Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: 1rebeccam    11/06/2012    21 recensioni
"Sarebbe tutto così semplice. Non ci vuole niente. Un secondo, un secondo soltanto per perdermi nei tuoi occhi e dirti che ti amo... Vorrei avere la forza di aprire la porta e stringerti tra le braccia, perché lo so che sei ancora qui. Ti sento, sento il tuo dolore e anche la tua rabbia."
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

...Io ho un appuntamento Richard e il governatore Jordan di sicuro ha piacere a parlare con te più che con me… sei tu lo scrittore!
Io vado, ma tu resta pure amico mio. Non capita tutti i giorni di prendere un caffè con il governatore in persona!
L’espressione di Rick è al momento indescrivibile, perchè uno dei candelotti che ha dentro lo stomaco
è appena esploso e gli ha distrutto il fegato, mentre Stan si congeda con un sorriso,
lasciando inconsapevolmente l’amico in compagnia… del drago!...



 

La Resa Dei Conti


*
Carte in Tavola
*
22° Capitolo 


 

-Dopo la pioggia di ieri, non mi aspettavo un pomeriggio così mite e soleggiato! Vogliamo accomodarci ad uno dei tavolini fuori… Che ne dice?-
Chiede Jordan sempre con il suo sorriso smagliante sulle labbra e Castle, ormai senza via d’uscita da quella situazione, annuisce sforzandosi di sorridere di rimando.
-Cosa prende Richard? Posso chiamarla Richard?-
Anche in questo caso Castle annuisce solamente. Non riesce a tirare fuori la voce, mentre invece il suo cervello continua a lavorare frenetico.
Grazie Stan…  mi mancava prendere un caffè con il governatore della città di New York… Chissà che faccia faresti sapendo che lui è ‘Il Drago’…
No… meglio… Chissà che faccia faresti sapendo che sto per prendere un caffè con ‘Mio Padre’…
Ecco che un altro candelotto di dinamite esplode dentro le sue viscere, ma stavolta sta devastando un’area maggiore intorno al fegato. Non riesce a pensare  che  sia una coincidenza il fatto che l’uomo che ha davanti, si sia trovato all’entrata del tribunale, proprio mentre lui e Stan stavano arrivando.
Ok Rick, devi mantenerti calmo e distaccato. Fingi di non capire il perché di questa conversazione, almeno fino a quando non capisci cosa realmente sa il governatore e cosa invece vuole sapere. Il fatto che siete seduti uno di fronte all’altro, significa solo che il drago vuole sapere qualcosa da te, o peggio ancora, vuole qualcosa da te. Attento Rick! Lo stai fissando storcendoti le dita! Questo non va per niente bene, devi restare calmo, non devi mostrarti nervoso. Non hai nessun motivo di essere nervoso, almeno questo deve pensare lui. Guardalo con quale freddezza ti osserva in silenzio da un paio di minuti, mentre tu che fai? Parli con te stesso e non ti accorgi che la sua tranquillità non fa altro che aumentare la tua agitazione!
-Tutto bene Richard? Mi sembra agitato!-
Chiede il governatore sollevando un sopracciglio.
-No signor Jordan… è solo che non mi aspettavo che avrei avuto l’onore di parlare con il governatore in persona e soprattutto che lei fosse un mio fan!-
-Invece è così, nei piccoli ritagli di tempo libero, sono riuscito a leggere tutti i suoi libri! Allora Richard, cosa le offro?-
-Un caffè andrà benissimo, grazie!-
Magari con una boccettina di ansiolitici dentro, vista la situazione!
Il governatore Jordan ordina due caffè e poi incrocia le mani sul tavolino, sporgendosi di poco, per avvicinarsi di più al suo ospite.
-Dopo tutti questi anni, non sono ancora riuscito a capire perché ha ucciso Derrick Storm! Ma devo ammettere che la saga di Nikki Heat è di gran lunga superiore. Non vedo l’ora che esca il suo nuovo capolavoro. Ho visto la campagna pubblicitaria. Il titolo è Heat Rises, se non sbaglio.-
Quest’uomo legge davvero i miei libri, o ha fatto un riassunto globale per potere attaccare discorso con me senza dare nell’occhio?
-Non sbaglia!-
Risponde Castle, fingendosi compiaciuto, mentre la cameriera porta i caffè.
-Chissà se la vicenda della sua musa ispiratrice aiuterà le vendite o le farà calare ancora prima di cominciare!-
Anche stavolta Castle non risponde, corruga la fronte fingendo di non afferrare l’allusione, ma sa che tra un po’ il drago lancerà un getto di fuoco che lo incenerirà al primo colpo.
-Voglio dire, la donna a cui lei si è ispirato in tutti questi anni, al momento si trova un pochino nei guai! Accusata addirittura di omicidio! Avrebbe mai pensato di trovarsi in una situazione così… sgradevole?-
Non bastava la dinamite nel mio stomaco, il mio io interiore mi sta sussurrando che sta per esplodermi una bomba in faccia.
-La situazione è certamente sgradevole, ma non per me, è sgradevole per Kate, visto che non è colpevole. Il detective Beckett non ha ucciso nessuno.-
-Allora perché è scappata? Una persona innocente non fa una stupidaggine del genere! Specie se è un poliziotto.-
Castle osserva il suo interlocutore. Mentre pronuncia la domanda i suoi occhi si sono chiusi fino a diventare due fessure, come a volere scrutare dentro il suo cervello.
-Perché è stata incastrata dall’assassino di sua madre. Hanno tentato di ucciderla e non essendoci riusciti, l’hanno incastrata per toglierla di mezzo comunque.-
Risponde con un tono di voce più tagliente di quello che avrebbe realmente voluto, il governatore sorride annuendo, lasciando cadere la discussione nel nulla e cambiando improvvisamente discorso.
-Lei somiglia molto a sua madre, sa?-
La bomba… lo sapevo! Ecco che innesca il detonatore.
Perché sta facendo un’affermazione del genere? Solo per chiacchierare o per provocare? Non può sapere la verità! Non è una novità che siamo spiati dall’inizio, può essere al corrente solo di Kate… no… un momento… i documenti! Montgomery li ha nascosti per anni e lui deve sapere della loro esistenza, ecco perché mi ha cercato… solo questo può spiegare la sua presenza qui davanti a me, ma di certo non può sapere che siamo… oddio… non riesco nemmeno a pensarlo, figuriamoci a dirlo! Padre e figlio, noi due siamo padre e figlio! No, lui non può saperlo, allora perché nominare mia madre!
-Come fa a dirlo? Conosce mia madre?-
Risponde con un filo di voce. Jordan mette un po’ di zucchero nel suo caffè, mescola lentamente la bevanda con il cucchiaino, senza togliere gli occhi dal viso di Castle, che cercando di mantenere un contegno, sta facendo la stessa cosa.
-Si l’ho conosciuta quando non era ancora famosa. Il suo cognome è Castle adesso, ma non è un segreto per nessuno che lei è figlio della grande Martha Rodgers. Una famiglia di artisti! Com’è strana la vita… Ero anche un suo fan, donna splendida e attrice sublime. Le ha mai detto di essere stata amica dell’attuale governatore?-
Comincia il conto alla rovescia…
Castle deglutisce, sente il terreno mancargli sotto i piedi e per un attimo una vertigine gli impedisce di sentire cosa dice l’uomo davanti a lui.
Tu sei mio padre!
E sei un criminale… 
Non uno qualunque, sei il criminale che ha ucciso la madre della donna che amo… 
Sei un assassino e… 
Sei mio padre!
La vertigine svanisce e lui riesce a rispondere cercando di controllare il tono di voce, mentre i suoi pensieri si rincorrono ripetendo la stessa cantilena.
-No, non sapevo che mia madre avesse conoscenze così importanti.-
-Oh, è stato un secolo fa, eravamo due ragazzini, eravamo ancora entrambi sconosciuti al mondo. Forse non si ricorda nemmeno di aver conosciuto il giovane Victor Jordan.-
Si ricorda invece… eccome se si ricorda!
Castle sorride, o almeno cerca di farlo,  prende la tazzina e l’avvicina alle labbra.
Jordan posa il cucchiaino sul piattino, ma invece di bere il caffè, allontana la tazzina lateralmente e poggia di nuovo le mani incrociate sul tavolino. Si sporge ancora verso Castle, che ora sta bevendo e…
Il timer si è azzerato…
-So con certezza assoluta che Katherine Beckett è nascosta a casa sua!-
Esplosione avvenuta, vittima dilaniata! 
Castle tossisce perché il caffè improvvisamente ha deciso di andare giù di traverso e non per la normale via retta, si asciuga le labbra con il tovagliolo, più per prendere tempo che per altro e sgrana gli occhi puntandoli sul viso di Jordan.
-Non… non riesco a capire cosa voglia dire?-
-Lo capisce benissimo invece. Richard arrivati a questo punto, è del tutto inutile perdere tempo in fastidiosi convenevoli. So per certo che la fuggitiva si nasconde da lei. Non solo. So per certo che ormai sapete chi sono realmente, per questo è rimasto meravigliato quando sono apparso davanti al tribunale, non si aspettava di vedermi scendere in campo, ma sono stato costretto, perché se voi adesso sapete chi sono, vuol dire che siete in possesso di qualcosa che mi appartiene.-
Si sporge ancora verso di lui, tanto da essere ad una decina di centimetri dal suo naso
-Documenti importanti e compromettenti, per esempio!-
Castle non riesce a respirare. Negare sarebbe inutile, se non fosse sicuro di sé, il governatore non avrebbe mai rischiato grosso in prima persona. Jordan lo osserva, come il lupo osserva l’agnello prima di aggredirlo per scannarlo.
-Mettiamola così Richard. Lei e Katherine avete qualcosa che mi appartiene e che, ovviamente, rivoglio indietro, ma…-
Lascia a metà la frase e, sorridendo amabilmente, si allontana di poco dal viso del suo interlocutore, lo fissa per un paio di secondi e poi continua calmo.
-Ma… io ho qualcosa che appartiene a voi e che, sicuramente, rivolete indietro.-
Hai qualcosa che appartiene a noi?! 
Il cuore gli si ferma per un attimo.
Cosa puoi avere in mano per ricattarci? Perché è questo che stai per fare. Un ricatto!
-Di che documenti parla, davvero non capisco!-
-I documenti che per anni hanno tenuto Katherine, Roy e la sua famiglia al sicuro dal drago… i documenti che il caro Montgomery, una volta deciso di immolarsi per la sua pupilla, ha lasciato al distretto, dentro uno degli armadietti dello spogliatoio, indirizzando il plico a lei.-
Sai anche dell’armadietto al distretto!
Castle deglutisce vistosamente e il governatore si ritrae, si mette a sedere comodamente, accavallando le gambe e beve il caffè tutto in un sorso, osservando il suo ospite soddisfatto.
Anche Castle lo sta osservando. Il governatore Victor Jordan appare sicuro di sé, con uno sguardo accattivante, un viso simpatico, un sorriso rassicurante. Se non sapesse chi si nasconde dietro quella facciata, anche lui ne resterebbe affascinato. Si sente percorrere da un brivido, perché chi lo conosce, dice di lui la stessa cosa: che riesce ad affascinare chiunque. Rabbrividisce al pensiero che possa avere qualcosa di somigliante con quell’uomo. Improvvisamente sente di dovere scendere nella parte. Capisce che se lui è arrivato al punto di uscire allo scoperto, non è poi così sicuro di sé, ma ha paura.
Certo che hai paura, quei documenti manderebbero in rovina mezza città!
Si sistema la giacca e incrocia le mani sul tavolino sporgendosi verso il governatore, come ha fatto lui poco prima.
-D’accordo! Visto che stiamo mettendo le carte in tavola, cosa sarebbe questo qualcosa che ci appartiene?-
Chiede Castle e Jordan sorride sornione, mentre prende il cellulare, compone un numero e aspetta.
-Lucas! Vuoi cortesemente passarmi il nostro illustre ospite?-
Porge il telefono a Castle e guarda verso la sua auto, facendogli capire che Lucas e l’illustre ospite si trovano lì a due passi da loro, ma non può vederli per via dei vetri oscurati.
-Pronto!-
Mentre lo dice, il suo cervello cerca freneticamente di capire chi risponderà.
-Rick!-
La voce all’altro capo del telefono gli gela il sangue nelle vene. Chiude gli occhi e deglutisce ancora.
-Jim! Sta bene?-
-Si Rick, io sto bene, ma Katie!? Rick, qualunque cosa vogliano da lei…-
Non riesce a finire la frase, perché qualcuno interrompe la comunicazione. Jordan si riprende il telefono.
-Come ha fatto? La polizia lo teneva d’occhio!-
Chiede Castle con le mascelle serrate, mentre Jordan risponde con un tono melenso.
-Già! Chissà come ho fatto? O sono degli incompetenti, o quando i miei collaboratori lo hanno prelevato da casa, gli agenti stavano guardando da un’altra parte!-
Non potete fidarvi di nessuno!
Il dottor Jensen ha ragione. Chissà quanti, tra le forze dell’ordine, lavorano per lui soltanto e non per la città!
-Il patto prevede questo. Continua tranquillo il governatore, mettendosi il telefono in tasca. Voi mi consegnate i documenti e io vi consegno Jim Beckett integro, sano e salvo; conosco ogni singola pagina, perciò vedete di non fare mancare niente. Dopo di che io mi dimentico della vostra esistenza e voi vi dimenticate della mia. Vede Richard, senza quei documenti non potete nulla contro di me, perciò potrei non avere nessun motivo di uccidervi tutti e scatenare un polverone. E anche se ormai conoscete la mia identità, sono sicuro che Katherine lascerebbe perdere le indagini, soprattutto per tenere al sicuro il suo scrittore preferito, proprio come ha fatto Roy Montgomery in tutti questi anni con lei.-
Jordan continua a mostrare un’espressione gioviale, chiunque li sta osservando da lontano, può pensare solo che quei due uomini seduti al sole a sorseggiare un buon caffè, stanno chiacchierando amabilmente del più e del meno.
-Richard se doveste ricominciare ad indagare per arrivare comunque a quei conti e alle informazioni riportate sul libro nero, lei e Katherine ricordate sempre che io  so dove abita, che in casa con lei non c’è solo la mia amica Martha, ma anche una ragazzina adolescente che mi dicono sia molto, molto carina.-
Castle serra ancora le mascelle e i suoi occhi diventano freddi.
-E’ strano come l’espressione del viso di un uomo possa cambiare improvvisamente, quando qualcuno minaccia l’incolumità dei suoi figli. Vorrebbe strozzarmi in questo momento, non è vero Richard?-
-Come l’espressione di terrore sul viso di una brava persona come il dottor Jensen?-
Castle non riesce a trattenersi dal rispondere, la rabbia si sta diffondendo in ogni cellula del suo corpo.
-Già! Il dottor Jensen… Il suo amico Corbin non ha capito bene il messaggio che gli è arrivato assieme ai pugni, ma non otterrà niente comunque dal giudice Hemerson, non senza una deposizione di Jensen… e Jensen ama troppo i suoi bambini... e lei Richard? Lei quanto ama sua figlia?-
Sorride soddisfatto, abbassando gli occhi grigi e freddi sulle mani di Castle, ora strette a pugno sul tavolino; occhi che mostrano il suo godimento nel constatare come un uomo possa essere ridotto a niente con una misera minaccia contro i propri figli.
-Ringrazio il cielo di avermi illuminato e di non aver permesso che potessi avere una famiglia; senza legami di sangue si ragiona con maggiore lucidità, si è incolumi da ogni tipo di sentimento.-
Incolume! Tu sei incolume dall’amore per un figlio!
Qualcosa nel suo stomaco è esploso per l’ennesima volta e adesso ha davvero distrutto tutto quello che c’era da distruggere. Adesso non è rimasto niente, solo dolore, fitte ed incapacità di riprendere a respirare in maniera normale.
-Sono le 4 del pomeriggio Richard. Andare a casa, parlarne con Katherine, prendere i documenti e venire a portarmeli. Quanto tempo vi serve? Facciamo così, io sono una persona molto ragionevole, capisco che ci vorrà un po’di tempo per riorganizzare le idee. Vediamo… questa sera verso le nove può andare bene? Li consegnerà al mio amico Lucas, al parco vicino al laghetto dove una volta c’erano quei meravigliosi cigni… un posto per così dire… romantico!-
-Niente affatto signor governatore.-
Castle si è improvvisamente ridestato dall’incendio dentro alle sue viscere, si sporge ancora di più verso il viso di Jordan e con molta calma prende in mano le redini del gioco.
-Io le porterò i documenti, ma non al parco e non al suo amico Lucas. La consegna avverrà a modo mio, dove dico io e con lei presente.-
-Forse non mi sono spiegato…-
Inizia Jordan, ma Castle lo interrompe bruscamente, sventolando la mano davanti a lui.
-No, no. Si è spiegato e anche benissimo! E ora cerco di spiegarmi pure io. Crede davvero che consegnerei quei documenti al suo tirapiedi, in una zona solitaria del parco, di sera, al buio per finire nel laghetto con la gola tagliata? Non sono stupido e nemmeno disperato fino a questo punto.-
-Sta scherzando non è vero?-
-Mai stato tanto serio! Lei è disperato quanto me signor governatore, quei documenti possono distruggere lei, ma possono disturbare anche gente molto pericolosa, più pericolosa della prigione. Lei vuole quei documenti più di ogni altra cosa al mondo, proprio come io voglio che Jim Beckett torni a casa con me e che lasci in pace Kate una volta per sempre.-
-Lei sta scherzando con il fuoco Richard!-
-Anche lei signor governatore! Per questo faremo a modo mio. Lei sarà così gentile da invitarmi nella sua residenza. Le consegnerò i documenti e lei mi lascerà andare via con il signor Beckett, dopo di che noi ci dimenticheremo della sua esistenza e lei si dimenticherà della nostra.-
-Crede davvero, se la mia intenzione fosse uccidervi, di avere più possibilità venendo a casa mia?-
-Sarebbe difficile spiegare un cadavere nella residenza del governatore, specie il cadavere di uno scrittore famoso. E ancora più scomodo sarebbe spiegare due cadaveri, lo scrittore e il padre di un poliziotto assassino e fuggitivo. Come lo giustificherebbe?-
Il governatore lo sta osservando serio. Castle spera di notare un suo cedimento, un momento in cui la sua sicurezza sembri vacillare, ma lui non demorde.
-Lei crede di stare vivendo dentro uno dei suoi romanzi? Stia attento Richard, perché il finale qui lo scrivo io, come ho sempre fatto.-
-Mi spiace per lei, ma stavolta sarà un finale che scriverà con qualche correzione da parte del suo scrittore preferito!-
Risponde Castle sicuro di sé. I tratti di Jordan, fino a quel momento corrucciati, si distendono nuovamente mostrando un sorriso beffardo.
-Lei mi piace Richard! Sono curioso di conoscere la sua trama… A casa mia questa sera alle 9.00, ma si ricordi di portare anche Katherine, non vedo l’ora di trovarmi faccia a faccia con la mia eroina!-
Si alza dal tavolo e si abbottona la giacca, mentre lo squadra dall’alto.
-Alle nove Richard. Ogni minuto di ritardo, provocherà la perdita di un alito di vita per Jim Beckett… lo farò a pezzi con le mie mani e ve lo farò recapitare direttamente a casa.-
-Oh… Non ne dubito signor governatore!-
Risponde Castle fissandolo negli occhi.
-E’ stato un piacere Richard!-
Jordan si avvia all’auto, apre lo sportello quanto basta perché lui, rimasto al suo posto, possa vedere all’interno Jim Beckett seduto tra due uomini. Il governatore fa un cenno di saluto con la mano e sale in macchina, che lentamente diventa un puntino nero e lucido che scompare ai suoi occhi.



Continua...




Angolo di Rebecca:

Il governatore non perde un colpo, Rick invece ha perso dieci anni di vita
(vorrei dire che ha anche perso qualche chilo, ma... purtroppo non ho questi poteri!)
però poi alla fine si è un pò ripreso, ha tenuto testa a Jordan...
anche se comunque la situazione non è splendida!
Alla fine: papà drago - Riccardone figlio  1 - 1 

  
Leggi le 21 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: 1rebeccam