Un'esile fanciulla camminava fiera lungo la via principale di Konoha.
Non poteva avere più di vent'anni, alta e slanciata, dai capelli color del grano maturo che, legati in una lunga treccia, scendevano dino a metà coscia. Due ciuffi erano stati lasciati liberi ai lati, così da darle un'aria meno seriosa.
Gli occhi azzurri come il ghiaccio scintillavano mentre sorrideva al signore dietro il bancone dei mitarashi dango.
SI fermò al chiosco per comprarne un po', cedendo alla tentazione zuccherina.
Mentre si allontanava dal chiosco, mordicchiandone uno, sentì una voce squillante che la chiamava.
-Miharu! Miharu! Aspetta un attimo!- una ragazza bassottina e dall'aria buffa, dai capelli scuri raccolti in due codette basse, stava cercando di attirare la sua attenzione sventolando un braccio e chiamandola a gran voce.
-Ciao, Ayumi! Che ci fai qui?- Miharu aveva una voce dolce, musicale, che sapeva di terre bagnate dal sole e di tramonti spettacolari...con una punta di malinconia che la rendeva ancora più bella.
-Ti devo confessare una cosa!! Sei la prima a cui lo dico!! Neanche mia madre lo sa!!-
-Davvero?? Allora dimmi! Sono curiosa!-
-Beh, ecco...- borbottò impacciata Ayumi -Kazuma mi ha chiesto di sposarlo!!- Kazuma era lo spasimante di Ayumi: le stava dietro da quando era all'Accademia.
Però, testardo, il tipo. commentò fra sè.
-Ma dai!? E tu che gli hai risposto?-
-..sssssss...-
-Non ti ho capito! Ripeti...-
-SI!!! MIHARU, DOMENICA MI SPOSO!!- urlò l'altra, e, raggiante, le saltò al collo.
-Smettila, mi soffochi...- Miharu la scostò e la prese per le spalle.
-Sono veramente tanto felice per te. Verrò al tuo matrimonio, e sarò in prima fila. Promesso!-
Pronunciò però la promessa con un velo di malinconia. Lei non aveva mai amato nessuno, tranne una cotta andata male al secondo anno di accademia... e nessuno aveva mai amato lei.
L'amica, che innocentemente non aveva afferrato la tristezza dell'altra, persa com'era nelle sue fantasie di fanciulla, sorrise con gratitudine, e insieme tornarono a casa nella luce rossa del tramonto.

Passarono i giorni e domenica arrivò.
A casa di Ayumi fervevano i preparativi, e Kazuma era felice come non mai. Finalmente poteva sposare la donna che amava.
Si riguardò un'ultima volta allo specchio e si incamminò verso la chiesa.
Intanto, Ayumi si aggiustava il velo semitrasparente davanti al viso.
Il vestito che portava non era nè troppo semplice nè troppo eccessivo.
Non aveva strascico, e la gonna non era larga. Proprio come piace a Miharu, pensò.
Le sarebbe piaciuta tutta la cerimonia: aveva organizzato tutto secondo i gusti di tutti e tre.
E come fiori, solo ed esclusivamente rose bianche.
Era il loro fiore preferito, la rosa bianca.
Miharu una volta le aveva detto: "Io adoro le rose bianche, perchè non hanno ancora deciso di che colore essere." Proprio come lei. Miharu non aveva ancora deciso se essere rossa, o gialla, o lilla, o celeste, magari anche nera. Preferiva rimanere neutra e pura nel suo candore, invece che prendere una decisione che l'avrebbe cambiata per sempre.
Si soffermò un momento sul vestito.
Gonna non larga, niente strascico, per maniche solo due strisce di stoffa gonfiata e abilmente spiegazzata sotto le spalle; scollatura generosa che partiva quasi dalla fine delle scapole e risaliva piano, appena sopra il seno.
Niente collana: solo una striscia di seta panna, e i guanti fini dello stesso colore.
Il velo era bianco, fermato da una coroncina di fiori d'arancio.
Niente trucco, nè gioielli: Miharu avrebbe voluto vederla così, e anche Kazuma: indi, perchè non accontentarli?
Si avviò con la madre verso la chiesa, emozionata.

Quando entrò, la marcia nuziale ebbe inizio, e la cerimonia si svolse tranquilla e pura, e sulle ali trasparenti d'un volo limpido i novelli sposi uscirono dalla chiesa, tra le grida festanti degli invitati.
Riso e petali bianchi scendevano su di loro, amanti uniti in matrimonio per sempre, mentre Ayumi cercava con lo sguardo Miharu.
E l'amica era là, festante, inguainata in un vestito celeste chiarissimo che risaltava la sua bellezza.
Aveva mantenuto la sua promessa la dolce Miharu: era stata sempre in prima fila, commossa e felice.

Ayumi si voltò di spalle e lanciò il bouquet.
Le rose bianche tracciarono un arco nel cielo, finendo tra le mani di qualcuno che sperava nell'avverarsi di quella tradizione.
Miharu ora teneva in mano quel mazzo, felice e speranzosa.
Ma, nel prenderlo, s'era punta una mano, e una goccia di sangue era finita sulla rosa più bella.

Nessuno se ne accorse, ma una vecchia veggente, lontana chilometri, predisse nel sonno che una giovane ragazza dai capelli dorati avrebbe presto incontrato l'amore, ma per farsi accettare da lui ci sarebbe voluto tempo; e le diversità avrebbero gettato un'ombra sul fiore appena sbocciato, e che solo unendo le loro forze i due amanti sarebbero potuti vivere con serenità.

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capitolo confusissimo o_o" recensite vi prego!! e datemi consigli!! quasi non so come continuarla xD
e rispondete al minisondaggio: lemon sì o lemon no? XDXDXD