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Autore: Echelena    11/06/2012    6 recensioni
Questa storia mi è venuta in mente guardando Jared alle sfilate Parigine. E se invece di fare la Divah con Terry, fosse incappato nel bel mezzo di indagini con traffici di droga e il Commissario di Polizia fosse donna , affascinante e per giunta Italiana?E lui ci resta impantanato senza volerlo. Un Jared ovviamente inventato dalla mia fantasia che alla fine ne esce anche eroe! Una specie di Distretto dei...Mars!!Buona lettura!
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-       Adesso, Jared, corri!- lo incitai a correre verso l’uscita,
mentre uscivo allo scoperto, sparando all’impazzata in direzione del punto da cui sentivo provenire la voce di Flagelo.
Jared schizzò via e uscì fuori dal Capannone.
Io scaricai tutta la mia arma diretta verso il criminale, nella speranza che almeno un colpo andasse a segno.
Ma era difficile, perché sparavo alla cieca e lui era ben nascosto, ovviamente.
-       Che intenzioni hai, mio bel Commissario, di scaricarmi tutte le tue armi addosso?- rise beffardo El Carrera. Mi chiedevo se si fosse accorto che Jared  era riuscito ad uscire …
Mentre riflettevo, sentii uno stridere di ruote, una macchina si  avvicinò di corsa: era Jared che arrivò con un tempismo perfetto, dovevo solo uscire dal mio nascondiglio e raggiungerlo.
Così corsi fuori anche io, sparando ancora verso Flagelo , per coprire la mia fuga verso Jared. Se sparavo lui restava nascosto e dunque sarei riuscita a scappare da quella trappola mortale.
Flagelo capì la mia mossa e cominciò a rispondere al mio fuoco.
I proiettili mi sfioravano, li sentivo sibilare vicino alle mie orecchie , continuai a correre e far fuoco, sperando che il caricatore non si esaurisse in quel momento.
Non avevo contato i colpi e rischiavo di rimanere con la pistola scarica, rischiando la vita.
Col fiato corto per la folle corsa, raggiunsi Jared, mi fiondai accanto a lui che, sgommando, partì senza aspettare che chiudessi lo sportello, mentre gli urlavo di correre via di lì!
Il tutto si svolse in una manciata di minuti, che parvero eterni.
Continuai a incitare Jared per correre quanto più forte potesse, spingendo il pedale a tavoletta per allontanarci il più possibile da quel posto maledetto!
Avevo tanta adrenalina in corpo, che se avessi avuto quel maledetto davanti, lo avrei fatto a pezzi, senza riserve…
Mentre ci allontanavamo di corsa, guardai d’istinto dallo specchietto laterale e vidi Flagello che prendeva la mira con una grossa arma; non distinsi cosa fosse esattamente, ma la cosa mi mise agitazione.
-       Cazzo!- urlai atterrita.
-       Cosa…?- Jared non capì.
All’improvviso gli tirai giù la testa, spingendolo sopra le mie gambe e gli urlai di dare gas comunque, senza mollare il pedale dell’acceleratore, mentre io prendevo il controllo del volante.
Tutto si svolse in pochi attimi: al posto di guida arrivò un grosso proiettile che trapassò il parabrezza, lasciando un buco enorme e frantumando i vetri del parabrezza.
Un attimo di esitazione e quel buco sarebbe stato ora sulla nuca di Jared.
Nonostante tutto, lui non si lasciò prendere dal panico e non smise mai di spingere l’acceleratore, permettendoci di allontanarci sempre più dal luogo della nostra condanna.
Quando fummo abbastanza lontani, si tirò su e riprese il controllo dell’auto.
Lo vidi deglutire a vuoto .
-       Cazzo, dovrei essere morto a quest’ora! Quel fottuto bastardo mi avrebbe preso: come facevi a saperlo?- anche lui era carico di adrenalina. Era molto nervoso e notai le sue mani tenere stretto il volante. Troppo stretto…
-       L’ho visto dallo specchietto, Jared, ho immaginato che ti stava mirando. Sparandoti la nostra corsa sarebbe finita… Ti ho già restituito il favore di prima, vedi? - dissi sicura.
Intanto armeggiavo con la radio per cercare di trovare la linea e comunicare coi miei uomini.
-       E sarebbe? Di che favore parli?- chiese sospettoso.
-       Il fatto che mi hai tirato fuori di lì. Grazie a te sono viva anche io. Senza di te quel bastardo mi avrebbe fatto fuori! Siamo pari quindi: tu hai salvato me e io ho ricambiato!- mentre gli parlavo guardavo il suo profilo.
 Era intento a guidare e di tanto in tanto si girava verso me, per guardarmi frettolosamente.
Gli feci una carezza, d’istinto, e lui piegò la testa verso la mia mano.
-       Non ho resistito alla sfilata e ti sono corso dietro. La mia era semplice curiosità, perché eri misteriosa, lo ammetto! Adesso dove andiamo?- chiese, infine.
Avevamo rallentato, dato che non eravamo inseguiti e avevamo imboccato la tangenziale.
Sentii la radio gracchiare: finalmente aveva ricominciato a funzionare.
-       Paolo, Giulia!- urlai alla trasmittente.
-       Carla!- mi risposero loro in coro.
-       Dove sei? Ti stiamo cercando da quasi un’ora…- Paolo era agitatissimo. Il suo tono di voce tradiva l’ansia.
-       Era una trappola di Flagelo, Paolo! Manda subito rinforzi! Trovatelo e arrestatelo!- Gli indicai la zona di ricerca e il modello di auto di Flagelo. Poi cominciai a raccontargli dello schermo magnetico per impedire le comunicazioni  e potermi isolare, in modo da tenermi in pugno.
Gli spiegai che era un uomo molto pericoloso e che dovevano prenderlo immediatamente. Ero molto arrabbiata e carica di adrenalina.
Lo volevo morto …
Invece, per etichetta, gli suggerii di fare in modo di prenderlo vivo per poterlo fare parlare sui suoi loschi traffici e scovare la banda al completo.
-       Carla io lì mando la Police francese e altri uomini. Noi stiamo andando in un altro magazzino, dove c’è il suo braccio destro. Localizzaci col GPS e raggiungici. Il resto della banda sappiamo che si trova qui!- suggerì lui.
-       Siamo in zona, arriviamo subito!- risposi, mentre guardavo la mappa sul navigatore.
-       Arriviamo?- dissero in coro i miei due collaboratori.
-       Con chi sei? – chiese subito Paolo.
Jared mi guardava con aria interrogativa: infatti comunicavamo in italiano e lui non capiva i nostri discorsi.
-       Sono con Jared! E’ grazie a lui se sono ancora qui a parlare con voi… Quel bastardo voleva farmi fuori!- dissi orgogliosa.
-       …E questo Jared ha sempre qualcosa che io non ho!- rispose Paolo con tono rassegnato. Ovviamente stava sdrammatizzando, perché lui era da sempre molto apprensivo nei miei confronti e nonostante mascherasse bene le emozioni , capii subito il suo vero stato d’animo.
All'improvviso mi sembrò chiaro in tutta la sua drammaticità quello che avevo passato.
Alla sua battuta sarcastica risi per liberarmi dall’ansia.
Spiegai a Jared dove andare e ci recammo nell’altro Magazzino, dove ci attendeva un’ azione mirata.
Era la serata più agitata da quando ero in Francia…
Avvisai Jared che appena saremmo arrivati, visto la situazione delicata, lui sarebbe dovuto rimanere in macchina e non uscire da lì per nessuno motivo.
Era un’operazione molto pericolosa e lui non ci sarebbe dovuto essere, in realtà.
Mi dispiaceva impartirgli ordini come ad uno dei miei uomini, ma non aveva esperienza nell'uso delle armi e non conosceva le procedure da applicare, in caso di pericolo.
Non era addestrato come noi, che vivevamo quotidianamente nel rischio.
Mi assicurai che lui non scendesse mai dall’auto, anche se  lo vidi titubante.
Alla fine quando, rassegnato, si arrese e promise di non fare azioni avventate, scesi dalla macchina.
Avevo caricato  la mia pistola che adesso era pronta a essere usata, per la seconda volta in quella serata agitata.
Il mio modo di incedere acquattato era automatico, quando mi muovevo dentro quell’area che non conoscevo.
Stavo per raggiungere Paolo e Giulia, che intravidi un po’ distanti dalla nostra posizione, quando sentii Jared urlare:
-       Attenta!-
Si svolse tutto in pochi istanti.
Scese dalla macchina come un fulmine, si girò di scatto e puntò la pistola, mentre io mi giravo per guardarmi alle spalle.
 Partì un colpo, due…
Corsi verso Jared e vidi sul suo bel volto una smorfia di dolore, gli occhi sbarrati e fissi, la sua camicia all’altezza della spalla sinistra con una macchia cremisi, che si allargava sempre di più…
-       Noooooo!- urlai disperata, mentre correvo verso di lui.
Lui si piegò sulle ginocchia e cadde in avanti , prima che riuscissi a raggiungerlo.
Solo allora mi accorsi che davanti a lui c’era un balordo a terra, con la pistola ancora in mano.
All’improvviso, come in un flash mentale capii tutto: quel tipo aveva puntato la sua pistola verso me e Jared dallo specchietto dell’auto aveva visto tutto, era sceso e gli aveva sparato, senza pensarci due volte.
Solo che si erano sparati a vicenda…
Jared era stato colpito per salvarmi, ancora una volta.
Io ero la vittima designata da quel bastardo, ma Jared si era messo in mezzo…
Senza il suo intervento , quel farabutto mi avrebbe sparato alle spalle.
Mi chinai su Jared, dopo averlo girato molto lentamente.
-       C-Carla…- balbettò piano, mentre tossiva.
-       Shhh… - gli feci segno di non parlare per non sforzarsi.
-       V- voleva spararti…- disse lui in un soffio, ignorando la mia richiesta.
-       Ti ho… copiata: ho guardato… lo s- specchietto…- continuò tossendo ancora.
-       Sei un grande Jared… Mi hai salvato la vita, ancora!- cominciai a piangere coi singhiozzi.
-       P-perché piangi? N- non devi… Ho… freddo!- disse lui sempre più debole.
-       Jared, ti prego…resta con me. Resta con me…- lo implorai. Capii che stava perdendo i sensi, visto che perdeva tanto sangue.
Mentre parlavo con lui, mi tolsi la giacca per tamponargli la ferita, nella speranza di fermare l’emorragia.
Ma sotto di lui c’era una pozza di liquido cremisi, segno evidente che aveva perso tanto sangue.
-       Ho… freddo… Carla…- mormorò piano- m-mi hai p… promesso…-
-       Cosa Jared? Cosa ti ho promesso? Rimani con me, ti prego… - Parlavo, mentre le lacrime scorrevano copiose sulle mie guance.
Da lontano le sirene delle ambulanze riempirono l’aria, ma intorno a me era come se ci fosse il vuoto.
-       M…mi avevi…promesso…una pass…eggiata su…lla Se…nna…- dopo avere sussurrato, molto debolmente queste parole, con tanta fatica, la sua testa divenne pesante e non parlò più.
Chiuse gli occhi.
Io urlai disperata e lo continuai a chiamare, nonostante non mi rispondesse più.
Due ambulanze si fermarono vicino a noi.
Scesero i medici di corsa e mi spostarono da lui.
Io rimasi bloccata dal dolore e dal terrore.
Osservai la scena come in un film, solo che noi eravamo i protagonisti.
Li guardai mentre praticavano il massaggio cardiaco e ne dedussi che il suo cuore si era fermato.
Anche il mio perse dei battiti e voleva fermarsi con il suo.
Avrei voluto morire con lui se non ce l’avesse fatta.
Era successo tutto per salvare me, non me lo sarei mai perdonato…
 
 
 
                     *************************
 
Bene, ecco questo capitolo che immagino vi lascerà in lacrime o come la mia cara Beta Sara, che invece vuole uccidermi....
Infatti ha minacciato di farlo se non mi muovo a scrivere il seguito e a farlo finire bene...
Questo ovviamente lo sapremo al prossimo capitolo....
Fatemi sapere se vi è piaciuto, se vale la pena continuare a scriverlo.
Io vado a richieste: se mi incitate continuo volentieri....
Un grazie infinito a voi che mi seguite...
   
 
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