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Autore: puffo11    12/06/2012    0 recensioni
La situazione è complicata: come può una ragazza di diciotto anni destreggiarsi tra i consigli della ragione e gli impulsi del cuore?
Saprà trovare il giusto equilibrio tra mente e cuore?
Saprà dare il giusto valore ad entrambi?
Vittoria e Andrea hanno vissuto il loro amore, ma la fase luna di miele non può durare in eterno e se il destino ci mette del suo, come farà Vittoria ad affrontare ciò che l'aspetta?
Amante dei libri e del sapere in toto, si ritiene una discreta manipolatrice delle coscienze umane, superiore a molti, dei quali critica la facilità con cui si lasciano travolgere e sconvolgere dagli eventi. Ma se tutto questo dovesse toccare a lei, cosa succederà?
Vittoria vince sempre. Vittoria ha sempre ragione.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevano continuato a vedersi.
Avevano continuato a sentirsi per sms.
Avevano continuato e basta.
Vittoria viveva quel rapporto con l’incoscienza propria di una diciottenne innamorata dell’idea dell’amore, ma del quale è ben consapevole di non conoscere nulla.
L era tranquillo e allegro quando era con lei: la faceva sentire leggermente più grande della sua età, ma non mancava mai di farle notare la sostanziale differenza d’età che intercorreva tra loro; lei, a quel punto, non poteva che replicare che loro erano amici e gli amici, in quanto tali, non si frequentano solo perché hanno la stessa età. L non poteva controbattere a quell’affermazione: la baciava e ridevano insieme, indecisi su chi dei due fosse il più immaturo in quei momenti.
Quel pomeriggio erano a casa di L, seduti sul divano, si stavano coccolando e parlavano di ragazzi.
In qualità di “uomo maturo” e sposato L si sentiva in dovere di consigliare Vittoria nel modo migliore riguardo l’argomento “ragazzi”. Non poteva di certo avanzare pretese su di lei: ufficialmente nemmeno si conoscevano!
Così L riprese a parlare, nonostante si trovasse a qualche millimetro dalle sue labbra e la stesse fissando negli occhi con il desiderio nello sguardo: “ Devi fare assolutamente attenzione ai ragazzi, specialmente quelli della tua età: hanno solo un pensiero in mente quando escono con una ragazza bella come te ed io non voglio che tu soffra per uno scemo, il cui unico pensiero è ‘come mi scopo questa qui oggi?’”
In quei momenti Vittoria si sorprendeva sempre: non si aspettava che lui potesse preoccuparsi così tanto per lei, nonostante tutte le cose a cui doveva già pensare; ma, ogni volta che intraprendevano quell’argomento e lei se ne usciva mostrandogli la foto di un ragazzo che aveva visto in giro e che le interessava, lui le faceva il solito discorso, dimostrandole quanto tenesse a lei, sebbene la forma del discorso lasciasse solo intendere il messaggio contenuto.
“ Non ti devi preoccupare per me, caro L: so badare a me stessa, nel remoto caso- spero- in cui dovesse succedere qualcosa, io saprò difendermi più che bene!”; era sicura di sé la piccola Vittoria: da anni frequentava un corso di karate ed era quasi arrivata alla cintura nera, ma ciò che la faceva sentire così sicura era il fatto di avere lui alle spalle; era certa che lui non avrebbe mai mancato di difenderla, se si fosse presentata l’occasione.
Lui sorrideva e pensava che, dopotutto, era davvero piccolina- la sua piccolina- e, messa a confronto con qualunque figura maschile a cui riusciva a pensare, risultava realmente indifesa e incapace di proteggersi e gli doleva il cuore a causa della sua impossibilità di intervenire nel modo in cui avrebbe dovuto, se fosse stato necessario: la sua posizione glielo impediva e doveva lasciare che il destino fosse buono con la sua piccolina e che non la mettesse davanti a situazioni che non sarebbe stata in grado di affrontare nel modo giusto.
Si era ripromesso che non sarebbe stata una cosa seria, che si sarebbero visti per un po’ e poi l’avrebbe lasciata andare, com’era giusto che fosse, e avrebbe cercato qualcun’altra con cui divertirsi ancora per un po’ per provare a dimenticare la sua vita matrimoniale; tuttavia lei era entrata nella sua vita con il suo invito, certo, ma dopo si era aggrappata al suo cuore e sembrava che non volesse lasciarlo, o forse era lui che si era aggrappato al cuore della sua piccolina? Che si stesse innamorando di lei? No, non poteva. Non poteva assolutamente. Era sposato, era consapevole di stare tradendo la sua famiglia, ma non riusciva a non farlo.
Vittoria, d’altronde, si era affezionata a lui; non sapeva se ciò che provava nei suoi confronti fosse amore o qualcos’altro, sapeva solo che lui riusciva a farla sorridere e la sorprendeva con poco- piccoli gesti che le allietavano la giornata e la rendevano meno acida del solito. Le sue amiche, infatti, si domandavano come mai facesse a sorridere dopo quello che era successo e come riuscisse a risultare più simpatica di sera. Semplice- pensava lei-nel pomeriggio mi vedo con L e faccio l’amore con lui! Ma questo le sue amiche non lo sapevano. Nonostante fosse stata parecchie volte sul punto di dirlo alla sua amica Clarissa, non l’aveva fatto perché aveva paura del suo giudizio e temeva che, dicendolo, sarebbe cambiato tutto, o peggio lui l’avrebbe lasciata. Si trovava sempre divisa su questo punto: il cervello le suggeriva di confessarlo a qualcuno, se proprio non voleva saperne di lasciarlo; mentre il cuore le imponeva di proseguire in segreto la sua “storia” con L senza dire niente a nessuno, in quanto nessuno avrebbe potuto capire. Allora lei, eternamente indecisa, ma propensa a seguire ciò che il cuore urlava per il momento, ogni giorno si sedeva su uno scoglio in riva al mare al tramonto e fumava una sigaretta, sperando di trovare una risposta sensata alle sue domande nelle volute di fumo bianco.
 
 
Personal corner:
Salve!
Sono tornata dall’Ade, in cui ero discesa prima della pubblicazione dei quadri di ammissione! Sono presissima dalla preparazione per gli esami di maturità e non sono riuscita a trovare un momento di libertà prima di oggi.
Ma eccomi qua! J
Se siete arrivate fino a qui ne avete di coraggio: questo capitolo non convince nemmeno me, ho eseguito troppi voli pindarici, ma tant’è.
Fatemi sapere cosa ne pensate, per favore.
Al prossimo capitolo,
Puffo
  
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