SI SCOPRONO LE CARTE
Riconobbe immediatamente quella
voce, non si era sbagliato.
Era davanti a lui, ma non poteva
essere vero.
L’aveva vista cadere abbattuta dal proiettile
sparato da un collega, mentre cercava di
ucciderli.
“Sophia..” mormorò..
Colei che credeva un’amica, la
donna con cui aveva avuto una relazione, la donna che per prima aveva
considerato la sua musa ispiratrice era solo una traditrice della peggior
specie. Non solo per l’intero Paese, per loro, ma, soprattutto per lui.
Si era alleata col peggior criminale
della città, un uomo che aveva decretato la morte di tante persone innocenti
solo per mantenere segreta la sua identità e continuare a compiere i suoi
sporchi affari.
Quell’alleanza era incredibile.
Lo disgustava.
La donna gli sorrise beffarda: “Non
credevi che mi avresti rivisto, vero? Mi dispiace per voi, ma ho la pelle dura.
Non vi libererete di me molto facilmente!”.
Fece il giro della sedia con passo lento e deciso, per sottolineare
chi avesse il potere nelle sue mani.
“Perché stai facendo tutto
questo?” chiese lo scrittore cercando il suo sguardo.
La donna si fermò, si abbassò
davanti a lui e lo fissò: “Cosa intendi di preciso? Allearmi con un uomo
estremamente potente, che mi aiuterà a
raggiungere i miei obbiettivi, chiedendo in cambio solo un po’ di riservatezza?
Oppure perché sto tradendo l’America?
Beh la seconda domanda ha una semplice
risposta. Come ti ho già detto gli Stati Uniti non sono il mio Paese, sono il
nemico. Agendo in questo modo, sto solo cercando di ottenere vantaggi per il
mio popolo, ma non starò ad elencarti i dettagli. Non puoi biasimarmi per
questo”.
L’uomo era disgustato: “Anche se
ci andranno di mezzo ancora una volta persone del tutto incolpevoli?”
Sophia scoppiò a ridere: “Sei il
solito melodrammatico, Rick. Questa frase fatta è degna di un vero scrittore,
di un uomo di lettere in ogni cellula del suo corpo.. Hai sempre avuto un
grande cuore, lo riconosco, e questo ti farà ammazzare, lo sai?. Non ti credere
di riuscire a conquistare tutti col tuo straordinario fascino. Con me non
succederà. Eri un passatempo divertente, ne abbiamo giovato entrambi, ma non
sono mai stata veramente coinvolta con te. Non sono come mi hai descritto nei
tuoi libri, te l’ho solo fatto credere.
Ma non è questo che ti preoccupa,
vero? Ti stai chiedendo quale sarà la mia prossima mossa, perché ho catturato
te, invece della tua bella. Non sei così stupido da non comprendere che è lei
il nostro vero obbiettivo..”
“Lascia in pace Kate!” la fermò
l’uomo.
La donna cercò di prendere di
nuovo il suo mento tra le mani, ma l’uomo si divincolò, facendole scappare una
risata malvagia: “Mi piacerebbe farlo, ma quella ragazza è decisamente una
scocciatura. Se solo avesse smesso d’indagare molto tempo fa, se avesse
continuato a vivere, senza rituffarsi nel passato ossessivamente, non si
troverebbe nel nostro mirino. È come sua madre, una curiosa guastafeste..”
Rick la interruppe: “Johanna
Beckett era solo una donna onesta che stava cercando di tirar fuori di prigione
un uomo condannato ingiustamente per un crimine che non ha mai commesso. Era un
vero avvocato e quello era semplicemente il suo lavoro.
Kate sta solo ricercando
giustizia, per poter finalmente andare avanti. L’uomo che tanto idolatri le ha
spezzato l’esistenza, distruggendo la sua giovinezza. È stata costretta a
crescere troppo in fretta, portando un peso sulle spalle e un dolore intrinseco
nel cuore che una ragazzina di quell’età non dovrebbe nemmeno conoscere. Sta cercando di mandare in prigione un criminale,
non puoi certo biasimarla per questo”.
Aveva usato le stesse parole
della donna di poco prima volontariamente, per colpirla. La donna rise di nuovo:
“Sempre molto abile con le parole Rick, ma ti ripeto, non sei nella condizione
di dettare legge. Ho io il controllo della situazione, completamente. La
partita sta girando a mio favore e, tra poco, assesterò l’affondo decisivo e
per la tua bella detective saranno guai”.
“Te lo ripeto un’ultima volta,
lascia in pace Kate! Non farle del male. Stai sbagliando tutto Sophia!” urlò
Rick.
“Sei tu a sbagliare Rick! Non hai
ancora capito niente? Io uscirò vincitrice da questa battaglia, ma lascerò a Kate Beckett l’onore di compiere un gesto eroico: salvare il suo grande amore e
dimostrare la sua innocenza.
Vuoi conoscere i dettagli del mio
geniale piano? Ciò che faremo credere al mondo intero?
Il famoso scrittore Richard Castle, dopo
essere evaso di prigione, fa perdere le sue tracce. La detective, con la quale
ha collaborato per molto tempo, si chiede per quale motivo l’abbia presa in giro
e così decide di ritrovarlo: esige una
spiegazione. Riesce nel suo intento ma, il destino le riserva un brutto
scherzo: lui è armato e poco disposto a vederla e a confrontarsi con lei.
Durante lo scontro inavvertitamente parte un colpo e Kate Beckett si accascia al
suolo ferita a morte. La polizia sopraggiunge sul luogo del delitto chiamata da
una telefonata anonima e trova lo scrittore con una pistola in mano, coperto
dal sangue della donna. Viene arrestato come unico colpevole e passa il resto
della sua vita in carcere.
Che ne dici? La trama di questa
storia non è niente male. Stare insieme a te è servito a qualcosa.
Certo, tu dovrai recitare il
ruolo del capro espiatorio, ma sono sicura che senza la tua bella, la tua vita
non avrà più senso. La prigione non sarà mai così terribile come il rimorso che
ti porterai nel cuore. Mi sto
sbagliando?”.
Castle si sentì invadere dalla
rabbia e cercò di liberarsi, ma i lacci che lo tenevano legato alla sedia erano
ben saldi e non riuscì nel suo intento. Guardò
con un odio mai provato quella donna.: “Kate capirà che le stai tendendo una
trappola. Non abboccherà mai”.
Sophia lo guardò con disprezzo e,
sorridendo malignamente, lo corresse: “Forse lo intuirà, ma ha già dimostrato
di essere irrazionale quando si parla di te. Non permetterà che ti accada nulla
di male. sai, credo che quella ragazza sia veramente innamorata di te. Per
questo sei qui. Non saremo noi a cercarla, sarà lei a trovare noi. Stai
tranquillo, le daremo un buona accoglienza. A mantenere le apparenze sono
brava..” .
Si avvicinò alla porta: “Tornerò
presto. Cerca di non divertirti troppo mentre sono via” e, detto questo, uscì
dalla stanza.
Castle respirò profondamente, dopo
il duro faccia a faccia avuto con Sophia si rese conto di avere le vertigini ed
un senso di nausea gli opprimeva lo stomaco.
Guardò fuori dall’unica finestra
della stanza e pensò alla sua donna: “Kate non correre pericoli per me. Stai
attenta tesoro, mi raccomando”.
In quel preciso istante
l’orologio, che aveva al suo polso, emise un leggero bip, che lo scrittore,
immerso nei suoi pensieri, neanche sentì.
Kate Beckett guardò fuori dalla
finestra, mentre il sole iniziava a tramontare su New York. Il suo cuore aveva
sussultato senza motivo. Non aveva mai creduto alle connessioni paranormali, ma
sapeva che la sua sensazione riguardava il suo scrittore. Sperava con tutto il
cuore che fosse al sicuro, ma lo avrebbe ritrovato presto.
Si erano presi sua madre nel modo
più brutale possibile, non avrebbe perso anche l’uomo che amava. Avrebbe
risolto quel caso a costo della sua vita.
Davanti a lei, Victoria Gates
aprì la scatola portata dalla prigione da Esposito poche ore prima. Prese tra
le mani il cellulare dello scrittore e lo porse alla collega: “Lo accenda lei
Kate, sa sicuramente usarlo meglio di me. Io non sono molto pratica di queste
tecnologie”.
La donna lo accese e in pochi secondi tutte le
mille applicazioni dell’apparecchio furono pronte all’uso. Sullo schermo
principale apparvero una marea di icone delle quali perfino Kate ignorava
l’esistenza.
In men che non si dica, riuscì a
trovare la lista delle chiamate ricevute e ben presto a scovare il nome
“Mr Shadows” nell’elenco.
Sapeva che era il nominativo
giusto, era stato Castle stesso a confessargli come lo aveva salvato nella
rubrica.
Trascrisse il numero su un
foglietto e lo porse al capitano Gates.
La donna si fermò per un secondo
e la guardò: “E’ sicura di volerlo fare detective? Minerà la sua copertura,
l’accordo che la mantiene in vita”.
Kate la guardò dritta negli occhi
e senza nessuna esitazione rispose: “Certo capitano, devo trovare quell’uomo.
Devo sapere. Non importa se infrangerò le regole. Se tutto andrà per il verso
giusto, ci libereremo del drago una volta per tutte e nessuno sarà più in
pericolo”.
Victoria Gates sorrise e digitò
il numero di telefono del misterioso informatore nel database del distretto.
Entrambe rimasero in silenzio,
l’una accanto all’altra, nell’attesa che la ricerca si interrompesse rivelando
loro informazioni utili.
Quando il computer si fermò
rivelando, come la Gates aveva sempre sospettato, che si trattava di una scheda
prepagata difficilmente identificabile.
Kate si passò una mano sul viso
ed il capitano sbuffò: “Mai che il fato, il destino, il caso, la vita o come
diavolo la si voglia chiamare, ci venga in aiuto e ci velocizzi le cose. Cosa
abbiamo fatto di male? Devo ancora capire se l’universo ce l’ha con me, con lei
o col signor Castle, ma di una cosa son sicura, qui non siamo messi bene per
niente”.
La giovane detective stava per
concordare con lei, quando ebbe un’illuminazione: “Aspetto capitano. Se non è
stato gettato e anche se non è acceso al momento, non esiste un modo per
localizzarlo lo stesso? Attacchiamoci a un satellite militare o civile e scopriamo
da quale zona della città proviene il segnale. Si può fare, vero?”.
“Ora ho capito come ha fatto a
battermi di alcuni mesi quando è stata promossa a detective. Lei rende bene
sotto pressione, la sua testolina a volte mi sorprende. Certo che si può fare!
Basta avere un’autorizzazione e, se non ricordo male, un vecchio collega degli
affari interni mi deve un favore” esclamò la donna, lasciandosi cadere sulla
sedia ed inoltrando la chiamata.
Kate respirò profondamente e
sperò di ricevere buone notizie, ne aveva un impellente bisogno.
“Dobbiamo aspettare sue notizie,
ma ha detto che ci aiuterà e che abbiamo la priorità su qualunque altro caso.
Tra pochi minuti ci invierà una e-mail con le immagini del satellite”.
“Grazie signore” rispose
sollevata la donna.
“Avanti Beckett, andiamo a farci
un caffè, abbiamo una lunga nottata davanti. Un po’ di caffeina non può farci
che bene”.
Le due donne si diressero verso
la sala relax e, mentre Kate preparava un cappuccino per entrambe, la Gates
intavolò un discorso mai affrontato prima.
“Kate ascolti. Quando Roy mi ha
chiesto di aiutarla, non mi vergogno ad ammettere di essermi domandata cosa lei
avesse di speciale. Per quale motivo un uomo della sua carica morale avesse
deciso di sacrificare la vita per tenere al sicuro la sua. E, soprattutto,
perché la amasse come solo un padre ama sua figlia.
I mesi in cui è stata
convalescente dopo il suo attentato li ho passati a cercare di “conoscerla”
meglio e a studiare il caso di sua madre. Una tragedia senza precedenti, archiviata
nel più subdolo dei modi. Nessun poliziotto si dovrebbe mai macchiare di una
simile codardia.
Il coinvolgimento del mio amico
mi ha ferito: quel suo lato nascosto, non lo avrei mai immaginato. Mi piace
pensare che sia morto in quel vicolo con Armen prima, anni dopo insieme a sua
madre..”.
“Signore ascolti, il vecchio
capitano ha pagato caro il prezzo delle sue azioni passate. Il mio unico
rammarico è di essermi accorta troppo tardi della profondità dei suoi
sentimenti nei miei confronti. In maniera sbagliata, ha sempre cercato
d’indirizzare la mia vita verso la felicità. Ha permesso a Rick di rimanere qui
solo perché si era accorto che “mi faceva bene”, con lui avevo ritrovato il
sorriso. Se ora ho la possibilità concreta di essere felice, lo devo in parte a
Roy Montgomery. Non gli imputo nessuna colpa, l’ho perdonato.
Per la sua memoria, per quella di
mia madre e di tutte le vittime del drago, io catturerò quell’assassino. Ormai
non posso più tirarmi indietro”.
La Gates sorrise: quella giovane
donna era pronta ad affrontare la realtà, della ragazzina ferita di tutti gli
anni precedenti, non c’era più traccia.
“Sono convinta, però, che il nodo
della matassa vada ancora ricercato nel caso di sua madre. L’ho studiato per
bene e sembra avere una logica investigativa sensata se si analizzano insieme
tutti gli avvenimenti da lei scoperti in questi quattro anni, ma qualcosa non
mi convince.
Ci deve essere sicuramente
qualche dettaglio che ci possa condurre a scoprire l’identità del drago, ma
continua a sfuggirci, anche se ce l’abbiamo sotto il naso da molto tempo”.
Kate rispose sicura: “Ho letto e
riletto quelle carte capitano, erano diventate la mia ossessione, ma non c’era
nulla che mi possa condurre da lui. Se solo avessi avuto una benché minima
idea, ora non saremmo qui a discuterne. L’unico che può indirizzarci nella
giusta direzione è quell’uomo..”.
“Allora andiamo a vedere se
quell’e-mail è arrivata”.
Quando giunsero nuovamente
davanti al monitor del computer furono felici di constatare che nella casella
della posta elettronica c’erano dei nuovi messaggi.
La aprirono e la Gates la scrutò:
“Ci siamo detective”.
“La apra capitano, non perdiamo
altro tempo”.
Il click del mouse sembrò un
tuono alle loro orecchie ed il secondo, con cui la cartella si aprì,
mostrandone il contenuto, il più lungo della loro vita.
Erano terribilmente tese.
Davanti a loro videro una
rilevazione satellitare di un famoso quartiere di New York, un quartiere dove
vivevano solo pezzi grossi.
Poco più in basso era annotato un
indirizzo preciso.
Kate prese carta e penna e
trascrisse il tutto, mentre Victoria Gates rimase a fissare lo schermo quasi
stregata.
Di certo non si aspettava quel nome.
Angolo mio!!
Ragazze siete bravissime! Avevate
capito tutte che si trattava di Sophia! Si è schierata col nostro draghetto sputa
fiamme.. e ora?
Ed è arrivata l’e-mail col nome
dell’informatore.. E la Gates si è zittita, ops..
Alla prossima!
Come sempre grazie a tutte!! A
chi legge, a chi recensisce, a tutte!! Grazie