CAPITOLO
6: WITHOUT LOVE
Dopo il
viaggetto in macchina i rapporti tra Ville e Jon erano diventati finalmente
civili. Ville aveva cominciato a mantenere più ordine possibile (per quanto ci
provasse però, non gli riusciva proprio di piegare i vestiti per più di due
giorni consecutivi), mentre Jon aveva cominciato a non sembrare più una suocera.
L’esperienza si stava rivelando utile anche da un punto di vista istruttivo,
poiché Ville aveva re-imparato a cucinare qualcosa di diverso dal Thai food e
Jon aveva imparato qualcosa delle nuove tecnologie. E anche qualcosa di
geografia.
«Allora,
lezione numero uno…» enunciò Ville che stava per incominciare la sua prima
lezione sul Come diventare l’uomo più
sexy della Terra.
«Come
sarebbe a dire numero uno??! E tutta
la storia dei capelli e del vestire che fine a fatto??!» obiettò
Jon.
«Quella
non è valida. Erano solo le basi per permetterti di vivere nel nuovo millennio.»
lo corresse Ville. «Allora, dicevamo, lezione numero
uno…».
«The cat is on the table.» disse Jon che
non aveva proprio voglia di assistere a una lezione.
Ville
sbottò scocciato «Cazzo, la vuoi piantare??! Lo sto facendo per te, almeno
portami rispetto…e che diamine!».
Jon non
si poté trattenere dal ridere. «Avanti, non fare così! Lo sappiamo entrambi
benissimo che ci godi a farmi da prof su
quest’argomento!».
«Assolutamente
sì.» sentenziò Valo soffiando in aria uno sbuffo di fumo grigio chiaro e
assumendo un’aria maligna e pervertita.
In
effetti il darkman trovava quella situazione molto divertente, come la prima
volta che aveva dovuto spiegare a suo fratello come si utilizzava una bambola
gonfiabile. Jon d’altro canto si sentiva troppo a disagio per riuscire a dar
retta a Valo senza tirare fuori battutine varie e facendogli perdere il filo.
Era così divertente quando si innervosiva…
«Ora
taci. Lezione numero uno: mai, e poi mai approcciare una donna con scuse banali
come “Che libro stai leggendo?” o “Ti offro da bere”, chiaro?» enunciò Ville con
aria professionale.
«E come
dovrei fare, scusa?» domandò perplesso Jon prendendo
appunti.
Ville
lo osservò con un sopracciglio alzato. «Come l’avvicineresti una donna, tu?» gli
chiese.
«Di
solito vado là, le offro da bere e le chiedo se le va di andare a fare un giro
con me.» rispose innocentemente Jon.
Ville
alzò gli occhi al cielo e si passò una mano sulla faccia. «Ok, dobbiamo proprio
partire da zero. Non mi meraviglia che tu non riesca a rimorchiare seriamente
qualcuna!».
«Oh,
senti, Mr. So-tutto-io, tu come fai? Tutti gli uomini fanno così di solito!»
sbottò Bon Jovi.
«Tutti
gli uomini che lo fanno adescano le ragazzine o le oche. Noi invece vogliamo
risultare sexy alle donne con un minimo di senso.» gli rinfacciò Ville. «Quindi
se trovi una che ti interessa prima ti fai notare da lei nella maniera più
occulta possibile, poi…».
«Come
faccio a farmi notare in maniera occulta??!» obiettò Jon.
«…POI,
appena vedi che ti ha notato, ti avvicini a lei e intavoli una conversazione
SERIA. Non cose come il tempo o l’ultima partita di football, ci siamo intesi?»
continuò imperterrito Ville.
«Rispondi
alla mia domanda.».
«Ma
devo spiegarti tutto?!» esclamò Ville con un sorrisino da saputello «Le passi
vicino in maniera apparentemente
casuale, le lanci delle occhiatine apparentemente involontarie…cosa di
questo tipo!».
«Tanto
vale andare là e offrirle da bere! Che cambia? Risparmi tempo!» azzardò
Jon.
«Idiota!
Non puoi conquistare una donna se il tuo obiettivo è solo risparmiare tempo per
portartela a letto!» lo rimproverò Valo.
Jon lo
guardò con un’espressione scettica. «Non hai mai invitato fuori una donna solo
ed esclusivamente con l’obiettivo di portartela a letto?» gli
domandò.
«No. Le
uniche volte che è successo ero ubriaco, e non mi è nemmeno piaciuto più di
tanto. E’ meglio quando lo fai con una ragazza che conosci bene, e a cui vuoi
bene, soprattutto.».
Bon
Jovi osservò il darkman con la bocca spalancata. Non era possibile…non Valo,
cazzo! Non l’uomo con più proposte indecenti di tutta la Finlandia (Jon aveva
letto alcuni giornali in proposito)!! «Non prendermi per il culo…» sibilò non
del tutto convinto.
«Non ti
sto prendendo per il culo.» replicò Ville spegnendo la sigaretta e
accendendosene un’altra. «Io sono cresciuto in una famiglia a maggioranza
femminile, ciò mi ha permesso di imparare a capire come le donne ragionano. Non
c’è niente che attragga di più una donna di un uomo che sappia rispettare i suoi
tempi. Devi essere pronto a quelle che non vedono l’ora di fare sesso con te e a
quelle che invece aspettano mesi prima di cedere. Se impari a capire la donna
che hai davanti poi sei a cavallo.».
«Allora
sono messo male…» sussurrò Jon passandosi le mani tra i
capelli.
Ville
sentiva un po’ di compassione per quell’individuo, anche se più pensava al
motivo del suo affliggersi più gli veniva da ridere. «Avanti, in che modo hai
conquistato Dorothea?» gli chiese. Jon aveva parlato spesso a Ville della sua
ex, era innamorato perso, non l’avrebbe dimenticata tanto in fretta, ma lei
l’aveva mollato e lui voleva andare avanti.
«Le ho
cantato una canzone a un concerto della scuola…ma eravamo amici già da prima.»
rispose Jon con un pizzico di nostalgia.
“Ho
sbagliato carta da giocare…” rifletté Ville. «Bè, caro mio, è il momento che
impari altri metodi. Il mio compito sarà quello di renderti un sex-symbol con i
fiocchi. Ma non sperare di battermi…» disse poi guardandosi le unghie con fare
altezzoso.
«Sarò
ancora meglio di te, invece. E’ una scommessa!» replicò Jon con uno sguardo
malizioso.
«Allora
è meglio che continui a prendere appunti, caro mio. Io sono di 10 anni avanti a
te, ricordatelo.» rispose Ville avvicinando il blocchetto di appunti semivuoto a
Jon.
«Non
correre troppo, io a 15 anni avevo già fatto sesso!» obiettò il rocker
gonfiandosi di orgoglio.
«Lezione
numero 2: mai vantarsi con una donna delle proprie esperienze sessuali.» rispose
piatto Ville «A meno che non riguardino lei…ma anche in quel caso vacci
piano.».
«Non
cambiare discorso!» lo redarguì Jon puntellandolo con la
matita.
«Io la
mia prima volta lo fatto a 19 o 20 anni, e con ciò? Almeno io, a differenza dei
miei amici, non ho detto che ne ero rimasto deluso.» rispose Ville senza
mostrare il minimo segno di risentimento.
Jon
rimase con la bocca spalancata un’altra volta. Prendeva lezioni di sensualità da
un uomo che aveva fatto sesso per la prima volta a 20
anni??!
«Sei un
caso umano…» commentò.
«No,
semplicemente mi piacciono le storie serie. E per me fare sesso vuol dire storia
seria, fattene una ragione, sono un romantica vecchio stile. E, lezione numero
tre, niente sesso fino al terzo appuntamento, o per lo meno, niente sesso se lei
non te lo propone. Io ti consiglierei bacini sulla guancia al primo, sulla bocca
al secondo e poi quel che succede al terzo. Funziona sempre.» disse Valo
giocherellando col posacenere.
«Niente
sesso fino al terzo appuntamento??! Dio, Ville, ma così me lo uccidi!» esclamò
Jon.
«Zitto
e impara.» replicò il darkman «E poi anche tu sei un romantico, da quanto mi
risulta. Cito testualmente: non c’è
niente senza amore, niente può farti superare la notte, niente sembra andar bene
senza amore.».
«Appunto:
niente può farti superare la
NOTTE…che si fa di notte, solitamente? Quando hai una ragazza,
intendo…».
«La
porti a guardare il firmamento.».
«Ma chi
è l’insegnante qui, tu o io?!» esclamò sconvolto Bon Jovi.
«Non
obiettare! Fa come ti dico e tornerai a casa in men che non si dica!» disse
Ville schioccando le dita. «Così io potrò tornarmene alla mia vita di tutti i
giorni.».
Jon non
replicò. Era felice di vedere Ville cominciare a stare di buon umore, fare
battute con più frequenza, essere più socievole. Anche il suo lavoro cominciava
a funzionare, prima o poi sarebbe tornato a casa…ma prima voleva mettere in atto
le nuove lezioni.
«Sei
fortunato che gli altri HIM sono via, altrimenti eravamo messi malaccio. Come
farei a spiegar loro la tua presenza?» disse Ville.
«Potresti
sempre dire di essere diventato gay e presentarmi come tuo nuovo partner…»
suggerì Jon.
«Sì, ti
piacerebbe!» sbuffò Ville.
«Casomai
il contrario…io sono qui per avere una o più donne caro mio, non un
uomo.».
Ville
stava per replicare quando suonò il campanello del suo appartamento. Quando andò
ad aprire poco ci mancò che gli richiudesse in faccia la
porta.
«Ciao,
Ville, sono tornato prima e ho pensato di farti una visita!» esclamò l’intruso
scansando da una parte l’amico ed entrando
nell’appartamento.
Jon
osservò Ville guardare con una faccia cadaverica il ragazzo dalla stazza
imponente che si era appena seduto sul divano.
«Che
ordine qui dentro, che è successo?» chiese questi sorpreso dalla pulizia di casa
Valo.
«E’
merito mio!» disse Jon incapace di starsene zitto.
«Cazzo,
assomigli un sacco a Bon Jovi tu, te l’hanno mai detto? Potrei quasi pensare che
sei tu se non sapessi che quello vero ha 39 anni!».
Ville e
Jon si guardarono trattenendo a stento una risata. “Tanto vale dirglielo…” pensò
Valo.
«Migé…il
fatto è che…lui…è veramente Jon Bon Jovi.» gli spiegò il
darkman.
«Avanti
Ville, non prendermi per il culo! Dimmi chi è il tuo amico!» rispose Migé con un
sorriso divertito.
«Non è
uno scherzo, è vero, posso provarlo.» disse Jon. I due cantanti si lanciarono
nella spiegazione dell’ultimo mese di novità. Alla fine Migé era pallido come un
cencio e balbettava come una macchinetta da scrivere.
«Ma…ma…come
cazzo è potuto succedere?!» esclamò abbandonandosi tra i
cuscini.
«Non lo
sappiamo, ma ora la situazione è questa.» disse Jon.
«L’unica
cosa che possiamo fare è aiutarci a vicenda. Sei con noi?» chiese
Ville.
Migé li
guardò uno ad uno con la faccia stravolta dalla sorpresa. «Ok…sì,
ok.».
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