Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: lostwithoutmusic    12/06/2012    1 recensioni
Per Kurt questa doveva essere l’estate più bella della sua vita, passata a preparsi a vivere il suo sogno: Brodway. Ma una semplice lettera aveva sconbussolato letteralmente la sua vita.
Distrutto, e allo stesso tempo deluso da se stesso, si ritrova obbligato a dover passare le sue vacanze dall’altra parte degli Stati Uniti, con persone che erano anni che non vedeva.
Ormai arreso all’idea di rimanere completamente solo, e senza un futuro, un incidente scolvolgerà completamente la sua vita.
“Kurt finiscila di lamentarti. Vedrai che zia Madge e Santa Monica ti faranno bene.quindi smettila di comportarti così e salta in macchina, il nostro aereo parte tra due ore” sbuffando il giovane ubbidì.Quella sarebbe stata una lunga, lunghissima estate.”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ho un paio di cose da dire, ma lo farò alla fine del capitolo.

Warnings: non ce ne sono molti, ma mi sembra giusto metterli. Primo fra tutti, Blaine è leggermente OOC (al contrario, cercherò di rappresentare Kurt il più possibile uguale alla realtà). Ci sarà angst in 3/4 capitoli, menzione di attentato suicidio (non sarà grafico però, ovvero ne parlerò ma non descriverò l’atto in se). Inoltre ci saranno menzioni di bullismo e violenza domestica (e anche di questi non verrà descritto l’atto in se), molto fluff e probabilmente (non sono sicura perché non sono buona a scriverlo) smut.
Eh dovevano essere pochi, va bene così.





Il giorno del diploma fu un susseguirsi di eventi che passarono sotto gli occhi di Kurt Hummel senza che lui se ne accorgesse. Alzarsi, prepararsi per andare a scuola, indossare quella toga fuori moda, cantare insieme ai suoi amici, il giovane controtenore visse tutto questo con la testa da tutt’altra parte.
Il giorno precedente a casa Hummel-Hudson erano arrivate due lettere tanto attese, e una di queste portava proprio il suo nome. Lui sapeva già quello che c’era scritto li sopra e non vedeva l’ora di poterlo verificare con i proprio occhi. Era sicurissimo che la sua audizione per la NYADA era andata magnificamente, o così Carmen Tibideaux gli aveva detto, ma, come lui, la sua migliore amica Rachel Berry e suo fratello Finn Hudson avevano deciso, avrebbe dovuto aspettare fino alla fine della consegna dei diplomi per essere veramente sicuro di essere entrato nella scuola dei suoi sogni.
 
Appena la musica finì, tutti lanciarono in aria il loro cappello e, tra sorrisi e lacrime, si abbracciarono.
La mente di Kurt, però, era solo occupata da quella busta bianca che in quel momento si trovava nella tasca interna della giacca di suo padre.
L’unica ad accorgersi della sua distrazione fu la sua seconda migliore amica, Mercedes. Infatti, la ragazza gli si avvicinò e gli sorrise “Tutto a posto pasticcino?” chiese e lui le annuì con poca convinzione “Vedrai che andrà tutto bene. Ero lì sul palco con te alla tua audizione e hai fatto faville, l’hai completamente impressionata. Sono dei pazzi se non ti hanno presi, non sanno cosa si perdono” cercò di incoraggiarlo e il giovane scosse la testa “Mi hanno preso, ne sono sicuro. Devo solo vederlo con i miei acchi” disse in tono fermo per poi fare un piccolo sorriso alla sua amica. In verità nel profondo non era proprio sicuro di avercela fatta, una piccola parte di se continuava a ripetergli che era ancora presto per cantare vittore e che avrebbe dovuto aspettare prima di montarsi la testa.
Gli bastò, qualche minuto più tardi, uno sguardo lanciato a Rachel e Finn per capire che era finalmente arrivato il momento.
 
Liberatosi della toga entrò nella choir room, seguito da suo fratello, ed entrambi lasciarono sullo sgabello nero, che si trovava al centro della stanza, la loro busta.
“Sto davvero facendo fatica a respirare ora” disse con voce strozzata dall’emozione e dall’ansia che lo stavano pian piano divorando.
Pochi secondi dopo furono raggiunti da Rachel che entrò a passo deciso “Siete pronti ragazzi?” chiese e subito il fidanzato le rispose “No, voglio aspettare” disse mentre anche lui si faceva prendere dall’ansia “Per quanto?” fece a quel punto Kurt leggermente irritato: prima finivano e prima avrebbe finalmente iniziato a vivere il suo sogno.
Finn alzò leggermente le spalle “Per sempre” rispose tristemente “No, solo qualche altro minuto” si corresse immediatamentre “Ma..questo è l’ultimo momento, prima che sapremo tutto. Una volta che apriremo queste buste, le nostre vite cambieranno del tutto, nel bene o nel male. Voglio solo un altro minuto con voi ragazzi, qui così.” tutti e tre si guardarono mentre i loro occhi si riempiva di lacrime.
“Allora chi è il primo?” chiese poi il controtenore cercando di trattenerle e il fratello si fece avanti “Andrò io per primo, ho un buon presentimento”. Con il sorriso sulle labbra prese in mano la sua lettera e Rachel lo bloccò “Non importa quello che succederà, saremo qui l’uno per gli altri” e quelle parole gli diedero il coraggio di aprirla. Il suo volto cambiò immediatamente espressione “Non mi hanno preso” mormorò, e sul viso degli altri due si riflettè il suo stesso orrore.
La sua fidanzata gli corse subito incontro “Andrà tutto bene” gli disse, ma lui scosse la testa “Per favore, qualcuno apra la sua lettera, dai” esclamò, mentre rabbia e delusione si facevano spazio dentro di lui.
Kurt deglutì rumorosamente “Faccio io” e sospirando profondamente prese la propria busta. L’aprì, cercando di fare il più veloce possibile, e, saltando tutti gli inconvenevoli, arrivò alle parole che veramente gli interessavano, parole che lo trafissero come cento pugnali.
“Non mi hanno preso” mormorò, mentre le lacrime gli invadevano gli occhi. Non poteva essere vero, non voleva neanche crederci. “Non mi hanno preso” ripetè mentre le braccia della sua migliore amica lo avvolgevano e lei continuava a ripeterle “Mi dispiace tanto” ma lui non se ne faceva niente di quelle parole. Il suo sogno si era frantumato in mille pezzi e con lui anche il suo cuore.
Sentì il braccio di Finn stringersi attorno alle sue spalle e si lasciò consolare dal fratello con parole di conforto sussurrate nell’orecchio, mentre lasciava la presa dell’amica. Tutto attorno a lui sembrava ovattato, si sentiva distate da quello che gli stava succedendo attorno e la testa cominciava a fargli male sul serio, per colpa dei mille pensieri che la affollavano. Non si accorse neanche che Rachel aveva preso in mano la sua busta e l’aveva aperta. Ma quelle semplici parole “Mi hanno presa” gli diedero il colpo di grazia.
 
 
La mattina seguente Kurt si alzò dal letto svogliato e dolorante. La nottata precedente era stata la peggiore mai vissuta. Appena arrivato a casa era immediatamente corso in camera e vi si era barricato dentro, non aveva fatto entrare nessuno, neppure suo padre, e si era estraniato dal mondo. Si era buttato sul letto e, con il volto nascosto nel cuscino aveva pianto per ore, senza fermarsi, finchè il sonno non l’aveva inghiottito.
Ora che era finalmente in piedi, ogni singolo muscolo del suo corpo e la testa gli dolevano terribilmente. Ma quello che faceva più male era il suo cuore: il suo sogno era infranto e, ancora peggio, aveva deluso suo padre, l’unica persona che gli importava veramente.
 
Facendo un respiro profondo, e dopo ovviamente essersi sistemato i capelli e l’abbigliamento, usci dalla stanza a silenziosamente scese in cucina, dove trovò già al tavolo l’intera famiglia. Tutti e tre alzarono il viso dal loro piatto e lo guardarono “Figliolo vieni a sederti” gli fece cenno Burt “Carole ha preparato i pancackes, so che non sono molto salutari per te, ma oggi puoi fare un’eccezione” gli disse abbozzando un sorriso. Il figlio però scosse piano la testa “Prendo solo un caffè” e senza aggiungere altro si mise al lavoro, con tre paia di occhi piantati su di lui.
Dopo che ebbe sorseggiato quel liquido bollente, si girò per affrontare il discorso che lo attendeva, discorso che però non avvenne. Infatti a prendere la parola fu Finn “Kurt so che non te la senti ma Rachel oggi parte per New York e i ragazzi hanno deciso di andare alla stazione per salutarla. Penso che debba venire anche tu, sei il suo migliore amico e a lei farebbe piacere che tu fossi la” gli spiegò abbozzando un sorriso.
Kurt lo guardò incredulo. Per settimane erano stati d’accordo che il giorno successivo al diploma si sarebbero sposati, a costo di andare contro tutto quello che i loro genitori volevano per entrambi e ora stava per saltare tutto.
Il giovane scosse piano a testa “Ma..” e si bloccò lasciando capire al fratello che cosa intendeva e lui annuì “È così che deve andare. Rachel deve partire ed inseguire il suo sogno ed io sarò sempre qui ad aspettarla e supportarla” disse abbassando lo sguardo. Il controtenore annuì, visto che era l’unica cosa che poteva fare, prima di dirigersi verso le scale “Vado a prepararmi” sussurrò e Finn gli sorrise leggermente “Il treno parte alle quattro e venticinque, ci vediamo in stazione” lo informò prima di alzarsi ed uscire di casa.
 
Kurt corse immediatamente al piano superiore e sbattè la porta dietro di se con forza. Non poteva credere alle sue orecchie, gli sembrava tutto così assurdo. Fino a qualche ora prima Finn sembrava così eccitato all’idea di sposare finalmente la donna che amava e ora stava buttando all’aria l’ultimo sogno che gli era rimasto. Non che approvasse il loro matrimonio, non lo aveva mai fatto, ma ormai era riuscito ad abituarsi all’idea e poi voleva vedere il proprio fratello felice, visto che era l’ultimo modo, per lui, di stare vicino a Rachel.
Sconsolato si diresse in bagno per una doccia e, successivamente, con il solito leggero sorriso sulle labbra, che era abituato mostrare ogni giorno quando andava a scuola, uscì di casa.
 
 
Tre ore dopo essere uscito, Kurt ritentrò in casa ancora più arrabbiato e deluso di prima. Riusci a malapena ad entrare in casa, prima di scoppiare in un pianto liberatorio. E per fortuna le braccia forti di suo padre erano li, pronte ad avvolgerlo e stringerlo forte.
“Mi dispiace papà, mi dispiace” continuava a ripetere con voce strozzata da pianto, mentre l’uomo continuava a sussurrargli all’orecchio parole di conforto. Una volta che si fu leggermente calmato entrambi andarono a sedersi sul divano.
“Figliolo” iniziò subito Burt ma il figlio lo interruppe immediatamente “Papà mi dispiace così tanto. So quanto tu fossi fiero di me e sicuro che fossi passato e putroppo non ce l’ho fatta. Mi dispiace di averti deluso” disse con un filo di voce. Il padre scosse la testa e abbozzò un sorriso “Kurt non ti devi dispiacere, io non sono deluso anzi, sono così fiero di te. So che dopo tutto quello che hai passato in questi diciotto anni ti meritavi di realizzare i tuoi sogni ma puoi ancora farlo. La NYADA non ti avrà preso, e loro ci stanno perdendo credimi, ma potrai sempre andare in un’altra scuola o riprovare l’anno prossimo. Tu realizzerai i tuoi sogni Kurt e io ti aiuterò, fosse l’ultima cosa che faccio” disse e Kurt gli si gettò tra le braccia.
Era vero, ne aveva passate di tutti i colori: la morte di sua madre, il bullismo, i problemi con Karofsky, c’era stato l’infarto di suo padre, si era innamorato di due ragazzi e precisiamo che erano entrambi etero, era solo e senza un ragazzo che lo amasse come lui voleva, e ora la NYADA non l’aveva accettato ma avrebbe sempre avuto suo padre accanto a se e questo valeva più di ogni altra cosa per lui.
 
Rimasero così per svariati minuti. Poi il giovane si staccò e guardò il padre negli occhi, preoccupato “Finn ha deciso di entrare nell’esercito. Appena può parte per la Georgia” confessò tutto d’un fiato.
Burt ridacchio e lui lo fulminò con lo sguardo “Io e Carole l’avevamo intuito. All’inizio pensavamo che volesse scappare con Rachel e di sposarsi, ma quando ci ha detto che lei sarebbe partita per New York, questo pomeriggio, abbiamo capito che ha intenzione di fare una cavolata del genere” sospirò “Quindi Kurt corri in camera tua e prepara le valige, la famiglia Hummel-Hudson domattina partirà” e, dopo avergli dato una pacca sul ginocchio, abbandonò la stanza, lasciandolo frastornato ed incredulo.
 
 
“Finn Hudson questa me la paghi sappilo” ripetè Kurt per la millesima volta da quando aveva aperto gli occhi quella mattina, per non parlare di tutte le volte che l’aveva ripetuto mentre faceva le valige o a cena la sera precedente. Il ragazzo, salendo in macchina, rise “Andiamo fratello non sarà male, o almeno sarà meglio della Georgia. E poi ho trovato uno studio che mi permetterà di migliorare la mia recitazione, così posso riprovare ad entrare nel Inside The Actor Studio” disse eccitato. Il controtenore scosse la testa “È Actors Studio” lo corresse esasperato  “E mentre tu ti divertirai inseguendo il tuo sogno, a me toccherà fare da baby-sitter. Sai che divertimento” si lamentò ancora.
Burt sospirò scocciato “Kurt finiscila di lamentarti. Vedrai che zia Madge e Santa Monica ti faranno bene. Quindi smettila di comportarti così e salta in macchina, il nostro aereo parte tra due ore” sbuffando il giovane ubbidì.
Quella sarebbe stata una lunga, lunghissima estate.





Angolo dell’autrice:
 
Buonasera a tutti!
Questa non è la mia prima fanfiction che scrivo e pubblico qui sopra, ma dopo svariati problemi sono finalmente riuscita a pubblicare questa nuova cosa.
L’ispirazione l’ho presa da una fanart che girava per tumblr un giorno e che ha attirato la mia attenzione. La fanart ho deciso di non pubblicarla qui perché non voglio rovinarvi il seguito ma chiunque la volesse può chiedermelo e gliela farò vedere.
Ora vi starete chiedendo dove sia Bliane e l’unica cosa che vi posso dire è che arriverà molto presto. Per quanto riguarda Kurt: metto in chiaro che NON è mai andato alla Dalton e poi con il passare dei capitoli vi spiegherò.
per quanto riguarda gli aggiornamenti, aggiornerò ogni martedì e se riesco anche durante qualche venerdì, visto che sono in vacanza.
Un’ultima cosa: per ora non ho intenzione di aprire una pagina su fb per le anticipazioni, scleri, ecc..quindi se volete contattarmi per qualsiasi cosa, potete farlo su twitter
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
A presto,

lostwithoutmusic.


 

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: lostwithoutmusic