La mattina di un lunedì d' aprile, uno come tanti di quelli che erano già trascorsi. Si respirava ormai quel profumo di fiori caratteristico della primavera: polline, insetti gioiosi che accarezzavano i soffici petali dei fiori erano sparsi per il giardino. Jane era appena uscita di casa: in orario come sempre. Era una perfezionista, una che non lasciava mai nulla al caso nonostante le sue umili origini. Abitava in una casetta alla periferia della città con la madre e il padre di quest' ultima: il posto in cui viveva era piccolo, ma ricco di oggettini che Jane raccoglieva dalle strade sin dalla più tenera età: monete estere, portafogli smarriti, addirittura scarpe. Amava collezionare quelle cianfrusaglie perché per ognuna immaginava una storia sempre nuova. Amava sognare ad occhi aperti: fantasticava su mondi sconosciuti, esseri mitici, storie di mondi incantati e sconosciuti mai pervenute all' umanità. Era una ragazzina minuta e bassa per i suoi quattordici anni, con i capelli rossi minuziosamente legati da un fiocco in una coda dalla quale cascavano in boccoli luminosi. Non aveva vestiti alla moda come le ragazze della sua età data la sua condizione economica molto vicina alla povertà, indossava abiti visibilmente vecchi, spesso rammendati da decine di toppe, molto spogli e dai colori sbiaditi dal tempo e dall' uso costante. Non si vergognava di essere diversa dalle sue coetanee, anzi ne andava fiera, si sentiva speciale. Attraverso il vialetto e si diresse verso l' edificio scolastico, pronta per una nuova, faticosa giornata di studio. Davanti alla scuola era solito stare un gruppo di cinque ragazzine, che ogni giorno, ormai da tre anni, la derideva appena giunta a destinazione con commenti come "bella maglietta, non è mica quella di ieri, dell' altro ieri e del giorno prima ancora?" "con tutti i vestiti rammendati che hai potresti definirti la regina delle toppe, non credi?". Ma tutto, in quel giorno così simile, eppure così diverso dagli altri sarebbe cambiato tutto: tutto ciò a cui era abituata, tutto quello che conosceva sarebbe svanito e il suo posto sarebbe stato preso dal mondo in cui Jane aveva da sempre voluto vivere. Uscita da scuola, come faceva ogni lunedì passo alla biblioteca un piccolo luogo dal soffitto alto e stracolmo di scaffali ricchi di volumi provenienti da ogni dove. Era molto buio, e questo gli conferiva un senso di mistero che rendeva la libreria ancora più affascinante; era inoltre arrichita da magnifici affreschi lungo le pareti laterali che raffiguravano le vicende di alcune opere famose in tutto il mondo, l' affresco preferito di Jane era quello raffigurante un enorme drago dorato in tutta la sua potenza. Il proprietario, il signor Darnell Bennet, il quale era molto affezionato alla ragazza, poiché frequentava ormai da anni quel posto dimenticato da molti. Conosceva ogni preferenza della ragazza in fatto di libri: non cambiava spesso genere, amava i racconti di avventura e i fantasy. Entrò e subito il signor Bennet le si fece in contro:
-Vorrei provare qualcosa di insolito, sempre riguardante il mio genere, non so come dire, un qualche libro che possa rendere mio. Sa bene che amo le sue scelte, ma non riesco a rispecchiarmi come vorrei nelle storie che leggo e inizio a stancarmi dei soliti libri...
Darnell la interruppe:
-Credo di aver capito quesllo che cerchi, mia cara. Permettimi Jane di darti un volume tanto vecchio e polveroso quanto particolare, anzi magico.
-Che intende?
-Intendo dire che questo non è un libro come tutti gli altri che vedi qui e nel mondo, no, è un libro in cui la fantasia prende realtà!
-Ma...
-Su corri a casa e inizia a sfogliarlo, capirai cosa ti voglio dire solo leggendolo. Ti dico solo un' ultima cosa: non lasciare che la fantasia ti sfugga troppo dalla testa.
Detto questo spinse la ragazza fuori dal negozio e chiuse la porto. Jane non era curiosa di scoprire quali misteri si celavano tra quelle pagine, era più che altro spaventata.