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Autore: rossellina    12/06/2012    3 recensioni
Salve a tutte! Questa è la mia prima ff e ci provo ... speriamo! Bella e Edward si incontrano in un'aula di tribunale. Lui è sotto accusa, lei l'avvocato dell'accusa. Dal secondo capitolo:
-Obbiezione!- saltò dalla sua sedia Jasper -Non ho ancora capito dove vuole arrivare l'avvocato dell'accusa. E poi il signor Culler non era in sé in quel momento-
-Ed è proprio qui che voglio arrivare!- rispose Isabella rivolgendosi al giudice – Se mi permette di continuare su questa linea avrà fra poco chiaro del perchè-
Il giudice guardò prima Jasper e poi Isabella. -Respinta- sentenziò. -Prosegua avvocato ma arrivi al dunque velocemente-
-Grazie.- e poi rivolgendosi ad Edward – Signor Cullen, si ricorda di quando era al liceo?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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CAPITOLO 25

 

Venerdì. Clinica.

 

Isabella arrivò che era da poco passata l'ora di pranzo. Decise quindi di prepararsi qualcosa da mangiare a casa.

Si stava accomodando a tavola con un panino, quando bussarono alla porta.

-Ciao Jake!- salutò il suo amico quando vide chi era aprendo l'uscio di casa.

-Ciao Isabella!- ricambiò il saluto caloroso. -Ti ho visto arrivare.-

-Vieni. Stavo per mangiare un panino. Vuoi qualcosa?-

-No grazie.-

-Dimmi tutto.-

-Hai saputo di domani?-

-Cosa?-

-La tua è stata un'idea fantastica. Molti ospiti hanno voluto aiutare nella preparazione del pranzo e questo li sta aiutando molto a detta dei medici.-

-E questo già lo sapevo. Me lo ha detto Edward ieri sera?-

-Edward ti ha detto?-

-Sì. Ci sentiamo tutti i giorni. C'è altro?-

-Dovrebbe?-

-Jake non ci provare a girare attorno alle cose. Hai una curiosità dimmela e se posso te la soddisfo.-

-Come va con Edward?-

-Bene.-

-Tutto qui? Nient'altro da dire?-

-Mi hai chiesto come va e ti ho risposto che va bene. Ma se mi chiedi qualcos'altro non so se ti piacerà sentire come stanno le cose.-

-Fa giudicare a me.-

-Per ora va tutto bene. Direi che siamo nella fase “tutte rose e fiori”. Parliamo tranquillamente di tutto e soprattutto di noi. Siamo molto coinvolti l'uno dall'altro.-

-E il sesso è fantastico fra voi due?-

-Non siamo arrivati ancora così avanti.-

-Come mai?-

-Niente preservativi.-

-Non lo facevo un tipo da sesso sicuro.-

-Jake!-

-Ok. Siamo un po' invidiosi lo sai?-

-Chi?-

-Io ed Embry. In fin dei conti hai “figo Cullen” tra le mani!-

-Dio mio! Fate i gay gelosi?!-

-Se il vostro rapporto continuerà a gonfie vele, saremo tutti contenti per voi. Ma se non dovesse andare, potremmo consolarlo io ed Embry ...-

-Tutto questo è per dirmi che già ci state provando?-

-Cosa te lo fa pensare?-

-Edward mi ha detto che Embry è spesso nella serra con lui. E nonostante cominci a fare freddo lavora sempre a torso nudo. Sa che voi due state assieme, ma pensa che lui ci stia provando.-

-E tu cosa gli hai detto?-

-Che forse sta soffrendo da carenza di sesso. E un bell'uomo come lui non passa inosservato.-

-Quindi non lo convinciamo a cambiare sponda?-

-No, è etero e per me è meglio così.-

-Ingorda!-

-Il prossimo lo cerco bisessuale. Ok?-

-Mi sembra un giusto compromesso. Ma torniamo alle cose serie.-

-Spara.-

-Lo ami?-

-Non mi voglio ancora pronunciare.-

-Perchè?-

-Mi piace molto stare con lui quando ne abbiamo la possibilità. Ma per dirti che lo amo devo riuscire ad accettare anche tutto. La confezione “Edward Cullen” è di più che un bel viso e di un bel corpo e di questa complicità fisica che si è creata. Abbiamo ancora del tempo da passare insieme. Del tempo in cui dovrebbe uscire il vero noi. Quando comincerò a vedere com'è in tutte le sue sfumature, allora ti saprò dire se lo amo o no.-

-Ma ora, se dovessi dirmi si o no, cosa risponderesti?-

-Sì.- disse lei con lo sguardo illuminato.

-E lui?-

-E' coinvolto, ma non so che sentimenti provi.-

Jake si alzò dalla sedia. -Torno al lavoro.-

-Sei venuto solo per sapere della mia vita sentimentale?-

-Certo! Così ho l'anteprima rispetto a Rachel.-

-Che razza di amici che mi ritrovo!-

-Ci vediamo dopo.- disse Jake avviandosi alla porta.

-Sistemo qui e poi vengo anch'io in ufficio.-

 

Isabella stava lavando le poche stoviglie usate per prepararsi il pranzo.

-Anch'io non mi voglio pronunciare.- e due braccia l'avvolsero da dietro. -Ma non dire a Jake e ad Embry che non hanno speranza di farmi cambiare sponda. Amo una mora.- e le diede un bacio alla base del collo dopo averle spostato i capelli di lato.

-Da quanto sei qui?- chiese lei appoggiando la testa all'indietro e allungando il collo perchè lui potesse aver più spazio per baciare.

-Abbastanza da sentire tutta la conversazione.-

-Non mi ero accorta che eri in casa.- era difficile cercare di ragionare quando sentiva la sua pelle scottare dai brividi di piacere causati dai baci di lui.

-Non te ne dovevi accorgere.-

Un attimo di lucidità. “Cosa?”. Si girò fra le braccia di lui e piantò i propri occhi nei suoi. “Ok, non farti ammaliare da quelle gemme verdi e … e … lussuriose. Ma come fa a trasmettere tutta quella virilità solo con gli occhi?”. -Cosa stai dicendo?- chiese lei quando ci riuscì.

-In questi giorni ho avuto modo di parlare con Jake.- le rispose prendendola per mano e conducendola al divano. -Mi ha raccontato varie cose sul vostro rapporto di amicizia. E io gli ho parlato di noi.-

-Tu e Jake siete amici?-

-No, ma abbiamo te in comune. Tanto basta per non farci la guerra.- e le diede un bacio sulla punta del naso. -Ma per tornare al discorso originario, gli ho chiesto se vi foste parlati riguardo a quello che c'è tra me e te. Lui mi ha detto che forse ne avete parlato ma che non poteva dirmi nulla. Così l'ho pregato di aiutarmi. Ovviamente sono intervenuti anche Rachel ed Embry. E la conclusione è stata che tu parlassi liberamente con Jake mentre io ascoltavo.-

-Ma non potevi chiederlo direttamente a me?-

-Sì, ma non saresti stata così chiara come lo sei stata con lui.-

-Questo non è vero!-

-Con i fatti sei molto coinvolta, tanto quanto me. Ma con le parole ti trattieni molto. E questo mi manda in confusione.-

-Edward, ascolta ...- iniziò lei.

-Aspetta.- la interruppe lui. -Tutto quello che mi hai detto fin'ora è giusto. Non siamo più le persone di dieci anni fa. Abbiamo fatto i nostri errori e li abbiamo pagati anche a caro prezzo. Abbiamo anche rischiato di perderci per sempre. Ma ora, siamo due persone che si piacciono e provano qualcosa l'uno per l'altra. Non ti sto chiedendo di stare insieme. Non ti sto chiedendo di ricominciare da dove tutto si era interrotto. Ma ti sto chiedendo di essere aperta con me. Di dire tutto quello che senti, che sia positivo o che sia negativo. Non pretendo che tu parli con me così come parli con Jake o con Rachel perchè loro ti sono vicini da tanti anni. Ma ti chiedo di sforzarti perchè ne ho bisogno. Ho bisogno di sapere cosa ti passa per la testa quando mi guardi come ora e non riesco a capire se sei d'accordo con tutto ciò che ti sto dicendo o sei combattuta per … paura forse?-

-Sono d'accordo … ma ho paura.- confessò lei interrompendo lo sguardo perchè si era adagiata sul suo petto.

-Cosa ti fa paura?- disse lui abbracciandola.

-Ho paura di crearmi delle aspettative su noi e poi che non si avverino. Ho paura che ci scoprano e che poi ci separino. Ho paura che tra noi non finirà.-

-Hai paura di stare insieme per sempre?- chiese meravigliato.

-Quando avevo una relazione, ho sempre vissuto alla giornata e fin tanto che questa andava avanti, tutto ok. E quando finiva, finiva. Ora invece devo rivoluzionare il mio modo di pensare. Per la prima volta devo pensare al domani con te, anche a fare progetti come New York. Non ci sono abituata e ho paura che se poi tra noi non funzionasse, saremmo poi costretti a stare ugualmente insieme senza provare nulla.-

-Penso di capire cosa intendi. Ma perchè non pensi all'opzione inversa?-

-Cercherò di non mettere la data di scadenza ad un noi.- disse lei dopo aver riflettuto alle parole di lui.

-Mi piacerebbe continuare il discorso, quindi propongo di parlarne stasera. Adesso devo tornare a lavorare.-

-Devi proprio?-

-Sì, primo perchè Embry mi sta aspettando nella serra a torso nudo per sapere cosa ci siamo detti. E secondo Rachel, Emily e Jake ti stanno aspettando, probabilmente nel tuo ufficio, per sapere cosa ci siamo detti.-

-Se ci impegniamo ancora un po', possiamo trovare altri argomenti di conversazione.-

-Per quanto preferirei stare qui con te a parlare anche d'altro … e magari non solo … devo andare perchè domani vogliamo far vedere come sta venendo la serra a tutti.- e le diede un bacio profondo. Quando si staccò: -E se poi non parliamo agli altri ora, stasera ci trattengono per sapere. E avevo in mente un altro modo per passare la sera con te.-

-Sarebbe?-

-Ti avevo promesso di tenerti sveglia tutta la notte, ricordi?-

-Allora andiamo!- e si alzò di scatto dal suo corpo.

Ma prima di uscire, Edward le chiese: -Quante relazioni hai avuto in questi anni?-

-Qualcuna. Perchè?-

-Importanti?-

-Una sì, abbiamo convissuto per circa tre anni a Vancouver.-

-E perchè è finita?-

-Scelte lavorative diverse.-

-Quindi il lavoro sarebbe un motivo per chiudere tra noi?-

-Così come stanno le cose, con te non sarebbe un buon motivo.-

Edward l'abbracciò. Poi le diede un bacio sulla guancia. -Andiamo?-

-Vai pure avanti. Recupero un paio di cose e poi arrivo anch'io.-

-A dopo.-

-Ciao.-

 

Il resto della giornata passò con confessioni agli amici e tanto lavoro. Edward ed Isabella si rincontrarono solo a cena. Ma entrambi furono comunque impegnati a parlare con altri degli ultimi dettagli relativi al week-end imminente.

 

Quando Isabella rientrò a casa, sentì l'acqua scrosciare nel bagno. Depositò il portatile sul tavolo della cucina e si denudò avviandosi al bagno. Quando fu dentro, entrò direttamente nel box doccia.

Lui era girato di spalle. Voltò appena il capo per vederla entrare.

Lei prese il bagnoschiuma dal ripiano e ne versò una dose direttamente alla base del collo di lui. Poi prese a spalmare tutta la schiena di lui che nel frattempo aveva appoggiato le mani alle piastrelle.

Lei continuò il massaggiò su tutta l’ampia schiena e ogni tanto con le mani andava a massaggiare le spalle, i fianchi, il sedere.

Edward prese il flacone di bagnoschiuma e si girò guardando Isabella in volto. Si versò un po’ di sapone nella mano e poi iniziò a massaggiare la schiena di Isabella. Erano viso a viso, occhi negli occhi e non tardò molto che furono anche bocca nella bocca.

Cominciava a fare caldo nel piccolo bagno. E non era solo per la temperatura dell’acqua.

Edward prese Isabella per le natiche e se la accoccolò sul bacino per poi girarsi e farle appoggiare la schiena alle piastrelle. Lei gli cinse la vita con le gambe.

L’eccitazione di Edward stava aumentando, quella di Isabella era ormai al limite. Ed esplose quando una mano maschile si spostò da un suo gluteo al suo clitoride. Non riuscì a trattenere un grido di sorpresa misto a godimento, molto erotico per l’altro che aumentò la pressione.

Bastò poco perché Isabella raggiunse l’orgasmo sostenuta da Edward. Quando cominciò a calmarsi, decise di dedicarsi al suo compagno. Intrufolò una mano fra i loro corpi iniziando a massaggiare il membro di lui. Stavolta fu lui ad emettere un verso strozzato per le sensazioni provate da quel su e giù.

-Così mi fai venire!- mormorò con la testa reclinata all’indietro.

-E’ ciò che voglio.- continuando nella sua masturbazione.

-E cos’altro vuoi?- riuscì a dire cercando di trattenersi.

-Te!- e tolse la mano per stringergli le braccia intorno al collo e baciargli la gola.

-Mi lasci così?-

-Guarda sul lavandino!-

La scostò appena per capire se diceva sul serio. Infatti aprì il box e notò sul lavandino una confezione di preservativi. Uno era già staccato dalla striscia. Bastava aprirlo. Sorrise a quel pensiero e lo prese immediatamente in mano per scartarlo. Lo indossò e riprese la sua partner in braccio. Come lei gli strinse le gambe attorno, lui guidò il suo sesso alla sua entrata ed insieme si spinsero uno verso l’altro.

Si guardarono un momento per poi baciarsi con passione, mentre entrambi si muovevano uno verso l’altro. Quel ritmo cadenzato, con l’acqua calda che scivolava fra loro, li vide protagonisti di un orgasmo intenso e prolungato.

Dopo rimasero così, ancora sotto l’acqua che li accarezzava, abbracciati.

-Scusa!- disse lui.

-Di cosa?-

-Sono venuto subito.-

-Mi sembrava fossimo venuti insieme.-

-Si, ma avrei preferito durare un po’ di più!-

-Non preoccuparti. Non ho ancora finito con te.-

-Signorina Swan!-

-Signor Cullen non faccia il finto sorpreso! Le ricordo che mi ha promesso di non farmi dormire tutta la notte! Non penserà certo che mi basti questo!-

-Uhm … mi piace la donna intraprendente …-

-Ottimo! Perché ho intenzione di non farti dormire tutta la notte!-

-Cosa vorrebbe fare ora signorina Swan?-

-Direi di uscire da qui. Tra un po’ mi vengono le branchie.-

-AhAhAhAh! Vieni che ti aiuto ad asciugarti.-

Ed uscirono dal box doccia.

 

-Hai la schiena tutta rossa.- le fece notare Edward. Isabella era china ad asciugarsi le gambe ed Edward aveva un’ottima visuale del suo corpo da dietro.

-Sarà stato aver sfregato contro le mattonelle.-

-Ti fanno male?-

-Cosa?-

-Le cicatrici.- e ne percorse un paio con l’indice destro.

Lei si risollevò e si girò. Lui continuò a guardare il suo corpo e a sfiorarne altre. Una era molto lunga e dritta, probabilmente segno di un intervento. Altre erano frastagliate e irregolari.

-No. Solo ogni tanto mi danno formicolio. Ma se le tocchi, mi fai solletico.-

-Scusa.- e ritrasse subito la mano.

Si guardarono. -Andiamo di là?- propose lei indicando la sua camera.

-Mi è venuta fame, vado a prendere qualcosa.- e si incamminò verso la sala. -Hai fame?-

-No.- e lo lasciò andare da solo in sala mentre lei si diresse nella sua camera per mettersi una tuta. Sapeva cosa era successo. Per quanto lui fosse a conoscenza di quei segni, per quanto li avessi visti aperti e sanguinolenti, per quanto li avessi curati, ora stavano diventando un problema. C’era già passata prima di allora. Ma ogni suo partner li aveva poi accettati come parte di lei, anche se con un po’ di difficoltà.

Ma forse con Edward sarebbe stato diverso. Soprattutto perchè a lui ricordavano un brutto periodo, in cui aveva sofferto forse più di lei. Aveva sperato che non fossero un problema. Tanto valeva parlarne. E sapeva per esperienza che se le avesse coperte, sarebbe stato più semplice. O almeno lo sperava.

-Edward? Tutto bene?-

-Sì.- rispose lui guardando cosa proponeva la dispensa.

-Sei sicuro?-

-Certo.- e azzardò un’occhiata ad Isabella. Un po’ si rilassò notando che era vestita.

-E perché te ne sei andato?-

-Non me ne sono andato. Mi è venuta fame e sono venuto a prendere qualcosa da mettere sotto i denti.-

-Ok. Quindi se ora vado in camera, poi vieni?-

Per tutta risposta, lui accese la televisione. Lei non disse nulla ma ritornò in camera e si vestì per uscire. Prese la sua borsa e ritornò in sala. Si diresse verso la porta d’ingresso e prese le chiavi dell’auto.

-Dove vai?-

-Esco.- e si richiuse la porta alle spalle.

Era in fondo ai gradini quando la porta si riaprì rivelando Edward che si richiudeva l’accappatoio.

-E’ tardi.-

-Non ho sonno, non ho fame e non ho voglia di guardare la tv.-

-Vuoi che venga con te?-

-No, non ti piacerebbe dove sto andando.-

-Perchè? Dove stai andando?-

-A cercarmi qualcuno con cui scopare tutta la notte.-

-Cazzo Isabella! Mi sono messo solo a mangiare qualcosa!-

-Sicuro?-

-Sì. Te l'ho detto che mi è venuta fame.-

-Riprova.-

-Cosa?-

-Riprova con una risposta più convincente.-

-Se non ti va bene, non è un problema mio.-

-Ottimo.- e salì in auto. Mise in moto, fece retro marcia e partì.

Edward restò sulla cima della scaletta a guardare l'auto scura allontanarsi. Restò così per un po', fin quando decise che forse si era spostata di poco. Magari era andata da Jake. Ritornò dentro per vestirsi per poi riuscire a controllare dove avesse parcheggiato. Ma più girava per la proprietà e più non la trovava.

 

-Edward?- si girò sentendosi chiamato. Era Jacob. -Che fai in giro a quest'ora?-

-Hai visto Isabella?-

-Ho visto la sua auto andare via. Pensavo fossi con lei.-

-No, è andata via da sola.-

-E' successo qualcosa?-

-Mi sono solo messo a mangiare ...- mormorò Edward.

-Cosa?-

-Ritornerà?-

-Direi di sì. Ma perchè è andata via senza di te?-

-Mi sono messo a mangiare dopo … - Edward si bloccò perchè non voleva raccontare i fatti suoi a Jacob.

-... che avete fatto sesso?- terminò lui. Ma Edward non rispose.

-E' un po' come la sigaretta subito dopo.- continuò Jake. -Strano però. Non è da lei.-

Edward continuava a stare zitto.

-Una volta Isabella mi raccontò una storia.-

-Dove pensi sia andata?-

-Sta zitto e ascoltami. Quando era all'ultimo anno di liceo, un giorno andò al mare. Mancava poco agli esami di fine anno. Ma trovandosi a Los Angeles, con alcune compagne di classe decisero di andare in spiaggia a studiare un po'. Quando lei si spogliò per rimanere in costume, tutti quelli attorno si bloccarono a guardarla. Per le cicatrici. Non è che le avesse tenute nascoste fino ad allora, ma per farle guarire bene, doveva stare attenta e quindi non si esponeva mai alla luce del sole. Da quel giorno non è più andata al mare e porta sempre maglie lunghe e pantaloni.-

-Si vergogna?-

-No. Sono gli altri che si vergognano.-

-Non mi sono vergognato!- rispose con veemenza Edward.

-No, ma ti sei messo a mangiare. E non hai parlato con lei.-

-Cosa le dovevo dire?-

-Quello che ti passava per la testa, qualunque cosa fosse.-

-Non è facile.-

-Credi che per lei lo sia?-

-Cosa dovrei fare ora?-

-Va a casa.-

-Tutto qui?-

-Di donne non ci capisco molto. Ma se mia sorella ha a che fare con un ragazzo, se lui non chiama, si incazza, se chiama, si incazza, se chiama ed è il momento sbagliato, si incazza. Si incazza comunque.-

-Ok. Notte Jacob.-

 

Edward era seduto sul divano di casa con la luce accesa. Erano le quattro e mezza quando i fari di un'auto fecero capolino delle finestre della sala. Isabella era tornata. Era stata via più di cinque ore. Cinque ore in cui lui aveva provato a chiamarla e lei non aveva risposto. Le aveva inviato dei messaggi, a cui lei ovviamente non aveva risposto. Voleva solo parlarle. Lei doveva solo ascoltare. Voleva dirle cosa gli passava per la testa.

Isabella entrò in casa come se non ci fosse nessuno e si diresse spedita verso la sua stanza. Edward le si parò davanti impedendole di proseguire oltre. La tenne stretta per le braccia, ma comunque libera di divincolarsi quando avesse voluto.

-Ascoltami e basta. Ok?- le chiese guardandola.

Lei non mosse un muscolo. Le labbra serrate, lo sguardo rivolto avanti a sé. Lui l'interpretò come un suo si.

Lui estrasse una foto dalla tasca dei jeans e gliela porse. -Questa è stata scattata una settimana prima del tuo incidente. Eri alla spiaggia con Alice, Angela e qualche altra amica. Sapevo che eri lì e ti sono venuto a vedere. E te l'ho scattata. La porto sempre con me, nel portafogli.-

Isabella guardò la foto. La ritraeva sorridente con i piedi a mollo nell'acqua marina anche se era ancora freddo. Non ricordava che ci fosse anche lui quel giorno. Le lacrime cominciarono ad annebbiarle la vista.

-Ogni volta che sto con te, per quanto mi sforzi di pensare al futuro, non posso fare a meno di pensare anche al passato. Per quanto sto bene con te, per quanto quelle cicatrici mi ricordano … - Edward si zittì un momento.

-Sono un ostacolo, Isabella. Sono un ostacolo perchè poi te ne sei andata ignorandomi. C'è stato anche un momento in cui avrei preferito fossi morta, almeno sapevo dove trovarti per dirti che sei stata una stronza colossale e anche quanto mi mancavi.-

Edward guardò Isabella che a sua volta guardava ancora la fotografia. Le lacrime libere di scendere.

-Ho bisogno di tempo. Voglio metterci una pietra sopra ma quando ti vedo nuda, ancora non ci riesco. Troppi ricordi dolorosi sono legati ai quei segni.-

-Sono dolorosi anche per me.- mormorò Isabella.

Edward la prese tra le braccia e la costrinse a guardarlo. Le baciò le guance e gli occhi, umidi per le lacrime che non cessavano di scendere.

-Ti prometto che verrà un giorno un cui saranno solo un ricordo, nulla più. Ma dammi ancora un po' di tempo. Ok?-

-La prossima volta ...-

Lui la bloccò con un bacio. -La prossima volta cercherò di non chiudermi in me stesso ma dirti cosa penso. Anche perchè proprio ieri ti ho chiesto la stessa cosa.- E le diede un altro bacio. -In questa cosa siamo in due.-

-Ci proverò anch'io Edward. Te lo prometto.-

-Andiamo a dormire.- disse lui prendendola per mano.

E così si infilarono sotto le coperte, abbracciati.

  
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