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Autore: Emily OneDirection    12/06/2012    4 recensioni
Ero una semplice ragazza coi genitori separati.
Era tutto così normale prima.
Un giorno ho scoperto cosa era.
L'ha uccisa ed ora sono sola, sola contro il mondo.  
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 . You're Beautiful
 
 
Era successo di tutto, l’impossibile, l’impensabile, ed ero lì, dopo essermi assentata le prime due settimane, mi trovavo davanti alla scuola.
Per quanto la odiassi ringraziai il cielo di trovarmi lì e non a casa dove mia zia mi guardava con delle espressioni che solo Dio sapeva interpretare.
Feci qualche passo e mi sentii stringere da qualcuno. Quando capii mi partì una risata. Ricambiai l’abbraccio di Elise.
“Ellie, stringi un po’ troppo!” Esclamai. Ero l’unica a ridere in quel momento. Mi staccai dalla stretta. “Per favore, ridi” La supplicai.
Finse in sorrisetto e le dissi che andava bene.
Ci avviammo verso l’entrata.
Avevo la sensazione di avere tutti gli occhi addosso e cercavo di convincermi che non fosse vero, ma quando mi guardai attorno divenni rossa per l’imbarazzo.
Perché? Perché se sono reduce di una disgrazia simile devo essere quella che viene fissata da tutti a scuola?
“Tranquilla, oggi arriva uno nuovo, si dimenticheranno di te in poco tempo” Mi tranquillizzai leggermente mentre mettevo piede dentro la scuola.
Mi restava solo sperare che il nuovo arrivato fosse un figo e poi il resto sarebbe andato da sé.
“Signorina Shay!” Urlò il preside vedendomi e facendo girare quel gruppetto di alunni che era lì vicino. Lanciai loro un’occhiataccia e si voltarono dalla parte opposta.
“Salve mr. Gray, posso fare qualcosa?” Domandai fingendomi naturale.
“Oh, no, tesoro, volevo solo chiederti come stavi” Il suo vocione gli dava un’aria simpatica. Sorrisi e annuii mentendo.
Suonò la campanella e dovetti correre insieme alla mia amica verso gli armadietti. Entrammo in classe con sette minuti di ritardo.
“Scusi tanto signorina Evan le prometto che non accadrà più!” Dissi una volta dentro. La prof che mi odiava annuì e mi indicò l’ultimo banco rimasto libero.
Ne fui sorpresa ma mi affrettai ad andarmi a sedere. Tirai fuori il libro che avevano tutti e lo poggiai sul banco. Un foglietto cadde a terra. C’era scritto qualcosa. Lo lessi.+
 
Sono felice che tu sia tornata,
rivedere il tuo viso mi rende il
ragazzo più felice del mondo.
Spero tu stia meglio.
 
-il tuo migliore amico Josh  JJerk
 
Sorrisi alle parole di Josh e mi misi il pezzo di carta in tasca. Lui era dall’altra parte dell’aula. Gli sorrisi e ricambiò.
Sentii che qualcuno mi tastava il braccio. Mi voltai e rimasi fulminata dai suoi occhi. Erano così verdi e profondi. Era come se ci cadessi dentro.
Mi passò qualcosa che afferrai e sbattei più volte le palpebre per tornare alla normalità. Era un bigliettino.
 
Sei bellissima.
 
Arrossii. Mi voltai di nuovo ma era già preso dalla lezione così cominciai ad ascoltare anche io.
 
 
 
“Signorina Shay, è stata lei a sparare a suo padre?” Mi ripeté nuovamente lo sbirro. Deglutii. Che mi sarebbe successo se avessi detto la verità?
Lui uscì muto ed entrò una signora dai capelli castani e la carnagione scura. “Ciao Meghan” Mormorò dolcemente.
“Perché lei mi chiama per nome?” Chiesi con tono scontroso. Sorrise annuendo. Mi cominciava a dare sui nervi.
“Sono la tua psicologa, France, tu hai solo sedici anni, non c’è bisogno delle formalità.” Annuii facendole vedere che avevo capito.
Una psicologa?
“Comunque sono una neuro-psichiatra.”
Ecco. Io soffrivo per mia madre e loro mi credevano matta. “Che vuole sapere…” Cominciai. “France?” Lo dissi con disprezzo.
“So che non mi risponderai di si, ma ti volevo chiedere se…” Inarcai un sopracciglio aspettando che finisse. “Hai ucciso tu tuo padre?” Sbuffai e la mia rabbia crebbe in un millisecondo.
Cominciai a sudare e a tremare e riuscivo a capire di essere rossa in viso. Mi stava cominciando a dolere la testa.  “Si! È questo che vuoi sapere? Si, ho preso quella cazzutissima pistola e gli ho sparato dritto nel cuore!” Strillai.
Andai verso la parete e mi calai a terra, nell’angolo. Cominciai a piangere e mi rifugiai con la testa tra le mie ginocchia.
Sentii una mano accarezzarmi la testa. Alzai lo sguardo. Lei era lì, con un sorriso da mamma premurosa, a cercare di calmarmi.
“Non ti succederà nulla. Dato che è sicuramente stato perché ti stava per far male non ti accadrà nulla, dovrai solo presenziare per delle visite settimanali con me.” Mi spiegò tranquillizzandomi.
“Dove andrò a vivere?” Domandai. Sorrise per l’ennesima volta.
“Tua zia Jenna ha accettato di ospitarti a casa sua, dove vive anche la tua sorella maggiore Lydia, o mi sbaglio?” Scossi la testa.
“Non ti sbagli”
 
“Signorina Shay?” La voce della segretaria di France mi svegliò. Ma perché mi chiamavano tutti in quel modo? Comunque interruppe il mio sogno nonché anche ricordo.
Spalancai gli occhi e mi resi conto di essermi addormentata. Risi e mi misi a sedere. “Scusa Liz.” Mi fece un segno a mo’ di ‘non importa’.
“Meggie?” Saltai in piedi stropicciandomi gli occhi. “Meghan, hai dormito stanotte?” Mi domandò la mia psichiatra avvicinandosi a me.
Scossi la testa. “Non ci riesco questo periodo, non sopporto lo stress che mi trasmette mia zia.” Ammisi.
Mi fece strada verso il suo studio e finalmente mi allontanai dalla sala d’attesa.
“Qualcosa di bello oggi?”
“Bhé…” Tirai fuori il foglietto e mentre glielo passavo lessi nuovamente la scritta.
 
Sei bellissima.
 
Le porsi il biglietto di carta. Mentre lo guardava fece un’espressione di apprezzamento. Sorrisi e lo afferrai quando lo lasciò sulla scrivania.
Era la prima cosa positiva dopo tre mesi. Dovevo tenerlo in caldo.
 
 
  
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