Verme I - Amore .
Amore per se stessa, per la vita, per gli altri.
Questo le avevano insegnato: amare sempre, incondizionatamente, senza riserve.
Amare il Sole e amare la Pioggia, amare l’Amico e amare il Nemico.
Amore, amore senza ripensamenti.
E ancora amava, ritta davanti al lavandino.
Una lampadina opaca di polvere emanava luce argentea e asettica: e l’ombra non ne fuggiva, ma ammantava la vuotezza della materia, adornando le sue carni nude e seriche di merletti oscuri e impalpabili.
Guardava fissamente la sua stessa immagine, riflessa sulla superficie polverosa dello specchio, gli occhi arrossati dalle pupille color ebano perse dentro i pozzi d’ossidiana della sua copia.
Era bella.
Il suo viso aveva il candore e la traslucida perfezione di un angelo: ma quelle labbra, ancora turgide di baci, così morbide eppure così bianche, la rendevano più evanescente di uno spettro di nebbia.
Si passò un dito sulla bocca, e vi lasciò una densa, bagnata patina scarlatta.
Quanto le sue mani, quanto le chiazze che deturpavano la purezza del suo corpo.
Stese quel rossetto dal sapore metallico, e sorrise.
Lei amava.
Amava lui, amava quel noi che aveva ripetuto sottovoce mentre lui la faceva sua..
Amava perfino lei, l’altra.
Posò la mano destra sullo specchio, quasi convinta di potervi passare attraverso.
Rimase delusa di sentirlo così freddo, come una lastra di ghiaccio.
Ritirò la mano, e il suo sorriso si allargò.
La sagoma della sua mano scintillava sullo specchio, chiara e nitida, come un anemone dai cinque petali scarlatti sbocciato sul ghiaccio.
Eccola, ecco la prova del suo Amore!
E lui lo sapeva, lo vedeva coi suoi occhi glaciali e ciechi.
Ed era in camera, ad attenderla, in eterno..
Aperto..
Morto..
Amato.
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