Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: AngelWithoutWings    12/06/2012    13 recensioni
Mi sedetti sulla sabbia affianco ad Harry, guardando con lui il tramonto "Parlami di lei."
"Di Rose?" rise, sorpreso. Si fece subito serio, continuando a guardare un punto fisso davanti a lui "Lei era perfetta: tutto quello che un ragazzo può desiderare in una ragazza."
Fece una pausa, mentre io mi pentivo di aver voluto sapere...
Ma ormai era troppo tardi.
Potevo solo rischiare "E se adesso fossi lei." presi un respiro profondo "E ti chiedessi: parlami di Belle."
Lui sorrise, voltandosi. Mi accarezzò il viso, posando la fronte sulla mia "Belle? Lei è la ragazza che ho scelto. Quella che amo. Quella con cui voglio stare per il resto della vita."
Mi prese il viso tra le mani, baciandomi dolce.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Way She Used To Love Me'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

29 – Now, We are Forever

II part

Salimmo in macchina e si preoccupò, come sempre, che allacciassi la cintura. Sbuffando, lo assecondai, mentre portava la mano alla radio “Ci vorrà un po’. Vuoi ascoltare...”
“Te!” sorrisi, baciandogli la guancia.
Rise, mettendo in moto “Vuoi che canti per mezz’ora?”
“Non hai fiducia nelle tue corde vocali!” risi “Io invece ti vedrei bene nei panni della pop star...”
“A sì?” alzò un sopracciglio, uscendo in retromarcia dal vialetto.
Annuii “Tu e i ragazzi sareste sicuramente l’idolo di milioni di ragazze!” sorrise, divertito, ingranando la marcia “Liam ha una bella voce, potreste duettare. Niall suonerebbe la chitarra. Louis ha una voce particolarmente dolce, ti aiuterebbe nei ritornelli. Ovviamente tu saresti il cantante principale...”
“Ovviamente...” rise.
Lo imitai, facendogli il verso “E Zayn...”
“Zayn sa suonare il triangolo.” Suggerì.
“Perfetto allora!” decretai, dando un colpo al cruscotto, come i giudici con il martelletto.
“Non so se mi piacerebbe la vita da star...” controllò la strada, prima di svoltare a destra.
“Certo che ti piacerebbe!” commentai, immaginandolo “Ragazze urlanti, innamorate che ti lanciano i reggiseni sul palco...”
“Ma non potrei passare molto tempo con l’unica che amo...” Mi sorrise, e lo baciai sulla guancia “Mia madre!” gli mollai un cazzotto sulla spalla, ridendo.
Fermò la macchina al semaforo rosso, strattonandomi per il braccio e costringendomi a voltarmi benché fingessi di tenere il broncio e mi baciò, posando la mano dietro la mia nuca per tenere il mio viso premuto al suo. I clacson delle macchine dietro ci indicarono che era scattato il verde ed Harry tornò a guidare.
“Comunque era per questo che non volevo sentire la radio.” Mi risvegliai, dopo essermi ritrovata a fissarlo imbambolata qualche minuto.
“Per sentirmi parlare di mia madre?” alzò un sopracciglio.
Si beccò un secondo cazzotto “No, per poter parlare e scherzare tra di noi. Una cosa così normale mi sembra ancora così assurda...” mi prese la mano, sorridendomi e continuò a tenerla anche mentre cambiava le marce “Mi piaceva prima, sai. Quando... parlavi del nostro futuro.”
“Ti è piaciuta l’idea della spiaggia, dì la verità...” commentò, guadagnandosi il terzo spintone “Come mai oggi siamo così manesche?”
“Sarà direttamente proporzionale al fatto che oggi tu sia più maniaco e fastidiosamente sarcastico del solito?” gli feci la linguaccia.
Mi imitò “Se non ti piace stare con me e le mie battute, potrei sempre accostare, lasciarti qui e tornare indietro.”
“Non mi lasceresti.” Commentai, sfidandolo.
Accostò, rivolgendomi lo stesso sguardo “Proprio come te.”
Sorrisi, acida e aprii lo sportello “Buonanotte!”
Mi alzò la gonna, mentre scendevo e richiusi la portiera sbattendo, dandogli dell’idiota.
Rimasi in piedi, con le braccia incrociate al petto. Lui abbassò il finestrino e mi salutò con la mano, ripartendo.
Contai fino a cinque, ma lui non tornò indietro e cominciai ad insultarlo, come se potesse sentirmi. Mi voltai, pestando i piedi furiosa ad ogni passo e presi a cercare il cellulare nella borsa per chiamare qualcuno e farmi venire a prendere.
Sentii due braccia cingermi la vita da dietro. Subito dopo dei baci familiari mi sfiorarono il collo “Pensavi davvero che avrei resistito senza di te per più di 10 secondi?”
“Sei un idiota.” Commentai, scansandomi.
Lui rise, stringendo ancora di più la presa “Non importa, mi piace anche quando mi insulti.” Sbuffai, cercando di divincolare dalla sua presa “E quando fai finta di offenderti.” Mi baciò lungo il profilo della guancia.
“Harry!” cercai di fingermi infastidita, ma non riuscii a nascondere un sorriso.
Prendendomi i fianchi, mi voltò, cingendomi la vita con le braccia e posò la fronte sulla mia “E comunque non sono io l’idiota.”
Mi allontanai, storcendo il naso “Mi stai dando dell’idiota!?!”
Rise, baciandomi sull’angolo della bocca “Pensavi che avrei mai accostato per farti scendere?”
“E’ esattamente quello che hai fatto.” Commentai, imitando un broncio.
Sorrise, mordicchiandosi il labbro “Non ti sei accorta che in realtà ho parcheggiato dietro l’angolo e siamo arrivati a destinazione?”
Aggrottai le sopracciglia, voltandomi appena mi accorsi di essere stata troppo occupata ad insultarlo, per avvertire il rumore della risacca. Scoprii quindi di essere sul marciapiede, davanti alla spiaggia.
Scoppiai a ridere, spingendolo “Tu mi fai paura!”
Rise anche lui, prendendomi la mano. Mi strattonò verso di lui e unì le nostre labbra in un bacio. Si allontanò appena “Giuro che non c’entra niente. Avevo già programmato questa uscita e quello che ti ho detto prima non era previsto!”
“E io dovrei crederti?” alzai un sopracciglio.
Alzò le spalle, allontanandosi di un passo “Non vuoi venire?” scossi la testa, continuando a ridere “Bene, allora andrò da solo!” lo salutai con la mano, impertinente. Fece un paio di passi, prima di voltarsi e tornare da me. Mi aspettavo che mi dicesse qualcosa, invece si limitò ad abbassarsi su di me ed afferrarmi per poi ritrovarmi sulle sue spalle, a mo’ di sacco di patate.
Si fermò solo raggiunta la riva “Allora, hai intenzione di collaborare e vieni a farti un bagno con me o ti ci devo buttare dentro l’acqua?”
“Spero per te che mi abbia portato un costume. Visti i tuoi programmi...” lo avvertii.
“Ehm... spiacente, niente costume.” Mi sfilò le ballerine e le lasciò cadere sulla sabbia.
Gli diedi un cazzotto sulle spalle “Ora mi fai seriamente paura!”
“D’accordo, devo pensare quindi che non hai intenzione di collaborare...” mi fece scendere, trattenendomi tra le sue braccia da dietro la schiena e le gambe. Mi baciò, sorridendo e poi cominciò a correre verso l’acqua, levatosi le scarpe “Un’ultima cosa prima che ti lasci?” rise, quando l’acqua arrivava ormai a sfiorarmi i piedi.
“Idiota!” feci appena in tempo a dire, prima che lasciasse la presa.
 
 
“Allora, hai il coraggio di dire che non ti faccio divertire come nessun altro?” mi cinse le spalle, raggiungendo il bagnasciuga fradici, dopo una buona mezz’ora a giocare come due bambini nell’acqua.
“Ok, questo te lo concedo.” Sorrisi, baciandogli la guancia.
“E che non hai mai visto nessuno così bello come me bagnato?” scese, accarezzandomi il braccio e mi cinse la vita.
Alzai le spalle, fingendomi indifferente “Non ci ho neanche fatto caso...”
Alzò un sopracciglio, sorridendo e mi spinse prendendomi le mani, cadendo su di lui, sulla sabbia.
Risi, alzandomi sui gomiti e lo guardai sorridere, con i ricci bagnati che gli accarezzavano il viso. Lui se ne accorse, ovviamente e non perse occasione per farmelo notare “Belle, Belle... non sei molto coerente!” Rise, cercando di baciarmi, ma io mi scansai, fingendomi offesa.
Ribaltò le posizioni, puntandosi con le mani sulla sabbia. Mi sorrise “Io però posso dirti che sei bellissima?”
Risi, baciandolo “Maniaco!”
Rise anche lui, prima di baciarmi di nuovo sulle labbra e poi sotto al mento “Hai freddo?”
Scossi la testa. Probabilmente perché i brividi che mi attraversavano la schiena non erano causati dal freddo. Il suo corpo mi faceva scudo dal vento e stavo troppo bene per potermi preoccupare di sentir freddo.
“Forse potremmo ripararci lì dentro.” Propose, indicando con il capo la palafitta bianca del bagnino. Annuii e lui sorrise, prendendomi in braccio.
Riprese a baciarmi ed io aprii la porta bianca con il piede, continuando a cingergli il collo. All’interno, trovammo una coperta stesa per terra. Stavamo per entrare, quando mi allontanai, bloccando con il braccio l’entrata “Devo pensare che anche questo non era previsto?”
“No, non era previsto. E possiamo anche tornare seduta stante a casa...” nascose il viso nell’incavo del mio collo “Però sappi che io non voglio!” Risi, cingendogli il collo e lasciando la presa sulla porta, che richiuse con un calcio alle nostre spalle.
Mi stese piano per terra, reggendosi sulle nocche, senza separare le sue labbra dalle mie. Gli accarezzai i capelli, accompagnando il suo viso giù, finché non sentii le mollette dietro la testa pungere, a contatto con il pavimento. Mi scostai, portandomi una mano dietro la testa. Harry rise, dandomi un bacio a stampo e rimase a guardarmi mentre scioglievo l’acconciatura sfatta, sfilandomi una molletta alla volta. Arrossii sotto il suo sguardo e lui se ne accorse, perché mi accarezzò il viso, prima di levare delicato le mie mani dai capelli, per sfilare l’elastico e posarli sulla mia spalla, accarezzandola. Sorrisi e lui mi imitò, prima di baciarmi di nuovo. Gli cinsi il collo e, di nuovo, mi stesi, lasciando cadere i capelli tutto intorno.
Si allontanò, portando le mani all’orlo della sua t-shirt, scoprendo il fisico scolpito e bagnato. Sorrise, soddisfatto dai miei sguardi e mi fece arrossire di nuovo, prima che si chinasse su di me per baciarmi.
Non importava che fosse la prima volta o meno, il contatto con le sue dita sulla mia pelle, mi provocò una scarica di brividi e il cuore cominciò ad accelerare, sentendo il tessuto della canottiera sfiorare prima il ventre, poi le spalle e poi Harry lo accompagnò accarezzandomi le braccia, sfilandola.
Prese a baciarmi il collo e le spalle, accarezzandomi i fianchi scoperti mentre sfioravo le sue spalle.
Sentii un altro tuffo al cuore, quando le sue dita si posarono sull’elastico della gonna, mentre risaliva il collo. Si allontanò un attimo, il giusto perché potessi guardarlo sorridermi “Ti amo, Belle.”
Sorrisi, scostandogli una ciocca di capelli bagnati “Ti amo anch’io, idiota.”
Rise, tornando sulle mie labbra.
 
***
Chiusi lo sportello della macchina, tenendo le chiavi con la bocca mentre controllavo nella tasca dei jeans asciutti. Tutto ok, era lì dove l’avevo lasciato.
Buttai la carta del panino che aveva costituito la nostra cena nel cestino, misi lo scaldacollo che usavo come cappello per non rimanere con i capelli ancora bagnati e risalii sulla palafitta, bussando alla porta bianca “Belle?” non rispose ed entrai. Lei non era lì, segno che doveva essersi già cambiata. La vidi attraverso l’apertura del muro e la raggiunsi, restando per un po’ a guardarla di spalle, poggiato al muro.
Dio, era così bella...
Il vento le soffiava tra i capelli, mandandoli dietro le spalle ancora umidi. Se non fosse stato per i piedi a penzoloni, il resto era immobile, intento nella contemplazione di quella distesa nera davanti a noi, in cui era difficile distinguere mare e cielo.
“Il mare è triste qui...” commentò, voltandosi con un sorriso. Non potei far a meno di imitarla, raggiungendola. Posò la testa sulla mia spalla e le cinsi la vita “Proprio come in Francia, del resto.”
Le baciai la fronte “Stai cercando di dirmi qualcosa?”
“Non ti sfugge niente, eh?” mi baciò la guancia “Quando finirò di studiare a Parigi, voglio tornare a Los Angeles.” Sorridemmo simultaneamente “Voglio tornare a vivere con Julia e addormentarci tardi sul suo letto, dopo esserci confidate ogni nostro segreto. Fare shopping con Sarah e rispondere ai commenti dei ragazzi per strada con delle frecciatine. Andare a correre in spiaggia con Juls chiacchierando come se ci conoscessimo da sempre. Cantare a squarciagola i Muse in camera di Marty per poi sdraiarci stanche sul tappeto ai piedi del letto, continuando a scherzare. Disegnare con Zayn. Ridere alle battute di Louis. Giocare ai videogiochi con Niall. Scambiarci la stanza con Liam...”
“E beh, su quest’ultimo punto avrei da ridire...” la interruppi.
“Sì, lo so, ora la scuola è finita, era solo...” provò a spiegare.
Scossi la testa “Non intendevo questo.” Mi alzai e le indicai con il capo di fare lo stesso, allungandole la mano “Facciamo una passeggiata, ti va?”
Scendemmo sulla riva, camminando mano nella mano.
“Allora, cosa dovevi dirmi?” chiese curiosa.
“Beh, che ci sono alcuni punti tra i tuoi progetti discutibili.” Rimasi vago, solo perché mi divertivo a vederla curiosa.
“Tipo?” insistette.
Trattenni un sorriso “Beh, per esempio il fatto di vivere con Julia o scambiare la camera con Liam a volte, come facevamo...” alzai le spalle.
“Entro oggi, potrei avere una risposta?” mi diede una spinta con il bacino.
Risi, fermandomi. Le strattonai il braccio, portandola di fronte a me. Le accarezzai il viso con la mano libera, mordicchiandomi il labbro “Quando torneremo a vivere a Los Angeles, io voglio vivere con te.”
Sorrise, cingendomi il collo e si mise in punta di piedi “Soli io e te?” Annuii, baciandola.
Riprendemmo a camminare, guastandomi il suo sorriso raggiante “Certo, poi un giorno potremmo anche aumentare...”
Aggrottò le sopracciglia “Vuoi portare tua mamma?”
Risi, scuotendo la testa “No, ma quello a cui stavo pensando io potrebbe chiamare te mamma...”
Si voltò di scatto, sorpresa e, anche se non potevo vederlo perché non c’era molta luce, sapevo che ero riuscito a farla arrossire. Mi superò, fermandosi davanti a me. Si mise sulle punte, prendendomi il viso tra le mani “Ti ho già detto che mi piace sentirti parlare del nostro futuro?” sorrisi annuendo e la mia punta del naso sfiorò il suo. Tagliammo quella distanza minima con un bacio.
Si allontanò, con l’intento di continuare a camminare, ma io la fermai prendendole la mano. Mi sedetti sulla sabbia, indicandole di imitarmi. Rise, sedendosi affianco a me. Mi sdraiai, toccandomi il petto per indicarle di posarvi la testa; lei mi seguì e la strinsi a me, accarezzandole i capelli.
“Hai visto? Da qui si vedono una marea di stelle...” sorrise, baciandomi sotto il mento.
“Tu rimani comunque la più bella.” Commentai.
Alzò la testa, puntandosi sui gomiti e mi guardò divertita “La fai finita?”
Alzai le mani “Di fare cosa?”
“Di farmi arrossire così!” si scostò i capelli, imbarazzata. Mi morsi il labbro, trovandola semplicemente adorabile, mentre si avvicinava per baciarmi sulle labbra “Hai idea di quanto stia battendo veloce il mio cuore in questo momento?”
“Non è il solo.” Misi una mano sul petto, prima che Belle tornasse a posarci la testa “Lo sentì?” annuì “Sai perché batte così forte?” fece di no con il capo.
Era il momento, mi ero messo l’argomento sul piatto d’argento. Ma non riuscii a dirle quello che davvero volevo perché ero troppo nervoso...
“Perché sono con te.” Riparai.
Sorrise, sdraiandosi sulla sabbia, con il viso all’altezza del mio. Si voltò, sorridendomi e la imitai, prima che rimanessi a guardarla contemplare il cielo stellato. Mi prese la mano e la posò sul ventre, stringendola alla sua “Ci credi davvero?” si voltò, mordicchiandosi il labbro quando si accorse che la stavo guardando e, di nuovo, immaginai che stesse arrossendo. Aggrottai le sopracciglia “A me e te, in un futuro.”
“Certo. Ti amo adesso, come farò tra cento anni.” Risposi senza neanche pensarci, scontato. Sentii il cuore accelerare, mentre nella mia mente compariva un dubbio “E te?”
Sospirò, facendomi prendere un infarto, anche se probabilmente stava solo prendendo fiato per parlare “Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, non posso pensare di perderti.”
“Allora adesso credo tocchi a te.” Le sorrisi, posando il braccio sotto la testa, voltandomi di fianco verso di lei “Come immagini il nostro futuro?”
Sorrise, perdendosi di nuovo per qualche secondo a guardare il cielo “Io mi immagino in una stanza piena di giochi, insieme a due bambini.” Rise.
“Perché ridi?” chiesi curioso.
Alzò le spalle, sistemandosi su un fianco anche lei “Mi sono venuti in mente i loro volti.” Le posai la mano sul fianco, sorridendole per farla andare avanti “Una bambina, dai lunghi ricci castani e gli occhi azzurri.” Sorridemmo “E un bambino più piccolo, con i capelli rossicci e gli occhi verdi.”
Le baciai la guancia, dove vidi comparire una lacrima “Dimmi che queste sono lacrime di gioia.” Le accarezzai il profilo “Anche perché stiamo parlando delle persone che tra qualche anno, saranno quelle che amerò più di me stesso.”
Si avvicinò, baciandomi e posò la mano sulla mia guancia “Avevo detto che dovevi smetterla.”
Risi “Ok, allora continua tu: cosa fai con questi bambini?”
“Siamo seduti sul pavimento, giocando tra bambole e macchinine quando sentiamo la porta al piano di sotto sbattere e la tua voce che annuncia il tuo ritorno dal lavoro.” La interruppi.
“E che lavoro farei?” sorrisi interessato.
Ci pensò su “Il venditore porta a porta di folletti!”
Scoppiò a ridere, mentre io esclamavo, chinandomi su di lei “Cosa!?!” le pizzicai i fianchi, sapendo che soffriva il solletico in quel punto.
“No, meglio di no: faresti di sicuro perdere la testa a qualche vecchia in menopausa.” Continuò a sfottere.
Alzai un sopracciglio “Beh, fa piacere sentirsi apprezzati dalla persona che ami...”
“Stavo scherzando! Ovviamente faresti l’avvocato, visto che studiavi legge.” Mi cinse il collo, meritandosi un bacio per la risposta soddisfacente “E poi perché la casa che sto immaginando richiede lo stipendio di un avvocato.” Ridemmo, baciandoci di nuovo “E io? Che lavoro potrei fare, secondo te?”
“Che domande...” mi lasciai cadere di nuovo al suo fianco “La pediatra!” sorrise, annuendo “Oppure potresti aiutarmi a vendere folletti...” mi diede un cazzotto sul braccio “Dai, continua. Cosa succede quando arriva l’affascinante papà?”
Alzò un sopracciglio, divertita e riprese il racconto “I bambini si alzano di scatto urlando papà e corrono giù per le scale. Arrivano nell’atrio, dove tu li aspetti a braccia aperte e ti saltano in braccio.” Sorrise “E poi vi raggiungo anch’io.”
“E io ti prendo e ti porto in spiaggia.” La stuzzicai, meritandomi un altro cazzotto. Ma guadagnai anche il suono della sua risata allegra “No, non è vero. Adesso ti dico cosa pensa il papà tornato a casa. Accarezzai i capelli della sua piccola principessa, sorridendo guardandola negli occhi che gli ricordano quelli della donna che ama.” Stavolta la tinta rossa che assunsero le sue guance era assolutamente visibile “Prende in braccio il figlioletto, dandogli un bacio sulle guanciotte e guardando i suoi capelli rossi si ricorderà di tutte le avventure che sono capitate a lui e alla donna che ama e che amava, prima di poter stare insieme.” Ripresi fiato, stringendo la sua mano “E poi, quella donna, gli apparirà davanti. Inventerà una scusa, mandando i bambini a lavarsi le mani per la cena, per restare solo con lei. Le prenderà il viso tra le mani, la bacerà e le ricorderà che la ama e che l’amerà per il resto dei suoi giorni.”
Si chinò su di me, puntando le mani sulla sabbia all’altezza delle mie spalle, con il viso sovrastante al mio e i capelli le scivolarono lungo le spalle “Era esattamente quello a cui stavo pensando.” Sorrisi, accarezzandole il viso, avvicinandolo al mio per baciarla.
Rimanemmo un po’ di tempo sdraiati uno affianco all’altra, guardando in silenzio il cielo, ognuno immerso nei propri pensieri. Sospirai “Sarebbe dannatamente perfetto...” lei assentì, annuendo “Sposami, ti prego!”
Rise, voltandosi verso di me “Come!?!”
Alzai le spalle, sorridendo “Sposami.”
Aggrottò le sopracciglia, scuotendo la testa divertita prima di tornare a guardare il cielo “Pensi che sia così facile, Styles? Dovresti metterti in ginocchio, comprarmi un anello...”
“Ma io ho un anello.” La interruppi.
Spalancò gli occhi, voltandosi di scatto “Come!?!”
Sorrisi divertito e infilai la mano nella tasca dei jeans, estraendone una scatolina di velluto blu. Mi alzai a sedere a gambe incrociate, guardandola tra le mie mani. Lei mi imitò, sedendosi affianco a me, guardando sconcertata le mie mani e si scostò i capelli nervosa. Potevo immaginare il suo cuore battere tanto forte quanto il mio in quel momento...
Presi un respiro profondo, alzandomi in piedi e afferrandole la mano per aiutarla a seguirmi. Rimanemmo in silenzio, semplicemente guardandoci e tenendoci le mani, finché non sentii le mie cominciare a sudare per l’ansia e le lasciai. Si strinse le braccia, mordicchiandosi il labbro “Harry... che...”
“Non lo so.” Alzò un sopracciglio “Cioè, sì lo so che cosa voglio chiederti!” gesticolai e lei deglutì a fatica al sentir pronunciare il verbo ‘chiedere’. Mi portai la mano alla fronte, sospirando “Solo che vorrei che fosse tutto perfetto, come nelle migliori storie d’amore e io...” sorrisi, imbarazzato “Io mi ero persino preparato un discorso ed era pieno di cose romantiche: tipo che ti amo, che i tuoi occhi mi ricordavano qualcosa e i tuoi baci sapevano di...” reclinai la testa, lasciandomi scappare un sospiro rumoroso “Solo che sono talmente nervoso che me lo sono dimenticato!” Rimanemmo in silenzio qualche secondo, poi lei non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere “Grazie, così sì che mi aiuti...”
Tagliò la distanza tra di noi, cingendomi il collo e mi sorrise, scostandomi un ciuffo di capelli. Rabbrividii come non mi era mai successo prima e sorrisi anch’io. Posò le labbra sulle mie, accarezzandomi i capelli ed io la strinsi a me. Si allontanò appena, posando la fronte sulla mia, ancora con il sorriso sulle labbra che io avrei tanto voluto baciare di nuovo “Visto?” tornai a guardare i suoi occhi “E’ già tutto perfetto.” Sorrisi, baciandola dolce “E la prossima volta scrivetelo il discorso, perché mi piacerebbe davvero sapere che cosa ti ricordano i miei occhi o di cosa sanno i miei baci...”
Risi, accarezzandole il viso “Potrei sempre improvvisare...” sentii il suo cuore, simultaneamente al mio, accelerare sulla mia t-shirt. Annuì e mi allontanai di un passo, posando le mie mani sui suoi fianchi.
“Incomincerei dicendoti perché ti amo.” Lei annuì, scostandosi i capelli e arrossì “Amo il modo in cui ci siamo conosciuti e rivivrei di nuovo ogni nostro momento: il nostro primo incontro e il nostro primo bacio, la notte prima delle vacanze di Natale, il ballo e la tua partenza, Capodanno e la mia partenza... perché è per ognuno di questi che adesso, ogni volta che ti guardo, ti bacio o mi sorridi, il mio cuore si alleggerisce. Anche se sembra una contraddizione, perché in realtà è carico di sentimenti ed emozioni che solo con te sono in grado di provare. Ti amo per ogni tua caratteristica e amo anche i tuoi difetti, anche se non me ne viene in mente neanche uno...” Mi schiarii la voce, ricordandomi di essere ancora in piedi. Mi inginocchiai e lei sussurrò un’esclamazione in francese, guardandomi con gli occhi lucidi “Ed è per ognuna di queste ragioni. ” risi, per allentare la tensione“E tutte quelle che avevo nel mio discorso...” rise anche lei“Che voglio che tu sia mia.” Boccheggiò, senza dire nulla e abbassò lo sguardo“Belle.” I miei occhi incontrarono i suoi, che non riuscivano a trattenere l’emozione“Vuoi sposarmi?”
Annuì semplicemente, mordicchiandosi le labbra. Finché queste non si distesero, facendo comparire uno splendido sorriso “Sì!”
Mi ci vollero un paio di secondi, perché quel suono arrivasse alle mie orecchie e poi al cervello, per essere elaborato. Aveva detto di sì...
Belle aveva appena detto di volermi sposare.
Era appena diventata la mia fidanzata e non riuscivo a controllare il battito del mio cuore, che stava impazzendo nel petto. La guardavo sorridere e non riuscivo a non imitarla. E non riuscivo neanche a smetterla di fissarla! Era così bella con quel sorriso ed era felice. Quasi quanto lo ero io, sentendomi fiero di essere l’autore di quel sorriso. Ma io ero più felice, perché lei era appena diventata mia per sempre.
Sorrisi, tornando finalmente a respirare normalmente e, riacquistate le capacità per farlo, mi alzai, di fronte a lei.
Ci muovemmo simultaneamente, ma lei fu più veloce e mi cinse il collo, saltandomi in braccio. L’afferrai sotto le cosce e la strinsi a me, posando le labbra nell’incavo del collo, tra i suoi capelli, respirando a pieno quel profumo di vaniglia e salsedine che, ero sicuro, avrei sempre associato a quel ricordo.
Mi imitò, baciandomi vicino alle catenine, prima di lasciare una scia di baci lungo il collo. Si fermò, baciandomi sotto il mento e si allontanò appena, ancora con quel sorriso raggiante “Lo voglio!” prima di percorrere il profilo della mia guancia, continuando a ripeterlo per ogni bacio che lasciava. Morse appena il lobo dell’orecchio, facendomi ridere e sussurrò “Ti amerò per sempre, lo sai?”
Sorrisi, lasciando che i brividi provocati dalla sua voce e la sua dichiarazione mi attraversassero la schiena. Poi la lasciai andare, tenendola stretta a me da dietro la vita. Le accarezzai il viso, scostandole i capelli mossi dal vento, sorridendole. Mi avvicinai, baciandola sulle labbra mentre sentivo le sue mani tra i miei capelli. Mi allontanai appena, posando la fronte alla sua “E tu lo sai che mi hai appena reso l’uomo più felice del mondo?” Sorrise, baciandomi di nuovo. Feci un passo indietro, fingendo un colpo di tosse “Ma prima, dobbiamo fare le cose fatte bene, secondo il copione.” Mi inginocchiai di nuovo, riprendendo la scatolina blu, dalla quale estrassi l’anello. Le presi la mano sinistra, baciandola e lei rise, prima che i suoi occhi fossero troppo occupati a guardare l’anello che scivolava lungo il suo anulare, calzandole perfetto, per incontrare i miei, che non potevano fare a meno di guardarla sorridere e trovarla bellissima.
Le lasciai la mano, alzandomi e lasciandola a studiare l’anello. Era stato difficile trovarlo. Mi ero fatto accompagnare dal mio migliore amico e da mia madre, cercando per tutte le gioiellerie di Londra, senza trovare nulla che mi convincesse. Volevo che fosse perfetto, che lasciasse senza parole lei e le amiche con le quali si sarebbe vantata. E poi avevamo sbagliato strada, ritrovandoci in una via secondaria, davanti alla vetrina di legno blu di una gioielleria. Davanti ai miei occhi c’era un anello d’argento fino, semplice se non per l’incisione che avrei fatto aggiungere io ‘Now, We Are Forever’ e il diamantino azzurro. Ero entrato senza neanche pensarci, chiedendo all’anziano signore dietro al bancone di mostrarmelo e, quando lo presi tra le mani, non avevo più dubbi. Quello era l’anello per lei: fino come le dita affusolate che l’avrebbero indossato, delicato quanto Belle era dolce ma bello come il suo sorriso e soprattutto, quello era l’azzurro dei suoi occhi.
“E’ bellissimo...” sussurrò, alzando finalmente lo sguardo.
Le cinsi la vita, finché i nostri petti non si toccarono “Tu sei bellissima.” La baciai.
“E comunque, non ci credo che hai improvvisato...” sussurrò.
Risi, baciandola “Forse i tuoi occhi mi ricordavano il mio discorso.” Rise, alzandosi sulle punte per baciarmi di nuovo “Ora però dobbiamo andare...”
Scosse la testa, sbuffando come una bambina e mi cinse il collo “Io voglio restare ancora con te!”
Le presi il viso tra le mani, sorridendo “Non c’è fretta...” Indicai la sua mano con la testa “Dal momento che hai appena accettato di passare il resto della vita con me.”

Here I am:
Eccoci, già piango se penso che è l'ultima nota d'autore che vi lascio...
Se fossimo alla fine di uno spettacolo vi direi che siete stato un pubblico fantastico!
In questo caso, posso dirvi che siete delle lettrici / dei lettori fantastici!
Dal primo all'ultimo.
A chi commenta, a chi legge in silenzio, a chi segue, inserisce la storia nelle preferite o nelle ricordate...
"A MASSIVE THANK YOU!!!" è tutto per voi!
E ringrazio anche questa storia, per avermi fatto 'conoscere' delle persone fantastiche.
Non faccio nomi, per parcondicio (sempre che si scriva così) ma chi si sente chiamato in causa lo sa... ;D
Vi voglio bene! <3
-ad ognuno di voi, ovvio!!!-
PS: Sara sei una grande, in una settimana ti sei fatta un mazzo solo per leggere tutti i capitoli e commentarli dal primo all'ultimo.
Ti voglio troppo bene, a domani! ;D


Sì, questo era davvero l'ultimo capitolo, ma alcune di voi mi hanno chiesto un possibile epilogo finale.
Ci sto pensando, ancora non ho scritto niente...
Ma se lascerete numerose recensioni, facendomi capire che ancora mi sopportate, potrei pubblicare un...
come possiamo chiamarlo?
Capitolo sorpresa!
Allora aspetto di sapere che cosa ne pensate... ;D

 



Questo doveva essere più o meno come immaginavo Harry e Belle, stesi a parlare del loro futuro...

  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: AngelWithoutWings