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Autore: soxy88    29/12/2006    0 recensioni
Kate era rimasta affascinata da Rukawa che desiderava conoscere: le sarebbe piaciuto scontrarsi con lui... Ma era fiduciosa perché sapeva che il suo desiderio si sarebbe realizzato presto: osservando la sua divisa, infatti, aveva capito che era un giocatore dello Shohoku, e che quindi l’indomani si sarebbero rivisti…
Genere: Romantico, Malinconico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Kaede Rukawa, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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IL PRIMO INCONTRO

IL PRIMO INCONTRO

Il giorno seguente, Kate uscì di casa presto per non ritardare proprio il primo giorno nella sua nuova scuola; non conosceva nessuno e sapeva che si sarebbe sentita a disagio.

L’essersi trasferita dall’America era già stato abbastanza traumatico; se a questo si fosse aggiunto anche il malessere all’interno del nuovo ambiente scolastico, non avrebbe resistito.

 

Le mancava già la vecchia città, anche se si era trasferita solo da una settimana; le mancava specialmente la sua ex-squadra. Con le compagne ne aveva passate: i duri allenamenti, i rimproveri del severo mister, le partite di campionato… tutti bellissimi ricordi! Com’era felice, in quel periodo…

 

Mentre avanzava sul marciapiede in quella calda mattinata d’inizio settembre, ripensò a quel brutto giorno, a tutto quello che aveva dovuto passare… Si sentì mancare. Si fermò improvvisamente, facendo cadere la cartella che, aprendosi, riversò sui ciottoli del marciapiede tutti i libri.

 

Rukawa, sulla sua fedele bicicletta, avanzava lento in direzione dell’istituto. Era molto stanco: la sera prima non aveva dormito… Dopo quell’allenamento, si sentiva talmente spossato da rimanere sveglio tutta la notte. All’interno della sua stanza, nel buio più totale, aveva ripensato per molto a quella ragazza e alla sua bravura; non la conosceva neanche, e già non la sopportava: la sua superiorità lo rendeva nervoso…

Perso nei suoi pensieri, non si accorse di quella ragazza bionda che camminava davanti a lui; non si accorse che si era fermata improvvisamente, e, quindi, le finì addosso, bici compresa.

 

Quando lui si riprese, alzando leggermente il capo, notò che era disteso sopra alla ragazza che aveva appena investito. Si mise in piedi velocemente, ma la sfortunata non aveva fatto altrettanto…

Lei era a terra, immobile sui ciottoli caldi, a pancia in giù; i lunghi capelli, che teneva sciolti, si erano distribuiti sulla schiena, ricoprendo buona parte della divisa scolastica nuova; il viso era completamente ricoperto dalla bionda chioma, ed una guancia era a contatto con il marciapiede.

Rukawa la continuava a fissare: non capiva perché non si rialzasse, in fondo il colpo non era stato così forte… La bicicletta era caduta a lato; aveva la ruota davanti un po’ piegata, ma lui era convinto di non averle fatto poi così male…

 

Dopo poco s’inginocchiò per fare qualcosa, ma non ce ne fu bisogno, perché la ragazza si era arrangiata da sola.

“Ah… Che mal di testa… Cos’è successo?...” si chiese, mentre si massaggiava il capo, un po’ scombussolata.

Rukawa, non appena la vide, la riconobbe: era la ragazza che aveva visto in palestra! Diventato subito scontroso, l’aveva aiutata a rialzarsi, porgendole la mano con aria di sufficienza.

Lei, subito, si rallegrò di quel gesto, ma presto cambiò idea…

“Ehi tu… Sta più attenta la prossima volta, sono stato abbastanza chiaro?!” disse lui, risalendo sulla bici sgangherata e ripartendo.

Lei lo guardò allontanarsi, lasciandola lì da sola, con aria stupita.

-Ma pensa un po’… Uno ti investe e poi ti lascia da sola come un cane… Sono molto strane le persone in questo paese…- pensò Kate.

Subito dopo abbassò lo sguardo, notando che i suoi libri erano a terra, sparpagliati sul marciapiede.

“Ehi tu, maleducato! Potevi almeno aiutarmi a raccoglierli! Incivile!...” urlò in direzione di Rukawa, ormai lontano “… Me la pagherai!” ed alzò il braccio in segno di sfida. Poi s’inginocchiò, arrangiandosi con i libri; con gli occhi infuocati dalla rabbia, pensò –Non finisce qui, teppista senza nome… La mia vendetta sarà crudele, razza di maleducato! Non sai con chi hai osato metterti contro!-

Quando ebbe finito, riprese il cammino verso la scuola.

 

“Ehi là, Rukauccio, cos’è successo alla tua biciclettina?” chiese Hanamichi non appena lo vide arrivare, facendo una faccia provocatoria.

“Non mi scocciare, Pel di carota” rispose per le righe Rukawa.

Il loro rapporto non era molto cambiato dall’anno precedente: Kaede considerava ancora Hanamichi un esaltato, ed Aruko era ancora innamorata di Rukawa. Ogni pretesto era buono per punzecchiarsi: non si sopportavano e non intendevano cambiare idea.

 

“Pel di carota a chi?!” urlò Hanamichi, stringendo i pugni.

“A te, inutile perditempo” e gli passo la mano tra i capelli rossi, ormai ricresciuti, dopo aver appoggiato la bici scassata.

“Come ti permetti, schiappa del basket!” allontanandosi dalla sua mano provocatoria.

“Chi sarebbe la schiappa tra noi due?!”

“Io sono il genio del basket! Non posso certo essere io la schiappa tra noi…!” ed aveva gonfiato il petto in segno di forza, ridendo a squarciagola.

“Mi stai annoiando. Ho di meglio da fare che ascoltare uno come te” ed, ignorandolo, si diresse verso l’entrata della scuola.

Hanamichi, ritornato serio ed accecato dall’ira, gli prese la spalla, strattonandolo.

“Ehi, ehi… Dove credi di andare? Cosa ne dici di chiudere i conti subito…”

Rukawa si voltò di scatto, fulminandolo con gli occhi; subito dopo fece un sorrisetto spavaldo “Penso che tu abbia ragione”

 

Entrambi si prepararono allo scontro, ed attorno a loro si formò una numerosa folla curiosa. Mentre il primo colpo stava per essere assestato, una voce femminile li fermò.

“Hanamichi! Non farlo!” urlò Aruko, spuntando dalla folla.

“Aruchina cara, anche tu qui… Non starai mica pensando che sarei stato capace di compiere una simile azione, vero?” disse subito Hanamichi, cercando di nascondere le sue vere intenzioni.

Non appena udite quelle parole, Aruko si tranquillizzò

“Oh… Hanamichi… Sapevo che eri un bravo ragazzo” e lo prese per mano, accompagnandolo fino all’entrata.

L’imbarazzato ragazzo la seguì come un cagnolino, pensando –Aruchina cara, come sei dolce... Ora non mi laverò più questa mano che sta stringendo la tua così delicata-

 

Rukawa, rimasto fermo in mezzo al cortile scolastico mentre la folla si allontanava poco alla volta, era scocciato: come al solito Pel di carota si faceva abbindolare da Aruko e rimandava la loro sfida.

Poi una voce amica lo distrasse

“Ciao Rukawa, ho visto il quasi scontro con Hanamichi… Come al solito ha rimandato, ma forse è meglio così: se no chi vi tiene più agli allenamenti” e sorrise, dandogli una pacca sulla spalla; poi si allontanò richiamato dal suono di un clacson.

“Ciao, Aiakuccia!” urlò Miyagi, correndo verso la macchina dell’amata.

“Ciao cucciolo, ti vengo a prendere stasera dopo gli allenamenti, ok? Ora però devo andare via, e in fretta anche, devo correre all’università. Ciao e allenati bene” poi, dopo avergli dato un bacio, chiuse il finestrino della sua macchina rossa e partì.

L’innamorato, dopo aver visto la vettura sparire in lontananza, ritornò dall’amico Rukawa. Quest’ultimo, rimasto lì ad osservare con un po’ di disappunto, lo seguì ed insieme entrarono per affrontare un’altra giornata di scuola.

 

Kate, arrivata a scuola dopo l’inizio delle lezioni, si diresse subito nell’ufficio del direttore per scoprire quale fosse la sua nuova sezione; in una settimana non aveva fatto altro che cercare di abituarsi al nuovo ambiente: la ricerca dell’appartamento in cui avrebbe vissuto da sola, il successivo trasloco, l’ordine dei nuovi libri e della divisa scolastica… L’unica cosa che gli mancava, era la sezione in cui avrebbe passato i prossimi mesi.

Non appena gli fu comunicata, si diresse verso la nuova classe e relativi compagni; era un po’ agitata perché non sapeva come si sarebbe dovuta comportare per non rovinare subito la sua immagine.

 

Non appena entrato, Rukawa, si addormentò sul banco. La sua idea di scuola era quella di un gran dormitorio…

Certo al professore questo non faceva piacere, ma ormai ci aveva fatto il callo; quel giorno però, il paziente professore, non lo accettò perché non faceva certo apparire l’istituto serio, specialmente davanti a lei…

 

La prima cosa che pensò Kate quando entro, fu -Beh… la classe mi sembra abbastanza tranquilla…-, ma questo pensiero cambiò radicalmente nel giro di due secondi, quando, prima del suo discorso inaugurale, dal fondo della classe, arrivò un suono abbastanza fastidioso: il russare di un ragazzo.

-Cominciamo bene…- pensò.

Poi, osservando meglio, distinse chiaramente quel fisico slanciato, i capelli mori e lucidi… quello era chiaramente il ragazzo della palestra!

“Oh no! Sei tu?!!! Non è possibile, non poteva andare peggio: proprio con te dovevo essere in classe?!” urlò Kate, stupendo tutti i presenti, tranne il diretto interessato che se la dormiva beatamente.

Kate, non ancora scoraggiata, si diresse con decisione verso il banco di lui, decisa a svegliarlo e a dirgliene quattro per quello che era successo per strada poco prima. Lo prese per il colletto della camicia bianca della divisa maschile della scuola, e gli alzò la testa dal banco, scuotendolo successivamente. Il povero Rukawa aprì a fatica un occhio per scoprire cosa stesse succedendo, ma lo richiuse subito dopo, aizzando la ragazza.

Intervenne il professore che, schiarendosi la voce, attirò l’attenzione di Kate; quest’ultima si accorse di quello che aveva fatto e della brutta figura. Se prima era preoccupata per l’impressione che avrebbe dato ai suoi compagni, ora era disperata! Per colpa della sua impulsività e del solito Rukawa, la sua immagine era rovinata!

“Ecco… Mi scusi, signorina Brandon… ehm ehm… potrebbe spiegarmi il suo… ecco… comportamento strambo, se così si può chiamare?” e si schiarì di nuovo la voce, in attesa di una risposta, mettendosi a posto gli occhiali con l’indice.

La ragazza, diventata rossa per la vergogna, fece un sorriso imbarazzato, guardandosi intorno per studiare gli sguardi dei compagni, cercando una possibile spiegazione, distratta dalle risatine che la circondavano.

“Ecco… dunque… io…”

“Cara signorina Brandon, le spiegazioni me le darà alla fine della lezione, perché aspetterà fuori dalla porta, e con lei aspetterà anche il qui presente Rukawa”

La ragazza e il ragazzo, che intanto si era svegliato anche se non del tutto, uscirono dalla classe senza parlarsi.

 

Kate era furibonda. Appoggiata al muro del corridoio, continuava a girare la testa in direzione di quel teppista che era in piedi accanto a lei; ogni volta era pronta a dirgliene di tutti i colori, poi, gonfiando le guance d’aria e soffiando rumorosamente, si rigirava pensando che forse era meglio non aggravare la situazione: si conosceva e sapeva che se avesse cominciato non si sarebbe più fermata.

Più passava il tempo, più s’irritava; non riusciva più a stargli vicino: quel ragazzo non lo sopportava, anche se ancora non lo conosceva. Di solito non giudicava le persone dalle prime apparenze, ma con lui era diverso: aveva una sensazione fastidiosa quando pensava a lui…

 

Finalmente si decise a dirgli qualcosa, ma non potè farlo…

Quando Kate voltò lo sguardo, lo vide seduto a terra addormentato.

-Sei proprio un maleducato!- pensò un po’ adirata.

Poi lo osservò meglio: era così tranquillo… Il suo respiro era lento e ritmato e il viso era rilassato; la testa era appoggiata sulle braccia conserte che teneva sulle ginocchia; sembrava così diverso…

Kate s’inginocchiò accanto a lui e, mettendo il peso del corpo sul braccio destro, gli spostò una ciocca di capelli che gli aveva coperto l’occhio destro, con la mano sinistra. Ora poteva vedere il suo viso interamente… Aveva le sopracciglia lunghe e sottili ed un taglio d’occhi particolare; il naso aquilino tagliava a metà il volto dai lineamenti decisi; la bocca era sottile e proporzionata… Kate si accorse che era un ragazzo davvero bello; peccato che avesse un carattere insostenibile…

-Però… Non è male…- pensò, sorridendo. Subito dopo, accortasi del suo pensiero, si fece in dietro, sedendosi sul pavimento della scuola, e portandosi una mano alla bocca, sgranando gli occhi.

-Ma a cosa vado a pensare! Lui è un mio nemico, mi ha trattato malissimo stamattina!-

Successivamente, della bocca di Rukawa uscirono delle parole:

“Ti batterò… ti batterò presto… vedrai…”

Kate non ne capì il senso, ma le fece tenerezza.

-Anche durante il sonno pensa al basket, deve piacergli molto…- e sorrise.

Poi si rimise in piedi e, con il volto sereno, affrontò la punizione con un umore diverso: quel ragazzo era riuscito a ridargli il buon umore nonostante tutto…

 

 

  

 

 

 

    

 

 

  
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