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Autore: EclipseOfHeart    12/06/2012    2 recensioni
Salve ^^
In questa storia ho voluto raccontare la mia personale versione di come sia nato l'amore tra Vegeta e Bulma, coppia che adoro e che trovo tra le più affascinanti mai create.
"«Se non la smetti di gridare e tentare in qualche patetico modo di convincermi a fare ciò che vuoi, la mia educazione si limiterà ad ucciderti.» disse sibilando parola per parola, per poi andare verso la cucina. Il suo sguardo era gelido e Bulma lo riconobbe come lo sguardo che Vegeta usava durante le battaglie, mentre le sue minacce si trasformavano in realtà.
Eppure non riuscì ad avere paura.
Lei sapeva che non era in pericolo, anche se non sapeva spiegarsi perché.
"
[Questa fanfiction ha partecipato al contest La notte degli Oscar indetto su Writers Arena Rewind]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dark Paradise

 

 

Capitolo IV

 

 

[Even if i try to push you out

Will you return?

Will you love me

Even with my dark side?]

 

 

 

Vegeta seguì Bulma nella sua stanza e continuarono quello cui la giovane aveva dato inizio in cucina.

Le mani di lui non erano gentili, i suoi movimenti così forti che più di una volta Bulma aveva trattenuto dei lamenti per il dolore, non perché vi fosse in lui l’intenzione di ferirla, ma perché era difficile, in certi istanti, ricordarsi che al corpo sotto di lui sarebbe bastato un minimo della sua forza per disintegrarlo.

Fin dal primo attimo Bulma aveva capito che, come sempre, voleva avere lui il controllo della situazione, non voleva sentirsi sottomesso nemmeno in un’occasione del genere e lei capì che era troppo presto per avanzare una richiesta simile.

Non l’aveva mai baciata se non in risposta ai baci suoi e non le aveva detto neanche una parola durante tutto il rapporto, ma non per questo Bulma non l’aveva trovata l’esperienza più passionale della sua vita.

D’altronde il suo unico parametro di confronto era Yamcha e non aveva sentito dubbio, fin dal primo momento, che anche in quel campo vi fosse tra i due un abisso di disparità.

Se, infatti, con il primo avesse da sempre ritenuto il sesso piacevole e divertente non aveva mai realmente pensato che potesse essere così passionale, com’era ogni gesto del Saiyan.

Vegeta l’aveva sempre fatto per soddisfare il suo istinto naturale e non si era mai minimamente curato di procurare piacere alla sua partner, l’importante era che i suoi bisogni fossero appagati. Eppure, per la prima volta che ricordasse, provò un senso di soddisfazione nel sentire la terrestre gemere sotto di sé e dovette contenere quell’insolita euforia altrimenti avrebbe potuto anche ucciderla.

Il Saiyan dovette riconoscere che era sicuramente una delle donne più belle che avesse mai visto e gli sarebbe davvero dispiaciuto disintegrarla.

Con un’ultima spinta sancirono la loro prima notte, mentre l’estasi s’impadroniva di Bulma portandola a chiedersi come da un essere che era così malvagio potesse nascere un ardore simile, che l’aveva bruciata fin dentro l’anima.

Ebbe la certezza che si stava innamorando di Vegeta, di quegli occhi scuri come la notte che mai l’avevano guardata quella sera, interessati solo al suo corpo.

Ma, un giorno, lui avrebbe alzato lo sguardo e l’avrebbe guardata. E questo avrebbe significato molto di più di quanto, apparentemente, un gesto simile possa far intendere.

Bulma Brief affrontava tutte le sfide e ne usciva vincitrice, in un modo o nell’altro.

Dopo pochi minuti e dopo che il respiro di entrambi era tornato a un ritmo normale, Bulma sentì il Saiyan alzarsi dal letto, per prendere i pantaloncini abbandonati a terra e tornare nella sua stanza.

Non si stupì, né rimase delusa o affranta. Rimanere dopo una notte di sesso a dormire con lei sarebbe stato quasi un gesto d’amore e Vegeta non conosceva cosa fosse l’amore.

Non si sentiva usata perché era stata lei a decidere che quell’atto avesse luogo e, quindi, non lo pregò di restare con lei o altre frasi inutili che lo avrebbero solo disgustato. Non disse nulla ma le speranze si accrebbero ancora di più. Un giorno sarebbe rimasto con lei, un giorno lei gliel’avrebbe chiesto e lui, senza risponderle, avrebbe acconsentito.

Ma non era quella notte, sapeva che sarebbero dovute passare molte sere, ma non dubitava del suo successo.

Non occupava che un misero posto, per ora, nella vita di Vegeta ma sarebbe riuscita a cambiare tutto, tentando di insegnare a quel testone che esistevano cose migliori dell’uccidere.

Vegeta, dal canto suo, tornò nella sua stanza pensando che non gli sarebbe affatto dispiaciuto ripetere il divertimento di quella notte ed era convinto che anche la terrestre fosse della sua stessa opinione. Soddisfatto, incrociò le braccia sotto la testa e si addormentò, riflettendo su che tipo di allenamento avrebbe adottato il giorno seguente.

La situazione, da quel giorno, non si modificò radicalmente. I due continuavano a battibeccare come sempre, se possibile con una Bulma ancora più furiosa.

La differenza sostanziale per loro arrivava la notte, i cui incontri diventano sempre più frequenti e abitudinari.

Solitamente lui si limitava a raggiungerla nella sua stanza, non si dicevano nulla ma bastava uno sguardo per intendersi a vicenda, non andavano mai nella camera di Vegeta e lui, alla fine, si rivestiva e si alzava senza sbattere ciglio o rivolgerle una parola.

Tuttavia Bulma pian piano iniziò nei suoi tentativi di scalfire quel muro che Vegeta aveva attorno a sé e, dopo alcuni mesi, cominciò a vedere i primi piccoli risultati che avvenivano tutti in quella stanza che ospitava le loro passioni.

Il primo segnale che ebbe fu quando, per la prima volta, s’impose riuscendo ad avere il controllo con Vegeta sotto di sé e con lei che guidava il loro appassionato gioco, con le sue regole.

Nonostante i borbottii e la sorpresa di trovarsi sottomesso, Vegeta dovette ammettere che era piacevole potersi rilassare sotto un tocco fidato e che quella terrestre stava diventando sempre più sfacciata e passionale. La timida reticenza iniziale era durata ben poco e, come sempre faceva nella vita, anche in quell’occasione tentava di tenergli testa come poteva.

Era sempre a lei sospirare parole e il suo nome nella stanza che si perdeva poi nei gemiti che s’intrecciavano ai suoi. Lui non le parlava, per quale motivo il principe dei Saiyan avrebbe dovuto dirle qualcosa?

Si limitava a farle sorrisi di sfida nel vederla cambiare le regole che lui aveva silenziosamente imposto sin dall’inizio.

Nessuna donna aveva mai osato qualcosa del genere, lei invece era talvolta capace di renderlo inerme alle sue mani e ai suoi baci.

E Bulma lo sapeva, sentiva questo cambiamento. Aveva notato che stava iniziando a cercarla perché gli faceva piacere e non per soddisfare solo un istinto fisico.

Come sentiva che ormai era così innamorata che non c’era speranza che, un giorno, il suo sentimento svanisse o si affievolisse.

Avrebbe amato quel Saiyan come mai aveva amato qualcosa, benché non arrivasse a credere che lui l’avrebbe mai contraccambiata.

Poteva fargli sperimentare l’amore e glielo donava ogni sera, in ogni bacio, in ogni sussurro malizioso, in ogni carezza che lui ormai accoglieva, ma non ricambiava.

 

 

Una sera però non era riuscita a trattenersi e, nell’attimo più inebriante, gli aveva sussurrato nell’orecchio un flebile «Resta qui.» per poi sperare che lui non avesse capito il reale significato di quella richiesta.

Ovviamente Vegeta aveva capito subito cosa intendesse la terrestre e non si stupì affatto che iniziasse ad avanzare una pretesa di quel genere, che lui non aveva alcun motivo di soddisfare.

Che senso aveva restare lì dopo essere stato con lei? Nessuno, lei glielo chiedeva per una qualche forma sciocca di sentimentalismo terrestre che gli sembrava totalmente ridicola.

Quindi, alla fine, si rialzò e si vestì come al suo solito, pronto per andarsene.

Però, prima di uscire dalla stanza, si girò e la guardò piccola come non mai, coricata sul fianco sinistro a bordo del letto e con lo sguardo rivolto al muro.

E, non riuscendo davvero a comprendere quale forza lo stesse spingendo, tornò verso il letto e si sdraiò sul lato destro, chiudendo gli occhi e sperando che quella donna non aprisse la bocca per dire qualche fastidiosa stupidaggine.

Bulma, nel sentire i passi del Saiyan e il suo peso nel letto, si riempì di gioia. Avrebbe voluto girarsi e gridargli il suo sentimento ma sapeva che, in quel momento, non doveva dire nessuna parola.

Vegeta non avrebbe tollerato niente poiché stava facendo una cosa che, sicuramente, la sua mente stessa disapprovava.

Sorrise raggiante e, pur sapendo, che non sarebbe diventata un’abitudine e che dal giorno seguente lui avrebbe ripreso ad andarsene via si addormentò felice, per quella sera aveva vinto lei, su tutta la linea.

Difatti i giorni seguenti se ne andò nuovamente, anche se Bulma trovava più spesso il momento per chiedergli di restare e a volte lui l’accontentava, a volte la lasciava lì, come a sottolineare che lui non sottostava alle richieste di nessuno se non quando voleva.

Passarono i mesi così, tra gli insulti che si lanciavano durante il giorno e i sospiri che si scambiavano la notte.

Una sera come tante, lui non aveva voglia di passare da lei e, dopo la cena, si era limitato a chiudersi in stanza, stanco che anche quel giorno il suo obiettivo non fosse stato raggiunto.

Bulma decisa allora che quella sera sarebbe andata lei nella sua stanza, sapeva che andava incontro a un rifiuto quasi certo e che lui l’avrebbe cacciata in malo modo dalla camera, ma intanto era necessario che capisse che con lei non poteva pensare di comandare solo lui.

Scese silenziosamente le scale ed aprì la porta, vedendo la sua figura sdraiata sul letto, sapeva che non dormisse.

Lui non alzò neanche lo sguardo e disse semplicemente: «Te ne puoi andare, stasera non ho nessuna voglia.»

Bulma non si scompose, aspettandosi nulla di meno e replicò con un sottile ma deciso: «No.»

«Che significa?» replicò alzandosi per fronteggiarla «Non crederai mica che siccome mi diverto con te la notte io abbia sviluppato qualche affetto nei tuoi confronti, vero? Non sei un’umana stupida.» concluse, sicuro che se ne sarebbe andata, ferita da quelle sprezzanti parole.

Lei, invece, scosse la testa e lo fronteggiò: «Certo che lo so, però resterò qui comunque.»

«Vattene.»

Bulma si avvicinò e gli sussurrò lieve: «Cacciami. Io non me ne vado.» sentendosi un po’ indifesa sotto gli occhi di neri che la fissavano arroganti.

«Se uso la forza con te potrei anche ucciderti, te lo ricordi? Ora tornatene nella tua stanza, altrimenti potrei ripensarci e disintegrarti.»

Bulma, per tutta risposta, lo ignorò e si coricò sul letto.

«Ma sei sorda? Vattene, non ho nessuna voglia di stare con te stanotte!» gridò lui non sapendo più cosa dirle, se gli avesse fatto perdere un altro po’ di pazienza l’avrebbe veramente cacciata di forza.

«Non voglio fare sesso, non volevo dormire da sola. Perché, invece di borbottare tanto, non ti corichi e dormi? Mica è la prima volta che dormi con me.» disse lei semplicemente, girandosi su un fianco e dandogli le spalle.

Vegeta restò interdetto e indeciso su cosa avrebbe dovuto fare, era da tempo che quella terrestre continuava a mettergli davanti scelte in cui lui decideva alla fine sempre per quella che riteneva più assurda.

Ora la decisione giusta da prendere era cacciarla via, non aveva senso dividere un letto con una donna senza fare sesso, i Saiyan si accoppiavano per procreare o per soddisfarsi, non creavano legami.

Eppure non lo fece e si sdraiò sul bordo del letto, mentre Bulma sorrideva consapevole sempre più che, nonostante Vegeta tentasse in tutti i modi di reprimerlo, stava davvero creando qualcosa tra di loro.

 

Nessuno dall’esterno si era accorto di questo cambiamento tra di loro, i suoi amici talvolta la venivano a trovare e nessuno poteva immaginare quello che stesse accadendo né lei voleva informarli, per il momento.

Davanti a loro si limitava a rimproverarlo, come sempre faceva, e tutto ciò di cui gli amici si stupivano erano come facesse lei, una debolissima terrestre, a non avere paura e a tenergli testa in quel modo.

Non voleva neanche immaginare cosa avrebbero detto se avessero saputo che era diventata la sua compagna di letto notturna, non che se ne vergognasse perché, fin dall’inizio, aveva messo ben in chiaro le cose tra di loro. Ma potevano sorgere domande, battute che avrebbero rovinato tutto.

La fragilità di quello che c’era tra di loro era così delicata che anche un niente avrebbe potuto spezzarla. Ma lei non l’avrebbe permesso.

Era estate inoltrata quando Bulma realizzò con certezza che Vegeta aveva un cuore buono, ma sepolto sotto un orgoglio smisurato e un passato colmo di odio che gli impedivano di mostrarlo.

Se gli avesse detto una cosa del genere, lui l’avrebbe rigettata con orrore, non era ammissibile che il Principe dei Saiyan fosse buono, questo avrebbe oltretutto significato che era debole e lui non poteva permetterlo.

Ma Bulma lo sapeva, lo sentiva, lei aveva compreso di conoscerlo meglio di quanto lui stesso volesse ammettere.

Quel giorno estivo Vegeta aveva percepito di essere vicino al suo obiettivo, ma ancora questo gli sfuggiva dalle mani, quasi deridendolo.

Frustato, dopo cena, si rifugiò nella stanza di Bulma, bisognoso di uno sfogo.

E lei capì subito che qualcosa nel suo sguardo era diverso quella sera.

«Stai bene?» chiese infatti.

Lui, in risposta, si limitò ad iniziare a spogliarla dell’unico indumento che indossava. Bulma però gli prese le mani e lui fu costretto ad alzare lo sguardo.

«Non sono affari tuoi. Continui a dimenticarti che vengo qui non perché tengo a te, ma solo per divertirmi.» replicò gelidamente.

E faceva male sentirlo, questo Bulma non poteva negarlo. Perché se la sua indifferenza non cambiava, il suo amore non andava che crescendo.

«Lo so. Ma io ci tengo a te e voglio sapere se stai bene, non m’interessa altro.» rispose candidamente per fargli intendere che non voleva davvero nient’altro da lui.

«No, non sto bene.» ribatté di getto, lasciando la presa sulle sue braccia.

Bulma lo baciò, tentando nell’unico modo che conoscesse di farlo sentire meglio quelle poche sere in cui la sua determinazione non ce la faceva.

Vegeta la sollevò da terra e la depositò sul letto, togliendole la camicia da notte mentre lei rimuoveva i suoi pantaloncini.

Aveva spiazzato il Saiyan, come sempre, con quell’affetto che non faceva che dargli nonostante lui continuasse a rifiutarla nei modi più sgarbati.

Perché? Quella domanda lo tormentava, in quei momenti.

Arrivarono al culmine insieme, guidati da Vegeta, che solo in quel momento alzò lo sguardo e lo puntò negli occhi azzurri di Bulma che brillavano come non mai.

Solitamente gli occhi vagavano sul suo corpo o, in alcuni brevi momenti, quando lei si sporgeva a dirgli qualcosa, ma mai lui aveva incatenato il suo sguardo a quello di Bulma.

Le prese entrambe le mani, tirandole insieme a lui e continuando a mantenere intrecciato lo sguardo, incapace, in quei pochi secondi, di staccarlo dal suo.

Quando vennero, nella sua ultima spinta, pensò che lui al Paradiso non ci sarebbe mai andato perché aveva fatto troppe azioni cattive e di cui non si pentiva, ma sicuramente esso doveva somigliare alla sensazione che provava in quell’istante, immerso in quell’azzurro e al culmine del piacere.

Vide e percepì con chiarezza tutto l’Amore che quella terrestre sprigionava, semplicemente guardandola.

Lo aveva sentito nominare spesso tra i terrestri questo sentimento e, per quanto avesse viaggiato nell’universo, erano l’unico popolo in cui questo si sviluppasse così assiduamente e intensamente.

Non aveva mai visto uno sguardo così colmo d’affetto diretto verso di lui e ne restò sorpreso, più di quanto avrebbe mai creduto.

L’amore non nasceva forse verso una persona gentile e buona? Lui aveva dimostrato sentimenti completamente opposti verso di lei, cosa vedevano gli occhi di Bulma di diverso dai suoi?

Dopo essersi calmati, Bulma si rannicchiò aspettando i suoi passi che si muovevano verso la porta, ma Vegeta non si alzò, limitandosi a girarsi.

Stavolta non era stata lei a chiederglielo, aveva deciso lui di restare con lei, per quella notte.

Vegeta non si chiese il motivo della sua decisione ma notò come quella Bulma occupasse sempre più posto nei suoi pensieri, lui voleva soltanto un divertimento notturno ma tutto stava sfociando in qualcosa di più.

Stava diventando più debole restando a contatto con quell’umana, le sensazioni che sentiva con lei erano diventante davvero piacevoli, più di quanto si aspettasse.

Non avrebbe raggiunto il suo obiettivo continuando in quella direzione, i suoi modi si stavano ammorbidendo, lui era Vegeta, lo spietato principe dei Saiyan, quelle abitudini dolci – gli disgustava perfino pensarle certe cose – dovevano essere abolite al più presto.

Non poteva continuare a stare in quel luogo e, prima di addormentarsi, Vegeta meditò, per la prima volta, il pensiero di andarsene da quel luogo, di andarsene da lei.

 

 

 

Fine del IV capitolo.

Perdonatemi tantissimo se vi ho fatto attendere un po’ più del solito per questo capitolo, ma purtroppo avevo un esame da preparare e sono stata lontana dal pc xD

Penso che il prossimo sarà l’ultimo capitolo, a meno che non lo divida diversamente, ma non credo.

In questo capitolo Vegeta e Bulma parlano veramente pochissimo ed è una scelta mia perché è così il loro rapporto, si dimostrano l’amore a gesti, non a parole.

E poi c’è Vegeta che sta iniziando a sentire qualcosa, sicuramente non l’amore che prova Bulma, ma qualcosa che tenta di ostacolare come può e che, invece, si fa sempre più strada.

E poi ho scelto di far evolvere la loro situazione, mostrandovi gli sviluppi, intorno a un ambito quasi sempre rivolto al sesso perché, in fondo, non credo proprio sia possibile un’evoluzione più romantica o diversa (per quanto io li trovi romanticissimi *_*)

I versi iniziali vengono dalla canzone “Dark Side” di Kelly Clarkson.

 

Ringraziamenti:

 

-      Hermione82: *-* grazie mille della recensione e del complimento, spero che anche qui l’effetto a salita ti abbia soddisfatta u.u

-      Sary19: spero che anche qui Bulma ti sia piaciuta u.u che tenta di farlo innamorare xD

-      MariannaV: sì anche a me Bulma mi piace come personaggio *_* nella serie Dragonball la ritenevo un po’ superficiale e vanitosa, invece con Vegeta dimostra di essere proprio una grandissima donna ** ma Yamcha non ha ancora finito di giocare le sue carte, sai u_u (piccolo spoiler :P)

-      Federika21: arrossisci pure perché è esattamente ciò che penso *_* sono contenta che la storia ti stia prendendo e spero che anche questo capitolo riceva una tua recensione ** un bacio :*

-      Aly99: grazie per averla messa nelle seguite *_* spero ti continui a piacere!

 

 

Ringrazio anche tutti coloro che hanno inserito la storia nelle seguite/ricordate/preferiti (grazie davvero **)

Un bacio.

 

 

EclipseOfHeart

 

   
 
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