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Autore: angelad    12/06/2012    8 recensioni
Un brutale omicidio scuote il dodicesimo. Un gioco perverso al quale Kate è costretta a giocare...
Non tutto però è come sembra...
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
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Si scoprono le carte

SI SCOPRONO LE CARTE

 

 

Riconobbe immediatamente quella voce, non si era sbagliato.

Era davanti a lui, ma non poteva essere vero.

 L’aveva vista cadere abbattuta dal proiettile sparato da un collega,  mentre cercava di ucciderli.

“Sophia..”  mormorò..

Colei che credeva un’amica, la donna con cui aveva avuto una relazione, la donna che per prima aveva considerato la sua musa ispiratrice era solo una traditrice della peggior specie. Non solo per l’intero Paese, per loro, ma, soprattutto per lui.

Si era alleata col peggior criminale della città, un uomo che aveva decretato la morte di tante persone innocenti solo per mantenere segreta la sua identità e continuare a compiere i suoi sporchi affari.

Quell’alleanza era incredibile.

Lo disgustava.

La donna gli sorrise beffarda: “Non credevi che mi avresti rivisto, vero? Mi dispiace per voi, ma ho la pelle dura. Non vi libererete di me molto facilmente!”.

Fece il giro della sedia  con passo lento e deciso, per sottolineare chi avesse il potere nelle sue mani.

“Perché stai facendo tutto questo?” chiese lo scrittore cercando il suo sguardo.

La donna si fermò, si abbassò davanti a lui e lo fissò: “Cosa intendi di preciso? Allearmi con un uomo estremamente potente,  che mi aiuterà a raggiungere i miei obbiettivi, chiedendo in cambio solo un po’ di riservatezza? Oppure perché sto tradendo l’America?

 Beh la seconda domanda ha una semplice risposta. Come ti ho già detto gli Stati Uniti non sono il mio Paese, sono il nemico. Agendo in questo modo, sto solo cercando di ottenere vantaggi per il mio popolo, ma non starò ad elencarti i dettagli. Non puoi biasimarmi per questo”.

L’uomo era disgustato: “Anche se ci andranno di mezzo ancora una volta persone del tutto incolpevoli?”

Sophia scoppiò a ridere: “Sei il solito melodrammatico, Rick. Questa frase fatta è degna di un vero scrittore, di un uomo di lettere in ogni cellula del suo corpo.. Hai sempre avuto un grande cuore, lo riconosco, e questo ti farà ammazzare, lo sai?. Non ti credere di riuscire a conquistare tutti col tuo straordinario fascino. Con me non succederà. Eri un passatempo divertente, ne abbiamo giovato entrambi, ma non sono mai stata veramente coinvolta con te. Non sono come mi hai descritto nei tuoi libri, te l’ho solo fatto credere.

Ma non è questo che ti preoccupa, vero? Ti stai chiedendo quale sarà la mia prossima mossa, perché ho catturato te, invece della tua bella. Non sei così stupido da non comprendere che è lei il nostro vero obbiettivo..”

“Lascia in pace Kate!” la fermò l’uomo.

La donna cercò di prendere di nuovo il suo mento tra le mani, ma l’uomo si divincolò, facendole scappare una risata malvagia: “Mi piacerebbe farlo, ma quella ragazza è decisamente una scocciatura. Se solo avesse smesso d’indagare molto tempo fa, se avesse continuato a vivere, senza rituffarsi nel passato ossessivamente, non si troverebbe nel nostro mirino. È come sua madre, una curiosa guastafeste..”

Rick la interruppe: “Johanna Beckett era solo una donna onesta che stava cercando di tirar fuori di prigione un uomo condannato ingiustamente per un crimine che non ha mai commesso. Era un vero avvocato e quello era semplicemente  il suo lavoro.

Kate sta solo ricercando giustizia, per poter finalmente andare avanti. L’uomo che tanto idolatri le ha spezzato l’esistenza, distruggendo la sua giovinezza. È stata costretta a crescere troppo in fretta, portando un peso sulle spalle e un dolore intrinseco nel cuore che una ragazzina di quell’età non dovrebbe nemmeno conoscere.  Sta cercando di mandare in prigione un criminale, non puoi certo biasimarla per questo”.

Aveva usato le stesse parole della donna di poco prima volontariamente, per colpirla. La donna rise di nuovo: “Sempre molto abile con le parole Rick, ma ti ripeto, non sei nella condizione di dettare legge. Ho io il controllo della situazione, completamente. La partita sta girando a mio favore e, tra poco, assesterò l’affondo decisivo e per la tua bella detective saranno guai”.

“Te lo ripeto un’ultima volta, lascia in pace Kate! Non farle del male. Stai sbagliando tutto Sophia!” urlò Rick.

“Sei tu a sbagliare Rick! Non hai ancora capito niente? Io uscirò vincitrice da questa battaglia, ma lascerò a  Kate Beckett l’onore di compiere  un gesto eroico: salvare il suo grande amore e dimostrare la sua innocenza.

Vuoi conoscere i dettagli del mio geniale piano? Ciò che faremo credere al mondo intero?

 Il famoso scrittore Richard Castle, dopo essere evaso di prigione, fa perdere le sue tracce. La detective, con la quale ha collaborato per molto tempo, si chiede per quale motivo l’abbia presa in giro e così decide di ritrovarlo: esige  una spiegazione. Riesce nel suo intento ma, il destino le riserva un brutto scherzo: lui è armato e poco disposto a vederla e a confrontarsi con lei. Durante lo scontro inavvertitamente parte un colpo e Kate Beckett si accascia al suolo ferita a morte. La polizia sopraggiunge sul luogo del delitto chiamata da una telefonata anonima e trova lo scrittore con una pistola in mano, coperto dal sangue della donna. Viene arrestato come unico colpevole e passa il resto della sua vita in carcere.

Che ne dici? La trama di questa storia non è niente male. Stare insieme a te è servito a qualcosa.

Certo, tu dovrai recitare il ruolo del capro espiatorio, ma sono sicura che senza la tua bella, la tua vita non avrà più senso. La prigione non sarà mai così terribile come il rimorso che ti porterai nel cuore.  Mi sto sbagliando?”.

Castle si sentì invadere dalla rabbia e cercò di liberarsi, ma i lacci che lo tenevano legato alla sedia erano ben saldi e non riuscì  nel suo intento. Guardò con un odio mai provato quella donna.: “Kate capirà che le stai tendendo una trappola. Non abboccherà mai”.

Sophia lo guardò con disprezzo e, sorridendo malignamente, lo corresse: “Forse lo intuirà, ma ha già dimostrato di essere irrazionale quando si parla di te. Non permetterà che ti accada nulla di male. sai, credo che quella ragazza sia veramente innamorata di te. Per questo sei qui. Non saremo noi a cercarla, sarà lei a trovare noi. Stai tranquillo, le daremo un buona accoglienza. A mantenere le apparenze sono brava..” .

Si avvicinò alla porta: “Tornerò presto. Cerca di non divertirti troppo mentre sono via” e, detto questo, uscì dalla stanza.

Castle respirò profondamente, dopo il duro faccia a faccia avuto con Sophia si rese conto di avere le vertigini ed un senso di nausea gli opprimeva lo stomaco.

Guardò fuori dall’unica finestra della stanza e pensò alla sua donna: “Kate non correre pericoli per me. Stai attenta tesoro, mi raccomando”.

In quel preciso istante l’orologio, che aveva al suo polso, emise un leggero bip, che lo scrittore, immerso nei suoi pensieri, neanche sentì.

 

 

Kate Beckett guardò fuori dalla finestra, mentre il sole iniziava a tramontare su New York. Il suo cuore aveva sussultato senza motivo. Non aveva mai creduto alle connessioni paranormali, ma sapeva che la sua sensazione riguardava il suo scrittore. Sperava con tutto il cuore che fosse al sicuro, ma lo avrebbe ritrovato presto.

Si erano presi sua madre nel modo più brutale possibile, non avrebbe perso anche l’uomo che amava. Avrebbe risolto quel caso a costo della sua vita.

Davanti a lei, Victoria Gates aprì la scatola portata dalla prigione da Esposito poche ore prima. Prese tra le mani il cellulare dello scrittore e lo porse alla collega: “Lo accenda lei Kate, sa sicuramente usarlo meglio di me. Io non sono molto pratica di queste tecnologie”.

 La donna lo accese e in pochi secondi tutte le mille applicazioni dell’apparecchio furono pronte all’uso. Sullo schermo principale apparvero una marea di icone delle quali perfino Kate ignorava l’esistenza.

In men che non si dica, riuscì a trovare la lista delle chiamate ricevute e ben presto a scovare il nome “Mr  Shadows” nell’elenco.

Sapeva che era il nominativo giusto, era stato Castle stesso a confessargli come lo aveva salvato nella rubrica.

Trascrisse il numero su un foglietto e lo porse al capitano Gates.

La donna si fermò per un secondo e la guardò: “E’ sicura di volerlo fare detective? Minerà la sua copertura, l’accordo che la mantiene in vita”.

Kate la guardò dritta negli occhi e senza nessuna esitazione rispose: “Certo capitano, devo trovare quell’uomo. Devo sapere. Non importa se infrangerò le regole. Se tutto andrà per il verso giusto, ci libereremo del drago una volta per tutte e nessuno sarà più in pericolo”.

Victoria Gates sorrise e digitò il numero di telefono del misterioso informatore nel database del distretto.

Entrambe rimasero in silenzio, l’una accanto all’altra, nell’attesa che la ricerca si interrompesse rivelando loro informazioni utili.

Quando il computer si fermò rivelando, come la Gates aveva sempre sospettato, che si trattava di una scheda prepagata difficilmente identificabile.

Kate si passò una mano sul viso ed il capitano sbuffò: “Mai che il fato, il destino, il caso, la vita o come diavolo la si voglia chiamare, ci venga in aiuto e ci velocizzi le cose. Cosa abbiamo fatto di male? Devo ancora capire se l’universo ce l’ha con me, con lei o col signor Castle, ma di una cosa son sicura, qui non siamo messi bene per niente”.

La giovane detective stava per concordare con lei, quando ebbe un’illuminazione: “Aspetto capitano. Se non è stato gettato e anche se non è acceso al momento, non esiste un modo per localizzarlo lo stesso? Attacchiamoci a un satellite militare o civile e scopriamo da quale zona della città proviene il segnale. Si può fare, vero?”.

“Ora ho capito come ha fatto a battermi di alcuni mesi quando è stata promossa a detective. Lei rende bene sotto pressione, la sua testolina a volte mi sorprende. Certo che si può fare! Basta avere un’autorizzazione e, se non ricordo male, un vecchio collega degli affari interni mi deve un favore” esclamò la donna, lasciandosi cadere sulla sedia ed inoltrando la chiamata.

Kate respirò profondamente e sperò di ricevere buone notizie, ne aveva un impellente bisogno.

“Dobbiamo aspettare sue notizie, ma ha detto che ci aiuterà e che abbiamo la priorità su qualunque altro caso. Tra pochi minuti ci invierà una e-mail con le immagini del satellite”.

“Grazie signore” rispose sollevata la donna.

“Avanti Beckett, andiamo a farci un caffè, abbiamo una lunga nottata davanti. Un po’ di caffeina non può farci che bene”.

Le due donne si diressero verso la sala relax e, mentre Kate preparava un cappuccino per entrambe, la Gates intavolò un discorso mai affrontato prima.

“Kate ascolti. Quando Roy mi ha chiesto di aiutarla, non mi vergogno ad ammettere di essermi domandata cosa lei avesse di speciale. Per quale motivo un uomo della sua carica morale avesse deciso di sacrificare la vita per tenere al sicuro la sua. E, soprattutto, perché la amasse come solo un padre ama sua figlia.

I mesi in cui è stata convalescente dopo il suo attentato li ho passati a cercare di “conoscerla” meglio e a studiare il caso di sua madre. Una tragedia senza precedenti, archiviata nel più subdolo dei modi. Nessun poliziotto si dovrebbe mai macchiare di una simile codardia.

Il coinvolgimento del mio amico mi ha ferito: quel suo lato nascosto, non lo avrei mai immaginato. Mi piace pensare che sia morto in quel vicolo con Armen prima, anni dopo insieme a sua madre..”.

“Signore ascolti, il vecchio capitano ha pagato caro il prezzo delle sue azioni passate. Il mio unico rammarico è di essermi accorta troppo tardi della profondità dei suoi sentimenti nei miei confronti. In maniera sbagliata, ha sempre cercato d’indirizzare la mia vita verso la felicità. Ha permesso a Rick di rimanere qui solo perché si era accorto che “mi faceva bene”, con lui avevo ritrovato il sorriso. Se ora ho la possibilità concreta di essere felice, lo devo in parte a Roy Montgomery. Non gli imputo nessuna colpa, l’ho perdonato.

Per la sua memoria, per quella di mia madre e di tutte le vittime del drago, io catturerò quell’assassino. Ormai non posso più tirarmi indietro”.

La Gates sorrise: quella giovane donna era pronta ad affrontare la realtà, della ragazzina ferita di tutti gli anni precedenti, non c’era più traccia.

“Sono convinta, però, che il nodo della matassa vada ancora ricercato nel caso di sua madre. L’ho studiato per bene e sembra avere una logica investigativa sensata se si analizzano insieme tutti gli avvenimenti da lei scoperti in questi quattro anni, ma qualcosa non mi convince.

Ci deve essere sicuramente qualche dettaglio che ci possa condurre a scoprire l’identità del drago, ma continua a sfuggirci, anche se ce l’abbiamo sotto il naso da molto tempo”.

Kate rispose sicura: “Ho letto e riletto quelle carte capitano, erano diventate la mia ossessione, ma non c’era nulla che mi possa condurre da lui. Se solo avessi avuto una benché minima idea, ora non saremmo qui a discuterne. L’unico che può indirizzarci nella giusta direzione è quell’uomo..”.

“Allora andiamo a vedere se quell’e-mail è arrivata”.

Quando giunsero nuovamente davanti al monitor del computer furono felici di constatare che nella casella della posta elettronica c’erano dei nuovi messaggi.

La aprirono e la Gates la scrutò: “Ci siamo detective”.

“La apra capitano, non perdiamo altro tempo”.

Il click del mouse sembrò un tuono alle loro orecchie ed il secondo, con cui la cartella si aprì, mostrandone il contenuto, il più lungo della loro vita.

Erano terribilmente tese.

Davanti a loro videro una rilevazione satellitare di un famoso quartiere di New York, un quartiere dove vivevano solo pezzi grossi.

Poco più in basso era annotato un indirizzo preciso.

Kate prese carta e penna e trascrisse il tutto, mentre Victoria Gates rimase a fissare lo schermo quasi stregata.

Di certo non si aspettava quel nome.

 

 

Angolo mio!!

Ragazze siete bravissime! Avevate capito tutte che si trattava di Sophia! Si è schierata col nostro draghetto sputa fiamme.. e ora?

Ed è arrivata l’e-mail col nome dell’informatore.. E la Gates si è zittita, ops..

Alla prossima!

Come sempre grazie a tutte!! A chi legge, a chi recensisce, a tutte!!  Grazie

  
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