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Autore: firework_1    13/06/2012    4 recensioni
La vita al fianco di Josh diventa sempre più complicata: La detective Kate Beckett si trova a dover lavorare su un caso di omicidio, pericolosamente legato alla sua vita privata; nello stesso tempo però si trova a dover districare i suoi problemi sentimentimentali con il "suo" scrittore.
Genere: Fluff, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO VII
L'insistente vibrazione di un cellulare svegliò Kate, nel cuore della notte. Lei aprì gli occhi e si guardò intorno per qualche secondo,disorientata, osservando la stanza in cui si trovava, a mala pena illuminata dal riflesso della luna. In un attimo però, i ricordi della sera precedente riaffiorarono nella sua mente e quando sentì il petto dell'uomo gonfiarsi dietro la sua schiena, ne ebbe la conferma. Non si erano spostati di un millimetro dalla posizione in cui si erano accoccolati la sera precedente; ancora chiusi in quel morbido abbraccio, i loro corpi erano ormai fusi insieme da una leggera patina di sudore che li univa. Il respiro pesante dell'uomo provocò dei brividi di freddo alla donna, quando espirò l'aria sul suo collo umido. Un'aurea di beatitudine invase l'intera stanza quando kate prese coscienza della situazione in cui si trovava: le sue labbra si aprirono in un enorme sorriso,i suoi muscoli si rilassarono e, tirando un grande sorpiro, cercò di avvicinarsi ancora di più al corpo nudo dell'uomo, desiderando di poter toccare ogni millimetro della sua pelle. Volendolo baciare ancora, come la prima volta, si voltò verso di lui, indecisa se rischiare o meno. Il suono della voce sovraeccitata di Poula, però, che fino ad ora aveva accompagnato i suoi pensieri, prese il sopravvento, risvegliandola da quella magnifica favola in cui si era perduta.

"....... allora allora allora?!?! che te ne pare?!? io credo sia fantastico!! ti hanno servito un'opportunità d'oro!!! un contratto per altri tre libri su Nikki Heat non è una cosa che capita a tutti non credi?!? ti aspettano grandi guadagni e un tuor in giro per il mondo per presentare il tuo nuovo libro!! ma ci pensi? Parigi.Londra.Tokio.....stiamo per arrivare!!! Rick!! chiamami subito appena senti questo messaggio!! non sto più nella pelle!! un bacio un caro"

quando il messaggio della segreteria era ormai al termine, la detective guardò il telefono dello scrittore, poggiato sul comodino, e subito si fece prendere dal panico, chiedendosi se per lui fosse solo un personaggio dei suoi stupidi libri. Non riusciva a scacciare quel pensiero dalla sua mente che in un istante iniziò ad elaborare le teorie più assurde; ma quella che la fece alzare di scatto,sciogliere l'abbraccio che poco prima aveva creato e raccogliere tutti i suoi vestiti, fu quella che prevalse. Kate scese le scale in tutta fretta, rivestendosi come meglio poteva e uscì da quell'appartamento sbattendo la porta d'ingresso, senza badare al rumore che avrebbe creato.

Castle sobbalzò sentendo quel frastuono proveniente dal solotto e un brutto sentimento lo annebbiò. Allungò un braccio fino all'altro capo del letto e, anche se non aveva ancora aperto gli occhi, si accorse del vuoto che aveva invaso il materasso, con la mancaza della donna. La prima idea che li venne in mente fu quella di dare un'occhiata fuori dalla finestra e,come sospettava, la vide. Vide la sagoma della donna salire in macchina, per poi scappare via, tra le strade di New York. Senza pensare a quello che faceva si infilò i pantaloni correndo lungo la rampa della scala, raccolse la camicia abbandonata sui gradini finali e uscì, sbattendo anch'esso la porta dietro di lui. Urlò come meglio poteva, agitando convulsamente il pollice, finchè un taxi non si decise a fermarsi davanti a lui. Salì e non appena diede l'indirizzo di casa della detective all'uomo seduta sul sedile del guidatore, il taxi sfrecciò.



Un intenso profumo di ciliegia inondò la stanza da bagno della detective, intenta a chiudere il rubinetto dell'acqua calda con cui aveva appena preparato la vasca, per il suo momento di relax. Tirò un sospiro prima di decidersi definitivamente a concedersi a quel calore; desiderava tanto di potersi far coccolare dall'acqua e dal vapore, come poco prima aveva fatto con Castle. Si sfilò l'accappatorio rosso, lasciandolo cadere per terra, ma non fece neppure in tempo ad immergere un dito, che il campanello suonò. Non poteva crederci! C'era qualcuno là fuori che, con un discutibile tempismo, aveva appena interrotto il sacro rituale della detective, venendola a disturbare. Cercò di rivestirsi ma l'incessante suonare la obbligò ad afferrare la prima cosa che le capitò sotto tiro e coprirsi come meglio poteva. Avvolta in quel piccolo asciugamano arancione si diresse a passo svelto verso il portone principale senza neppure pensare a chi potesse essere a quell'ora della notte. Spalancò il portone e rimase paralizzata alla vista di ciò che si aprì dinnanzi ai suoi occhi. Uno scrittore, il SUO scrittore, più affascinante che mai, l'aveva seguita fino a casa, nonostante lei fosse scappata nel cuore della notte proprio per evitare qualsiasi tipo di discussione. Come una stupida si era fatta prendere dal panico e senza alcun motivo plausibile l'aveva abbandonato da solo in quello stesso letto in cui poche ore prima avevano fatto l'amore. Era scappata mentre lui dormiva, senza dargli neppure l'occasione per ribattere o convincerla a restare, magari per sempre.

  • Caffè?

Sorpresa e imbambolata, rimase ferma per qualche secondo, con gli occhi sbarrati, a fissare l'uomo mentre le porgeva il suo bichierre.

  • le 3:00 di notte non sono proprio l'orario migliore per un caffè Castle – rispose lei dopo essersi finalmente ripresa

  • lo so. Ma avevo bisogno di una scusa per vederti

Beckett abbassò lo sguardo.

  • perchè te ne sei andata Kate?

La detective, continuando a fissare immobile il suolo, come se si vergognasse più del suo comportamento che del modo in cui era vestita, sussurrò:

  • entra.

Dopo aver richiuso la porta dietro di loro, lui le andò incontro e con un gesto involontario la baciò, ma si dovette staccare da lei dopo pochi istanti non sentendola richiambiare quel dolce saluto.

  • cosa c'è? -- chiese lo scrittore.

Alzando gli occhi verso di lui, in piedi lì di fronte, ne resse finalmente lo sguardo. Con decisione sciolse il nodo dell'asciugamano e lo lasciò cadere sul pavimento, senza mai smettere di fissare quei meravigliosi occhi azzuri, che non si distrassero da lei neppure per un secondo. Gli afferò un polso e lo attirò a sè, sorprendendolo. Si irrigidì in un brivido quando il palmo freddo si posò sul suo seno. Rick fece un secondo tentavio, avvicinandosi nuovamente per baciarla, ma non era abbastanza veloce per lei, che lo agguantò ferocemente per la giacca, baciandolo intensamente e stringendolo a sè. Le loro lingue riiniziarono a danzare insieme, cercandosi con passione. Lei lo aiutò a svestirsi per farle compagnia, mentre si dirigevano verso la camera da letto.

  • non scappare mai più da me, Kate. Mai più.

Accompagnati da quest'ultima frase, tornare a muoversi insieme, come la prima volta.

 

Quando aprì gli occhi venne quasi accecata da un raggio del sole che, attraversando la persiana, la colpiva proprio sul volto. Istintivamente li richiuse. Per evitare nuovamente quel pericolo frugò alla cieca fra le lenzuola ancora calde ma le trovò vuote. Colta dalla consapevolezza si sedette di scatto, sorreggendo la coperta che le copriva il petto e sgranò gli occhi, non curandosi della luce. "questa volta è stato lui a scappare..non è possibile". Accompagnata da questo pensiero si fece prendere di nuovo dal panico, ultimamente le capitava davvero spesso. Si coprì il viso con le mani, nel tentativo di trattere le lacrime, per conservare un minimo di dignità che le restava. Dopo essersi ricomposta scese dal letto e si infilò la camicia da notte. Cosa avrebbe dovuto fare? Inseguirlo ed andare a casa sua come aveva fatto lui in precedenza? Si sarebbero dovuti rincorrere per tutta la vita? Quel risveglio così magico, accanto all'uomo che amava, non era poi così magico alla fine. Dovendosi entrambi adeguare al meccanismo di difesa adottato dall'altro avrebbero senza dubbio avuto molti problemi col passare del tempo. E se lei non riuscisse a passarci sopra? Forse non erano davvero fatti l'uno per l'altra come credeva. Nonostante il suo volto fosse rigido e non lasciasse trasparire nessun tipo di emozione, chiunque, guardandola dall'esterno, sarebbe stato in grado di percepire l'infinita quantità di pensieri e ansie che in quel momento offuscavano la mente della detective.

Come di routine, la donna iniziò i preparativi del mattino, come se non fosse successo nulla, fingendo che magari si fosse trattato solo di uno strano e deprimente sogno. Dirigendosi verso la porta della camera da letto però, inciampò in qualcosa. Fece finta di niente, proseguì per la sua strada senza neppure abbassare lo sguardo per capire cosa fosse ed uscì. Ma quando si voltò per socchiudere la porta dietro di lei, con la coda dell'occhio la vide. Vide l'oggetto per terra e a quel punto, iniziò a correre. Fu come un'improvvisa folgorazione. Successe tutto in pochi secondi, non appena si rese conto di essere inciampata in una scarpa che Castle aveva abbandonato vicino al letto la notte prima. Corse subito da lui, facendosi guidare dalla scia di profumo sprigionata dai pancakes ancora caldi. Scese quella breve rampa di scale in tutta fretta e lo trovò proprio lì, in cucina, davanti ai suoi fornelli, mentre, con gli auricolari infilati nelle orecchie era intento a preparale la colazione, sculettanto a ritmo di musica.
Si sentì subito sollevata e in lei prevalse l'istinto di tuffarsi fra le sue braccia. Gli si avvicinò velocemente e lo abbracciò da dietro facendolo sobbalzare per la sorpresa, dato che non l'aveva sentita arrivare. Lo scrittore, recuperato l'equilibrio perso durante la spinta, si sfilò un'auricolare, lasciandolo penzolare contro il suo petto. Si voltò con un sorriso malizioso sul volto fino ad incontrare lo sguardo sognante della detective e la baciò.

  • buongiorno detective, ha fame?

Le fece un sorriso a trentadue denti

  • buongiorno – lei lo ricambiò -- sì tantissima in realtà! Piatto del giorno?

  • Oggi la casa offre una doppia porzione di ottimi pancakes

  • mmm...perchè doppia? -- chiese Kate facendo finta di pensare, anche se già sapeva la risposta – ah già! È vero...i pancakes sono un modo commestibile per ringraziare il proprio partner per la fantastica notte passata insieme...non c'è di chè Castle

  • per LE fantastiche prestazioni del proprio partner mia cara detective

Dopo questo scambio di battute, un velo di rossore si diffuse sulle guance di lei, ma nonostante questo, scoppiarono entrambi a ridere e iniziarono a fare colazione.

  • wow..complimenti allo chef! Devo dire che...

La detective non fece in tempo a concludere la frase che lo scrittore, non riuscendo a trattenere il desiderio, la spinse contro il tavolo della cucina e iniziò a baciarla, con passione. Lei non rispose immediatamente al bacio, non realizzando subito la situazione, ma quando finalmente ci riuscì lo strinse ancora più a sè. L'uomo, nel tentativo di sentire il corpo della donna sul suo, la sollevò da terra, afferandola per i fanchi e la fece sedere sul tavolo, rimanendo in piedi davanti a lei per non interrompere il contatto tra le loro labbra. Lei per aumentare il desiderio, avvighiò le sue gambe intorno al busto dello scrittore, ma lui, volendo rallentare i tempi per assaporare al meglio ogni istante, si fermò e le diede un tenero bacio sulle labbra, poi un'altro, un'altro ancora e la tenerezza tornò ad essere passione nel giro di pochi secondi. Il cellulare di Beckett però, squillò; come se lo avesse fatto apposta, come se fosse un segno del fatto che dovevano fermarsi; prima di cader prede di quell'allettante circolo vizioso.

  • non rispondere – le sussurrò Castle, arrivato ormai a baciare l'orecchio della detective.

Ma lei non gli diede retta e rispose lo stesso al telefono, con voce affannata.

  • BEEEEccc – completò la parola emettendo un gemito. Le dita dello scrittore erano scese troppo in basso.

una risatina smorzata seguì quella risposta

  • Becks...sono Espo tutto bene?

  • Espoo!!....ceeerto tutto benissimo – rise di nuovo – stavo solo facendo una lunghissima corsa per central park !! -- disse la detective lanciando uno sguardo inceneritore all'uomo, che continuava a baciarle tutto il corpo, cercando di fornirle dei buoni motivi per riattaccare.

  • Ci ..ci...ciii soooono novità?

  • sì..bhè..è per questo che ti ho chiamato – Esposito corrugò la fronte e allontanò il telefono per poi guardarlo: l'espressione perplessa del detective incuriosì Ryan che vedendolo si avvicinò.

  • Bene allora!

  • Kate...non vuoi sapere cosa abbiamo scoperto?

  • Oh sìsì giusto....oddioo allontanati da me!...scusa dimmi tutto!!

  • ma con chi parli? -- l'uomo sgranò gli occhi e fece cenno a Ryan di avvicinarsi ancora di più per poter ascoltare anche lui.

  • Scusa Espo c'era un ragno ENORME che mi stava dando il tormento

Beckett si mise a ridere cercando di non fare troppo rumore e con una mano chiuse la bocca di Rick per evitare che venisse scoperto. Non riusciva più a trattenersi mentre l'uomo continuava a torturarla con le sue mani.

  • Abbiamo scopero che Jessica, la bionda, ha lasciato la città. Ho parlato con i vicini e hanno detto che è partita l'altro ieri mattina.

  • Sapete dov'è andata?

  • Sì, Ryan ha rintracciato la sua carta di credito, l'ha utilizzata pochi minuti fa in un negozio di vestiti a Hamilton Island

  • Hamilton Island?

  • Esatto

  • E' andata al mare dopo che il suo fidanzato è stato ucciso?

  • Sì la cosa non è proprio normalissima.. vuoi che andiamo a prenderla?

  • No, non ti preoccupare ci penso io!

  • Ma no ma...non puoi andare da sola...portati Castle! -- persino la distratta detective riuscì a percepire una nota di malizia nella voce di Javier

  • Castle? Ma stai scherzando?? -- lo scrittore, che fino a pochi istanti prima la stava torturando con baci inopportuni, sentendolo dire così, si fermò di colpo e iniziò ad annuire.

Kate allontanò il microfono del telefono dalla sua bocca e sussurò a Castle: "Rick basta! Stai buono..seduto!"

Lui ubbedì. La posizione che assunse era terribilmente simile a quella di un cucciolo di cane a cui stava per essere servito il pasto. Se solo avesse potuto, avrebbe abbassato le orecchie e iniziato a scodinzolare. La detective lo squadrò e non fu subito felice del suo entusiasmo,

  • No, se non vuoi lui ci vado io...non puoi andare da sola!

  • E tu si?

  • Esatto, Becks....se no resti l'unica qui e non credo sia possibile....sai....dato che il tuo fidanzato è accusato di omic....

  • Ok, ok....ho capito lo chiamo – Beckett interruppe Esposito prima che potesse concludere la frase – dai ci sentiamo dopo al distretto...adesso vado a finire la mia lezione di yoga

Kate si voltò verso Rick e rimase stupita nel vederlo ancora seduto nella stessa posizione, proprio come lei aveva ordinato.

  • Yoga? Ma non stavi correndo per Central Park?

  • sìsì quello! Come dici tu!

Castle sfilò il telefono dalle mani della detective e chiuse la chiamata all'istante, senza perdere tempo in banali saluti. Lei rise e, senza mai distogliere lo sguardo da quegli occhi fin troppo blu, si protese verso l'uomo per potergli dare un tenero bacio sulla fronte, come se fosse il premio che si era guadagnato stando fermo. Lui però non lo permise; la afferrò di scatto per i polpacci facendole perdere l'equilibrio, per poi ritrovarsela in braccio e iniziare nuovamente a torturarla, questa volta però con il solletico.
Risero all'unisono per tanto tempo, senza mai perdere quella scintilla che li univa.

  • Rick ti prego – non riusciva a parlare normalmente a causa delle troppe risate – Rick dai dobbiamo andare al distretto.

Lui la guardò con gli occhi di chi sta per veder sfumare davanti a sè un fantasia. Fece una smorfia e scosse il capo.

  • dai Rick andiamo

in tutta risposta l'uomo schioccò la lingua in segno di disapprovazione

  • tanto, mio caro caro scrittore, si tratta solo di una mattinata..non è poi così tanto tempo

usò un tono di voce piuttosto superficiale, in modo da far sembrare la cosa di poca rilevanza. Nel tentativo di dissuaderlo, lo baciò, questa volta con passione e poi riprese a guardarlo neglio occhi teneramente. Lui sbuffò, sconfitto.

  • okok...comunque mi avevi già convinto prima del bacio, però non volevo smettere di baciarti

lei rise arrossendo timidamente per poi voltarsi e scappare via. Lo scrittore le corse dietro e quando la raggiunse la sollevò in braccio e si diressero insieme verso la camera da letto.





e...per la serie del  "chi non muore si rivede"  arriva il seguito di sul letto del fiume !! . xD
innanzitutto scusate davvero se non ho più pubblicato nulla per tutti questi mesi ma io e Marika non abbiamo avuto molto tempo purtroppo :(  ringrazio tutti coloro che sono tanto gentili da continuare a leggere e recensire quello che scrivo, nonostante i miei tempi non siano proprio rapidi. Dato che ora è finita la scuola cercherò di ridurre i tempi tra la pubblicazione dei diversi capitoli..ora ho più tempo per fortuna :) spero comunque che questa storia vi stia prendendo almeno un pò; spero di riuscire a trasmettervi tutta la passione che ci metto nello scrivergli e spero davvero che abbiate voglia di continuare a leggere il seguito della storia :) ringrazio di cuore tutti i fan che lasciano una recensione (positiva o negativa che sia), perchè questo mi porta a impegnarmi ancora di più, e ringrazio anche quella piaga della mia co-scrittrice perchè continua a spronarmi a non mollare ..senza di lei questa fan fiction non sarebbe mai neppure iniziata <3
noi tutti ci rivediamo al prossimo capitolo (spero quindi molto presto :D)
feed the birds!!


N.B.: scusate per il termine "sculettando" ma sono stata condizionata dalla vista di un'anatra che mi sculettava davanti quindi, non potevo non metterlo xD

  
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