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Autore: Starish    13/06/2012    3 recensioni
[Kagura Demuri x Mikono Suzushiro]
Cosa sarebbe accaduto se Kagura, dopo l'ormai passato rapimento di Mikono, si fosse risvegliato prima e fosse tornato a cercare la ragazza?
E se da quel momento i pensieri di lei avessero sempre vagato sul fatto successo? Cosa avrebbe potuto comportare la cosa?
"Da quando era tornata al dormitorio quella notte, i suoi pensieri non erano più riusciti ad allontanarsi da quel ragazzo che, se per un primo istante le aveva fatto paura, l'aveva poi fatta agire sovrappensiero, tanto da farla mettere in mezzo tra lui e Amata pur di proteggerlo. Perchè lo aveva fatto...?"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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a Silenzio... Solo il niente quello che accompagnava la melodia che aveva preso ad estendersi per tutti i dormitori da ormai qualche minuto, quella melodia che riusciva a penetrare fin dentro l'anima della persona. L'oscurità tangeva ogni nota e la trasportava più forte che mai nell'aria, lasciando che tutti potessero godere di quel suono così malinconico e, al tempo stesso, pacificatore. Era come se Shrade, dalla sua stanza, permettesse ai presenti di ascoltarlo, come se fosse proprio lui a dare questo consenso a tutti coloro che probabilmente si trovavano ora nelle loro stanze, intenti a provare sollievo da quelle note o semplicemente lasciandosi cullare da esse durante il loro sonno. I giardini erano deserti, illuminati solo dalla luna che si stagliava perfetta nel cielo di un blu così intenso da non lasciar trapelare neanche una stella. Era come se tutto si fosse fermato, come se le lancette avessero smesso di avanzare di fronte agli occhi di colei che osservava in silenzio quel posto.
Mikono, appoggiata al grande balcone fuori dalla sua stanza, sembrava come incantata da quella meraviglia. Gli occhi socchiusi, un sorriso sulle labbra mentre permetteva al leggero soffiare del vento di penetrare tra i suoi capelli, facendo così danzare i ciuffi che le ricadevano ai lati del viso. Così come si erano bloccate le lancette, ai suoi occhi, anche il mondo si era bloccato. Quella musica le dava un senso di pace enorme, così enorme da togliere qualsiasi pensiero dalla sua testa.

"Shu..." Shushu, immobile accanto al braccio di Mikono, teneva i suoi occhietti fissi sulla figura di lei, come preoccupata di qualcosa.
"Tranquilla..." Sussurrò la ragazza, schiudendo appena le palpebre per permettere ai suoi smeraldi di specchiarsi nel cielo scuro, ma limpido. "Stavo solo pensando, davvero..." Sorrise al piccolo animaletto, accarezzandogli la testa con la punta dell'indice in un gesto affettuoso. "Solo pensando..." Ripetè, finendo per riposare le mani sulla balaustra, l'attenzione ora posta di nuovo sulla luna sopra di lei mentre quelle note continuavano imperterrite ad invadere ogni luogo ed ogni persona.

Erano passati appena due giorni da quando era stata rapita da Kagura e ancora la sua mente non riusciva a sfuggire a quell'episodio. Era come imprigionata, legata ad esso da un qualcosa di indissolubile e quella melodia così malinconica riusciva solo a farla ricordare. Non sapeva perchè, semplicemente le succedeva. Da quando era tornata al dormitorio quella notte, i suoi pensieri non erano più riusciti ad allontanarsi da quel ragazzo che, se per un primo istante le aveva fatto paura, l'aveva poi fatta agire sovrappensiero, tanto da farla mettere in mezzo tra lui e Amata pur di proteggerlo. Perchè lo aveva fatto...?

"Shu?" Shushu saltò sulla sua spalla e si appoggiò alla sua guancia, strusciandosi appena. Mikono non potè fare a meno di sorridere.
"Grazie..." Era come se il piccolo cercasse di consolarla, farle sapere che non c'era bisogno di preoccuparsi così tanto di quel qualcosa che non aveva spiegazione logica. Eppure Mikono non riusciva a lasciar perdere, non quando si sentiva così... vicina a Kagura. Da quando aveva scoperto che in realtà non voleva ucciderla, bensì...

Arrossì di colpo nel ripensarci, il cuore che prese a battere velocemente mentre gli occhi si illuminavano di un lieve imbarazzo... come ogni volta che rimembrava la cosa. Era più forte di lei, non riusciva a stare calma quando che la sua mente tornava su quel particolare.

"Shu!" Stavolta Shushu balzò sulla sua testa e si accoccolò, arrossendo a sua volta. Probabilmente concordava su quella vergogna dato quanto era successo anche alla piccola.
"Chissà che sta facendo..." Sussurrò, ricollegando infine come era terminato quell'incontro.

Era stato ferito, gravemente come se non bastasse, quindi era ovvia la sua preoccupazione. Era scomparso dal niente e da quel momento non si era più saputo niente di lui, neanche era venuto a cercarla. Da una parte ne era grata, continuava a provare una certa angoscia seppur involontaria, ma dall'altra voleva sapere di lui... Sapere che fine aveva fatto.
Mikono sospirò, quindi accostò le mani al petto e cercò di calmare quel battito, voltandosi infine per tornare nella propria stanza. Zessica era uscita  e non era ancora tornata, lasciandole così l'intera camera a disposizione... lasciandola sola in quel silenzio devastante, incapace di dormire.
Entrò in essa, la luce spenta per fare in modo che non venissero a chiedere il motivo per cui era ancora sveglia a notte fonda, quindi si mise seduta sul letto prima di lasciarsi cadere su un lato, gli occhi ora fissi su un punto non ben definito di fronte a lei mentre Shushu prendeva posto sulla scrivania, dove si addormentò pochi minuti dopo.

"Forse sto pensando troppo..." Sussurrò lievemente, voltandosi con lo stomaco verso il letto per affondare il viso nel cuscino e posizionare le mani sotto di questo, come se volesse estraniarsi da tutto e da tutti grazie anche a quella melodia che cullava ogni gesto, pensiero o, più semplicemente, le intere emozioni e sensazioni.

Fu in quel momento che un rumore furtivo andò ad espandersi nel cortile sotto il balcone della stanza di Mikono, un rumore così impercettibile che nessuno sembrò cogliere. La figura di quel ragazzo, ora illuminata dalla luna, venne delineata perfettamente dai raggi di questa. Gli occhi vitrei, in perfetto contrasto con l'argento del satellite, sembrarono accendersi di vita propria non appena l'odore della ragazza invase le sue narici, le labbra quelle che invece si incresparono in un sorriso.
Con un balzò saltò sul muro e, aiutandosi con le crepe, iniziò a salire con agilità fino al ripiano che dava sulla stanza. Un salto agile e silenzioso e subito salì sulla balaustra, quindi scese per entrare nella camera dato che la finestra era stata lasciata aperta. Poteva sentire il respiro di lei invadere il luogo, il suo olfatto cogliere la fragranza di Mikono mano a mano che si avvicinava al letto.

"Ti ho trovata ancora una volta." Sussurrò infine, non capendo se fosse addormentata o meno e per questo, nel dubbio, cercando di non svegliarla.

Per qualche secondo Mikono non realizzò quanto era accaduto, troppo impegnata a riflettere su quella miriade di pensieri che avevano iniziato a vorticarle nella testa. Non appena si rese però conto della cosa, le venne naturale voltarsi di scatto e cacciare un grido per la sorpresa, il cuore che per un attimo perse un battito.
Kagura salì subito sul letto e le coprì la bocca. Chiuse un attimo gli occhi per concentrarsi sui suoni, come per capire se stesse arrivando qualcuno a causa del richiamo di lei, quindi, una volta accertata la quieta del luogo, incrociò i loro sguardi.

"Fa silenzio." Le fece leggermente brusco, aspettando un cenno di assenso per liberarla.

Mikono, ora con la schiena a contatto con la parete e il corpo immobile sotto la figura dell'altro, non potè che rimanere ad osservare Kagura con un misto tra lo spaventato e il sorpreso. Il cuore batteva, batteva sempre più velocemente, in parte a causa della paura e in parte a causa della sorpresa nel vedere l'altro. Una parte di lei però, nonostante tutto, non potè che essere felice di vedere che stava bene.
Lentamente annuì con la testa seppur in maniera poca decisa, mentre le mani andavano istintivamente a stringersi sulla coperta per avere una qualche sicurezza, come se così facendo potesse stupidamente pensare di essere in salvo.
Che cosa ci faceva lì? No, non era quella la domanda che avrebbe dovuto fare...

"Bene." Il ragazzo la lasciò, accennando un sorriso mentre la fissava intensamente in quegli occhi che, a parer suo, era così meravigliosi da non poter reggere il confronto con quelli di chiunque altro... Come ogni cosa che le apparteneva del resto.

Le pupille brillavano le une in quelle dell'altro, le labbra di Mikono appena dischiuse a causa della sorpresa che continuava a comandare su qualsiasi altro suo pensiero sebbene il corpo sembrasse più dettato dal timore dato che rimaneva rannicchiata nell'angolo del proprio letto. Era come se fosse divisa in due parti, una voleva credere che non fosse una persona cattiva mentre l'altra ipotizzava il contrario.

"Stai... bene." Parlò appena, un sussurro appena percettibile quello che andò ad espandersi nel silenzio più buio di quella stanza. Non una domanda, piuttosto un'affermazione dato che poteva ben vederlo di fronte a se.
"Perchè non dovrei star bene? Non mi faccio di certo uccidere così." Sbuffò, leggermente offeso. "Non prima di aver ucciso te." Aggiunse poi con un sorrisetto, prendendo il viso di lei per il mento e avvicinandolo al proprio, i loro sguardi sempre uniti.

Gli occhi di Mikono sgranarono per la paura solo un singolo istante, giusto il tempo per ricordare la peculiarità che contraddistingueva Kagura, lasciando così spazio al rossore sulle guance piuttosto che alla sensazione di terrore.

"N... non dirlo neanche per scherzo!" Borbottò, entrambe le mani poste sul petto per provare a nascondere quanto il cuore stava battendo sempre più forte da quando l'altro aveva messo piede nella stanza.

Il fatto che Kagura parlasse al contrario, che intendesse l'esatto opposto di quanto in realtà diceva... Ora che sapeva cosa davvero aveva da sempre intenso con 'uccidere' non poteva non provare il più totale imbarazzo di fronte a tali affermazioni. Come poteva essere altrimenti? Aveva sempre creduto che la volesse morta, quindi era ovvio aver provato paura... Ma le cose erano del tutto cambiate quando aveva capito il senso che si celava dietro a quelle parole.

"Perchè no? E' quello che si fa quando si odia una persona..." Mormorò mentre le guance gli si coloravano appena. Era come se davvero non capisse quanto l'altra cercasse di dirgli. Erano destinati a stare insieme, lo aveva sentito da quando l'aveva fiutata la prima volta, quindi per lui era normale desiderarla a quel modo.
"Qu... Quando si..." Mikono poteva benissimo sentire il viso prenderle fuoco dalla vergogna che stava provando, davvero. Per quanto era visibile l'agitazione di Kagura, non era niente paragonata a quella di lei. Le stava dicendo di... amarla? Beh, se non era amare, era comunque piacere... e il fatto che volesse... "Non è questo il fatto!!"

Si allontanò appena da lui per sfuggire alla presa sul suo viso, quindi distolse l'attenzione, come se stesse pensando a cosa fosse giusto dire in una situazione simile. Eppure era semplice, bastava dirgli di smetterla di avvicinarsi a lei, provare a convincerlo... ma non ci riusciva, neanche le passava per la testa di allontanarlo a dire la verità. Anzi, probabilmente era l'ultimo dei suoi pensieri in quel momento.

"Ecco..." Si coprì appena le labbra con l'indice e abbassò lo sguardo, sempre pensando a come fosse meglio trattare con Kagura. Era la prima volta che si trovava in un contesto come quello, era impensabile che sapesse come gestire il tutto... Ed il fatto che si trovasse con lui, nella propria camera, senza altri in giro data l'ora... non aiutava molto.
"Non mi odi neanche un po'?" Chiese, lo sguardo leggermente triste.
"Perchè dovrei od... Cioè, no, è ovvio provare odio per te dato che mi hai pure rapita...!" Rimase qualche secondo in silenzio, quindi portò istintivamente le mani di fronte a se e scosse la testa, le guance che ora sembravano prendere totalmente fuoco. "No, non è quello che intendevo, io...!" Non sapeva che dire, non con una persona che parlava al contrario rispetto a quello che davvero pensava. Se gli avesse detto che lo odiava, avrebbe potuto intendere male? E se invece capiva il senso del suo discorso e avesse pensato che davvero provava odio nei suoi confronti? Per quanto avesse avuto timore di lui, ora che aveva capito quanto provava, non riusciva a vederlo con gli stessi occhi. Sentiva che non era una cattiva persona, quindi in parte 'l'odio' da lei provato si era assopito, ma d'altro canto avrebbe potuto intendere tutt'altra cosa, quindi...
"Lo sapevo!" Gli occhi di Kagura si illuminarono, facendo subito capire che effettivamente aveva intesi l'esatto contrario di quanto aveva detto Mikono. Le strinse entrambe le mani e sorrise. "E' il nostro destino!"
"D... Destino!?" Nel sentire quella parola, Mikono non potè che imbarazzarsi ulteriormente, tanto da rendere impossibile qualsiasi pensiero logico.

Provò a concludere quella stretta, ma neanche aveva la forza di far allontanare Kagura da se. Tutto ciò che desiderava era sprofondare per nascondere la vergogna.

"Certo! Siamo destinati a stare insieme, il destino ci lega, lo sento." Sussurrò, portando una mano all'altezza del cuore. Sembrava incredibilmente serio in quel momento... Così serio che Mikono non potè che rimanere incantata ad ascoltare quelle sue parole, in silenzio questa volta.

I suoi occhi erano incatenati a quelli dell'altro, creando un perfetto contrasto tra il suo verde smeraldo e il dorato di quelli di Kagura, un colore fin troppo affascinante. Per quanto sentisse le guance arrossate, la sua mente non le permetteva di pensare ad altro che non fosse quanto aveva appena detto il ragazzo. Che il destino legasse i due lo trovava strano... eppure non poteva non ammettere quanto il sentimento di lui sembrasse sincero. Sembrava davvero convinto di quanto stava dicendo, ci credeva davvero per quanto idilliaco potesse essere.

"Vuoi venire con me? Voglio farti vedere un posto che ho trovato venendo qui." Le propose, tendendo la mano nella sua direzione.

Che si fosse reso conto di aver sbagliato approccio? Che prenderla con la forza non era stato sicuramente il modo ideale per farla venire al suo fianco? Era come se con la dichiarazione, ai suoi occhi era ormai classificata così, involontaria di Mikono gli avesse dato più sicurezza e gli avesse tolto quell'urgenza di portare con se la ragazza, di allontanarla da tutti coloro che lei aveva intorno.
Mikono lo osservò, quindi annuì appena. Nonostante tutto sentiva di potersi fidare, sapeva che non poteva accadere niente di male... E poi si trovavano comunque dentro e nei pressi dell'Istituto, vi era la sicurezza di poter contare su qualcuno nel caso fosse accaduto qualcosa... Un qualcosa che però le sembrava impossibile potesse avvenire. Era una sensazione troppo forte in lei, sapeva di poter credere alle parole di Kagura che, in quel momento, sembrava tutt'altra persona rispetto a quando era comparso la prima volta.

"Bene." In un istante la prese rudemente in braccio e si avvicinò al balcone. "Vedi di non gridare." Guardò un attimo di sotto per piegare infine le ginocchia e balzare in aria. Un istante e subito ricaddero sull'erba morbida con un'agilità degna del miglior predatore.

Per quanto Kagura si fosse raccomandato Mikono non riuscì a trattenere totalmente un grido, sia per quell'improvvisa presa che per il salto avvenuto in neanche un secondo. Ebbe però la prontezza di portarsi subito una mano alle labbra per soffocare il tutto, immobile tra le braccia dell'altro, posizione per la quale provava un certo disagio... in positivo. Poteva sentire il calore del suo corpo in contrasto con le fredde folate di vento che spiravano quella notte, cosa che sembrava aiutare a calmare il rossore sulle sue guance che continuava imperterrito a rimanere vivo.

"Avresti potuto dirlo prima...!" Mormorò con un filo di voce per paura di essere udita ora che si trovavano fuori dai dormitori.

Kagura ridacchiò e la mise con dolcezza a terra, quindi le strinse la mano.

"Vieni." Fece eccitato, iniziando a camminare con passo svelto verso il luogo che voleva mostrarle, un po' più lontano dalla struttura centrale dell'Istituto. Era una parte d'isola abbastanza selvaggia, un luogo che Mikono non aveva mai esplorato prima di allora, anzi, che nessuno probabilmente aveva mai perlustrato.

Il ragazzo si infilò in mezzo alle piante, tenendo Mikono più vicina a se per non perderla di vista. Camminarono in quella vegetazione per una decina di minuti, finchè non sbucarono in uno spazio totalmente privo di cespugli o alberi, dove nel centro si estendeva una piccola laguna. L'acqua era nera come la notte, solo il riflesso della luna quello che si stagliava riflesso sulla superficie.
Mikono rimase ad osservare quello specchio d'acqua per qualche secondo, quindi si allontanò immediatamente da Kagura per avvicinarsi a quel posto.

"Non sapevo di questa laguna...." Sussurrò persa nei suoi pensieri mentre girava appena su se stessa per osservare quel luogo quasi perfetto, dove solo il silenzio e il fruscio delle foglie teneva loro compagnia. Le labbra erano increspate in un sorriso colmo di tutta la sorpresa avuta, la gonna che si alzava flebilmente con l'aiuto del vento rendeva grazia ad ogni suo movimento.

Si avvicinò al bordo del piccolo laghetto, quindi si portò una mano alla gonna per fermarla prima di fare leva sulle gambe e chinarsi, in modo da sfiorare con l'indice la superficie fredda. Leggeri cerchi presero a formarsi dalla sommità dell'indice, fino a che non scivolarono nella più assoluta quiete.

"E' rilassante..." Mormorò prima di iniziare a increspare l'acqua con movimenti lenti.

Il ragazzo le si avvicinò e si chinò al suo fianco, fissandola così intensamente da neanche dare attenzione alla bellezza di quel luogo.

"Sei... davvero ripugnante..." Commentò, le guance ora arrossate dall'imbarazzo.
"Cos..." Mikono si voltò verso di lui con un'espressione dubbiosa stampata in viso, per niente abituata a quel modo di 'relazionarsi'. Non riusciva a ricollegare subito quanto voleva dire, l'idea del contrario non riusciva a digerirla totalmente. Sebbene avesse capito come funzionava, non poteva fare a meno di sorprendersi ogni volta che si sentiva dire una cosa simile, in totale contrasto con le sue reazioni.

Intesa bene la cosa, si portò una mano al viso per spostare dietro l'orecchio un ciuffo di capelli, arrossendo appena e sorridendogli un secondo dopo con fare imbranato. Era imbarazzante sentirsi dire cose simili una volta inteso il significato... Felice di sapere che pensava questo di lei, ma imbarazzante comunque.
Kagura le si avvicinò ancora fino a che le loro spalle non si sfiorarono.

"Ti... odio davvero tanto." Sussurrò, fissandola incerto sul da farsi.

Mikono deglutì, gli occhi che ora mostravano tutta l'agitazione di quel momento mentre si portava istintivamente una mano chiusa a pugno sul petto, l'altra invece ferma a terra per sostenersi e non cadere. Non sapeva come comportarsi, era così strana quella situazione... irreale quasi, che non sapeva che pensare. Non avrebbe mai potuto immaginare di trovarsi da sola con Kagura dato che quest'ultimo era stato proprio colui che più di chiunque altro l'aveva terrorizzata... e soprattutto non poteva di certo arrivare a pensare che avrebbe provato quasi simpatia per quel ragazzo... una simpatia leggermente strana a dire la verità, che neanche sapeva come classificare. Aveva pensato a lui in quei giorni, domandandosi se stava bene, ma a conti fatti neanche sapeva perchè l'aveva fatto.

"Ecco..." Era palese il suo disagio.

Il rosso si avvicinò al suo viso, intraprendendo un contatto con quegli occhi così puri, immacolati. Portò una mano dietro la sua testa, scivolando poi tra i suoi capelli, quindi le sciolse l'acconciatura in modo che i lunghi capelli potessero ora svolazzare liberi intorno a lei, posandosi infine sulle sue spalle. Era una visione che non riuscì proprio a sopportare... una visione troppo perfetta per lui.
Una leggera pressione alla testa, l'avvicinarsi del suo viso senza che Mikono potesse rendersi conto della cosa, fino a che le loro labbra non si congiunsero in un bacio casto.
Da parte di lei, fu come se un vortice di emozioni avesse attraversato la sua mente una volta realizzato il tutto. I suoi occhi, schiusi per la sorpresa, quasi brillarono in contrasto con il rossore del suo viso. Il corpo tremava appena, non tanto per la paura quanto piuttosto per il non sapere che fare, come reagire o cosa dire. Si limitò a portarsi la mano alle labbra una volta che si fu allontanata da lui, distogliendo istantaneamente l'attenzione per evitare di incrociare lo sguardo di lui.
Il cuore batteva così forte da sembrare pronto per scoppiare, ogni pensiero si accavallava ad un altro se solo provava a riordinare le idee.

"Io... cioè, tu..." Borbottò qualcosa di incomprensibile, abbassando poi la testa per fissare un punto non ben definito a terra, il viso che continuava ad essere paonazzo coperto dai capelli che ora le ricadevano liberi.

L'aveva baciata... Kagura l'aveva baciata. Non con foga, come avrebbe potuto aspettarsi da uno come lui, quanto piuttosto con gentilezza.

"Io..." Ripetè, tirandosi dietro l'orecchio un ciuffo di capelli per lasciar trapelare la vergogna che albergava ora sul suo viso.
"Ti prego... permettimi di odiarti..." Sussurrò il ragazzo, prendendola per le spalle per farla un istante dopo distendere sull'erba.
"Aspetta, aspetta!" Subito però Mikono posò le mani sul suo petto, bloccandolo per evitare che potesse avvicinarsi ulteriormente. Era stato così veloce che per un secondo non si era neanche accorta di ciò che aveva inteso in quel momento, solo quando si era ritrovata stesa a terra sotto di lui aveva realizzato il tutto.
"Che c'è che non va?" Chiese, non mascherando nemmeno la delusione di essere stato fermato.
"Come puoi chiedermi se c'è qualcosa che non va!" Sbottò, ormai al limite della sopportazione dato il palese imbarazzo che scorreva totalmente in lei. Possibile che Kagura non si rendesse conto di quanto faceva o diceva? Era così normale per lui?
"Non capisco..." Ammise, fissandola confuso.

Mikono sospirò, quindi sfuggì dalla sua presa per potersi mettere seduta di fronte a lui. Si portò una mano alle labbra, quindi tossì appena per schiarirsi la voce e abbandonare ogni palese borbottio o insicurezza, sperando a questo modo di convincere Kagura.

"Sono felice che tu mi abbia portata qua, così come sono felice che tu non abbia provato a rapirmi questa volta." Sospirò, sorridendogli in maniera genuina mentre intrecciava le dita delle mani di fronte a se con nervosismo. "Però non..." Inarcò un sopracciglio, un colorito roseo nuovamente sulle guance. "...non penso sia il momento adatto per ciò che... pensi." Annuì con la testa sebbene non stesse pensando al 'momento' quanto piuttosto alla cosa generale.
"...capisco." Kagura la fissò, quindi si stese sull'erba con le mani dietro la testa, lo sguardo che ora fissava la luna sopra di loro. "Aspetterò." Promise, sorridendole una volta che spostata l'attenzione su di lei.

Gli occhi della ragazza lo seguirono finchè non si fu messo comodo, le labbra ora leggermente dischiuse per la sorpresa di quel gesto. Si era aspettata un qualche tipo di reazione, eppure Kagura si era limitato a lasciar perdere per non andare contro il suo volere... Sembrava davvero che ci tenesse molto a lei e questo non poteva che farla felice.
Sorrise, quindi si appoggiò con entrambe le mani a terra prima di lasciarsi cadere su questa, di fianco all'altro.

"Ancora un po'..." Pronunciò quasi in labiale, in modo che Kagura non potesse sentirla.

Ancora un po'... e forse avrebbe potuto capire il motivo per cui si sentiva così bene con l'altro ora che ogni paura era scomparsa. 
  
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