Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: superglow_    13/06/2012    1 recensioni
"-Justin!- dico.
Mi trema la voce, non ce la faccio.
Cerco i suoi occhi, nella fioca luce dell'alba.
-J..Justin!- esclamo di nuovo, ma questa volta un po' più forte.
Non riesco a parlare a causa del sangue indurito sulle labbra.
Ma cosa succede? Non riesco a muovermi.
Mi accorgo di essere stesa, sul ciglio della strada.
Sento una mano afferrare la mia.
E' lui.
Riesco a percepire il suo profumo.
Lo vedo, è accanto a me.
Anche lui steso, ma con gli occhi chiusi.
Non riesco più a dire una parola.
Non ne ho le forze.
Mi ricordo di quando, un anno fa, mi prendeva la mano durante le prove del film e io sentivo i battiti del cuore accellerare a dismisura e lo stomaco fare mille capriole.
Questa volta, però, è diverso.
I battiti stanno diminuendo, e lo sento.
La sua mano mi trasmette sicurezza, ma la paura c'è comunque.
Ad un tratto, urla. Freddo, tanto freddo. Sangue. Sirene. E, poi, il buio totale."
--------------------------------------------------------------
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter three.



E' una bella giornata di sole, così decido di andare al parco a fare una passeggiata.
Infilo un paio di pantaloncini, una maglietta bianca con un disegno incomprensibile e un paio di converse nere.
Oggi non mi trucco, non ne ho voglia.
Lo faccio raramente, preferisco la semplicità.
Esco di casa e svolto a destra, direzione parco.
Appena arrivo, mi trovo immersa dalla natura.
E' così bello.
Mi sento libera.
Cammino un po' senza direzione.
Mi guardo intorno.
Noto molti cani intenti a fare le loro cagatine mattutine e padroni che attendono annoiati.
Vecchiette sedute sulle panchine, che salutano ogni giovane che gli passa davanti, ricordando i loro bei tempi.
Ma, ad un tratto, qualcosa attira la mia attenzione.
O meglio, qualcuno.
Una bambina.
Piccola, bionda, con gli occhi azzurrissimi.
E la sua mamma, anch'essa bionda con gli occhi azzurri.
Cominciano a farsi strada i ricordi nella mia mente.
Quegli occhi azzurri che tanto amavo e quei capelli biondi, lisci e splendidi come il sole.
Mia madre.
Basta guardarmi allo specchio, per rivedere ogni singola parte di lei.
I miei occhi, i miei capelli...è come se la sua anima è entrata dentro la mia e si è fusa in una cosa sola.
La mia vista comincia ad annebbiarsi, le mani mi sudano e il corpo trema.
Sento il cuore come trafitto da mille piccolissime e sottilissime lame, ma che provocano un dolore micidiale.
Comincio a correre.
Non so dove, non so perché.
Corro.
Corro per tutto il grande parco, fino a quando non ce la faccio più.
Mi fermo piena di lacrime, affanno e debolezza.
Alzo lo sguardo.
C'è un enorme albero di baobab.
Esso è l'albero della vita.
Non mi sento per niente come il baobab in questo momento.
Mi sento piccola e senza forse.
Debole e stanca.
Ho bisogno della sua forza di vivere.
Mi siedo, sconvolta.
-Claire!- sento una mano posarsi leggera sulle mie spalle.
Mi giro, lentamente.
Rimango incantata nel vedere due grandi occhi color nocciola, due labbra rassicuranti e un nasino tenero.
Sorrido, come per magia.
"C'è sempre l'arcobaleno dopo la tempesta."
E' proprio vera questa frase.
C'è sempre qualcuno che ti porta allegria dopo che stai male.
Anche con un gesto, con una parola o con un sorriso.
Mi abbraccia.
Rimango paralizzata.
Sono dieci anni che non sento questo abbraccio.
Il suo abbraccio.
Si stacca.
-Cos'è successo?- si siede di fianco a me, sul basso muretto a secco.
-Sto... sto bene.- dico, asciugandomi gli ultimi residui di lacrime.
-So che non stai bene.- dice alzadosi.- ma visto che non vuoi parlarne, mi toccherà portarti da qualche parte e farti sorridere. Sinceramente a me viene la depressione in mezzo a tutto questo verde.- rido.
Rido di gusto.
Anche se non è una cosa da far ridere.
Ma con lui, in questo momento, mi sento...felice.





Stiamo camminando a vuoto da circa dieci minuti.
Nessuno dei due parla.
Ogni tanto ci sorridiamo, ci guardiamo... ma non escono le parole.
Forse è lui, che mi lascia senza fiato.
-Allora, dove vuole andare madame?- la sua voce rompe questo silenzio imbarazzante.
Fa un'inchino verso di me.
Sorrido.
Mi strappa i sorrisi ogni secondo questo ragazzo.
Come cazzo fa?! Nemmeno Ryan ci riesce così tanto.
-Dove desidera lei, messieur.- io che parlo francese? Non si può proprio sentire!
Ride.
Il sorriso più bello del mondo.
-Io proporrei di andare a fare colazione a un bar che fa i cornetti più buoni dell'intero Universo.- dice, sicuro di se.
-Affare fatto!- esclamo io.
Svoltiamo subito per la strada del bar.
Entriamo e ci sendiamo all'unico tavolino libero in fondo alla sala.
Ordiniamo e finalmente ci portano i nostri cornetti.
-Ora che ti sei calmata, posso sapere cos'era successo prima?- chiede dopo un po', dolcemente.
Voglio dirglielo, ma ho paura di fare la figura della scema.
Però se glielo dico potrebbe capirmi, in fondo sembra così dolce e comprensivo.
Glielo dico, dai.
Ma no, non glielo dico.
Si, glielo dico.
Ho bisogno di sfogarmi.
-Mia madre..- dico, cercando di evitare il suo sguardo.
Mi guarda, interrogativo.
-Stamattina, al parco...- continuo - comincio già a respirare faticosamente.- ho visto una signora bionda, con gli occhi azzurri insieme ad una bambina piccolina come lei - il mio respiro comincia a farsi forte e sento che le lacrime stanno per uscire. - Si davano la mano, felici e sorridenti e io per un secondo ho invidiato tantissimo quella bambina e poi...non ce l'ho fatta.- dico, quasi urlando.
Qualcuno si gira a guardarci.
"Ma cos'ha quella da urlare?" "Secondo me è pazza!"...sento alcune voci dispargersi nella stanza.
-Hey, piccola, tranquilla.- dice Justin alzandosi e venendo verso di me.-Ci sono io qui, va tutto bene.
E mi abbraccia, di nuovo.
Questa volta provo qualcosa di diverso dal solito.
Qualcosa che non avevo mai provato con nessun altro e mi rende felice e preoccupata allo stesso tempo.
Sento qualcosa allo stomaco.
Mi ricordo una frase che disse mia madre un giorno: "La gente le chiama 'farfalle', io lo chiamo amore."
Cosa vuoi dire, mamma? 
Vuoi dire che mi sto innamorando?
Ogni volta, la morte mi porta via la persona che amo.
Prima la nonna, poi la mamma.
No, non voglio innamorarmi.
Ho troppa paura dell'amore.




-SPAZIO AUTORE-
oddio ragazzi volevo cambiare nome alla storia ma l'ho dimenticato...
appena mi ritorna in mente lo cambio perché questo non mi piace :c
aluuura, abbiamo capito che anche la Claire forte e determinata ha i suoi momenti bui a volte...ma ora Justin cercherà di aiutarla in tutte le difficoltà (ups ho detto troppo u.u)

cooooomunque u.u
sono CONTENTISSIMISSIMISSIMISSIMA delle 9 recensioni *-* grazie davvero mi avete resa felicissima :3

in questo capitolo ne voglio almeno 5, se sono di più non mi offendo eh.. u.u
vì lòwò tt trùxìnì my.....ok basta (?)

@MrsMay_ on twittah.








  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: superglow_