poggiando le mani ai lati del suo corpo, impedendogli la fuga.
Il giovane Vongola rimase immobile per un attimo, indeciso sul da farsi, temendo che quei due arrivassero alle mani, ma alla fine si convinse a girarsi ed andare via lasciandoli da soli.
L'avevano costretto a fare l'intero giro della scuola per poter entrare dall'altro ingresso, ma poco gliene importava, sperava solo che ne valesse la pena e che la situazione tra i due tornasse alla normalità. Però, nonostante tutti i timori, si sentiva abbastanza fiducioso al riguardo: per due intere settimane si erano ignorati e avevano evitato qualunque contatto, mentre ora si trovavano l'uno di fronte. Sicuramente avrebbero litigato, forse si sarebbero picchiati, ma almeno adesso non si ignoravano più e, in un modo o nell'altro, era certo che sarebbero riusciti a chiarire.
Tsunayoshi non riuscì a trattenere un piccolo sorriso e, mentre tornava sui suoi passi, pregò affinché quei due trovassero finalmente il coraggio di essere sinceri.

***

Ecco a voi il quarto capitolo! Considerando che sto studiando moltissimo, sono riuscita ad aggiornare abbastanza in fretta eheh^^'''
Spero che questo capitolo vi possa piacere anche se è di passaggio^^'''
Mi piacerebbe sapere se vi piace, e qualche consiglio/critica è sempre ben accetta ^///^

_Hiro_ =)

   
 
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