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Autore: Pleasance Carroll    12/06/2012    1 recensioni
ciao a tutti!
questa storia parla di tutti i personaggi del Ciclo ma principalmente di Murtagh che, inviato da Galbatorix a sterminare dei ribelli per ottenere degli Eldunarì, pensa di averli uccisi tutti ma...presto si ritroverà tra le mani l'unica superstite di quel popolo decisa a vendicarsi. Nessuno dei due sa però che la reciproca vicinanza è in grado di spingerli al limite...
spero vi piacerà metto il rating arancione per precauzione.
fatemi sapere che ne pensate
marty23
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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EPILOGO

 

Isis aprì gli occhi quando un raggio di sole le sfiorò il viso. Fuori dalla piccola tenda dove dormiva, poteva sentire la carezza delle dita del vento, il brulicare di voci del primo mattino, ora che l’accampamento si stava risvegliando; era quel genere di voci che la donna aveva già udito al mercato di Narda, dalle quali è piacevole farsi risvegliare, ma nel complesso erano basse, quasi fioche, stanche.

Isis comprese senza difficoltà il perché: da quasi tre mesi ormai, le varie popolazioni di Alagaesia, riunite sotto il vessillo dei Varden, stavano combattendo assieme, in diversi assalti, attacchi di guerriglia e scontri frontali, conquistando, convincendo o piegando, una città dopo l’altra, compiendo quindi la lenta, ma inesorabile avanzata che li avrebbe condotti ad Uru Baen.

Al solo pensiero delle marce estenuanti, nelle notti trascorse in dormiveglia, avvenute durante quei mesi, anche ad Isis facevano male le membra, e tuttavia, il risveglio, quella mattina, l’aveva trovata serena, felice.

Senza sciogliere l’abbraccio che le circondava le spalle, perciò, si girò lentamente sul materasso, con lentezza, nel cerchio delle forti, calde braccia di Murtagh, finchè non trovò il viso del Cavaliere davanti a sé, addormentato.

La coperta gli celava metà del petto, nudo; sulla pelle non c’era più alcuna ferita, e restavano soltanto i segni di poche cicatrici, tra cui quella biancastra, circolare, all’altezza della spalla, che lei stessa aveva avuto l’onore di procurargli, quando ancora non si conoscevano.

La donna on resistette: l’impulso di sfiorargli quel segno, in tante piccole carezze, con i polpastrelli, la vinse e nel frattempo si perse ad osservarlo.

Murtagh non diede segni di volersi svegliare, quindi Isis si ritrovò ad ammirare il suo volto disteso, nel sonno, scoprendo di non essere in grado di saziarsene, e rimase a studiarne ogni più piccolo particolare, ogni respiro. Le era già capitato di restare a guardare quel Cavaliere, mentre dormiva, ma le volte precedenti, aveva sempre scorto un ragazzo che era stato obbligato a crescere i fretta, e che si atteggiava a uomo, che nel sonno sembrava trovare pace- specialmente se tra le sue braccia- ma non sempre, perché i fantasmi delle sue costrizioni, delle sue paure, di tanto in tanto lo seguivano anche quando lui aveva gli occhi chiusi, e allora Murtagh corrucciava la fronte e qualche volta si risvegliava persino di soprassalto, la fronte madida di sudore.

Ora, invece, era diverso: il Cavaliere che le stava davanti, dormendo a poche spanne di distanza da lei, sembrava una persona completamente diversa; parte dei riccioli castani erano sparsi sul cuscino, mentre altri erano impigliati nella rada barba chiara, celandogli il viso disteso, tranquillo ma serio, in un atteggiamento che lasciava trasparire protezione e calma.

Isis rimase senza fiato, quando realizzò che il Cavaliere aveva ormai un viso d’uomo, un uomo forte, protettivo, con le sue certezze, che aveva dovuto farsi avvolgere dall’oscurità per conoscere la luce, che era abbastanza folle da fare sempre la cosa giusta, che lei, a causa della sue inutili, trascorse paure, aveva rischiato di allontanare, di ferire e di perdere per sempre. Ma lui, nonostante l’infantile modo di fare della ragazza, l’aveva voluta al suo fianco.

Una lacrima di commozione le sfuggì dagli occhi quando Isis scostò i ricci dal viso di Murtagh in una carezza, mentre capiva che lei o che quell’uomo si erano sempre amati, di un amore che aveva assunto varie forme, sin da quando si erano incontrati al palazzo di Galbatorix e che ora che si conoscevano, lei poteva dire che Murtagh era il suo uomo.

Le sembravano trascorse ore, quando finalmente Isis decise di alzarsi in piedi, in parte dispiaciuta di non poter restare a vedere gli occhi castani che, una volta aperti, avrebbero brillato più del sole, trovando il riflesso del viso della Dark Angel rispecchiato in essi.

La ragazza quindi, si diresse nell’angolo della tenda dove era stata sistemata l’armatura bianca di suo padre e, dopo essersi lavata, rabbrividendo appena poiché il suo corpo nudo era esposto alla leggera corrente, ed all’acqua fredda nel catino; salutò l’Eldunarì del drago di Vrael con un tono che alle sue stesse orecchie suonò strano, simile a quello di un’orsa protettiva e serafica.

Buon giorno maestro.

Salute a te, Isis. Ho delle importante notizie da darti: stanotte, mentre tu e Murtagh eravate…diciamo…occupati nonostante l’Eldunarì avesse usato il massimo tatto, la ragazza si sentì quasi soffocare per l’imbarazzo(le guance poi, le si imporporavano ancora di più all’idea che, nonostante il suo maestro fosse al sicuro in uno scrigno ligneo sepolto nella terra sotto il letto, la lontananza non gli avrebbe impedito di osservare quella reazione nella sua allieva) …come ti dicevo, Eragon è stato convocato assieme ai capi degli altri popoli nella tenda del comando di lady Nasuada, ed è stato così gentile da aprirmi la sua mente perché sapessi che è stato deciso il giorno in cui marceremo su Uru Baen.

Isis provò- e quell’emozione investì anche il candido cuore dei cuori- una sensazione d’immenso sollievo, poiché finalmente la libertà per la quale lei stessa lottava da quasi tre anni, avrebbe trionfato e tutto il dolore, la sofferenza(che si rispecchiavano anche nella crociata che i Varden stavano compiendo, nell’avanzata verso la capitale dell’Impero)e l’ingiustizia, sarebbero cessate. E la pace, tanto agognata, anche dal suo popolo, avrebbe avvolto ogni cosa.

Quell’euforia, la felicità furono in parte mitigate, quando ad Isis tornarono in mente le immagini di morte che avevano distrutto i Dark Angel e, nel momento in cui si voltò a guardare Murtagh, ancora disteso sul piccolo letto che condividevano, il cuore della donna si strinse a tal punto che le parve che da un momento all’altro sarebbe potuta precipitare in una voragine.

Non poteva, non voleva perderlo. Prima che gli occhi le si riempissero di lacrime, il suo maestro intervene, inondandola con un soffio pacificante, che riuscì a calmarla immediatamente.

Non temere, mia coraggiosa pupilla, la decisione che mi è stata comunicata, è stata presa a seguito di molti calcoli e riflessioni. Se Nasuada ha decretato questo, ciò significa che siamo equipaggiati al meglio, e le possibilità sono a nostro favore. Ora sarà meglio che indossi l’armatura di tuo padre… le consigliò l’Eldunarì, saggiamente.

Isis perciò, obbediente, fece quanto le era stato detto e, mentre sentiva i gambali canuti adattarsi ai suoi polpacci, ricordò con un sorriso che qualche tempo prima, il suo maestro le aveva rivelato che l’armatura di suo padre le calzava a pennello perché era stato Vrael stesso a gettarsi sopra un incantesimo, perché il suo erede potesse indossarla senza difficoltà. Fu per questo che rimase quasi esterrefatta quando si rese conto le la cotta di maglia le stava stretta e che, la corazza in metallo bianco, non le entrava, e invece, le restava sospesa all’altezza del ventre!

Tentò più e più volte di farsela entrare ugualmente, imitando le anguille, che spesso aveva visto infilarsi anche nei più piccoli spazi, coi loro modi sfuggenti, ma invano. Se ne sentì quasi offesa, colpevole, amareggiata, anche se non sapeva cosa stesse succedendo, e soprattutto, perché.

Improvvisamente, come spuntate dal nulla, avvertì due mani che, con delicatezza ma con fermezza, riuscirono a liberarla da quella sorta di trappola in metallo, facendole tornare a vedere a luce del sole che si intrufolava nella tenda, quindi si strofinò gli occhi, e nel trovarsi davanti Murtagh, il suo Cavaliere, nonostante questi fosse sorridente, quasi raggiante, lei non potè fare a meno di fissarlo di sott’ecchi, mortificata.

-         Io…io non capisco cosa stia succedendo…- sussurrò, riuscendo a malapena a far uscire le parole dalle labbra.

-         Io sì, invece, lo so che ti sta succedendo…- rivelò il Cavaliere, criptico, perciò Isis, con i nervi ancor più tesi in attesa della sua spiegazione, rischiò di perdere la pazienza, perché l’uomo sembrava perdere tempo, addirittura sviare quel momento, mentre le toglieva ciò che era riuscita ad indossare dell’armatura di Vrael e, prendendola in braccio, la depositò con attenzione sul letto.

Isis sentiva di avere i nervi a fior di pelle: odiava non sapere cosa aspettarsi, perché ciò comportava che non poteva sapere come comportarsi di conseguenza, come reagire; e non riusciva ad impedire alle sottili funi di preoccupazione, che avvertiva tendersi lungo tutto il suo corpo, di correrle rigide sotto la pelle.

Solo quando Murtagh si chinò su di lei e premette le labbra sulle sue, la donna avvertì che la tensione si scioglieva in tanti soffi di vento, le parve poi, che non l’avesse mai provata quando il Cavaliere approfondì il loro bacio, gesto al quale lei rispose prontamente e con gioia, con naturalezza, avvinghiandosi al suo collo, per attirarlo a sé, mentre entrambi si sorprendevano di quanto la reciproca presenza fosse in grado di risvegliare ogni volta in entrambi una passione che li faceva somigliare a ragazzini pazzamente innamorati.

-         Ti amo- si lasciò scappare sorridendogli contro le labbra, e sentiva che le sarebbe scoppiato il cuore se avesse tardato un solo attimo a dirglielo.

Murtagh, che aveva adagiato il suo corpo seminudo contro quello di Isis, si sollevò facendo forza sulle braccia, quel tanto che bastava per ammirare il bellissimo viso della sua amata, e le sorrise, mentre gli occhi gli si illuminavano, sorridenti anch’essi, e il cuore gli accelerava i battiti, consapevole del fatto che lei avrebbe capito quanto l’amava, anche senza parole.

-         Sai, amore mio,- esordì quindi,- avrei voluto dirtelo ieri sera, quando il tuo maestro e Castigo me l’hanno confermato, dopo che Lara e Saphira me ne avevano accennato, ma ti sei addormentata tra le mie braccia…- tornò a piegarsi sul corpo di lei, con lentezza, flettendo i muscoli ed iniziando a premere le labbra sul collo di Isis, sulle sue spalle…

-         Cosa…ah ah, cosa ti hanno confermato?- gli domandò, tra le risa poiché la barba di Murtagh le faceva solletico e le parve quindi quasi un miracolo che riuscisse a contrarsi sulle parole del Cavaliere.

-         Che…sei incinta.- le svelò, tirandosi definitivamente su, per sedere tra le gambe di lei, leggermente divaricate, ora che era distesa sul letto.

Ad Isis mancò il respiro quando quelle parole le raggiunsero le orecchie, e l’espressione sconvolta, stupita, che le si dipinse sul viso, prese il posto di quella spensierata che aveva avuto fino ad un attimo prima, le pareva persino di non essere in grado di provare altro all’infuori dell’incredulità.

Dopo un interminabile momento di silenzio, durante il quale Murtagh temette che la sua donna sarebbe scoppiata a piangere, annunciando che rifiutava quanto le stava accadendo, dovette ricredersi poiché Isis agì quasi automaticamente nel portarsi una mano sul ventre pronunciato, in un sorriso raggiante.

Un’emozione intensissima la travolse e on riuscì ad impedire che lacrime di gioia le rigassero il viso, mentre diceva:

-         Davvero? Oh, amore, non ne sei felice?- la figlia di Vrael fece per tirarsi su, puntellandosi sui gomiti, ma il Cavaliere di Castigo col cuore traboccante di felicità, nel vederla tanto contenta si chinò ancora una volta su di lei, adagiando il proprio corpo sul suo mentre la coccolava e le baciava il ventre.

-         Un figlio nostro! Murtagh, pensa! Magari sarà come l’avevi descritto tu, con i miei occhi e sarà bellissimo vederlo addormentarsi tra le tue braccia mentre io gli racconto delle favole.- continuò Isis, e il figlio di Morzan ammise che poche altre volte l’aveva vista così felice e condivise la sua gioia con lei attraverso baci, sorrisi e i battiti dei loro cuori, che pulsavano all’unisono.

Per un po’ rimasero abbracciati, a fantasticare sul loro bambino,a bisbigliare i suoi possibili nomi ad immaginarne i tratti del viso, o il suono della voce poi, d’un tratto Isis bisbigliò:

-         Pensi che sarei…che saremo dei bravi genitori?- e il suo volto coloro nocciola si oscurò per un secondo.

Il Cavaliere le prese con naturalezza il viso tra le mani, rassicurante e la baciò, ancora una volta.

-         Ma certo amore mio, gli insegneremo tutto ciò che sappiamo, e impareremo anche noi qualcosa ogni giorno, e tu sarai una madre fantastica perché, d’altra parte, come si può non amarti?- la tranquillizzò. Avrebbe voluto spogliarla e fare l’amore con lei, ma la donna gli fece segno di aiutarla a tirarsi su, replicando:

-         Grazie Murtagh. Forza, allora, per favore, puoi fare qualche magia perché possa di nuovo indossare l’armatura di mio padre? Oggi è il giorno stabilito dai Varden per attaccare Uru Baen e voglio cominciare da subito ad essere una brava madre, facendo sì che nostro figlio possa nascere in una terra pacifica.-

-         Isis…vuoi…vuoi davvero combattere?- boccheggiò l’uomo, sentendosi perso.- Non credi sarebbe meglio se restassi al sicuro?-

-         Certo che intendo combattere. O pensi che dovrei rinunciare solo perché sono una donna? Una guerra, specie una guerra simile colpirà tutti noi, indistintamente, ci ha già colpiti durante questi mesi, e io non mi tirerò indietro proprio adesso, non dopo che tutto il mio popolo si è sacrificato per questo sogno di libertà cui siamo così vicini, non ora che manca così poco, perché so che, sia se scendessi sul campo sia che restassi qui e l’accampamento venisse attaccato, un qualsiasi soldato dell’Impero, non si preoccuperà di fare differenze, non mi risparmierà solo perché sono una donna, così come non risparmierebbe il figlio di Lara e Simon e tutti gli altri bambini che rimarranno nascosti qui all’accampamento, mentre l’esercitò marcerà su Uru Baen: perciò voglio per la nostra libertà e la salvezza di tutta Alagaesia.- spiegò, decisa.

Murtagh sapeva che le parole di Isis erano intrise di verità, eppure sentiva che il suo cuore non riusciva a smettere di tremare, né la sua pelle di rabbrividire perché…aveva paura.

Perciò- anche se non seppe grazie a quale forza- si alzò in piedi, portandosi dinnanzi alla donna, sono per cadere in ginocchio davanti a lei, mentre le custodiva le mani tra le sue.

-         Isis…ti imploro, potrebbe succedere qualsiasi cosa, potresti…non tornare…e questo non lo sopporterei, soprattutto ora che potreste essere in due a non fare più ritorno…ti prego, ho paura, non voglio perderti…- la supplicò, con voce fragile.

Alla figlia di Vrael si strinse il cuore dinnanzi a quello spettacolo. Sentendo parlare il suo uomo a quel modo, le parve di rivivere di nuovo il ricordo degli ultimi momenti che i suoi genitori avevano vissuto insieme, e per un attimo fu sul punto di cedere, acconsentendo, pur di non vederlo in quello stato sofferente; e tuttavia, trovò la forza di opporre un’ultima resistenza:

-         Amore, so che c’è questa possibilità, l’abbiamo saputo entrambi sin dal primo momento in cui tutto questo è cominciato, ma siamo sembra andati in battaglia insieme, e siamo sempre tornati insieme, perché questa volta dovrebbe essere diverso? Se tu ora andassi da solo, e ti accadesse qualcosa, non mi perdonerei mai di non aver potuto fare nulla per impedirlo, di non esserti stata accanto. Ti prego, lasciami venire con te, abbiamo iniziato insieme questa battaglia, (persino questo bambino l’abbiamo concepito insieme!) Perciò finiamola insieme, fianco a fianco, così quando nascerà, potremo raccontare a nostro figlio che abbiamo reso insieme Alagaesia un luogo libero.- aveva il fiato corto, le guance arrossate e il cuore che le batteva follemente, mentre teneva una mano poggiata sul ventre leggermente rigonfio; era rimasta in quella posizione per tutto il tempo in cui aveva parlato, un chiaro segno del fatto che anche lei provava paura- come l’aveva sempre provata la mattina di ogni battaglia- specialmente ora che portava un’altra vita dentro di sé poiché sarebbe stata responsabile anche di un altro paio di occhi sui quali, se le fosse accaduto qualcosa, sarebbe potuta scendere la notte.

-         Isis, figlia di Vrael, sei la persona più folle che io abbia mai conosciuto, e ti amo. Vi amo entrambi.- le confessò dopo un attimo di silenzio carico d’attesa, che Murtagh ruppe mormorando un incantesimo che rese la bianca armatura di Vrael adatta alla sua erede, ma Isis, prima di andare ad indossarla, gli confessò:

-         Anche io ti amo, Murtagh, figlio di Morzan.- e si sollevò appena sulle punte, per baciarlo, e tutto divenne muto, il resto del mondo, i preparativi per l’ultima, imminente battaglia, divennero muti, inesistenti. In quel momento Isis seppe che non avrebbe voluto essere in nessun altro luogo di Alagaesia, perché sentiva che esistevano solo lei, Murtagh(ed il piccolo frutto del loro amore) e sapeva che avrebbero combattuto per la loro libertà, per la loro felicità, fianco a fianco, insieme.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Eccomi qui,

o dovrei dire eccoci qui alla fine della storia, che poi, secondo me è la fine di un viaggio.

Spero che ora finalmente tutto ciò che ho scritto abbia trovato la sua degna conclusione, che la profezia di Angela abbia acquisito il suo significato, così come tutti gli altri spunti disseminati tra queste pagine.

Come avrete notato ho lasciato il finale aperto, perché credo che nulla di meglio di questa tipologia di finale possa rispecchiare la vita, perché lascio a voi la possibilità di sognare, di immaginare ciò che avverrà dopo, di vederla come preferite, anche se sostanzialmente mi sembra di aver lasciato il germoglio per un lieto fine. ^_^

 

Spero che questa fan fiction vi sia piaciuta e che possiate perdonarmi per i lunghi tempi d’attesa e le decine di avvisi che ho messo in itinere per sospenderne il postaggio.

Vi ringrazio davvero infinitamente

Marty23

 

 

PS ho un piccolo annuncio da farvi: molto probabilmente, quando avrò capito come si fa e soprattutto come si carica si carica su youtube, realizzerò un video su questa storia. Non temete, quando il progetto sarà terminato sarete avvisati tramite un messaggio privato qui sul sito(ah, ma vi va di essere avvisati di questa cosa?)

 

  
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