Un vecchio si avvicina lentamente. Ha i capelli bianchi e porta un cappotto nero con cui tenta di proteggersi dal vento pungente. Il cielo minaccia neve. Il cimitero non è molto affollato solo qualche vecchia signora in nero qua e la. Il vecchio si ferma davanti a una tomba toglie i fiori secchi e mette quelli freschi che teneva sotto il cappotto. L'unica differenza tra questa tomba e le altre, tutte piuttosto ordinarie, è la presenza di una piccola rosa che sembra essere stata lasciata cadere li per caso. Nonostante il forte vento il fiore non si muove di un millimetro, nemmeno un live tremolio di un petalo.
«Una rosa rossa sulla sua tomba. Mi chiedo se, anche dopo tutto questo tempo, significhi ancora qualcosa per lei. Forse, ormai, lo fa solo per abitudine. Gli anni sono passati per tutti e molti cominciano a dimenticare perchè ogni anno passano al cimitero a mettere i fiori sulle tombe. O forse l'hanno già dimenticato. Forse hanno dimenticato chi, per cosa, come siano morti quegli amici, familiari, conoscenti che giacciono nella terra di questo luogo così triste. Io invece no. Non dimentico. Ho appena cominciato a ricordare. Alla mia età credo sia concesso passare i pomeriggi sfogliando vecchi album ingialliti a scorrere la mia gioventù ormai trascorsa. Ricordare... Dovrebbe essere un verbo per i vecchi come me. Eppure qualcuno dimentica. E lei? Vive ormai solo di ricordio, o cerca ancora di di vivere il presente senza lasciarsi andare a sentimentalismi?»
Il vecchio si sede su una panchina proprio davanti alla tomba. Sta fissando un punto imprecisato davanti a se. Il viso è ricoperto di rughe. La sua figura è così esile da dare l'impressione di poter essere trasportata via dal vento.
«Mi piacerebbe rivederla. Magari prendere un tè insieme e parlare di figli, nipoti, amici. Poi magari far partire quella vecchia canzone che le piaceva tanto...
chissà se rifiuterà di nuovo di ballare con me.
Potrei convincerla dicendo che è in ricordo dei vecchi tempi...
Se ci vedessero potrebbero pensare che siamo due vecchi che giocano a fare i giovani»
L'uomo sorride e guarda la tomba con dolcezza.
«Mi piacerebbe tanto sentirla ridere di nuovo
Mi perdoneresti per questo?
No, vero?
Tu la ami ancora. Non posso fare a meno di non concordare con te, ma io, almeno per ora, sono ancora vivo, avrò pur diritto di divertirmi nel tempo che mi rimane, no? Sta' tranquillo, ci incontreremo, prima o poi, così potrai vendicarti di essere morto troppo presto»
La sua voce si incrina leggermente e gli occhi si fanno tristi. ora fissa il terreno poco più in la delle sue scarpe. rimane così, in silenzio.
La neve comincia a scendere. Comincia piano piano a ricoprire le tombe. I fiori. I visitatori. il guardiano. E anche il vecchio. Però non sembra accorgersene. Continua a fissare il terreno, che si sta coprendo di un bianco candido. La neve. L'unico elemento bianco che possa mai ricoprire quel mondo nero.
Ad un tratto il vecchio scuote la testa. Sembra essersi ripreso.
«Bene, vecchio mio credo sia l'ora di tornare a casa, fa piuttosto freddo qui fuori.
Stammi bene fred,
e vedi di non ammalarti o ci farai stare tutti in pensiero!»
Detto questo, si allontana ridendo. La sua figura si fa sempre più piccola, e piano piano, com'è arrivato se ne va.

Vi ringrazio per aver letto questa piccola one-shot. se vi va commentate! :3