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Autore: Dark Moon    14/06/2012    7 recensioni
"-Mi odi?- che domande.
-Ti odio con la stessa intensità con cui ti ho amato.- senza nemmeno dargli tempo di parlare ancora, mi voltai e con Nikolai ritornai nel locale."
Damon è ritornato a Mystic Falls, è ritornato nella vita di Angel, ma niente di quello che trova è come l'aveva lasciato: Angel è cambiata e sembra odiare tutto ciò che in passato aveva amato. In un mondo dove i vampiri non sono gli unici essere sovrannaturali, saprà Damon riconquistare Angel? Se aggiungiamo, poi, un bellissimo demone dagli occhi rossi...la storia si complica...
Sequel di Mi appartieni. E' necessario leggere la storia precedente per capire questa!
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 22: Elizabeth

 

 

 

 

POV DAMON

Sentivo solo che il sangue sgorgava da ogni singolo lembo di pelle, il dolore, quello ormai, non lo avvertivo più.

Ma questo non importava. L'unica cosa che davvero contava era che Angel era riuscita a mettersi in salvo e speravo davvero con tutto il cuore che fosse riuscita a raggiungere Stefan.

Due vampiri mi trascinavano per le braccia, dopo che il mio corpo era stato riempito di verbena. Sentivo solo voci indistinte, bisbigli infastiditi e indicazioni stentate.

Ma non mi importava. Angel era salva.

Sapevo benissimo che quei vampiri, o demoni che fossero, stessero cercando lei, ne avevo la certezza assoluta.

Non avevo idea di dove mi stessero portando, captavo solo che stavamo scendendo sempre più in profondità di quelle che sembravano le segrete di un vecchio castello abbandonato.

Bene, Stefan non mi avrebbe mai trovato.

Mi diedi dello stupido da solo: Stefan mi aveva sempre trovato e l'avrebbe fatto anche questa volta, era solo questione di tempo.

Venni trascinato in malo modo sempre più giù, mentre i demoni/vampiri imprecavano in una lingue che nemmeno conoscevo. Sentivo solo ripetere il nome di Axel svariate volte.

Beh, almeno sapevo che eravamo sulla pista giusta e forse prima che il damon in questione mi strappasse il cuore, avrei anche saputo cosa voleva da Angel.

Il suo pensiero pervase la mia mente, come la consapevolezza che l'avevo ferita di nuovo. Tutto ciò mi riusciva incredibilmente bene, a discapito di quanto cercassi di esserle il più vicino possibile.

Forse era questo il punto, il conto che non tornava: lei non mi voleva.

In fondo c'era Nikolai e a questo punto c'era anche Stella, solo non riuscivo a capire perchè non stesse in modo definitivo e assoluto con quello che diceva essere il padre di sua figlia. Non riuscivo a capirlo proprio, ma una cosa era certa: Angel non stava con Nikolai.

In sintesi?

In sintesi avrei combattutto per lei. Sempre. Com'era sempre stato.

Fui riportato alla realtà dalle spinte di un tozzo vampiro decisamente poco amichevole, che, afferrandomi per i capelli, mi lanciò in una cella buia e umida.

Il freddo manco lo sentivo, in fondo ero un vampiro, ma la cella era così buia che nemmeno la vista sviluppata dei vampiri mi aiutava.

Alias non vedevo nulla. Solo il nero.

Mi appoggiai stanco a una parete della cella, aspettando la morte o in ipotesi più felici Stefan, mentre quei dannati mostri lasciavano le segrete sghignazzando come maiali.

Chi sa se mi avrebbero portato da Axel, se mi avrebbero ucciso subito o se invece mi avrebbrero lasciato lì a marcire.

Ma poco importava. Chiusi gli occhi, desiderando un po' di sangue per rigenerarmi. Non avevo nemmeno la forza di avvicinanrmi al cancello per vedere se riuscivo a scardinarlo.

Era impossibile, però, non erano così stupidi.

Sentii un piccolo fruscio alla mia sinistra, come di un corpo che tremava e poco dopo sentii un lieve odore di cioccolato.

Ero lì con qualcuno?

Andai subito in panico, ma poi mi rilassai: non era il profumo di Angel e poi di certo non se ne sarebbe stata buona in un angolo.

-Chi...c'è?- chiesi flebile, con le poche forze che mi restavano.

Nessuna risposta, solo un altro fruscio e un gemito strozzato.

-Oh andiamo. Adesso non riuscirei nemmeno a far del male a uno scoiattolo.-

Sentii il fruscio avvicinarsi, ma, a causa del buio, non riuscivo a vedere chi fosse.

-Sei...stato preso anche tu?- mi chiese una sottile voce dolce, di bambina.

Stavo per rispondere, quando misi a fuoco.

Una bambina in quello che doveva essere il covo di Axel.

-Stella!- scattai così tanto che sentii la pelle lacerarsi ancora di più, intensificando il mio dolore.

Sentii la bambina irrigidirsi, poi rilassarsi al mio fianco. -No, io mi chiamo Elizabeth, mi dispiace.- disse, con quello che sembrava un vero tono rammaricato.

Aggrottai le sopracciglia, era impossibile, doveva essere lei, altrimenti non aveva senso per quella bambina essere lì.

-No, sei Stella. Altrimenti perchè sei qui?-

-Mio padre ha cercato di...uccidere un certo demone di cui adesso non conosco il nome e lui si è vendicato rapendo me.- spiegò flebile la bambina, non convincendomi poi molto.

-E chi sarebbe tuo padre?-

-Erik Godman.- pronunciò decisa.

LA mia sicurezza cominciò a vacillare. Esisteva davvero quel cacciatore di demoni e a quanto avevo saputo aveva una figlia...proprio di nome Elizabeth.

Imprecai. Forse davvero non era lei, eppure ci speravo ancora.

Un pensiero poi, mi balenò nella mente: se fosse stata Stella, la figlia di Angel, non mi avrebbero mai messo in cella con lei, sarebbe stato troppo pericoloso.

-Sei ferito?- mi chiese piano la bambina, avvicinandosi un altro po' a me.

-Solo un po'.- mentii.

-Perchè ti hanno preso?-

-Perchè ho preferito far scappare la persona che era con me.- le risposi sommariamente.

Di certo adesso non gli avrei raccontato la storia della mia vita. A una bambina poi.

-La tua fidanzata?-

Inarcai le sopracciglia. -No, ma era comunque una ragazza.- ci misi un po' a risponderle.

-Se l'hai salvata vuol dire che non è solo una ragazza. Le vuoi bene?-

Abbassai lo sguardo. Ma era davvero una bambina?

-Sì, le voglio molto bene.-

-E perchè allora non glie lo dici e la baci?-

Quella domanda spontanea mi fece scoppiare a ridere. Solo una bambina poteva farla così facile.

-Perchè è più complicato di così. Quando crescerai capirai.-

-Oh, ho capito.- inarcai di nuovo le sopracciglia. Cosa aveva potuto capire una bambina? -Vi amavate, poi tu l'hai ferita e lei non ti vuole più.-

Spalancai occhi e bocca. Decisamente non era una bambina, aveva il sesto senso e la perspicacia di Spiderman!

-Più o meno.-

-Lo sapevo, gli uomini sono tutti uguali!- sbottò all'improvviso, facendomi scoppiare a ridere.

Ma da dove era uscita quella bambina?

Però era divertente e c'era qualcosa che mi spingeva a voler parlare con lei.

-E questo lo dici dall'altro della tua esperienza di...- la incoraggiai a dirmi la sua età. Se avesse detto quattro e mezzo però, avrei sfondato la porta e sarei scappato con lei.

-Sette anni. Ma mia madre me lo diceva sempre.- dovetti ricredermi, ma quella consapevolezza mi fece male.

Desideravo ardentemente fosse Stella.

-Oh beh, tua madre non è mai stata con un...- mi bloccai. Non sapevo se era a conoscenza dei vampiri.

-Vampiro? Puoi dirlo eh, mica è una parolaccia!-

Aggrottai le sopracciglia. Quella frase mi ricordava qualcosa, ma non ci pensai più di tanto.

Stavo per parlare con lei, quando sentimmo la porta delle segrete aprirsi e dei passi frettolosi.

Fiutai subito la paura della bambina, che forse si era addossata alla parete.

-Stanno venendo qui per me.- borbottò e io sentii l'odore di lacrime.

Inconciamente l'afferrai, tirandola al mio petto. Stranamente mi infastidiva sentirla piangere. Beh non era un mistero che non nutrivo simpatia per bambini o cose del genere.

Elizabeth si addossò a me, nascondendo il viso nel mio petto. La strinsi. Era piuttosto piccola per avere sette anni.

-Non preoccuparti, non stanno venendo qui.- le dissi, sentendo le voci allontanarsi.

Il pericolo era passato, ma lei non accennava a volersi separare da me. Restò lì, rannicchiata sul mio petto, così io, istintivamente, cominciai ad accarezarle i capelli.

Erano soffici e ricci.

-Ho paura...- piagnucolò.

Ma come biasimarla? Era pur sempre una bambina chiusa in una cella.

-Non preoccuparti, non ti succederà nulla.- sapevo, però, che non potevo esserne certo.

-Voglio la mia mamma...-fece di nuovo, mentre sentivo delle goccioline bagnarmi la camicia.

Povera piccola.

La strinsi più a me. In quell'istante capii che la storia di Stella mi aveva colpito più di quanto immaginassi. Adesso provavo l'istinto protettivo verso tutte le bambine.   

-Il tuo papà verrà a prenderti.-

-Il tuo veniva sempre a prenderti?- mi chiese, con voce rotta.

Ma come faceva quella bambina a cogliere sempre il punto della situazione?

-No, il mio mi odiava.- dissi amaro. Non sapevo perchè le stessi dicendo tutte quelle cose.

-Quando verrà la mia mamma ti farò adottare.- fece, con una tale sicurezza da farmi scoppiare a ridere.

-Ho superato l'età massima per gli affidamenti, ma grazie lo stesso.-

Elizabeth quasi si draiò tra le mie braccia e io sentii uno strano calore. Sentivo che era così che doveva andare.

Provavo quasi l'impulso di stringerla fino a farla soffocare, ma mi fermai: l'avrei spaventata.

Forse passò un'ora, senza che nessuno dei due parlasse, sempre in quella posizione. L'unico, lieve, rumore era la mia mano che accarezzava i soffici capelli della piccola bambina.

Forse si era addormentata, il suo respiro era calmo e regolare.

-Ce ne andremo mai di qui?- mi chiese piano. Evidentemente non stava dormendo.

-Si, Elizabeth.-

-E se vengono a prendere prima te?-

-Ti porterei con me.- affermai sicuro.

-Promesso?- disse, alzandosi di poco.

-Si Elizabeth. Ti verrò a prendere in ogni caso. Te lo prometto.- ritornò ad accucciarsi su di me.

-Elizabeth...- la richiamai.

Sentivo il bisogno di dirlo a qualcuno, di esternarlo. E chi meglio di una bambina poteva ascoltarmi senza giudicare? Lei non sapeva tutta la storia, mi avrebbe capito con la sua ingenuità di bambina e non mi avrebbe detto nulla.

-Dimmi, ehm...-

-Damon, mi chiamo Damon.-

-Allora dimmi...Damon.- ghignai. Era una vecchia in un corpo da bambina.

-La ragazza che ho fatto scappare...beh...- ero in difficoltà. Non riuscivo a dirlo nemmeno ad una bambina.

-Si?-

-Io...io la amo, Elizabeth.- le confessai, non sapendo perchè lo stessi dicendo proprio a lei.

Sentivo che era giusto aprirmi con una bambina di sette anni. Era come se quella comune situazione avesse creato un legame tra di noi.

Abbassai lo sguardo a quella schiacciante verità.

-E perchè non glie lo dici?-

Ecco...avevo già detto che arrivava sempre al punto?

-Perchè a lei non interessa.- dissi ferito. -L'ho ferita troppo.-

-La mia mamma dice sempre che l'amore è più forte di tutto e quando io sono indecisa dice sempre di seguire il mio cuore.-

Sorrisi. Quella bambina era...diversa.

Riusciva a capirmi meglio degli adulti, eppure aveva solo sette anni.

-Non è così semplice.- mi limitai a dire.

-Damon...-

-Dimmi Elizabeth..-

-Ti fa male non stare con lei?- me lo chiese con un'ingenuità disarmante.

Abbassai lo sguardo. Sì, decisamente perspicace la bambina.

-Ogni giorno.-

Si lanciò su di me con un tale slancio che se fossimo stati all'impiedi sarei caduto. Mi abbracciò così forte da spiazzarmi. Era così piccola, eppure già così grande.

Mi...mi ricordava Angel.

Abbracciai anche io quel piccolo corpicino, mentre Elizabeth nascondeva il viso nell'incavo del mio collo. A modo suo cercava di risollevarmi il morale.

-Allora non ti arrendere mai Damon. Sempre la mia mamma dice che chi si arrende è perduto.-

Sorrisi. -E' proprio una tipa tosta tua madre. Saggia.-

-E' speciale.- disse semplicemente, senza smettere di abbracciarmi.

All'improvviso sentimmo la porta della cella aprirsi.

-Andiamo, vampiro.-

Mi tirarono violentemente per il braccio, facendo cadere Elizabeth.

-Damon!- urlò spaventata la bambina.

-Elizabeth!- urlai con tale disperazione da stupirmi.

Non volevo lasciare la bambina lì.

Le tesi la mano, ovunque lei fosse, ma cominciarono a tirarmi.

-Elizabeth!- urlai di nuovo, cominciando a dimenarmi come un posseduto.

Sentii la bambina lanciarsi su di me, ma fu per poco: tirarono via me e sbalzarono lei nella cella.

Chiusero la grata, mentre trascinavano me ancora urlante per i corridoi bui.

-Damon! Damon!- urlava e piagnucolava la bambina.

Avrei squartato quei mostri.

-Elizabeth! Verrò a prenderti! Mi hai sentito?! Verrò a prenderti!- urlai con tutta la rabbia che avevo in corpo, mentre quei dannari vampiri mi trascinavano fuori dalle segrete.

Non capivo perchè, ma stavo lasciando un pezzo di me in quelle segrete.

Mi misero in una macchina, colpendomi violentemente in viso.

Li avrei uccisi, li avrei uccisi tutti!

All’improvviso la macchina inchiodò, facendomi sbattere il viso. Andavamo di bene in meglio.

Tutti i vampiri scesero dalla macchina e li sentii imprecare. Scesi anche io, vedendo che una macchina aveva bloccato il passaggio.

Dolorante e col sangue negli occhi, vidi Stefan uscire dalla macchina.

Oh grazie a Dio!

Poco dopo uscirono anche Nikolai, Angel e Elena.

Bene, c’erano proprio tutti.

Stefan, Elena e Nikolai si lanciarono subito contro i vampiri, mentre Angel corse verso di me.

-Damon!- cercò di tirarmi su, ma ero troppo debole.

-Angel…dobbiamo…dobbiamo tornare indietro. Una bambina…-

Lei mi guardò inizialmente senza capire, poi sgranò gli occhi.

-No, non era Stella.- ripresi poco dopo.

Vidi il suo viso intristirsi e i suoi occhi riempirsi di lacrime.

-Non possiamo tornare indietro, Damon, chi sa se riusciamo a salvare te adesso!-

-Angel glie l’ho promesso!- ringhiai io.

-Torneremo a prenderla, te lo prometto, ma adesso non possiamo ritornare lì.-

Imprecai, mentre accettavo di farmi trascinare in auto, con i segni delle torture che mi facevano ancora male.

Sarei tornato da lei, a costo di morire.

Avrei salvato Elizabeth, la bambina che mi aveva capito più di un adulto.

Poco dopo anche gli altri salirono in macchina. I vampiri erano solo storditi e Stefan doveva fare in fretta a ripartire.

Stefan partì a tutta velocità, lasciando quello spiazzale, ma la mia testa era ancora lì, tra le segrete.

Era da Elizabeth. Potevo ancora sentirla mentre urlava il mio nome.

 

 

 

 

Salve a tutteeee!

Dopo non proprio un’eternità sono qui! Ma purtroppo l’esame di maturità è la mia rovina...studio ininterrottamente dalla mattina alla sera XD

Quindi, proprio per questo, non sono sicura di poter aggiornare fino all’esame. Penso che l’aggiornamento normale ricomincerà non appena io abbia finito gli esami.

Non sono ancora sicura, ma in ogni caso voglio dirvelo prima, non si sa mai!

Beh…che ne dite del capitolo? Spero vi piaccia, come, stranamente, è piaciuto a me.

Mi farebbe piacere sapere se vi è piaciuto o meno!

Non mi resta che ringraziarvi tutte, davvero! State rendendo questa storia speciale!

Vi adoro da morire!

Baci e al prossimo capitolo!

Dark Moon

   
 
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