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Autore: blonde and clear_    12/06/2012    2 recensioni
Si appoggiò al muro e sorridendo riprese a parlare. –“Beh.. il mio lavoro qui è concluso. E’ stato fantastico ieri notte, e devo ammettere che nessuno riesce a riempirmi di piacere come fai tu. Peccato che.. sei solo la 69° nella mia lista, cara.”- spalancai gli occhi con il cuore che cominciò a battermi a mille. Finalmente, dopo una decina di secondi ebbi il coraggio di parlare. –“Non puoi essere così stronzo, Harry.”- Styles si avvicinò sfiorandomi il naso. –“Sorridi invece dolcezza, perché dovrai abituartici!”- lo allontanai bruscamente spingendolo per il petto. –“Mi fai schifo, e io ti odio!”- “Uuuuh, non così tanti complimenti in una volta sola!”- diventai coscienziosa e ripensai alle parole di Liam: ‘Lui, ecco.. ti sta illudendo, ma credimi si tratta tutto di una stupida.. ascoltami. Zayn, Louis, Niall e Harry hanno fatto una sc..’. Una sc.. cosa? Ma era ovvio, una scommessa! Come avevo fatto a non pensarci? Cazzo, quant’ero stata poco intelligente. –“Perché mi fai questo?”- Harry si scompigliò i capelli. –“Perché ti ho odiato a morte sin dal primo giorno in cui sei arrivata! Non hai esitato a sfidarmi! Sbaglio o ti avevo avvisato di non metterti contro di me? Harry Styles non dimentica le cose, tesoro! E questo è ancora poco. Ti meriti di più, e l’avrai una volta che torneremo a scuola!”- la dolcezza della notte precedente si tramutò in rabbia. –“Che sciocca che sono stata a fidarmi di te.”- Styles si avvicinò ancora una volta, prendendomi per i fianchi. –“Una sciocca molto carina.”- mi baciò impulsivamente, ma senza neanche riflettere posai uno schiaffo sulla sua guancia destra.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Vedrai tesoro, sarà stupendo!”- disse mia madre con un sorriso stampato sulle labbra alla vista della nuova casa.- “ Clare, ti farai nuovi amici in un lampo!” - aggiunse mio padre entusiasta della nuova vita che ci attendeva. All’udire quelle parole sussurrai a bassa voce - “Si come no, e poi il tempo contribuisce proprio a mettermi allegria.. ”- con tono ironico alla vista di quei nuvoloni nel cielo scuro. I miei si scambiarono un’occhiata furtiva poiché, molto probabilmente avevano sentito le mie parole che avevano un velo di pessimismo alle 11 di notte.   
Forse è il caso di presentarmi. Mi chiamo Clare, Clare Smith. Ho 16 anni e vengo da Liverpool. ‘Venivo’ forse è più appropriato, considerando che mi sono appena trasferita a Londra. Il mio trasferimento è dovuto a un cambio di postazione del lavoro di mia madre, Rose Evans, la quale sino a poco fa lavorava a Liverpool, come segretaria della dirigente di un’agenzia di moda molto in vista: JM. Mio padre, Scott Smith, è invece un ricco imprenditore. Ci siamo appena trasferiti nella casa a Londra che era di mio nonno e che ha lasciato in eredità a mio padre. Purtroppo, io non starò in questa casa, ma sarò spedita nel college più prestigioso di Londra, ‘Imperial college’ prima di tutto per continuare gli studi, secondo, i miei saranno sempre via per lavoro e molto spesso resteranno in albergo, quindi avevano già deciso come sistemarmi per bene.  
Tornando a noi, quando entrai in quella casa non credevo ai miei occhi. Era bellissima, e non ci misi molto a capire quanti soldi aveva fatto il nonno nella sua vita per permettersela. Aveva ogni genere di cosa, dalla piscina alla vasca idromassaggio. Ma non è questo il punto. Quel paradiso sarebbe finito molto presto per me. Entrai nella mia camera al piano di sopra dopo una decina di scale e rimasi a bocca aperta. Non prendetemi per una persona viziata, solo che a tutti piace essere coccolati dai piaceri della vita. Appoggiai le valigie, misi il mio pigiama preferito e mi sdraiai nel letto. Era tutto pronto da una settimana e più; i miei avevano incaricato la cameriera di fare un po’ d’ordine. Proprio quando ero sul punto di addormentarmi e abbandonarmi ai miei sogni, ecco che entrarono i miei genitori. “Tesoro..”- salutò mia madre.- “Dimmi pure mamma”- risposi con poca voglia.- “Ecco, volevamo solo chiederti se avevi preparato tutto per domani mattina”- disse mio padre.- “Oh si, domani mattina..” aggiunsi con fare malinconico. Mia madre continuò – “Senti, so che si tratta di un grande cambiamento per te, e so anche che non è quello che vorresti in questo momento. Sia io che tuo padre sappiamo che a Liverpool hai lasciato molte cose, forse troppe, ed è difficile ricominciare tutto da zero. Noi non vogliamo accollare sulle tue spalle il peso dei nostri cambiamenti di lavoro..” fece per continuare, ma si fermò. Sventolai la mano per fare segno di andare avanti, ma continuò mio padre.- “Ti promettiamo che non ci saranno altri cambiamenti, noi mancheremo diversi giorni mentre tu sarai al college, ma non preoccuparti. Almeno la domenica la passerai da noi. Speriamo.”- Io stavo letteralmente scoppiando dentro di me. Loro non sapevano nulla sul mio conto, se non com’ero esteriormente. Non sapevano che io a Liverpool avevo avuto pochi amici, perché avevo un carattere abbastanza difficile e la mia fama nel Rossall School non era delle migliori. Gli amici che avevo lì, avevano imparato a non far caso al mio carattere, di merda, aggiungiamo. Si, quel carattere in cui non hai paura di dire le cose in faccia alla gente, in cui sei permalosa, orgogliosa, troppo egocentrica. In quella scuola non avevo avuto molti ragazzi, si e no quattro o cinque, che credetemi non sono nulla in confronto ai quarantacinque che aveva avuto Julia Davies. La puttanella della scuola, occhi color cioccolato, capelli scuri e sempre perfetti, gambe lunghe, una quarta di reggiseno e un lato B abbastanza evidenziato. Con lei avevo avuto fin troppi litigi, dalle prese per i capelli, sino al mio schiaffo nella sua fottuta faccia, ma nonostante tutto avevo imparato a tenerle testa, cosa che invece non avevano fatto le sue amichette che portava a spasso come cagnolini.
Tornando a noi, con una voce che stava quasi per essere spezzata dal pianto, mi rivolsi a mia madre.- “A che ora partiamo domani?”- lei un po’ preoccupata per la mia reazione disse- “Arriveremo lì alle 7, così tu potrai indossare con calma la tua divisa e visitare un poco la scuola, ciò significa che partiremo di qui alle 7 meno un quarto. Non è molto distante da casa nostra il college.”- Mi scappò una lacrima. Poi un’altra. E un’altra ancora, fino a che mio padre non mi strinse in un abbraccio.- “Sei solo un po’ stanca. Riposati, non voglio vederti piangere, sei così bella quando ridi. Ti prometto che faremo il possibile per farti stare bene durante la nostra assenza”- a quelle parole mi tranquillizzai. Non mi capitava molto spesso che i miei genitori mi dicessero che fossi bella. Non ne avevano il tempo. Ma tutte le persone che avevo conosciuto mi dicevano sempre che ero una bellezza particolare. Senza dubbio, avevo preso gli occhi azzurri di mio padre, i suoi capelli biondi scuri e le sue labbra carnose. Forse l’espressione e il sorriso erano di mia madre. Rimanevo bassina di statura, raggiungevo a stento il metro e sessanta. Eppure tutti mi definivano bella. Chiusi gli occhi e mi addormentai.
La mattina successiva mi svegliai alle 6 in punto. Sbadigliai fragorosamente. Avevo dormito poco quella notte. Quando scesi i miei erano già pronti e vestiti, la mia colazione era in tavola. Mangiai frettolosamente accompagnata dalle lamentele di mio padre e di mia madre che continuavano a invitarmi di fare più in fretta. Quando finì, salì in camera mia e decisi di mettermi già la divisa. Era bella e mi stava bene. Aveva una gonna corta, di un celestino chiaro, una camicia bianca, un gilet panna con lo stemma della scuola, calze bianche, cravatta in tono con la gonna e mocassini marroni. Piastrai i miei capelli. Un velo di trucco, con tanto di fard e mascara. Presi il mio Blackbarry con la borsa e scesi giù. I miei mi aspettavano in macchina con le valigie già caricate dentro al cofano. Salutai con un abbraccio la cameriera – “Arrivederci signorina Smith!”- “Dammi del tu, Sara, te l’ho già detto” – le intimai con un sorriso. Salì in macchina con un velo di malinconia negli occhi e dopo nemmeno 15 minuti ero già al college. Era molto bello, bellissimo anzi. Un grande parco verde, un campo enorme da tennis, uno da calcio. Finestre bianche, colore bianco e erbetta in crescita sul muro. Mai visto qualcosa di più curato. Non c’era ancora nessuno degli studenti fuori, a parte gli uomini del giardinaggio. Mio padre suonò, e in men che non si dica venne ad aprirci una signora con i capelli brizzolati, con l’aria di essere un sacco di cose, tranne che simpatica. “Salve! Voi dovete essere la famiglia Smith che stavamo aspettando.”- ci intimò. Mia madre con un sorriso professionale rispose-“Si siamo proprio noi”- “Io sono la preside di questa scuola, miss Gray.” Poi continuò.- “E questa dovrebbe essere vostra figlia. Caspita, che bella ragazzina!” disse con un tono acido. Accennai un sorrisetto, dopo di che entrammo. Miss Gray ci mostrò tutto il college spiegando le regole e gli orari delle lezioni, le quali sarebbero state alle 8. Mentre eravamo nel suo ufficio sentì la campanella, che segnava le 7 e mezza. Dopo cominciai a sentire diverse parlantine. Miss Gray mi accennò – “Clare, questo è l’orario in cui gli studenti prima delle lezioni possono uscire alcuni minuti nel giardino della scuola. Tutto qui, tranquilla non sei in ritardo.”- Passarono altri tre minuti, e successivamente i miei genitori con un sorriso stampato in volto mi dissero-“Noi ora dobbiamo andare, ti vogliamo bene Clare. Ti chiameremo tutti i giorni.”- con lo sguardo abbassato risposi- “Me la caverò”- dopo di che li abbracciai e li vidi andare via dalla finestra dell’ufficio di miss Gray, la quale ricominciò a parlare. “Bene signorina Smith, visto che le sue valigie e le sue cose sono già state portate in camera e lei ha già indosso la divisa, direi che potrebbe approfittarne per fare due passi in giardino prima delle lezioni.”- “Oh, la ringrazio, buongiorno.” dissi alzandomi dalla sedia e uscendo dall’ufficio. Quando uscì in giardino a fare due passi c’era una massa di studenti indescrivibile, mi guardavano tutti come se fossi Dio sceso in terra e sentivo diverse parole uscire dalle loro bocche. “Lei dev’essere nuova!”- “Già non l’ho mai vista qui”- “Chissà da dove viene”- “Però è davvero bella, sembra di porcellana!”- Non feci caso a tutte quelle critiche e mi appoggiai a un muretto. Ero tranquilla, assorta nei miei pensieri, quando una scena ALQUANTO disgustosa si presentò davanti ai miei occhi. Un ragazzo alto, riccio, era appoggiato al muremuretto delle scale di fronte a me e baciava una tipa mora, alta, con gli occhi color ghiaccio e ALQUANTO volgare.  Anche lui aveva gli occhi chiari, verdi precisamente. Eccome se la baciava. Strusciava le sue mani in tutto il corpo di quella ragazza. Sembrava che si stessero mangiando la faccia a vicenda. Pensai “Che schifo!”- “E già, chi ti da torto” disse una voce alle mie spalle. Una ragazza dai capelli rossi, le lentiggini, gli occhi di un verde chiarissimo e poco alta più di me rispose a quella mia affermazione. “Scusa, probabilmente pensavo ad alta voce.” Le intimai in un sorriso, sembrava simpatica. “Kaitlin Williams, piacere”- “Clare Smith, il piacere è mio!”- “Vedi quel riccio con quell’oca?” mi chiese.- “E già.” Risposi. Lei continuò. “Quello è Harry Styles, nonché ragazzo più popolare della scuola e capo della squadra di calcio! Inoltre aggiungo che ha la fama di puttaniere in questa scuola. Sbavano tutte per lui. Quella è la sua ragazza, Lizzie Wood. Capo cheerleader della squadra di calcio.”- “Chissà quanto saranno intelligenti!”- aggiunsi ridacchiando. “Quelle altre tre sono le sue amichette cheerleader, Madyson, Natalee, e Queen. Quei quattro che ci sono assieme a loro sono amici di Harry. Quello moro col ciuffo alto e con l’aria da ‘sono figo’ è Zayn Malik, il suo migliore amico, quello castano con gli occhi chiari è Louis Tomlinson, l’altro affianco a lui a partire dalla sua destra è Liam Payne, e quel biondino è Niall Horan. Lui è venuto dall’Irlanda, è capitano della squadra di tennis.” Guardò quest’ultimo con aria sognante. Intuì che c’era qualcosa tra loro due quando Niall agitò la mano in un saluto rivolto a lei. Lei ricambiò con un sorrisino ebete. Poi continuò- “In che corso sei?”- “3°B”- risposi.- “Come?”- chiese Kaitlin facendo finta di non aver sentito. “Hai sentito bene, sono in 3°B” ripetei sbuffando. Non ero nel massimo della gioia. “Oh mio Dio! Sei in classe con Harry Styles e con Zayn Malik!” – urlò come un oca. “Oh, non sai che felicità, davvero!”- dissi con fare ironico. “Non scherzare tanto.” assunse un’aria seria a cui io non feci molto caso, poi accompagnata dal suono della campanella salutai Kaitlin e mi avviai verso la mia classe. Diedi un’occhiata veloce all’orologio e nel mentre andai a sbattere contro il bidello. Andai avanti ma lui mi fermò. “Ehi, signorina! Non pensare di passarla liscia. Aiutami a raccogliere tutte le carte.” Sbuffai rumorosamente. Quando finì di aiutarlo erano le 8 e 10. Mi diressi a passo svelto verso la mia classe e vidi che il professore aveva già cominciato la lezione. Bussai con forza. –“Ah, lei dev’essere l’alunna nuova, Smith!”- domandò con fare interrogatorio e piuttosto adirato. “Si sono io.” Risposi con poca convinzione. “La prossima volta cerchi di non fare ritardo”. “Terrò conto del suo avvertimento”. “Non faccia la spiritosa con me, Smith.” “Non sto facendo affatto la spiritosa” accennai un risolino. Tutta la classe osservava divertita, si alzarono delle chiacchere generali, ammutolite in seguito dalla mano del professore sbattuta nella cattedra. - “Va bene, Malik e Styles separatevi. Malik vada nel banco avanti a lui con Queen, Smith lei si sieda con Styles.” Tutta la classe calò in un “UUUUUUUH”. Non diedi importanza e lanciai uno sguardo a Harry, il playboy di stamattina, il quale mi guardava divertito. Dopodichè mi sedetti, notando che il signorino Styles insieme a quel Malik mi fissavano con aria piuttosto maliziosa.  A circa metà della lezione, mi svegliai dal mio stato di trance dalla lavagna a causa di una mano che mi accarezzava con fare provocatorio la coscia.
TO BE CONTINUED...

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