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Autore: Rouge_san    12/06/2012    2 recensioni
Maka Albran, diciotto anni. La sua vita cambierà alla sua prima volta a letto con Soul. Lui l'abbandonerà a se stessa in un terribile momento. Da sola la nostra protagonista si ritroverà a contare solo su Kid. Un nuovo nemico si nasconde nell'ombra.La Shibusen sarà a rischio. Soul ormai diventato falce della morte tenterà di proteggere la persona che ama. Tuttavia otto anni di assenza sono molti e quando il nostro eroe ritroverà la sua Maka dovrà fare i conti con qualcosa più grande di lui...Due gemelli indemoniati.
Dal capitolo uno...
L’unico ricordo che avevo di lui, è in loro.
In loro, già. Il mio più prezioso tesoro…I miei due splendidi figli.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'After you, the show must go on'
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Come stop your crying
It will be all right
Just take my hand Hold it tight
I will protect you
from all around you
I will be here
Don't you cry
For one so small,
you seem so strong
My arms will hold you,
keep you safe and warm
This bond between us
Can't be broken
I will be here

Don't you cry
'Cause you'll be in my heart

Yes, you'll be in my heart ( Phil Collins You’ll be in my heart)

-Maka - Kid  -Shinigami   Cambio prospettiva del racconto: ***


Capitolo 3

 
Ero sola, nessuno accanto a me. Mi sentivo abbandonata, sola al mondo, presa in giro e sconsolata.
  Mi misi nell’angolo più buio della casa, volevo solo piangere, tanto nessuno mi avrebbe vista. Potevo sfogarmi liberamente.
Passarono due settimane, di Soul nessuna notizia. Avevo lasciato la rubrica, non uscivo di casa, non mangiavo, piangevo e basta.
 Un giorno qualcuno suonò alla mia porta, non volevo vedere chi era, la risposta mi avrebbe fatta soffrire troppo. Quindi non ero andata ad aprire.  Dopo poco sentii la porta aprirsi in un enorme boato.
«MAKA!!» Non credevo, che io potessi ancora interessare a qualcuno.
  «Sono qua, Kid»
Kid, spalancò la porta della camera.
 «Guardami!»
Alzai lo sguardo, e sul viso del mio amico non c’era ne rabbia ne rancore, ma solo preoccupazione.
 «Vattene! Lasciami sola!»
« Lo so che Soul è sparito, ma  non è la fine di tutto, okay?  Poi, Tsubaki e Black Star vanno in Oceania, non li rivedremo fino al giorno del loro matrimonio»
 «Matrimonio?!»
«Già, in queste due settimane ti sei persa molto. La proposta di matrimonio di Black Star, e pensa che  Tsubaki  mi ha perfino chiesto di dirti se potevi farle da damigella. Sono giorni che ti chiama e non le rispondi. Tu neanche ti sei accorta che Blair ha cambiato casa!  Maka, la vita continua! Capisco il dolore, la disperazione, ma tu non capisci che ti stai rovinando!»
Le emozioni avevano preso il sopravvento, le lacrime scorrevano e le braccia di Kid mi stringevano forti a sé. Lui mi capiva, mi stava aiutando a risalire da quel buco immenso che io stessa mi ero scavata. Io ero la causa del mio dolore.
 Avevo appena toccato il fondo, da lì potevo solo risalire.
 «Dai, smetti di piangere.  Facciamo così, adesso chiama Tsubaki  porgile le tue scuse e ascolta ciò che ha da dirti, poi io e te andiamo a fare un bel giretto per la città. In fondo ti fa bene cambiare aria, ok?»
  «V-Va bene»
Avevo chiamato Tsubaki, le avevo chiesto scusa e avevo accettato di fare la sua damigella. Lei era tutta esaltata,e se lei era felice lo ero anche io.
Successivamente Kid mi portò in una serie di negozi per scegliere l’abito per il matrimonio.
 Io ero la damigella, lui il testimone. Kid, a differenza mia, però era un rimpiazzo. Doveva esserci Soul al posto di Kid.
«Di lui non si ha più notizie»
   «Di chi, scusa»
«Di Soul. Nessuno sa che fine abbia fatto»
Così mi aveva detto Kid, che era davvero in pensiero per lui.
 «Non mi importa»
«Scusa, non tocco più l’argomento» Tutto si era fatto silenzioso e io ruppi quel silenzio.
  «Grazie»
«E di cosa?»
  «Di tutto»
«Per gli amici questo e altro»
In quel momento, mi ero sentita mancare. Ero caduta nelle forti braccia di Kid, che con i suoi ottimi riflessi era riuscito a prendermi appena in tempo.
  Quando mi  svegliai ero all’ospedale. Kid era davanti a me preoccupato e perplesso.
«Che hai Kid?»
   «No, che hai tu»
«Io non ho nulla quello svenimento sarà stato per la stanchezza»
   «Perché non mi hai detto che eravate  arrivati a tanto»
«Kid io non capisco che intendi»
    «Dimmi che tu e Soul avete usato i preservativi! Dimmelo!»
«N-No, ora che ci penso, no»
    «Allora mia cara Maka, non è un incubo»
«Parla chiaro!»
    «Sei incinta, per l’amor del cielo! Il dottore è arrivato qui poco fa con i risultati del test!»
«Non è possibile!»
    « Oh, lo è. Ma la omanda ora è:che intendi fare?»
Scoppiai in lacrime.
«Non lo so, Kid! Non lo so!»
  «Io ti starò vicino, qualunque cosa tu sceglierai di fare»
«R-Rimarrai con me fino alla fine?»
   «Fino alla fine, lo giuro»
Lo abbracciai forte, lui era il mio unico appiglio di salvezza. Lui ora aveva nelle mani un giuramento troppo importante, che sicuramente avrebbe mantenuto.
   «Non voglio abortire, ma non voglio nemmeno che si sappia in giro»
«Okay, sarà il nostro piccolo segreto»
    «Mi odi?»
«Perché dovrei?»
    «Perché mi sono lasciata andare alle passioni, perché sono un’irresponsabile, perché sono una sgualdrina!»
« Tu non sei nulla di tutto questo, chiaro?! Ora sei molto triste e sconsolata, perché sei stata abbandonata. Ora ci sono io con te, per cui piangi quanto vuoi, perché io non ti giudicherò, finchè, il bambino non sarà cresciuto. Solo se lo alleverai bene io potrò giudicarti bene. L’abito non fa il monaco, Maka. Io ti sarò vicino, conta sempre sul mio aiuto.»
 Al matrimonio di Tsubaki,nessuno dei due era allegro. Kid per convenienza era venuto ad abitare con me, mi stava aiutando tantissimo con la gravidanza. Ormai, erano due mesi che ero in dolce attesa, ma del pancione c’era solo un accenno. Comunque per la cerimonia avevo  preso un abito in stile impero, tanto per non rischiare. L’abito era di color rosa antico, mentre sotto il seno ( che stava crescendo a vista d’occhio) una fascia di raso color vinaccia. Un vestito semplice ed elegante.
  Io e Kid non partecipammo al ricevimento, perché  Il sommo Shinigami aveva l’urgenza immediata di parlarci.
  Entrati nella camera della morte, notammo che solo Shinigami era presente. Niente falci della morte, solo lui e noi.
«Ragazzi è parecchio urgente» Shinigami raramente era serio,ma quella era una delle poche volte.
 «Che c’è padre?» disse Kid stringendomi forte a sé
«Avete mai  sentito parlare della DSSI?»
  «No, mai»
«La DSSI  è un’associazione malvagia, che credevamo di aver distrutto,ma si è riformata. Ed ora è tornata nel pieno delle sue forze»
  « Io e Maka, cosa centriamo in tutto questo?»
« La  sigla DSSI, sta per Death, Schyt, Son, Incorporeted. Questa organizzazione è stata creata per studiare i figli di Shinigami e Death Schyt»
«In che senso studiare?»
  « Nel senso, fare su di loro esperimenti atroci. Non capita tutti i giorni che una Death Schyt , o, uno Shinigami  abbiano un figlio, il lavoro non lo permette. Sta di fatto che i figli di quest’ ultimi sono più potenti  di una normale arma o di un normale meister.  Purtroppo, voi siete a rischio, più di tutti. Loro non sanno chi siete o come siete, sanno solo che vivete qui.
  Ora, Marie e Stein  si trasferiranno in Australia insieme a Tsubaki e Black Star»

«Come Anche loro sono a rischio?»
«Si, Maka-chan,Alexis è la figlia di Marie, e, quest’ ultima era una Death Schyt. Per quanto riguarda Black Star, lui è l’unico sopravvissuto del clan della stella, mi sembra ovvio che siano interessati a lui»
 «Per quanto riguarda Tsubaki, invece?»
«Bè, lei ha ereditato la Katana Demoniaca, lei è interessante per quello. Visto, però che loro di voi sanno solo che vivete qui , io vorrei, che ance voi andaste via da Death City fino a nuovo ordine»
 «Kid, io credo, che a questo punto sia meglio dirglielo»
   «Lo penso anche io»
«Dirmi cosa?»
    «Bè, ecco..»
«DUE MESI FA SOUL MI  HA MESSA INCINTA!»
 Shinigami, non so dire se era scioccato o esterrefatto, per colpa della sua maschera non si capiva.
 «Questo sì che è un bel guaio»
«C-Come non mi dici altro?»
  «Ora che lo so, vorrei che nascondeste bene anche il bambino è ESSENZIALE che di lui, o lei no si sappia ASSOLUTAMENTE NULLA!»
  «Come vuole sommo Shinigami»
« Lo terremo segreto con tutti, padre compreso, fino a nuovo avviso. Forza dai, non fate quelle facce,  si risolverà tutto»
  «Chiarissimo, padre»
Stavamo per andarcene, quando Shinigami ci fermò.
«Ah, Kid quasi dimenticavo!»
 «Che c’è ancora? Sei stato abbastanza esplicito, sai!»
«Volevo solo dirti, che vi ho lasciato la mia casa in Arizona e volevo dirti di usare il cognome di Maka, per il lavoro»
   «Sarà fatto, padre»
«Ah e un’altra cosa Kid, ma questa tra me e te in privato»
 Io me ne andai fuori dalla camera della morte ad aspettare Kid. Ero legata a Death City, ma ora non lo sono, perché quello è solo un ricordo che voglio dimenticare. Ora ricomincio da zero, con Kid.
***
Mio padre voleva parlarmi in privato. Sulle prime ero scettico, non volevo lasciare Maka  da sola.
 «Allora? Che hai di così importante da dirmi, tanto da lasciare sola Maka?»
«Volevo dirti di starle vicino, non attraverserà dei bei momenti e da sola non può farcela. Sostienila perché potrebbe esserci un risvolto pericoloso nella vicenda»
  «Risvolto pericoloso per quanto riguarda, cosa?»
«Lo scoprirai fra qualche mese. Ora vai, su!»
 «Grazie dell’avvertimento. A presto padre»
«Ah, eh Kid!»
  «Vuoi farmi andare o no?!»
«Buon compleanno figliolo! Credevi che me ne fossi dimenticato? Il tuo regalo è davanti a casa, usalo quando sei sobrio!»
 - In realtà, quello che se ne era scordato sono io!-
 Uscito dalla camera della morte di fronte a me c’era Maka. Era tutta rossa in viso, ora capivo perché Soul se ne era innamorato: era come una bambina, che tu dovevi proteggere. Era così graziosa.
«K-Kid Buon compleanno!»
Mi porse una scatola e dentro c’erano due portachiavi a forma di pistola.
«L’ho presi, perché sembravano Liz e Patty quando sono sotto le sembianze di pistole, e poi perché sono due, così sono simmetriche, no?»
 «Ė un pensiero meraviglioso, grazie, Maka»
L’abbracciai e poi insieme ci dirigemmo davanti alla mia vecchia casa. Davanti a quella villa c’era una macchina nuova di zecca! Una sportiva decapottabile, nera. UNA SIGNORA AUTO!
« Papà tu sei il mio eroe!»
  «Kid, ma è bellissima!»
«Forza andiamo al nostro appartamento, facciamo le valigie e andiamo in Arizona!»
Eravamo pronti entrambi.
 Pronti a cambiare vita.
 
 

  
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