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Autore: Fiery    29/12/2006    6 recensioni
”E gia iniziavo a sgomitare, A piangere ed urlare Perchè volevo a tutti i costi farmi notare“
E’ vero. Ero allegra. Ma gli eventi portati dalla guerra mi costringevano a piangere ed urlare.
Buona lettura! Recensite in tanti ^^
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi consiglio di leggere questa one-shot ascoltando “La scuola della vita” di Simone, perché è la canzone usata per questa shot ed è totalmente ispirata a questa canzone

Vi consiglio di leggere questa one-shot ascoltando “La scuola della vita” di Simone, perché è la canzone usata per questa shot ed è totalmente ispirata a questa canzone.

 

La scuola della vita

 

Appoggiata alla finestra del mio appartamento a Diagon Alley guardo la neve che scende. Mi stringo meglio nel mio maglione nero a collo alto che fa risaltare i capelli ricci e rossi come il fuoco che arrivano a poco sotto le spalle e metto le mani nelle tasche dei miei jeans schiariti. I miei occhi azzurri scrutano i delicati fiocchi di neve che toccando terra si uniscono a quelli già caduti. Appoggiata a questo sottile vetro penso alla mia vita. Ai tempi di Howgarts, quando ero solo una ragazzina.

 

“La differenza si,
L’ho subito imparata,
Era già scritta li
Sulla lavagna “

 

Mi ricordo tutto di quei tempi, quei tempi fantastici. Quei tempi che mi hanno lasciato circa cinque anni fa. Ho 22 anni e voglio tornare ai miei 16-17 anni. Gli anni più belli.


”Il mio banco eccolo li
Quello in fondo a destra
Dove ci sono gli incompresi
E non piaci alla maestra“

 

Ricordo le lezioni di Piton, di cui sparlavo tanto ma che poi ho capito che erano le ore che più mi caratterizzavano. Nel banco in fondo a destra dell’aula sotterranea stavo io e chi odiava quel professore che godeva nel togliere punti ai Grifondoro. Era il posto più bello perché, da quel banco, potevamo parlare di tutto quello che ci passava per la testa anche se molte volte ciò comportava le urla di Piton che dicevano di uscire dalla classe.


”Avevo tanti amici si…ma solo quelli strani
Sempre in panchina alla partita
Ma primi nei bar a far la vita“

 

Uscivo dalla classe, seguita dalle mie amiche. Ci appoggiavamo al muro o ci sedavamo per terra, ci guardavamo negli occhi e scoppiavamo a ridere. Eravamo un gruppo bizzarro, quattro ragazze di quattro differenti case.

Io, Ginevra, grifondoro sempre allegra, Janet, corvonero che dava tutto per vivere la propria vita, Margaret, tassorosso intelligente e furba e infine Katlin, serpeverde con la capacità di dare consigli. Eravamo il gruppo più unito di tutta Howgarts. In panchina durante le partite di quidditch, anche se io avrei preferito parteciparvi dal vivo, ma le prime e uniche a sapere come entrare nelle cucine di Howgarts, dove facevamo la vita ogni notte.


E gia iniziavo a sgomitare,
A piangere ed urlare
Perchè volevo a tutti i costi farmi notare“

 

E’ vero. Ero allegra. Ma gli eventi portati dalla guerra mi costringevano a piangere ed urlare. Molte volte solo per far capire che c’ero anch’io, che anch’io ero capace di lottare. Volevo farmi notare, le uniche che riuscivano a vedermi erano le mie amiche.


”Sembrava fatto un po’ di niente tutto il mio futuro
Tutto inutile il presente tutto insicuro
Ma c’e’ una scuola più importante
Che non puoi bigiare
E’ la scuola della vita
Anche tu la devi frequentare…“

 

Il mio futuro ormai è il mio presente. Sembrava che non ne avrei avuto uno, sembrava che fossi destinata a vivere il presente da ragazzina che avevo. Poi sono cresciuta. Per dirla con una metafora: ho saltato molte volte le lezioni di Howgarts ma quelle della mia vita mai. Esatto, ed è così per tutti, ne sono certa. Io la chiamo “La scuola della vita”, quella scuola che non puoi saltare, quella scuola che frequenti ogni giorno, senza contare gli anni che passano. Quella scuola che mi ha fatto andare avanti quando è morta Janet, sotto le mani di un mangiamorte.


”E non c’e’ scuola nella vita
Che ti insegna a stare al mondo
Ma c’e’ la scuola della vita
Che ti segna nel profondo
A cercarti la tua strada
A non voltarti comunque vada

Segui sempre quello che hai dentro
Ti aiuterà quando avrai tutti contro“

 

La scuola della vita mi ha segnato dentro, perché molte cose che ho imparato le devo a lei. Gli insegnanti erano proprio chi mi stava attorno. Chi mi voleva bene, perché senza rendersene conto, mi hanno aiutato a crearmi il presente in cui vivo adesso. Mi hanno insegnato che devo sempre seguire il mio cuore. Devo sempre fare quello che sento dentro di me, solo così potrò andare avanti. Infatti ho sconfitto tutti coloro che mi criticavano e ho lottato contro la mia famiglia quando ho voluto entrare nella guerra. Infatti ho vinto. Ho combattuto per Janet. Io ho combattuto per la sua voglia di vivere la vita come ci è stata data. Per la sua grinta, per l’amicizia che sapeva offrire a me, a Margaret e Katlin.

 

“I primi accordi alla chitarra
Le foto delle star sul diario,
Le prime rime sono arrivate
Cosi passavo le mie giornate”

 

Ma ancora prima avevo capito cosa mi aspettavo dalla vita. Avevo incominciato a tenere un diario, un diario segreto, dove attaccavo ogni foto o qualcosa che mi ricordasse la giornata appena passata e ben presto mi sono ritrovata a scrivere canzoni sulla mia vita. Passavo così le mie giornate. Scrivendo canzoni.


”Le mie compagne erano pazze
Delle mie pazzie
Perchè capivano e sentivano
Che erano solo mie”

Questa mia pazzia divertiva le mie tre amiche, quando ancora Janet era viva. Ma anche molte azioni che facevo. La battaglia di cuscini o a palle di neve. Le mie rime campate in aria durante la lezioni di Trasfigurazione. Le canzoni che cantavo per tirarle su mentre eravamo sedute sul prato di Howgarts. Le strade di Hogsmeade protagoniste dei miei balli. La mia voglia di osservare tutto il giorno la pioggia. Tante piccole pazzie che facevano capire a loro tre e anche a tutti gli altri che erano solo mie.


”Prendevo solo un treno al giorno
Quello dei miei sogni
E mi facevo i viaggi lunghi che poi ti vergogni
E crescendo che ho capito
Che la vita non e’ un gioco
Te la devi conquistare
Ogni minuto c’e’ da imparare”

 

Il treno di Howgarts non era l’unico che prendevo. Ne prendevo tanti diversi, ogni giorno. Ognuno per ogni mio sogno. Poi man mano sono diminuiti, proprio quando ogni sogno si stava realizzando. Cantare, combattere nella guerra per una giusta causa… Tante piccole cose che si sono avverate. La vita non è un gioco e questo l’ho capito. Ogni minuto che passava capivo che cosa mi dava la forza di andare avanti.

 

“E non c’e’ scuola nella vita
Che ti insegna a stare al mondo
Ma c’e’ la scuola della vita
Che segna nel profondo
A cercarti la tua strada
A non voltarti comunque vada
Segui sempre quello che hai dentro
Ti aiuterà quando avrai tutti contro”

 

Ed è così che ho superato le mille difficoltà che si sono presentate ad ogni tappa della mia vita.

Guardo ancora quei candidi fiocchi di neve, per poi spostarmi dalla finestra e dirigermi verso la sala. Seduto al grosso tavolo circolare c’è un ragazzo di un anno maggiore rispetto a me, dai capelli biondi e gli occhi grigi come il ghiaccio. E’ intento a scrivere una lettera a suo cugino Blaise Zabini, per raccontargli di quanto ci troviamo bene in questo piccolo appartamento.

Mi avvicino a lui e gli cingo il collo da dietro con le mie esili braccia. Gli do un bacio sulla guancia. Lui sorride e io canto gli ultimi versi della mia nuova canzone…

“La differenza si
L’ho subito imparata
E’ la scuola della vita
Che me l’ha insegnata.”

 

^^^^^^^^^^^^

Eccomi qui, questa volta con una song-fic. Non so quando pubblicherò altre shot o aggiornerò le mie storie perché domani tolgo l’adsl.

Questa shot la dedico a tutti voi!!! Vi auguro un 2007 fantastico, scandito dai rintocchi di momenti bellissimi!! Vi voglio tanto bene!

 

Recensite in tanti!!

 

AUGURI DI BUON ANNO NUOVO!!!!!!

 

Tantissimi kiss!!

 

By Titty90^^

  
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