12/06/2012
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Two Fairies Orphan
COPERTINA:
Prologo
Caro diario,
ormai sono diventata grande e ho già 16 anni, ma ancora non so quale sia la mia vera storia, quale sia il mio vero nome, chi siano i miei veri genitori, la mia famiglia, non so ancora niente di me. Tutto ciò che ricordo è che sono arrivata qui ma non capisco come. So solo che la mia vita non è stata affatto facile e non lo è ancora. A volte penso che questo sia un brutto sogno ma sembra infinito. Non sono mai riuscita a risvegliarmi da questo incubo …
<< Ashley aiutami a vestire Melissa! >> gridò Mrs. Alverna.
<< Arrivo subito … >> le risposi titubante, lasciando il mio diario aperto sulla scrivania.
Intanto Aida, aggirandosi per l’orfanotrofio trovò i mie appunti e li lesse in silenzio. Aveva la mia stessa età e fino a quel momento era stata l’unica persona in grado di capirmi veramente.
Anche lei aveva dietro le spalle un passato del genere, quindi provava i miei stessi sentimenti: malinconia, tristezza ma anche rabbia che pian piano si trasformava giorno per giorno in dolore, sempre più forte. Sembrava che delle lame pungenti mi stessero trafiggendo il cuore.
Mi chiedevo sempre perché io e Aida dovessimo sopportare tali torture, ma le risposte sembravano nascondersi sempre di più, come se il passato non volesse essere mai scoperto. A volte le persone dicono che l’importante non sono i ricordi, ma il futuro; in questo caso, mi ritrovo a disapprovare completamente quelle idee. Non si può dire nulla se non si ha provato ciò che sento io. Vorrei tanto liberarmi di questo incubo ma purtroppo sembra perseguitarmi. Appena finì di mettere le calze alla bambina, mi diressi subito da Aida.
<< Siamo davvero sfortunate eh? >> mi disse con un sorriso malinconico.
<< Già, il mondo ci è avverso e quando le cose stanno così non c’è molto da fare … >>
<< Tranne che soffrire >> finì la frase Aida.
Mi sdraiai sul letto facendo un grande sospiro poi continuai:
<< Pensi che i nostri genitori ci volessero bene? >>
<< Non lo so, ma vorrei davvero saperlo … >> concluse farfugliando qualcosa.
<< Ashley hai fatto quello che ti ho detto? >> ci interruppe una voce roca e stridula.
<< Sì ho finito … >>
Dopo quelle parole mi alzai dal letto e andai alla finestra. Vedevo in lontananza molte famiglie che passeggiavano mano nella mano, sorridendo a ogni passante. Una lacrima di invidia mi scese dagli occhi e cadde a terra, con un rumore impercettibile. Mi asciugai il viso e subito mi voltai. Aida se ne era andata. Probabilmente Mrs. Alverna le aveva imposto un altro dei suoi lavori da fare. Era davvero una vita terribile quella che stavamo passando. Ogni tanto pensavo se i miei genitori un giorno sarebbero arrivati a prendermi ma non accadeva mai. Quello sarebbe stato solamente un sogno. Già, un sogno che non si sarebbe mai realizzato …