-Mamma? Perché dobbiamo traslocare?
-Perché io e papà ci separiamo e perché ho avuto un'offerta di lavoro migliore, ma queste cose le sapete già, non fate le bambine.
-Ma non possiamo continuare a vivere qui? San Francisco mi piace!
-Anche a me piace vivere qui, ma sapete già come la penso finitela di fare le bambine e poi l'offerta di lavoro che ho avuto a Londra è migliore, adesso continua a mettere nelle scatole ciò che trovi.
35 anni, 2 figlie di 15, separata, che trasloca. Questa sono io. Continuo imperterrita a mettere la roba nello scatolone quando Jasmine interrompe il silenzio:
-Mamma?-mi giro verso mia figlia-Chi è il ragazzo insieme a te in questa foto?
Prendo la foto, la guardo, mi scappa un sorriso. Non ricordavo di averla ancora; ma siamo in soffitta qui è possibile trovare di tutto.
-E' una storia lunga-cerco di tagliare corto.
-Ma abbiamo tempo!-interviene Violet-dobbiamo finire di mettere posto tutte queste cose e poi il viaggio fino a Londra dura 24 ore e poi una volta li abbiamo tutta la vita davanti...
-Non penso sarà divertente per voi saperla, non è poi così interessante!
-Dai mamma! Non farti pregare! Parla!-mi implora Jasmine.
-No dai ragazze...
-Se non ce la racconti non metto più la roba nello scatolone.
-Violet non ti impuntare...
-E tu raccontacela.
Guardo le mie figlie: sono ansiose di sapere chi è quel ragazzo dai capelli ricci e gli occhi azzurri, riguardo la foto sorrido, mi siedo e inizio a parlare.
Era settembre, frequentavo il 4° anno di un liceo linguistico, ero un'adolescente normale, tranne per il fatto che portavo l'apparecchio, gli occhiali e non mi piaceva niente di me stessa.
Quello che stava per arrivare era il periodo migliore della mia vita e lo sapevo, sarei stata tre settimane a Londra per uno stage. Ero felicissima io e le mie amiche eravamo dire eccitate è dire poco.
Quel periodo una delle mie amiche, Carlotta, fece scoprire a tutte le altre un gruppo, una boy band, inglese che di li a poco sarebbe diventata importantissima a livello mondiale, erano gli ONE DIRECTION. Erano belli, bravi e simpatici e noi vivevamo nella speranza o forse illusione che quando saremmo andate a Londra gli avremmo incontrati e avremmo passato l'intera vita con loro perché si sarebbero innamorati di noi.
-Gli incontraste?-mi chiede Jasmine interrompendomi.
-Questo non te lo dico per un adesso!-rispondo io lasciandola sulle spine.
-Falla continuare!-interviene Violet
Io annuisco e vado avanti.
Eravamo sull'aereo piene di speranze e di sogni che volevamo si realizzassero. Film mentali che si impadronivano di noi come fosse niente. Un'ora, solo un'ora e saremmo arrivate in quella città che ci faceva sognare, nella città degli idoli che migliaia di ragazzine come noi volevano incontrare.
Sognavo ma ad un certo punto, misi i piedi a terra e dissi a me stessa di restare realista, così infilai le cuffie e mi estraniai da tutto il mondo.
-Eri solitaria?-mi chiede Jasmine, interrompendomi e scatenando l'ira di Violet
-Si abbastanza, non riuscivo a fidarmi di nessuno, forse è per questo che adesso mi ritrovo a questo punto.-rispondo io.
-Ti vuoi stare zitta adesso?-interviene Violet, ottenendo il silenzio di Jasmine e poi aggiungendo-Grazie! Per favore mamma va avanti.
Annuisco di nuovo e continuo.
-Vi siete mai rese conto di quanto un'ora passasse velocemente?
-Se devo dire la verità-risponde Violet-le ore a scuola non passano mai.
-Sono d'accordo anche io.-aggiunse Jasmine.
Quella fu l'ora più veloce di tutta la mia vita.
Arrivata all'aeroporto, mi mancava l'aria, non riuscivo a respirare, tanto che mi veniva da svenire....
-Mamma? Non ti perdere nei dettagli.-mi interrompe Violet.
-Violet? La vuoi sentire o no questa storia?
Lei annuisce e vado avanti. Mentre io racconto continuiamo ad impacchettare la roba, e abbiamo quasi finito.
Mi sentivo così male che dissi alla mia professoressa che uscivo a prendere un po' d'aria, lei acconsentì e mi avviai verso l'uscita.
Ero fuori da un po', quando vidi un ragazzo a me famigliare, con i capelli ricci e degli occhiali grandi; non c'era ombra di dubbio, era lui Harry Styles, il cantante dei One Direction. Ero emozionata, le lacrime iniziarono a gonfiare i miei occhi ma mi feci coraggio e gli andai vicino:
-Scusa?
-Ciao! Dimmi!
-Lo so la cosa potrebbe infastidirti ma io, non sono una vostra grandissima fan ma c'è una mia amica che lo è e se tu la incontrassi lei sarebbe molto felice!
-Cioè...Tu mi stai dicendo che, davanti al tuo idolo hai detto non sono una vostra grandissima fan?-mi dice Jasmine con aria minacciosa.
-Si lo so, sono stata stupida, ma in quel momento l'emozione mi giocava brutti scherzi! Adesso però fammi continuare.
Lui mi rispose:
-Ascolta, adesso vado di fretta ma oggi pomeriggio alle 17.00 fatti trovare tu e le tue amiche in questo bar...-mi scrisse l'indirizzo su un bigliettino-ti porto tutta la band!
-Grazie mille! E ancora scusa!-sorrisi.
-Prego! E poi non ti preoccupare ho sempre tempo per le fan!
Se ne andò.
-Ecco, questo è il bigliettino che mi diede.-dico porgendo il bigliettino tutto stropicciato alla mie figlie.
-Ce l'hai ancora?-mi chiede Violet sorpresa.
-Si! Vedete ho tante cose di quell'esperienza a Londra, sono così tante che voi non potreste neanche immaginare-rispondo io.
-Dai continua!-Dice Jasmine curiosa.
-Andiamo in macchina e continuerò li!