Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Gabro94    14/06/2012    7 recensioni
Questa OS è così semplice che non ha bisogno di introduzione. È piena di ansia, tristezza e amarezza. Vi invito a leggerla, sapendo che Louis è al centro di questo piccolo capitolo della sua storia con la persona che ama più al mondo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ok, l'ennesima OS, l'ennesima Larry. Scusatemi, ma oggi ero così triste che non ho potuto fare a meno di scrivere una cosa come questa qui. Angst a volontà. :/ spero vi piaccia.
Per quanto riguarda la mia long Zarry, al momento, tra lavoro e scuola guida, ho un piccolo calo di tempo e soprattutto di fantasia. Ho quasi il blocco dello scrittore, perché non riesco a produrre niente. Conto in questi giorni comunque di riuscire a buttar giù quelle idee che mi sono venute nonostante le difficoltà.
Fatemi sapere come è questa e se avete pianto. (io l'ho fatto mentre scrivevo!) Sob!

Vi ricordo di leggere anche le altre mie OS e la Long, ma anche la traduzione di Room 317!

A presto,
Gabb.


Louis guardava le gocce di acqua scorrere lungo il vetro del finestrino. Quella pioggia così battente, così forte, sembrava volesse frantumare il cristallo dell'auto. Louis aveva tantissimi ricordi legati a quella pioggia, tantissime emozioni contrastanti che tentavano di farsi spazio all'interno del suo cuore. Già, quelle emozioni volevano riaffiorare, volevano rifarsi vive e permettergli di rivivere ancora i momenti ad esse collegati. Purtroppo però non poteva, perché il tempo era passato ormai. Quelli erano solo immagini lontane ma pur sempre nitide nella sua mente.

Louis desiderava veramente tornare indietro nel tempo, poter sentire ancora quelle sensazioni. La pioggia, in particolare, gli ricordava una delle notti più belle della sua vita, quando rientrò a casa così fradicio da essersi dovuto spogliare sull'uscio della porta. Avrebbe riaffrontato la bronchite e la febbre alta mille volte, avrebbe delirato per giorni, se tutto ciò avesse solo potuto ridargli ciò che oramai se ne era andato.

Quando il pullman annunciò la sua fermata, Louis batté le palpebre qualche volta prima di realizzare che doveva scendere. Non si curò di imbacuccarsi bene per non bagnarsi, ma, piuttosto, scese dal bus senza fretta. Fu nel momento in cui sentì la pioggia bagnargli i capelli che Louis provò ancora quella fitta al cuore, quella fitta così dolorosamente inesistente, ma per lui, viva e acuta, come la ferita di un pugnale che si fa largo tra le carni più deboli. Ecco, Louis si sentiva pressoché così. Ferito a morte, fatto a pezzi e devastato.

Quando il bus riprese la sua marcia, Louis poté finalmente scorgere l'edificio bianco che si presentava di fronte a lui, dall'altra parte della strada. Il cantante oramai 24enne aveva deciso di andarci da solo questa volta, perché voleva del tempo per meditare. Gli altri ragazzi non lo disturbavano affatto, ma questa volta il tutto era diverso, era più personale. Forse, più intimo.

Louis si diresse verso le strisce pedonali, attraversando subito, mentre il rosso stava per scattare. Prima di varcare il grande cancello di ingresso, prese un grande respiro, cercando di trovare tutta la forza per fare quel passo. Dopo un anno, oramai, sapeva benissimo come muoversi una volta dentro. Era passato, in effetti, esattamente un anno e Louis non aveva scelto a caso di andare lì quel giorno.

Percorse il lungo corridoio e, sorridendo a quelle facce che si era ritrovato spesso ad incontrare in quel luogo, varcò un ampio arco, che si apriva su un grande cortile interno. Louis puntò immediatamente verso l'albero più grande e maestoso, e individuò subito la panchina dove sapeva cosa avrebbe trovato. Quando vi arrivò, infatti, vi trovò lui, lì come suo solito, coi ricci sempre lunghi, il sorriso mai assente e quelle fossette che Louis amava tanto.

« Ciao. » Disse, guardando il ragazzo mestamente e sedendosi anch'egli nella panchina. « Come sempre, ti ritrovo qui. » commentò dopo poco, mordendosi il labbro inferiore. Nello sguardo di Louis, però, non vi era gioia, non vi era sollievo, né tampoco felicità. I suoi occhi azzurri erano spenti, cupi e morti. Per quale ragione dovevano forse essere vivi?

« Sai, ho deciso di venire qui come sempre anche oggi. Mi hai lasciato esattamente un anno fa, eppure io ti sto ancora seguendo, e ti sento ancora mio. Sai cosa è buffo? Io ti amo ancora. Ti amo ancora nonostante la delusione, nonostante tu mi abbia fatto soffrire, nonostante tu mi abbia abbandonato. Perché, io, lo vedo esattamente come un abbandono. sei anni fa, Harry, sei stato colui che mi ha fatto capire chi fossi veramente, e mi hai aspettato anche quando io sono stato con Eleanor, anche se me ne sono reso conto troppo tardi. Infatti, so benissimo che abbiamo passato solo pochi mesi insieme, dopo di lei dico. Quando l'ho lasciata, perché avevo finalmente aperto gli occhi, mi sono sentito più sollevato. Felice, oserei dire. Pensavo che tra noi fosse finita. Che fosse finita quando io ho scelto lei, nonostante io e te avessimo passato un anno e mezzo a scoprirci, a conoscerci e ad amarci. » Louis fece una pausa, leccandosi lievemente le dita, e riprese subito a parlare. « Credo sia anche colpa mia. Mi sarei dovuto accorgere che qualcosa non andava. » Louis guardò ancora una volta gli occhi verdi di Harry. « Sono stato così accecato dall'amore riscoperto per te, che mi sono lasciato sfuggire ogni tuo segno, ogni tuo indizio. Non avrei dovuto farlo, lo so. » scosse il capo violentemente, come volesse quasi punirsi in un modo tutto suo. « Ma cerca anche di capirmi, mi sono lasciato distrarre da talmente tante cose che non riuscivo a badare nemmeno più a me stesso, figurati accorgermi di cose così nascoste e poco evidenti. Nemmeno Liam, » si giustificò « che ha sempre avuto l'incarico di occuparsi di noi, se ne è accorto. Sei stato davvero bravo a nascondere il tutto. Però Harry, io continuo a pensare che anche tu continui ad amarmi, anche se non stai più con me. Continuo a pensare che io sia stato davvero importante per te, come tu lo sei stato... no, lo sei ancora per me.

Forse sto parlando troppo, lo so. Mi conosci. » Ecco, Louis sorrise lievemente, ma lasciò scivolare quel sorriso via dalle sue labbra in un batter d'occhio. « Sono sempre stato logorroico, chiacchierone e anche petulante, a volte. Ma cosa ci puoi fare? Hai sempre detto di amare i miei difetti.

Comunque, ora sono di nuovo qui, con te. Sotto questa pioggia infinita che continua a battere forte. Non ti preoccupare, voglio essere bagnato fradicio. Ancora una volta. Sì, perché, sai? Non mi sono mica dimenticato della nostra nottata in pieno temporale alcuni anni fa. Oh, come potrei farlo? L'ho eletta la notte migliore della mia vita. Ero con te, e questo già è abbastanza, ma poi ci siamo divertiti come non mai. Due polli che corrono sotto un acquazzone, nonostante non siano per niente vestiti adeguatamente. Ho ancora le foto conservate. Ogni tanto mi piace rivederle, e poi porto sempre con me quella del nostro bacio. » Louis spostò il peso su una gamba, sollevando lievemente un lato del sedere dalla panca, e tirò fuori il portafogli, dal quale estrasse una piccola foto che ritraeva lui e Harry, zuppi d'acqua, che si baciavano così dolcemente che il cuore di chiunque si sarebbe sciolto.

« Guardaci. Eravamo così innamorati, non sei d'accordo? Non ci crederai, ma io provo ancora tutte quelle emozioni ogni volta che ripenso a te. Oh, quelle stronzette continuano a presentarsi ogni volta che mi vengono in mente i momenti che abbiamo vissuto. » Louis sorrise mestamente, ripensando ancora una volta a tutti quei ricordi che aveva della sua relazione col riccio. « Comunque, ho deciso che oggi non deve essere solo l'anniversario. No. Voglio chiederti tante cose prima di andare avanti. Voglio sapere perché. È come un bisogno fisico che mi brucia il corpo ogni fottutissimo istante. Voglio saperlo. Conosco a memoria quella lettera, se è questo che pensi. Ma lì io non ho letto alcuna vera risposta a questa mia domanda. Non ce la faccio più, hai scritto. Ci sono così tante cose che mi pesano. - LouppyLou, io ti amo, ma c'è qualcosa di più forte che mi spinge a doverti lasciare. Sei stato troppo vago, non hai aperto il tuo cuore come avevi fatto quando ti sei dichiarato a me quel pomeriggio di novembre. Era il 18, sai? Giovedì 18 novembre 2010. Abbiamo iniziato a trasformare la nostra amicizia in qualcosa di più quel giorno. Eppure, cinque cazzo di anni dopo hai vanificato quelle parole con un solo gesto. Ecco perché io ho bisogno di sapere il perché. E lo saprò sai? Perché stai tranquillo che io e te torneremo insieme. Oh, stanne certo.

Ho ancora presente la bottiglietta sul tavolo, cosa credi che quell'immagine possa mai svanire? No, ce l'ho inchiodata qui dentro, nella testa, così fortemente saldata da essere il mio incubo più ricorrente la notte. Perché io la notte sento la tua mancanza, rivivo quella scena ogni santa notte. Io che rientro a casa, tu buttato in quel divano a poltrire come sempre. Talmente addormentato che nemmeno quando sbattei la porta ti svegliasti. Ti avevo lasciato riposare apposta, perché la notte prima ti eri lamentato di essere troppo stanco a causa del ritmo frenetico di quella settimana. Eravamo appena tornati dall'America, e nemmeno il tempo di smaltire il Jet-leg che subito ci siamo esibiti in tv, per 3 giorni di seguito.

Sai che cosa è significato per me venire a svegliarti per cena? Harry, è stata la cosa più dura della mia vita. Quando ti ho mosso la spalla e tu non ti sei svegliato ho sentito l'universo cadermi addosso – fiondarsi su di me come se io fossi stato il più abnorme e potente buco nero che la storia del cosmo abbia mai conosciuto. Ho realizzato subito tutto, dopo pochi secondi di panico, quando sul tavolino ho trovato la lettera per me e quelle per i ragazzi. » Il viso di Louis ora era più bagnato, perché a quelle gocce impertinenti di pioggia, si erano aggiunte anche quelle delle sue lacrime, così amare e tristi, che sentiva come la pelle bruciare sotto il loro passaggio.

« 21 pillole, Harry. Hai mandato giù 21 pillole tutte insieme. Hai scelto così di dire addio a tutto quello che abbiamo costruito insieme in 6 anni, alla nostra carriera, alle nostre vite, ai nostri sogni e ai nostri progetti. »

Louis si buttò in ginocchio sopra la bianca lastra di marmo che era stata posizionata esattamente davanti a quella panchina, all'ombra della quercia. « Perché lo hai fatto, Harry? » sbottò singhiozzando Louis. « Perché hai frantumato la nostra vita, perché mi hai lasciato solo? Qualsiasi fosse stato il tuo problema io sarei stato sempre accanto a te, sarei rimasto al tuo fianco e avrei combattuto con te per risolvere tutte le difficoltà. Perché l'amore è anche questo Harry, l'amore è anche combattere insieme fino alla fine. E io non posso farlo senza te. » Louis fissò in lacrime la foto migliore del suo ragazzo, affissa così tristemente sopra una lapide. « Ho ancora voglia di immergermi nei tuoi occhi, amore. Ho ancora bisogno si sentirti vicino a me, di essere di nuovo una sola cosa. Io e te. Niente altro. »

Louis infilò una mano in tasca e tirò fuori il cellulare. Guardò la foto nello sfondo, lui e Harry qualche settimana prima che Harry si suicidasse. « Questa sarà una delle tante cose che mi mancheranno di meno. Sono stufo di vederti in foto, di piangere vedendo i nostri video, o quelli dei fan su YouTube. Sono veramente stanco di sentirti così lontano e così non qui. »

Tenendo cellulare e foto nella stessa mano, Louis portò l'altra dentro la tasca un'altra volta e ne tirò fuori un piccolo sacchetto.

« Le mie sono di meno. » Commentò improvvisamente, guardando le pillole biancastre racchiuse nella plastica. Le fece roteare col pollice. « Dovrebbero comunque essere sufficienti. » Aprì il sacchetto con delicatezza. « Con questo gesto, amore, sarò eternamente tuo. » una, due, tre, quattro, sei, nove, dodici, sedici... e diciassette. Louis le aveva ingerite una per una, con calma e senza agitazione, sfruttando tutta la saliva che aveva per sopperire all'assenza di acqua con cui mandarle giù.

Guardò affianco alla foto del ragazzo e lesse. « Con un gesto inaspettato, si è spenta la tua voce, quella che ti aveva reso parte di un qualcosa che non hai mai lasciato. One Direction. » Louis ricordava perfettamente che era stato Liam a scegliere quale frase mettere. Louis non era stato nemmeno capace di assistere alla conclusione del funerale, perché era andato in shock ben prima della metà della funzione. L'unica cosa che si ricordava era di essersi sentito male, guardando la foto di Harry poggiata sulla bara.

Louis sapeva che gli altri ci sarebbero rimasti molto male. Sapeva che stava abbandonando un gruppo già fortemente provato dalla scomparsa di Harry. Loro erano stati tutti come una famiglia, gli uni per gli altri. Adesso li stava lasciando anche lui. Ma era certo che avrebbero capito.

Mise di pensare al faccino dolce di Niall, alla simpatia di Zayn e all'affetto per Liam, quando sentì le prime fitte. Ripensò al volo a tutti i suoi cari. Le sue sorelle, sua madre, suo padre, i ragazzi, Stan e gli altri amici, Eleanor, e poi si concentrò solo sul viso di Harry. Più sentiva svanire il controllo del suo corpo, e più si sentiva vicino al riccio che non aveva mai smesso di amare per alcun istante.

« Ti amo Harry, sto venendo da te. » fu tutto ciò che riuscì a concludere, prima di lasciarsi andare, sapendo che non si sarebbe più svegliato.

 

 

Per Liam fu strana la sensazione che lo portò a sapere dove avrebbero trovato Louis, ormai in ritardo di due ore al loro appuntamento. Aveva fatto di tutto per convincere Niall e Zayn a non andare con lui, ma non c'era stato verso. Liam sentiva un peso sul petto, come un macigno invisibile che gli aveva fatto capire che qualcosa non andava in quel ritardo, in quella data.

Quando arrivò nel cimitero tutto gli fu chiaro. Sapeva che Louis andava ogni giorno a visitare Harry, per raccontargli delle sue giornate probabilmente. E sapeva che lì avrebbe trovato Louis, come il giorno dopo del funerale, quando il più grande del gruppo era scomparso l'intero giorno.

Varcato l'arco verso il patio esterno, il macigno sembrò appesantirsi quando in lontananza la panchina appariva vuota. Non vi era traccia di Louis, almeno non seduto lì. Liam fece alcuni passi verso quella direzione quando si immobilizzò, agghiacciato. Ora lo vedeva, disteso sulla lastra di marmo, sotto la pioggia, immobile. Louis era imprevedibile e fuori dagli schemi, ma sapeva benissimo che quello non era niente di buono.

« Povero. » Commentò Niall, ingenuamente, raggiungendo Liam. « si è steso affianco a Harry. Deve starci veramente male. » tirò su col naso, rattristito. « Però starà molto più male se non si toglie da sotto la pioggia. » Niall fece un passo affianco a Liam per superarlo, in direzione di Louis ma Liam distese un braccio, tenendo il resto del corpo ancora immobile. « No, Niall. Stai qui. » Quando Zayn raggiunse gli altri due, Liam continuò, lasciando perdere i balbettii interrogativi di Niall. « Zayn, credo che Louis... »

Il moro guardò più attentamente verso il corpo disteso del maggiore. Per quanto fossero a qualche decina di metri di distanza, Zayn riconobbe perfettamente un pallore innaturale. Deglutì fortemente, portandosi la mano alla bocca. « Non può essere. »

« Cosa c'è ragazzi? Non state lì impalati! » Niall, con voce sorpresa, spronò i due a muoversi, ancora convinto che Louis stesse solo sfogando il suo dolore.

« Niall, credo sia il caso che non ti avvicini a Lou. » Zayn cambiò posto, passando ora affianco a Niall e gli poggiò protettivamente le mani sulle spalle, dando a Liam la possibilità di andare da Louis.

Quando Liam fu vicino al corpo senza vita del ragazzo che per lui era come un fratello, si sentì morire. Cadde in ginocchio, e si inchinò sconsolato verso l'amico. Muovendolo un poco. Aveva ancora la vaga speranza che fosse solo addormentato, che avesse solo chiuso gli occhi per sentire Harry più vicino a se. Ma quando provò a sentire il battito, assente, gli venne in automatico non poter più trattenere le lacrime e si girò verso i due scuotendo la testa.

Solo allora Niall capì, e tutto ciò che Liam riuscì a distinguere furono le urla del biondo, che si disperava per la perdita di un altro amico.

Anche Zayn, che stringeva forte a sé Niall, impedendogli di buttarsi su di Louis per tentare di svegliarlo, sentì delle piccole gocce tagliargli il viso. Lui, ragazzo imperturbabile e con la sindrome da macho, non era riuscito a tenere dentro sé quel dolore che ora si era duplicato.

Louis aveva scelto la strada del suo amore, quella via di non ritorno dove una volta varcato quel limite, non era più possibile tornare indietro. Louis aveva preferito non vivere affatto, che vivere una vita così morta, poiché privata di quel soffio vitale che Harry era per lui.

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Gabro94