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Autore: _baby agron    13/06/2012    1 recensioni
E se tutte le Nuove Direzioni ricevessero una lettera speciale nel bel mezzo della loro vita, proprio quando iniziavano ad abituarsi a essere separati gli uni dagli altri?
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ricordare gli attimi più belli della tua vita è il modo migliore per far morire in un attimo tutti i brutti pensieri che ti circondano. O almeno era quello che si ripeteva ogni giorno di fronte allo specchio. Non aveva senso rimuginare sulla vita passata, per quanto bella fosse stata era volata via, e con lei anche le amicizie, gli amori e l’adolescenza.  Ma, chiudere gli occhi e rivedere i visi delle persone che le avevano voluto bene, far scorrere i ricordi a raffica, sapeva che le avrebbe fatto bene. Così, anche quel giorno, le lacrime le gonfiarono gli occhi, rigandole il volto e lasciò che i ricordi la risanassero. Era stato uno degli anni più difficili che avesse trascorso, ma era ancora in piedi, sapeva che avrebbe alzato la testa e proseguito sulla sua strada come aveva sempre fatto.

Il mascara, che le si era sciolto quando aveva tentato di trattenere le lacrime, era leggermente colato sulla cassettiera di mogano alla quale si stava specchiando. Distrattamente lo pulì con un dito e subito fece lo stesso con le guance rigate. Dopodiché si sistemò il vestito leggermente spiegazzato e si pettinò i capelli. La frangia era cresciuta a vista d’occhio, perché dopo il liceo aveva preferito che il look da scolaretta diventasse un po’ più maturo; così adesso la frangetta era divenuta un ciuffo che le copriva modestamente parte del viso. Si voltò e rivoltò in cerca del mascara per tutto l’appartamento che, nonostante le dimensioni, appariva accogliente e ordinario. Poi ritornò di fronte allo specchio e ritrovò la sicurezza che l’aveva sempre contraddistinta, anche se negli occhi la tristezza persisteva ancora.

«Smettila di fare la sentimentale» disse al suo riflesso «Sei Rachel Berry e questo è il tuo esame più importante, sii forte perché loro saranno sempre con te». Chiuse gli occhi un secondo e poi si voltò, prese le chiavi della macchina e chiuse la porta dietro di sé, lasciando l’appartamento inabitato.

La strada che ogni mattina faceva per andare a scuola era affollata e frequentatissima da ogni tipo di studente che aspirasse a un ruolo di rilievo nel mondo dello spettacolo. Alcuni erano vestiti in maniera esagerata, come se da un momento all’altro Lady Gaga dovesse saltare fuori ed eleggere il suo successore, altri erano vestiti in maniera semplice e sin troppo trasandata e altri ancora avevano l’aria di essere appena usciti da un cartone animato. Ma nessuno di loro rispecchiava il modo di vestire di Rachel, quel mix così perfetto e stravagante tra la scolaretta e il London anni ’60.

Rachel, superata la 24 e la 25 arrivò in un piccolo vicolo a est di Brodway dove su un portone rosso erano impresse cinque lettere dorate: NYADA. Le guardò fiduciosa per un istante, quasi a chiedere una benedizione, poi spinse la porta ed entrò. La NYADA era una delle scuole di spettacolo più grandi di New York e la struttura, nonostante fosse consumata dagli anni, era maestosa e imponente. Il grande palco era posto innanzi alla porta d’ingresso e dava sulla platea, una delle più grandi d’America. Il resto della scuola si estendeva verso l’alto, in cinque diversi piani che erano adibiti a diverse lezioni: canto, ballo, recitazione, musical, dizione e via discorrendo. Rachel corse allo studio numero 4 dove era solita prendere lezioni di storia dei musical. Si sedette su una sedia dell’immensa aula dove con lei aspettavano, impazienti, una ventina di studenti più o meno della sua età. Era alla NYADA da ormai tre anni e i suoi esami diventavano sempre più ardui. Per fortuna a tenere i denti stretti con lei c’era Finn che aveva ottenuto un posto fisso nel distretto militare di New York lo scorso inverno. Finn non era mai cambiato davvero. Quel ragazzino che l’aveva baciata al secondo anno in quella maniera così impacciata era lì con lei e sapeva che non se ne sarebbe mai andato. Lo aveva sempre sperato, ma due anni fa l’aveva abbandonata in quella città, quasi per non ritornare più. Aveva viaggiato dalla Georgia in tutti gli Stati Uniti lottando e onorando il nome di suo padre senza scrupoli e a testa alta; ed era giunto poi alla sua meta finale, al traguardo che aveva sempre aspirato a raggiungere: vivere con Rachel a New York con un buon lavoro e una casa. D’allora non si erano più separati.

 Una signora smilza e alta entrò nella sala. Subito tutti gli studenti s’impettirono e diventarono nervosi; c’era chi discuteva tra sé e sé, chi riscaldava la voce, chi ripeteva i testi di tutte le canzoni che potevano essere presenti nell’esame. Anche Rachel iniziò ad agitarsi. La donna, vestita in modo tanto elegante quanto privo di gusto, fece segno agli alunni in preda al panico di calmarsi, poi si schiarì la voce e annunciò flebilmente: «L’esame è stato cancellato a causa di un problema tecnico che non potrà essere sistemato prima delle vacanze di Natale. Con questo prosciogliamo gli studenti da obblighi di frequenza fino ad avvenuta riparazione che avrà luogo dopo le festività natalizie. Grazie».

I ragazzi che un minuto prima erano sul punto di morire per un attacco d’esaurimento nervoso, erano lì che si abbracciavano e scoppiavano di gioia. Rachel si alzò e, felicissima, si avvicinò alla signora.

«Signorina Frailen, il che significa che posso fare i bagagli e tornare dopo Capodanno?» chiese Rachel speranzosa.

«Se vuoi perderti la sfera che cade, sì, potrai tornare dopo Capodanno» rispose in maniera acida e non curante la segretaria. Rachel emise un urlo di gioia e corse via dalla scuola. Appena chiuso il portone rosso, prese il cellulare e chiamò l’ultimo numero salvato nei registri delle telefonate.
«Ehi, sono Finn.. Sono troppo occupato per rispondere ma lasciate un messaggio e vi richiamerò». Tipico di Finn, mai un momento libero per parlare durante la giornata.
«Amore sono Rachel, è successa una cosa fantastica, ti spiego a casa.. Vado, ciao!»

Chiusa la chiamata, corse a casa per fare i bagagli. Lei e Finn avrebbero dovuto godersi un bel viaggio insieme alle Hawaii quel Natale, il loro primo viaggio. Sarebbero partiti solo se Rachel avesse superato l’esame (la spesa era sostenuta dai papà di Rachel che esigevano il massimo da lei) e ora che non l’avrebbe dovuto più dare, sarebbero partiti certamente. Nulla potevo rendere Rachel più felice in quel momento.
Arrivò a casa in meno di dieci minuti, nonostante le varie e affollatissime soste della metropolitana, aprì la porta ed entrò nell’appartamento. Quando la porta si chiuse però, un foglio di carta volò verso il letto. Rachel si voltò di scatto e, piegandosi, lo raccolse. Era sigillato con un marchio rosso che riportava le iniziali WM. Tremò leggendo il mittente e scartò la lettera, fremendo. Lesse velocemente, prese il telefono e..

«Pronto? Finn! Torna immediatamente a casa!»


Note dell'autrice: Tengo a precisare che la Fan Fiction non parla esclusivamente di Rachel, ma di tutte le Nuove Direzioni. Spero vi sia piaciuto, se sì lasciate una recensione e ... Al prossimo capitolo! :3
  
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