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Autore: NanaK    14/06/2012    8 recensioni
Mi chiamo Penelope e ora vi racconterò la mia storia. Preparatevi ad ascoltare qualcosa di tanto surreale che spesso mi chiedo se non sia stato tutto un sogno. Il Titanic era appunto chiamata la nave dei sogni, ma di certo mai avrei creduto che potessi salirci. Tutto cominciò una sera di aprile, il dieci aprile 2012..
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Dawson, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Rosalinda Dewitt Bukater
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

 

Un bacio.

Due.

Tre.

Cosi tanti da perderne il conto.

Quello che stavo vivendo con Jack non era il mio primo bacio. Circa qualche mese fa avevo baciato il ragazzo che mi aiutava a fare i compiti di chimica. Aveva i capelli castani che quasi gli coprivano gli occhi color miele e una spruzzata di lentiggini in viso. Aveva un volto tenero e le sue labbra a papera mi avevano fatto girare la testa come una trottola quando si erano poggiate sulle mie. Tuttavia con Simone non avevo provato quello strano coinvolgimento che mi faceva dimenticare persino il mio nome, tutto al di fuori di colui che mi stringeva. Per questo quelle sensazioni mi colsero del tutto impreparata e, pensando a quello che successe dopo, credo che l’alcool stesse ancora agendo sulla mia mente, altrimenti mai sarei stata cosi audace. Presa da un ardore sconosciuto, lo attirai a me, aderendo al suo corpo, toccando con le dita le sue spalle forti. Dalle labbra scese più giù, baciandomi la linea della mascella e accarezzandomi la schiena. Quando rafforzò la presa, serrandomi ancor di più contro il suo corpo, mi sfuggì un gemito e mi morsi il labbro subito dopo me la vergogna.

< Vieni a dormire > sussurrò praticamente sulle mie labbra e con tono incredibilmente convincente. Lo fissai ancora incredula per quanto era accaduto, e quando mi prese la mano, mi lasciai guidare all’interno. Io, docile, lo seguivo, non accorgendomi dei corridoi che ci sfilavano accanto, avendo solo lui negli occhi. Mi ritrovai immersa nei sogni senza nemmeno accorgermene.

Un bacio leggero depositato tra i miei capelli.

 

-     -     -     -

 

Una donna vestita di bianco. Non riuscivo a distinguerne il volto, scorgevo solo la sua figura.

< Devi fare una scelta.. >. L’immagine iniziò a sfumare.

< Aspetta! > gridai e la mia voce si ripeté come un’eco rivolta al vuoto.

 

Mi svegliai di soprassalto, il cuore martellante come un tamburo. Ero in cabina, perciò quello doveva essere un sogno. Molto vivido. Scossi la testa sbuffando. Cercai di rimettermi a dormire, ma appena i miei occhi si posarono su Jack fu impossibile pensare ad altro. Dormiva. Accanto a me. Ed il suo braccio era sulla mia schiena. In quel momento era l’immagine dell’innocenza: il respiro regolare fuoriusciva dalla bocca semichiusa e i capelli cadevano scomposti sulla fronte. Mi sollevai, posando la testa su un braccio per poter stare a guardarlo all’infinito. Le sue palpebre si schiusero troppo presto, rivelando il mare cristallino dei suoi occhi. Quando mi vide un suo lieve sorriso mi illuminò.

< Buongiorno > sussurrò.

< Ciao > dissi abbassando gli occhi. Wow, davvero molto originale, Pen. Mi prese il mento con le dita, costringendomi a specchiarmi nei suoi occhi. Il vertiginoso avvicinarsi delle sue labbra mi causò un lieve capogiro. Quando poi avvertii il loro definitivo tocco, il mio cuore impazzì e mille brividi mi percorsero la schiena. Anche questo bacio finì troppo presto. Si staccò e io nascosi il viso sul cuscino per non fargli notare il calore improvviso che mi aveva inondata. Povera me, sottovalutavo la sua incredibile capacità di percezione. Sentii la sua risata bassa, poi, dopo che emersi dal mio “ nascondiglio ”, mi chiese cosa mi andava di fare quella mattina. Riflettei un momento e improvvisamente l’immagine di Rose in balia del suo perfido fidanzato mi catapultò fuori dal mio stato di piacevole risveglio.

< Dovrei andare a parlare con una persona. >

< Ci vediamo dopo sul ponte allora > esclamò infilandosi le scarpe.

< Certo > risposi con un enorme sorriso in volto. Ormai era come se tra di noi ci fosse un sottile filo che ci impediva di restare troppo tempo l’uno lontano dall’altro. Un tacito accordo.

Mi sciacquai la faccia e cercai di sistemare i capelli come meglio potevo. Poi mi bloccai di colpo. Che giorno era? Feci un rapido conto dei giorni che erano passati. Era il dodici aprile, quindi tra due giorni la nave sarebbe affondata. In quel momento un pensiero si fece largo nella mia testa: io sapevo cosa sarebbe successo, come sarebbe successo e perché sarebbe successo. Io potevo cambiare il corso degli eventi! E poi? Cosa ne sarebbe stato di me? Sarei rimasta li per sempre? E se non riuscissi a salvare la nave e i passeggeri? E Jack?? O anche me stessa. Sarei morta? Chiusi gli occhi e mi presi la testa tra le mani. Potevo farmi tutte le domande di questo mondo, ma non avrei trovato risposta. Poi ricordai il sogno che avevo fatto. Una scelta.. tra cosa? Tra chi? Scossi la testa con forza e mi fissai allo specchio del bagno. Jack Dawson mi aveva baciata e nonostante tutti i dubbi sulla mia esistenza dubbia in quel mondo o sogno o qualsiasi cosa fosse, ero cosi felice! Mi passai le dita sulle mie labbra, ricordando il momento di pochi minuti fa. Basta, ora dovevo pensare solo a Rose. Quando tornai nella cabina, Fabrizio si era appena svegliato.

< Ciao, Miss Penny! Buongiorno > mi salutò con uno sbadiglio.

< Mi piace “ Penny ” > dissi con un sorriso.

< Allora sarai sempre Penny. Allora, che hai combinato con Jack stanotte? > esclamò ridendo.

Sgranai gli occhi, arrossendo furiosamente.

< Fabrizio! Non.. sono discorsi da fare con una signora! Ora devo andare, a più tardi ! >. Schizzai fuori, la sua risata che rimbombava nel corridoio. Era logico che pensasse chissà che, avevamo dormito insieme! Vedere nuovamente il sole specchiarsi nell’oceano mi mise di buonumore. Passai più di un quarto d’ora a cercare Rose, ma non la vedevo da nessuna parte. Stavo camminando vicino alle scialuppe quando la intravidi mentre parlava con il signor Andrews. Accanto a lei c’erano la madre e quell’antipatico di Caledon; come potevo raggiungerla senza farmi vedere. Stavo cercando disperatamente di escogitare qualcosa e i nostri occhi si incrociarono. I suoi parenti continuarono a camminare e lei rimase apposta indietro per parlarmi.

La presi per un braccio e la feci entrare in una stanza che prima non avevo nemmeno notato.

< Rose.. Che hai? >. Dimenticai di darle del voi vedendo i suoi occhi lucidi prossimi alle lacrime.

< E’ che.. io non voglio. Ma devo. Vorrei solo parlarvi per un attimo, se vorrete ascoltarmi >

< Ma certo >

Cominciò a dirmi del suo fidanzamento con Cal, del suo vicino matrimonio, di come a nessuno importasse di ciò che sentiva dentro e di come il suo animo libero si dibattesse come un uccellino in gabbia. Voleva tenere lei le redini della sua vita. Voleva diventare una maestra in una scuola americana, ma sua madre non glielo avrebbe mai permesso. Avevano bisogno di soldi. Tutto questo lo disse con passione disperata, ma con la triste consapevolezza che non sarebbe servito a niente.

Tirò su col naso < Scusami. Non so nemmeno perché ti dica queste cose, solo che.. >

< Ti sono vicina > le dissi prendendole la mano. Lei mi guardò e mi regalò un fragile sorriso.

< Stammi a sentire Rose. Non devi permetterlo. Capito? Non lasciare che facciano di te ciò che vogliono, non senza lottare! Insegui i tuoi sogni Rose! >

< Ma.. sarei un egoista cosi. >

< No. Saresti te stessa > le dissi con gentilezza. < La ricchezza non è tutto. Forse tua madre questo deve ancora capirlo. Insegnaglielo >.

< Vorrei avere la tua sicurezza. >

Sorrisi < Ma tu l’hai già. Devi solo trovarla in te stessa >.

< Grazie Penelope >. Dopo avermi salutata, si allontanò ed io tornai a girovagare per la nave, riflettendo sul nostro dialogo. Poco dopo incontrai Jack.

< Ciao misteriosa fanciulla > mi salutò con un sorriso.

< Ciao stravagante artista > sorridendo a mia volta.

< Dove sei stata? >

< Da un’amica > dissi con fiducia. < Ho deciso di aiutarla >. Mi rivolse un’occhiata interrogativa e io gli spiegai tutto, non senza una certa ansia. E se si fosse innamorato di lei?

Lui mi fissò negli occhi dopo aver ascoltato con attenzione < Cosa ti spinge a farlo >

< Si trova in difficoltà e a me fa rabbia la sua situazione >

< Passerei ore a starti a sentire >. Questo improvviso cambio di discorso mi disorientò.

< Non sono granché originale >

< Sei interessante invece, mi sembra di avertelo già detto >

< Jack.. Non sono quello che sembro >

< E chi sei allora? >. L’atmosfera era fin troppo seria. Avevo paura e non mi vergognavo di ammetterlo. Stavo per dirgli la verità? Mi avrebbe creduta? Mi avrebbe capita? Mi avrebbe sostenuta? E avrebbe voluto baciarmi ancora una volta? Tirai un enorme sospiro e all’improvviso capii. Lo baciai piano sulle labbra e lo abbracciai forte. Anche se confuso, lui ricambiò la stretta. Potevo fidarmi di Jack. Ne ero sicura.

< Allora. Io sono.. >

 

 

Sono qui, sono tornata dopo un mese di attesa! Scusatemi per avervi fatto aspettare tanto! Nonostante tutto il tempo avuto a disposizione, il capitolo non mi piace per niente. La storia comincia a delinearsi e le sorprese di certo non mancheranno. Continuerete a seguirmi a bordo del Titanic miei prodi ? Vi ringrazio tanto di tutto <3

Vi amo.

Un bacione,

Orihime02

   
 
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