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Autore: MelanieG95    13/06/2012    1 recensioni
Un continuo di Tekken 6 ci vuoloe proprio.
Quindi spenderò i mio tempo a cercare d'immaginarmelo.
Sono, io stessa, curiosa di vedere cosa ne uscirà e se avrà successo nel sito.
Ps: sto prendendo in considerazione l'ending di Jin di Tekken 6. Infatti la storia inizierà proprio da lì.
Buona lettura, belli.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jin Kazama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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. Fu un incubo a svegliare Nina.

Aveva ancora i capelli umidi. Significava che non si era addormentata da molto.

Si alzò, si stiracchio braccia e gambe. Aprì il grande cassettone accanto al letto e afferrò una maglietta nera e un paio di jeans blu. Non era quello che indossava di solito ma, in quel momento, i vestiti erano l'ultimo dei suoi problemi.

Doveva ancora spedire gli inviti del Tekken, perciò si diresse, senza farsi vedere, al più vicino ufficio postale. Tra gli inviti ne scartò alcuni il reso li mise nella cassetta della posta da inviare.

Quelli scartati potevano essere consegnati di persona, come quello di Lars, Eddy e quello di Steve Fox.

Non sapeva come glielo avrebbe recapitato ma avrebbe trovato un modo. per incontrarlo. E magari parlare un po' con lui.

Ritornò alla Zaibatsu in pochi minuti e subito andò da Jin.

Era strano che non 'avesse cercata per tutto il giorno.

Bussò alla porta ed entrò rapidamente. -Dammi del lavoro da fare! Ho bisogno di distrarmi!-

Jin era seduta sulla sua poltrona, intento a sfogliare il giornale.

-Non ti sei distratta abbastanza? Ti ho vista in palestra, prima.-

-Odio essere sorvegliata, lo sai.- disse lei, infastidita.

-Non ho fatto niente di male. Ma ho notato che sei tornata piuttosto nervosa stamattina. E' successo qualcosa?-

Jin aveva intuito qualcosa e Nina lo capì. Era impossibile nascondergli qualcosa.

-Ho incontrato Anna stamattina. Mi ha portata in un vicolo e... c'era anche Kazuya. Voleva parlarmi.-

-E' stato un gesto davvero incauto il tuo. Non voglio che tu stia da sola con loro due!-

-Pur sapendolo, l'ho seguita comunque.-

-Cosa vi siete detti?- chiese.

Nina rimase in silenzio. Non poteva dirgli di cosa avevano parlato. Sarebbe stato troppo imbarazzante per lei.

--Nina... cosa vi siete detti?- Jin rifolmulò la domanda.

Dopo qualche istante parlò. -Del nuovo Tekken.- mentì. -Mi ha anche riproposto di entrare tra le sue forze speciali. E' davvero noioso quell'uomo.-

-Già. Ma la cosa non mi convince: se è vero che avete parlato solo di questo perché eri arrabbiata stamattina?-

-Lo sai che vedere Kazuya mi rende nervosa. Avrei voluto ucciderlo ma tu me lo hai vietato.-

-Lui lascialo a me, intesi?-

-Nina annuì. Poi, cominciò a ridere.

-Perché ridi?-

-Niente. Stavo solo pensando a come un incontro possa... cambiarti la vita.-

-Non capisco, spiegati.-

-No, non è niente. Non capiresti.-

Per la prima volta, Jin non riuscì a comprendere Nina. In quasi due anni di collaborazione non gli era mai successo. Ormai era come un libro aperto per lui. Nel momento in cui l'assunse come sua guardia del corpo non aveva immaginato che sarebbe diventata la sua migliore amica. Era lei che si occupava di llui in tutto e per tutto: lo svegliava la mattina, gli preparava i vestiti, gli ricordava gli appuntamenti e i lavori del giorno, ed era anche l'unica che lo ascoltava durante i suoi sfoghi  personali.

E per la prima volta non riusciva a comprenderla e questo gli fece capire che si stava allontanando, in qualche modo. Era una cosa che sospettava da giorni.

-Domani è il tuo giorno libero, vero?-

-Sì. Hai intenzione di negarmelo?-

-No. Speravo che questa volta mi dicessi dove vai ogni 22 del mese.-

-E' un segreto.- disse, facendogli l'occhiolino.

-Ti incontri con un uomo, vero?- scherzò Jin.

-Ci sei quasi arrivato!- replicò.

Jin si aspettava che la donna avrebbe risposto con un "no" secco. E invece rimase rimase sul vago. Che ci fosse davvero un uomo?

Tutti i fatti erano chiari: quel giorno libero lo passava con quell'uomo.

Non capendone il motivo, Jin si ritrovò a odiare questo sconosciuto. Senza averne nessun diritto.

Nina non apparteneva a lui... purtroppo.

-Va bene.- concluse lui. -Cerca solo di non fare tardi domani.-

-Agli ordini, boss!- lo salutò e uscì dall'ufficio.

Jin voleva assolutamente vedere quell'uomo.

Escogitò un piano per il giorno dopo. Avrebbe seguito Nina finché non lo avrebbe visto. E dopo, cosa avrebbe fatto?

Jin stesso non lo sapeva ma prima doveva vederlo.

 

 

Il giorno dopo, Jin si preparò per pedinare Nina.

Lei era già uscita e Jin, senza farsi vedere, si era alzato, vestito ed era uscito pronto per scoprire chi fosse il misterioso uomo con cui Nina s'intratteneva.

Il ragazzo nascondeva gli occhi con un paio di occhiali scuri. Si era scordato l'ultima volta che era uscito alla luce del giorno e i raggi solari gli davano anche fastidio.

Continuò a seguirla, quando Nina entrò in un negozio di fiori e comprò un mazzo di rose rosse.

I suoi sospetti sparirono quando Nina entrò dentro il cimitero della città.

Si sentì uno sciocco e si vergognò di sè stesso.

-Che stupido.- disse fra sè.

Si avvicinò verso la lapide in cui la donna aveva posato il maazzo di rose. Nella lapide c'era inciso "In memoria di Richard Williams".

La bionda si accorse della sua presenza. - Jin! Che ci fai qui?- disse, girandosi.

-Ora doveva inventarsi una scusa. -Ehm... ero curioso di vedere dove andavi di bello tutti i mesi e così ti ho seguita. Quindi... è qui che riposa tuo padre...-

-Sì.- disse.

-Ma tu non sei irlandese? Come mai tuo padre è stato seppellito qui?-

-Perché è morto qui in Giappone. Si trovava nelle montagne del nord quando fu ucciso. Era in missione per conto dell'Irlanda che a quei tempi si era alleata con il Giappone per scopi militari. Morì il 22 di novembre.. Io avevo 9 anni, quasi 10.-

-Quindi oggi è l'anniversario della sua morte. Quanto tempo è passato?-

-Circa 40 anni.-

-Immagino che anche Anna verrà oggi.-

-E' già venuta. Vedi quei gigli?- disse, indicando il mazzo di fiori bianchi. -Li ha portati lei.-

-Da quello che ho capito, l'unica cosa che lega te e tua sorella è l'amore per vostro padre.-

Nina annuì, silenziosa.

-E tua madre?-

-Mia madre è sepolta in Irlanda. Non vado a visitare quella tomba da anni, ormai. E, ora che ci penso, non vado in Irlanda da una vita. Forse dovrei tornarci. In fondo è il luogo in cui sono nata. E' la mia casa.-

Jin avrebbe voluto dirle che ormai la Zaibatsu era la sua casa. Ma, non avendo il coraggio di dirlo, lo disse in modo indiretto.

-Credo che non si possa definire "casa" un luogo o una abitazione. La "casa" sono quelle persone con cui vivi la tua vita. Le persone che ti sorridono tutti i giorni ti sostengono. Poi, non importa se si vive in una villa, in un appartamento, in una topaia o addirittura sotto un ponte. L'importante è avere queste persone accanto.-

Nina alzò la testa e sorrise dolcemente. Quello era un sorriso che Jin non aveva mai visto. Ne resto affascinato.

-Fino a qualche tempo fa non mi sarei mai aspettato di sentire uscire parole simili dalla tua bocca. Chi sei? Che ne hai fatto del vecchio Jin, spietato e senza cuore?-

Jin rise. - Magari mi sono stancato di essere quel Jin.-

-Bè, era ora!-

-Però, dovresti gettare la maschera anche tu. Smettila di ingannare il mondo, Nina.-

Dopo quella frase, nessuno dei due riuscì più a dire niente.

Ma fu il cellulare di Nina a interrompere quell'imbarazzante silenzio. Era Xiaoyu.

-Pronto?-

-Nina? Dove sei? Dov'è Jin? Dovete venire immediatamente al Politecnico!-  La voce della ragazza era agitata e spaventata.

-Cerca di calmarti, ragazzina. Cos'è successo?-

-Come faccio a spiegartelo? Stamattina siamo andati a scuola e l'abbiamo trovata completamente distrutta!-

Nina non credeva alle sue orecchie. -Cosa? E' impossibile! Resta lì, stiamo arrivando!- Chiuse la chiamata.

-Cos'è successo?- chiese Jin.

-Dobbiamo andare subito al Politecnico. Qualcuno, stanotte, si è divertito a farla saltare in aria.-

 

 

Infatti, la situazione al Politecnico era disatrosa.

L'ampia struttura, in perfette condizioni, giaceva al suolo. Anche alcune case nei dintorni erano rimaste coinvolte nell'attacco e, sicuramente, le famiglie erano sotto le macerie, senza vita.

-Chi può essere stato?- chiese Xiaoyu.

-Sicuramente, la G. Corporation. E' l'unica che avrebbe il coraggio di attaccare una struttura che appartiene alla Mishima Zaibatsu.- rispose Nina.

Jin era furioso. Cominciò a girare attorno alle macerie, sperando di trovare qualcosa che poteva incastrare la G. Magari i resti della bomba ma non trovò niente.

-Adesso come faremo? Mancano ancora mesi alla fine dell'anno scolastico.-

-Mi occuperò di trovarvi un posto dove continuare l'anno.-

-Ma prima di questo dovresti occuparti dei giornalisti che stanno per arrivare.- intervenne Nina.

Jin alzò gli occhi al cielo. - Nina, occupatene tu, per favore.-

Ma non fecero in tempo. I giornalisti videro Jin e corsero vers di lui. Ci fu un via vai di domande.

Ma una in particolare attirò l'attenzione di Jin.

-Signore, in molti pensano che sia stato proprio lei a organizzare questo attacco. Cosa risponde a queste persone?-

Jin rise. - E' assurdo! Perché dovrei fare una cosa simile?-

-Bè, l'abbiamo sentita accusare la G. Corp. In molti sospettano che l'abbia fatto per accusare la G.-

-Ridicolo! Secondo voi causerei danni da milioni di yen solo per far passare guai alla G.? Davvero ridicolo!-

-Ma...-

Jin lo interruppe bruscamente. -Dica a questa gente di stare attenta a quello che va a dire in giro! E che ci pensino due volte prima di accusare uno come me E prendetela come una minaccia!-

-Questo peggiora solo la sua situazione, signor Kazama.- rispose il giornalista.

Se non ci fosse stata Nina a trattenerlo, probabilmente, lo avrebbe ammazzato con un pugno.

-Lascialo stare. E' soltanto curioso. Stai tranquillo.- gli sussurrò Nina all'orecchio., trascinandolo lontano dal giornalista.

L'attenzione dei curiosi fu attirata da un'altra persona, altrettanto famosa. Tutti corsero verso di lui. -E' Kazuya Mishima!- tutti gridarono.

Era proprio lui.

Non si era mai presentato a Jin fuori di un combattimento. Era un'occasione davvero speciale.

-Signor Mishima, cosa ne pensa dell'accaduto?-

Le domande a susseguirsi una dopo l'altra.

-Cosa ne pensa dell'accusa del signor Kazama?-

Guardandolo, sorridendo, Kazuya disse: Credo che abbiate sbagliato anche voi giornalisti. Jin è ancora molto giovane e non è abituato a tutto questo. E' normale. Probabilmente, alla sua età, anche io avrei reagito così. I ragazzini non pensano mai abbastanza a quello che dicono.-

Con il suo comportamento da uomo buono ed educato, la gente, ignara della sua vera indole, lo considerava un salvatore. L'unica associazione che aveva avuto il coraggio di contrastare la Zaibatsu era stata proprio la G. Corporation con a capo Kazuya. E la gente vedeva in lui colui che avrebbe liberato il mondo dalle inutili e brutali guerre della Mishima Zaibatsu.

Al solo vederlo, il sangue di Jin ribollì. Aveva voglia di correre in mezzo all'enorme folla di stupidi giornalisti e ammazzarlo una volta per tutte e l'avrebbe fatto se Nina lo avesse lasciato libero.

Kazuya aveva u sorriso quasi compiaciuto. Era sicuramente venuto a vedere se i suoi soldati avevano fatto un buon lavoro.

-Scusatemi, signori, ma adesso devo andare.-

Si fece strada tra i giornalisti, scortato da Anna. Anche la donna aveva un sorriso soddisfatto.

Si avvicinarono verso Jin e Nina finchè Kazuya non fu a pochi centimetri da suo figlio.

-I miei soldati hanno fatto davvero un buon lavoro, non trovi?- gli sussurrò a un orecchio Kazuya. -E' inutile che continui con questo atteggiamento. La gente ti chiama "il giovane diavolo". E devo dire che ti cade a pennello.-

Quanto desiderò di attaccarlo, ma dovette calmarsi.

-Ci vediamo al Tekken, figliolo.- lo salutò, entrando in macchina. Poco dopo la macchina sfrecciò via, velocissima.

-Andiamo via prima che distrugga sul serio qualcosa!-

Nina lo scortò il più lontano possibile dai giornalisti.

-Xiaoyu, raduna tutti gli studenti e dì loro che rimarranno a casa fino a nuovo ordine.-

La ragazza annuì.

E poi Jin comparve assieme a Nina..

 

 

-Se devi sfogarti, almeno fallo in palestra. Il tuo povero ufficio non ha colpe.-

Nina cercò di farlo ragionare ma senza buoni risultati. E, da più di 30 minuti, Jin stava distruggendo qualunque cosa fosse intatta nel suo ufficio.

-Mi toccherà rimettere tutto a posto dopo, lo sai?-

-Fai poco la spiritosa!- urlò Jin.

-Comportandoti così non risolverai molto.-

-Mi ha umiliato davanti a tutta quella gente. Quello che è successo verrà scritto su tutti giornali. Domani tutti gli abitanti di questo fottuto mondo sapranno cosa è successo e io passerò ai loro occhi come uno stupido ragazzino!- disse ad alta voce e camminando avanti e indietro. Poi, si passo una mano tra i capelli.

-Magari è quello che sei veramente. Uno stupido ragazzino...- disse Nina.

Jin si girò verso di lei. - Oh, bene! Anche tu contro di me! Bene! No, anzi benissimo! Tra poco comincerai a complottare contro di me e, magari, passerai informazioni provate alla G.!-

-Non dire sciocchezze! Sei solo fuori di te in questo momento per capire cosa ti sta succedendo!-

-No, invece! Ho capito benissimo! Tutti contro di me, eh?-- si sedette sulla poltrona della sua scrivania. -Bene, fate pure! Non ho assolutamente bisogno di voi!- continuò.

-Sai che non è così. Hai bisogno di noi, sopratutto in questo momento. Se ti calmassi prendendo una tisana, magari, potremmo cercare una soluzione a tutto questo!-

-Smettila di trattarmi come una bambino!-

-Se fai il bambino io ti tratto come tale!- Anche Nina alzò la voce, stavolta. -Ma ti rendi contro che proprio tu non puoi permetterti distrazioni?! Non per il futuro dell'azienda ma per la tua vita! Alla minima distrazione diventeresti un bersaglio facile per loro! E, comunque, non ti tratto da bambino, ma semplicemente...- arrossì. -...mi preoccupo per te. Fino a ora ce l'hai fatta con il tuo temperamento e il tuo sangue freddo. Non basterà più.- gli spiegò.

Poi, continuò. -Non capisci che lui mirava proprio a questo?! Vuole totalmente rovinarti. Devi renderti conto che tu non sei più un semplice ragazzo. Quello che fai non si ritorce solo sulla Zaibatsu ma sull'intero pianeta. Se non sei totalmente concentrato sull'obbiettivo, perderemo!- aggiunse.

Per tutto quel tempo, Jin rimase in silenzio.

-Pensa a quello che ti ho detto. Ti lascio un po' da solo.-

Nina uscì dall'ufficio.

Era incredibile. Con poche parole Nina lo aveva fatto calmare e ragionare.

Si sentiva già meglio. Più sereno e tranquillo.

Quella donna deve avere qualche potere magico, pensò Jin.

 

 

 

 

 

 

Ci ho messo un bel po' a scriverlo per via della scuola. :(

Spero vi piaccia. Nel prossimo ci sarà qualcosa di taaanto carino. xD bye-bye.

  
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