11 GIUGNO 2012
Il tempo è quasi scaduto.
Gli esami sono alle porte, sento l'ansia crescere giorno dopo giorno eppure ostento ancora indifferenza.
Cioè sono cogliona a non mettermi a studiare a tipo nove giorni dalla prima prova? Si, lo sono. Inutile negarlo.
Ma veniamo a noi. Perchè sto scrivendo questa 'cosa'?
Non lo so neanche come mi è uscita. No, in realtà era da un pò che mi ronzava in testa questa idea.
Raccontarmi, scrivere qualcosa di VERO.
Voglio dire, anche io sono una di quelle che si legge le storie romantiche su questo sito che ormai sono tutte un pò scontate, anche se ce ne sono di bellissime, ma la maggior parte va così: una ragazza, un ragazzo, lei ingenua, lui stronzo, succede qualcosa, si innamorano, lieto fine.
E ogni volta che le leggo nonostante mi piacciano da morire, mi sale un nervoso tremendo.
La vita vera non è così. Io non incontro uno strafigo per strada che mi viene addosso e che poi mi invita a prendere un caffè, nella mia scuola non ci sono ragazzi impossibili che ti stalkerano o che sono famosi per le loro conquiste.
Che ammasso di sfigati. Più semplicemente forse sono io che non sono candidata a vivere una favola. Perchè?
Semplice, non sono una gran bel pezzo di ragazza. Mi piaccio, sono carina, ma non abbastanza da attirare l'attenzione di ragazzi abbastanza fighi. La conosciamo tutti la storia del "mi filano solo ragazzi che non mi piacciono", vero?
Ecco succede anche a me.
Ma comunque non dispero, ho un autostima di ferro ed è difficile che mi faccia abbattere per queste cose.
Ma torniamo alla domanda iniziale, perchè lo sto facendo. E' questo il motivo.
Sto scrivendo perchè mi va di farlo, e magari chi lo sa, tutto le mie esperienze potranno essere d'aiuto a qualcuno.
Sè, certo. La verità è che anche io ho una storia d'amore da raccontare, con un'unica differenza: è vera.
Nella mia storia non c'è niente di facile, di scontato e del lieto fine ancora non c'è neanche l'ombra.
Ma sono speranzosa.
Bisogna sempre sperare, e io lo faccio ancora. Anche adesso, anche dopo sei anni.
L'amore se ne frega del tempo, il mio poi è proprio un menefreghista del cazzo.
Non se ne frega niente se io sto male, lui continua imperterrito ad esistere e ad accrescersi con il ... nulla.
In fondo con il nulla è nato, e il nulla è sempre stato sufficente alla sua sopravvivenza.
Tutto ciò di cui si nutre è la speranza, i ricordi, e se stesso.
Si autocrea. L'autoctisi dell'amore.
Solo in questo preciso istante capisco il significato della parola "autoctisi", che la prof di filosofia tanto amava.
Vedete? Con questa storia ho già preso coscienza di qualcosa.
Magari riuscirò a capire altre cose man mano che le scrivo. Magari servirà solo e soprattutto a me scriverla.
A voi sta solo leggerla e, sarebbe fantastico se mi deste una mano a capire se ne vale la pena.
cagedbird