Capitolo 22:
Elizabeth
POV DAMON
Sentivo solo che
il sangue sgorgava da ogni singolo lembo di pelle, il dolore, quello ormai, non
lo avvertivo più.
Ma questo non
importava. L'unica cosa che davvero contava era che Angel era riuscita a
mettersi in salvo e speravo davvero con tutto il cuore che fosse riuscita a
raggiungere Stefan.
Due vampiri mi
trascinavano per le braccia, dopo che il mio corpo era stato riempito di
verbena. Sentivo solo voci indistinte, bisbigli infastiditi e indicazioni
stentate.
Ma non mi
importava. Angel era salva.
Sapevo benissimo
che quei vampiri, o demoni che fossero, stessero cercando lei, ne avevo la
certezza assoluta.
Non avevo idea di
dove mi stessero portando, captavo solo che stavamo scendendo sempre più in
profondità di quelle che sembravano le segrete di un vecchio castello
abbandonato.
Bene, Stefan non
mi avrebbe mai trovato.
Mi diedi dello
stupido da solo: Stefan mi aveva sempre trovato e l'avrebbe fatto anche questa
volta, era solo questione di tempo.
Venni trascinato
in malo modo sempre più giù, mentre i demoni/vampiri imprecavano in una lingue
che nemmeno conoscevo. Sentivo solo ripetere il nome di Axel svariate volte.
Beh, almeno
sapevo che eravamo sulla pista giusta e forse prima che il damon in questione
mi strappasse il cuore, avrei anche saputo cosa voleva da Angel.
Il suo pensiero
pervase la mia mente, come la consapevolezza che l'avevo ferita di nuovo. Tutto
ciò mi riusciva incredibilmente bene, a discapito di quanto cercassi di esserle
il più vicino possibile.
Forse era questo
il punto, il conto che non tornava: lei non mi voleva.
In fondo c'era
Nikolai e a questo punto c'era anche Stella, solo non riuscivo a capire perchè
non stesse in modo definitivo e assoluto con quello che diceva essere il padre
di sua figlia. Non riuscivo a capirlo proprio, ma una cosa era certa: Angel non
stava con Nikolai.
In sintesi?
In sintesi avrei
combattutto per lei. Sempre. Com'era sempre stato.
Fui riportato
alla realtà dalle spinte di un tozzo vampiro decisamente poco amichevole, che,
afferrandomi per i capelli, mi lanciò in una cella buia e umida.
Il freddo manco
lo sentivo, in fondo ero un vampiro, ma la cella era così buia che nemmeno la
vista sviluppata dei vampiri mi aiutava.
Alias non vedevo
nulla. Solo il nero.
Mi appoggiai
stanco a una parete della cella, aspettando la morte o in ipotesi più felici
Stefan, mentre quei dannati mostri lasciavano le segrete sghignazzando come
maiali.
Chi sa se mi
avrebbero portato da Axel, se mi avrebbero ucciso subito o se invece mi
avrebbrero lasciato lì a marcire.
Ma poco
importava. Chiusi gli occhi, desiderando un po' di sangue per rigenerarmi. Non
avevo nemmeno la forza di avvicinanrmi al cancello per vedere se riuscivo a
scardinarlo.
Era impossibile,
però, non erano così stupidi.
Sentii un piccolo
fruscio alla mia sinistra, come di un corpo che tremava e poco dopo sentii un
lieve odore di cioccolato.
Ero lì con
qualcuno?
Andai subito in
panico, ma poi mi rilassai: non era il profumo di Angel e poi di certo non se
ne sarebbe stata buona in un angolo.
-Chi...c'è?-
chiesi flebile, con le poche forze che mi restavano.
Nessuna risposta,
solo un altro fruscio e un gemito strozzato.
-Oh andiamo.
Adesso non riuscirei nemmeno a far del male a uno scoiattolo.-
Sentii il fruscio
avvicinarsi, ma, a causa del buio, non riuscivo a vedere chi fosse.
-Sei...stato
preso anche tu?- mi chiese una sottile voce dolce, di bambina.
Stavo per
rispondere, quando misi a fuoco.
Una bambina in
quello che doveva essere il covo di Axel.
-Stella!- scattai
così tanto che sentii la pelle lacerarsi ancora di più, intensificando il mio
dolore.
Sentii la bambina
irrigidirsi, poi rilassarsi al mio fianco. -No, io mi chiamo Elizabeth, mi
dispiace.- disse, con quello che sembrava un vero tono rammaricato.
Aggrottai le
sopracciglia, era impossibile, doveva essere lei, altrimenti non aveva senso
per quella bambina essere lì.
-No, sei Stella.
Altrimenti perchè sei qui?-
-Mio padre ha
cercato di...uccidere un certo demone di cui adesso non conosco il nome e lui
si è vendicato rapendo me.- spiegò flebile la bambina, non convincendomi poi
molto.
-E chi sarebbe
tuo padre?-
-Erik Godman.-
pronunciò decisa.
LA mia sicurezza
cominciò a vacillare. Esisteva davvero quel cacciatore di demoni e a quanto
avevo saputo aveva una figlia...proprio di nome Elizabeth.
Imprecai. Forse
davvero non era lei, eppure ci speravo ancora.
Un pensiero poi,
mi balenò nella mente: se fosse stata Stella, la figlia di Angel, non mi
avrebbero mai messo in cella con lei, sarebbe stato troppo pericoloso.
-Sei ferito?- mi
chiese piano la bambina, avvicinandosi un altro po' a me.
-Solo un po'.-
mentii.
-Perchè ti hanno
preso?-
-Perchè ho
preferito far scappare la persona che era con me.- le risposi sommariamente.
Di certo adesso
non gli avrei raccontato la storia della mia vita. A una bambina poi.
-La tua
fidanzata?-
Inarcai le
sopracciglia. -No, ma era comunque una ragazza.- ci misi un po' a risponderle.
-Se l'hai salvata
vuol dire che non è solo una ragazza. Le vuoi bene?-
Abbassai lo
sguardo. Ma era davvero una bambina?
-Sì, le voglio
molto bene.-
-E perchè allora
non glie lo dici e la baci?-
Quella domanda
spontanea mi fece scoppiare a ridere. Solo una bambina poteva farla così
facile.
-Perchè è più
complicato di così. Quando crescerai capirai.-
-Oh, ho capito.-
inarcai di nuovo le sopracciglia. Cosa aveva potuto capire una bambina? -Vi
amavate, poi tu l'hai ferita e lei non ti vuole più.-
Spalancai occhi e
bocca. Decisamente non era una bambina, aveva il sesto senso e la perspicacia
di Spiderman!
-Più o meno.-
-Lo sapevo, gli
uomini sono tutti uguali!- sbottò all'improvviso, facendomi scoppiare a ridere.
Ma da dove era
uscita quella bambina?
Però era divertente
e c'era qualcosa che mi spingeva a voler parlare con lei.
-E questo lo dici
dall'altro della tua esperienza di...- la incoraggiai a dirmi la sua età. Se
avesse detto quattro e mezzo però, avrei sfondato la porta e sarei scappato con
lei.
-Sette anni. Ma
mia madre me lo diceva sempre.- dovetti ricredermi, ma quella consapevolezza mi
fece male.
Desideravo
ardentemente fosse Stella.
-Oh beh, tua
madre non è mai stata con un...- mi bloccai. Non sapevo se era a conoscenza dei
vampiri.
-Vampiro? Puoi
dirlo eh, mica è una parolaccia!-
Aggrottai le
sopracciglia. Quella frase mi ricordava qualcosa, ma non ci pensai più di
tanto.
Stavo per parlare
con lei, quando sentimmo la porta delle segrete aprirsi e dei passi frettolosi.
Fiutai subito la
paura della bambina, che forse si era addossata alla parete.
-Stanno venendo
qui per me.- borbottò e io sentii l'odore di lacrime.
Inconciamente
l'afferrai, tirandola al mio petto. Stranamente mi infastidiva sentirla
piangere. Beh non era un mistero che non nutrivo simpatia per bambini o cose
del genere.
Elizabeth si
addossò a me, nascondendo il viso nel mio petto. La strinsi. Era piuttosto
piccola per avere sette anni.
-Non
preoccuparti, non stanno venendo qui.- le dissi, sentendo le voci allontanarsi.
Il pericolo era
passato, ma lei non accennava a volersi separare da me. Restò lì, rannicchiata
sul mio petto, così io, istintivamente, cominciai ad accarezarle i capelli.
Erano soffici e
ricci.
-Ho paura...-
piagnucolò.
Ma come
biasimarla? Era pur sempre una bambina chiusa in una cella.
-Non
preoccuparti, non ti succederà nulla.- sapevo, però, che non potevo esserne
certo.
-Voglio la mia
mamma...-fece di nuovo, mentre sentivo delle goccioline bagnarmi la camicia.
Povera piccola.
La strinsi più a
me. In quell'istante capii che la storia di Stella mi aveva colpito più di
quanto immaginassi. Adesso provavo l'istinto protettivo verso tutte le
bambine.
-Il tuo papà
verrà a prenderti.-
-Il tuo veniva
sempre a prenderti?- mi chiese, con voce rotta.
Ma come faceva
quella bambina a cogliere sempre il punto della situazione?
-No, il mio mi
odiava.- dissi amaro. Non sapevo perchè le stessi dicendo tutte quelle cose.
-Quando verrà la
mia mamma ti farò adottare.- fece, con una tale sicurezza da farmi scoppiare a
ridere.
-Ho superato
l'età massima per gli affidamenti, ma grazie lo stesso.-
Elizabeth quasi
si draiò tra le mie braccia e io sentii uno strano calore. Sentivo che era così
che doveva andare.
Provavo quasi
l'impulso di stringerla fino a farla soffocare, ma mi fermai: l'avrei
spaventata.
Forse passò
un'ora, senza che nessuno dei due parlasse, sempre in quella posizione.
L'unico, lieve, rumore era la mia mano che accarezzava i soffici capelli della
piccola bambina.
Forse si era
addormentata, il suo respiro era calmo e regolare.
-Ce ne andremo
mai di qui?- mi chiese piano. Evidentemente non stava dormendo.
-Si, Elizabeth.-
-E se vengono a
prendere prima te?-
-Ti porterei con
me.- affermai sicuro.
-Promesso?-
disse, alzandosi di poco.
-Si Elizabeth. Ti
verrò a prendere in ogni caso. Te lo prometto.- ritornò ad accucciarsi su di
me.
-Elizabeth...- la
richiamai.
Sentivo il
bisogno di dirlo a qualcuno, di esternarlo. E chi meglio di una bambina poteva
ascoltarmi senza giudicare? Lei non sapeva tutta la storia, mi avrebbe capito
con la sua ingenuità di bambina e non mi avrebbe detto nulla.
-Dimmi, ehm...-
-Damon, mi chiamo
Damon.-
-Allora
dimmi...Damon.- ghignai. Era una vecchia in un corpo da bambina.
-La ragazza che
ho fatto scappare...beh...- ero in difficoltà. Non riuscivo a dirlo nemmeno ad
una bambina.
-Si?-
-Io...io la amo,
Elizabeth.- le confessai, non sapendo perchè lo stessi dicendo proprio a lei.
Sentivo che era
giusto aprirmi con una bambina di sette anni. Era come se quella comune
situazione avesse creato un legame tra di noi.
Abbassai lo
sguardo a quella schiacciante verità.
-E perchè non
glie lo dici?-
Ecco...avevo già
detto che arrivava sempre al punto?
-Perchè a lei non
interessa.- dissi ferito. -L'ho ferita troppo.-
-La mia mamma
dice sempre che l'amore è più forte di tutto e quando io sono indecisa dice
sempre di seguire il mio cuore.-
Sorrisi. Quella
bambina era...diversa.
Riusciva a capirmi
meglio degli adulti, eppure aveva solo sette anni.
-Non è così
semplice.- mi limitai a dire.
-Damon...-
-Dimmi
Elizabeth..-
-Ti fa male non
stare con lei?- me lo chiese con un'ingenuità disarmante.
Abbassai lo
sguardo. Sì, decisamente perspicace la bambina.
-Ogni giorno.-
Si lanciò su di
me con un tale slancio che se fossimo stati all'impiedi sarei caduto. Mi
abbracciò così forte da spiazzarmi. Era così piccola, eppure già così grande.
Mi...mi ricordava
Angel.
Abbracciai anche
io quel piccolo corpicino, mentre Elizabeth nascondeva il viso nell'incavo del
mio collo. A modo suo cercava di risollevarmi il morale.
-Allora non ti
arrendere mai Damon. Sempre la mia mamma dice che chi si arrende è perduto.-
Sorrisi. -E'
proprio una tipa tosta tua madre. Saggia.-
-E' speciale.-
disse semplicemente, senza smettere di abbracciarmi.
All'improvviso
sentimmo la porta della cella aprirsi.
-Andiamo,
vampiro.-
Mi tirarono
violentemente per il braccio, facendo cadere Elizabeth.
-Damon!- urlò
spaventata la bambina.
-Elizabeth!-
urlai con tale disperazione da stupirmi.
Non volevo
lasciare la bambina lì.
Le tesi la mano,
ovunque lei fosse, ma cominciarono a tirarmi.
-Elizabeth!-
urlai di nuovo, cominciando a dimenarmi come un posseduto.
Sentii la bambina
lanciarsi su di me, ma fu per poco: tirarono via me e sbalzarono lei nella
cella.
Chiusero la
grata, mentre trascinavano me ancora urlante per i corridoi bui.
-Damon! Damon!-
urlava e piagnucolava la bambina.
Avrei squartato
quei mostri.
-Elizabeth! Verrò
a prenderti! Mi hai sentito?! Verrò a prenderti!- urlai con tutta la rabbia che
avevo in corpo, mentre quei dannari vampiri mi trascinavano fuori dalle
segrete.
Non capivo
perchè, ma stavo lasciando un pezzo di me in quelle segrete.
Mi misero in una
macchina, colpendomi violentemente in viso.
Li avrei uccisi,
li avrei uccisi tutti!
All’improvviso la
macchina inchiodò, facendomi sbattere il viso. Andavamo di bene in meglio.
Tutti i vampiri
scesero dalla macchina e li sentii imprecare. Scesi anche io, vedendo che una
macchina aveva bloccato il passaggio.
Dolorante e col
sangue negli occhi, vidi Stefan uscire dalla macchina.
Oh grazie a Dio!
Poco dopo
uscirono anche Nikolai, Angel e Elena.
Bene, c’erano
proprio tutti.
Stefan, Elena e
Nikolai si lanciarono subito contro i vampiri, mentre Angel corse verso di me.
-Damon!- cercò di
tirarmi su, ma ero troppo debole.
-Angel…dobbiamo…dobbiamo
tornare indietro. Una bambina…-
Lei mi guardò
inizialmente senza capire, poi sgranò gli occhi.
-No, non era Stella.-
ripresi poco dopo.
Vidi il suo viso
intristirsi e i suoi occhi riempirsi di lacrime.
-Non possiamo
tornare indietro, Damon, chi sa se riusciamo a salvare te adesso!-
-Angel glie l’ho
promesso!- ringhiai io.
-Torneremo a
prenderla, te lo prometto, ma adesso non possiamo ritornare lì.-
Imprecai, mentre
accettavo di farmi trascinare in auto, con i segni delle torture che mi
facevano ancora male.
Sarei tornato da
lei, a costo di morire.
Avrei salvato
Elizabeth, la bambina che mi aveva capito più di un adulto.
Poco dopo anche
gli altri salirono in macchina. I vampiri erano solo storditi e Stefan doveva
fare in fretta a ripartire.
Stefan partì a
tutta velocità, lasciando quello spiazzale, ma la mia testa era ancora lì, tra
le segrete.
Era da Elizabeth.
Potevo ancora sentirla mentre urlava il mio nome.
Salve a tutteeee!
Dopo non proprio
un’eternità sono qui! Ma purtroppo l’esame di maturità è la mia rovina...studio
ininterrottamente dalla mattina alla sera XD
Quindi, proprio
per questo, non sono sicura di poter aggiornare fino all’esame. Penso che
l’aggiornamento normale ricomincerà non appena io abbia finito gli esami.
Non sono ancora
sicura, ma in ogni caso voglio dirvelo prima, non si sa mai!
Beh…che ne dite
del capitolo? Spero vi piaccia, come, stranamente, è piaciuto a me.
Mi farebbe
piacere sapere se vi è piaciuto o meno!
Non mi resta che
ringraziarvi tutte, davvero! State rendendo questa storia speciale!
Vi adoro da
morire!
Baci e al
prossimo capitolo!
Dark Moon