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Autore: shatzy shell    13/06/2012    1 recensioni
Mi rigiro nel letto a due piazze con questa canzone nella testa. Odio il suo ritmo felice mentre sta dicendo cose così tristi, e vere. Giro lo sguardo alla vetrata lasciata con le veneziane tirate in su di una decina di centimetri.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Take me away, take me away

You said that you were gonna stay

But you're always lying anyway”

 

Mi rigiro nel letto a due piazze con questa canzone nella testa. Odio il suo ritmo felice mentre sta dicendo cose così tristi, e vere. Giro lo sguardo alla vetrata lasciata con le veneziane tirate in su di una decina di centimetri.

Dalla luce dovrebbero essere le cinque di mattina, il mio corpo non si abituerà mai all’idea dei giorni di riposo.

I miei sensi cominciano a risvegliarsi: sento il prurito della milionesima zanzara che questa notte ha appeso la sua bandierina di conquista sul mio polpaccio.

Sento il lenzuolo di raso bianco che mi scivola sul corpo nudo, appiccicaticcio.

No, non c’è nessuno accanto a me, è solo che fa troppo caldo.

Non ho perso l’abitudine di dormire nuda. Quel piccolo vezzo che tu, con le tue manie perverse mi hai attaccato. Quel vizio che ti ho concesso con gioia, come si fa con i bambini piccoli.

I miei pigiamoni sono stipati nel ripiano più alto dell’armadio, quello dove arrivavi solo tu. 

Lì ci sono le ultime cose che hai lasciato, non ho avuto cuore di buttarle ancora, quindi un giorno ho preso  una scala, di quelle con tre gradini e le ho gettate lì sopra.

Non ho perso neanche l’abitudine di buttare le lenzuola di un uomo appartenente al mio passato, no.

Ma queste lenzuola aderiscono al mio corpo troppo bene per finire nel cestino della spazzatura.
E non riesco neanche a lanciarle in quel ripiano, ‘Il Dimenticatoio’ lo chiama scherzosamente Laura. Cerca di tirarmi su, per quanto può.

Ormai è abituata ai momenti in cui mi si appanna lo sguardo perché stiamo passando nella viuzza in cui facevano il nostro gelato, oppure quando cerco di sorridere sprezzante mentre l’argomento ti sfiora indirettamente.

E lei, silenziosamente è lì che continua a parlare con una straniera, perché sa benissimo che io sono rimasta nella viuzza con te, in un altro tempo.

Non dovrei, so che non dovrei. Non devo lasciarmi trascinare dalla malinconia dei tempi migliori.

Il mio psicanalista dice che invece di abbandonarmi a questi pensieri dovrei pensare ad oggi  come ad un periodo felice.

E’ che sono malinconica di carattere, gliel’ho detto tante volte.

E poi da quei dieci centimetri di luce si vede che oggi Londra ci darà una bella giornata di pioggia.

Ed io sono a casa, con il mio Rest Day vuoto, con nulla da fare.

Guardo l’orologio: sono solo le cinque e venti.

Mi muovo un po’ nel letto, cercando una posizione comoda.

Devo ammettere che da quando te ne sei andato dormo meglio.
A parte il russare, ma ti ho preso con quel difetto, come quando scegli il gattino monocolino in una cesta di gatti sani.

Sai che odio le persone che russano e non mi hai neanche detto grazie.

Comunque, a parte il russare, dicevo, non sapevo che dormire con un’altra persona fosse così scomodo.

Insomma, prima di te dormivo con gli uomini soltanto con l’edulcorante dell’aver fatto l’amore prima.

C’era questo zucchero inebriante che non ti faceva sentire gomitate o gambe che superavano il confine.

Poi sono capitate le notti senza sesso e cavolo se ti avrei spedito in salotto.

Devo cercare di riprendere sonno, almeno fino alle sette.

Allora mi alzerò assonnata, metterò sul gas il bollitore del tè e darò da mangiare alla mia gatta mentre cercherà di attentare alla mia vita passandomi fra le gambe.

Mi aggiornerò su qualche nuova tecnica chirurgica che il mio piccolo ospedale non mi permetterà mai di mettere in pratica e cercherò di trovare della poesia nelle poesie di Eliot.

Quanto sono diventata arida.

Poi forse uscirò, non con Laura, no.

Andrò a prendermi un tè caldo in quel bar che fa tanto Irlanda (ti ricordi?) mentre Londra è annacquata e poi, forse, verrò a posare le mie dita sulla tua tomba fredda.

  
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