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Autore: tomlinsonsbraces    14/06/2012    2 recensioni
Harry Styles a prima vista sarà considerato lo sfigato di turno.
Niall Horan invece il bullo che odia sua cugina, Judith Horan.
Ma niente, è come sembra alle apparenze.
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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01.
 

Uscii di casa correndo, essendo in ritardo. Come tutte le mattine d’altronde.
E come da programma, Karen era appoggiata al muretto del giardino di casa mia, ad aspettarmi. Come al solito, tenuta perfetta, non che nella divisa della scuola ci fosse qualcosa di emozionante, ma è il suo modo di portarla che lo rende tale.
I capelli chiari e mossi le ricadono lungo le spalle, perfettamente ordinati, neanche un capello fuori posto. Curve al punto giusto, occhi chiari, brava a scuola.. insomma, tutto quello che dei genitori vorrebbero dalla loro figlia.
E poi, ci sono io.
Scarpe slacciate, un po’ per il poco tempo a disposizione per allacciarle, e un po’ per la pigrizia. Felpa della divisa messa male, col cappuccio rovesciato.
La gonna della divisa che mi fa sembrare una balena.
E in fine, i capelli che sembrano un nido per piccioni. Ricci e castani mi ricadono sopra le spalle, tutti spennacchiati. Sembro un pulcino, seriamente.
Una merda in pratica, in confronto a lei.
L’unica cosa è che a scuola non vado male. Potrei andare meglio, ma mi accontento.
Tutta affannata corsi verso di lei, con una fetta biscottata –la mia colazione- in mano. Il rumore che provocano i miei piedi –che sembrano voler schiacciare cento uova di quanto pesto forte- mi fa pensare che sembro un mammut alla riscossa.
Con il fiatone mi fermai davanti a lei, che mi sorrise radiosa.
Mi sembrava di aver corso la maratona. Invece avevo fatto a malapena un po’ più di cinque metri dal portone di casa mia fino a qui.
Sono messa male, malissimo.
-‘giorno.- mi sistemai la tracolla, che come al solito è tutta aperta con fogli volanti che escono di fuori.
Anche questo sia per la pigrizia, sia per il poco tempo a disposizione.
Sono una ragazza impegnata io.
-era ora, possibile che tu sia sempre in ritardo?- chiese, divertita.
Le feci la linguaccia e iniziammo a incamminarci verso la scuola.
Quel posto infernale dove non vedo l’ora di non doverci mettere più piede.
Avete presente dei ragazzi con un cervello? Toglieteveli dalla testa.
Delle ragazze con la testa a posto e non troie? Dimenticatele.
Dimenticate tutto quello che sapete, perché state per entrare nella mia scuola.
Okay, no, mi sa tanto da trailer di film horror, ma ci siamo vicini comunque, credetemi.
Attraversammo il cortile ed entrammo nel momento esatto in cui suona la campanella.
Sappiamo che i professori non arrivano mai in orario, quindi ci dirigemmo con calma ai nostri armadietti, chiacchierando normalmente.
-e tu da dove spunti, ricciolino?- sapevo già a chi appartenesse quella voce.
Alzai gli occhi al cielo, curiosa di vedere a chi avesse mirato oggi quel biondo ossigenato di mio cugino.
Niall Horan, il bullo della scuola. Ci tengo a precisare che dal suo letto è già passata mezza scuola, ed è per questo che si crede il re del mondo insieme alla sua cricca di tre lecchini.
Mi voltai verso la direzione dalla quale proveniva la sua voce, giusto in tempo per vedere che spingeva all’indietro un ragazzo –probabilmente nuovo, visto che non l’avevo mai visto prima- riccio, abbastanza alto, e abbastanza.. carino?!
Il ragazzo lo guardò confuso, non capita tutti i giorni di trasferirsi in una scuola ed essere attaccati così quando meno te lo aspetti, mentre ti facevi gli affari tuoi, in effetti.
-perché mi guardi con questo sguardo del cazzo?- i suoi amici ridacchiarono, e lui sgranò gli occhi. Povero, probabilmente lo stava traumatizzando.
-scusa, tu saresti?- chiese, scettico.
Lo ammirai per il suo coraggio, ma naturalmente reagì in quel modo solo perché non sapeva –ancora- chi fosse mio cugino. Un ragazzo che era già nella nostra scuola da tempo non si sarebbe mai azzardato a parlargli con quel tono.
E lui, non sembrò accettarlo.
Aggrottò le sopracciglia, allargandosi poi nel suo solito sorrisetto da stronzo.
Ormai eravamo tutti concentrati su di loro due.
-sono Niall Horan, ti ricorderai di me, novellino-
-e perché mai?- Niall esitò un secondo, e mi stupì che non lo avesse ancora preso a pugni.
Quest’ultimo si avvicinò con fare minaccioso al ricciolino, pronto per ammazzarlo di botte, probabilmente.
-Horan e compagnia bella, in classe!- da dietro l’angolo spuntò la vecchia e curva bidella storica della scuola, la signora Mayer.
Almeno una cosa buona l’aveva fatta, fino a oggi.
­Niall si voltò verso di lui un’altra volta, sorridendo. –ci vediamo dopo, ricciolino.- lo superò dandogli una spallata, a cui ne susseguirono altre tre, dai suoi inseparabili e fedeli cagnolini.
-sei sempre il solito, Niall.- dissi acida, quando mi passò accanto.
Il ragazzo, probabilmente ancora scosso, si girò verso di me, che avevo appena parlato, facendo incontrare i nostri occhi. Rimasi a fissarlo per qualche secondo, mentre Niall guardava prima me, e poi rivolgeva un’occhiataccia a lui, per poi proseguire per la sua strada.
Tutti i presenti iniziarono a sparpagliarsi ricominciando la loro routine, e quel ragazzo scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli e ricominciando a camminare verso la sua classe.
-ehi Karen, sai chi era quel ragazzo?- chiesi alla mia migliore amica, ricominciando a camminare verso la nostra aula. Lei sapeva sempre tutte le novità, facendo parte del comitato studentesco.
-è nuovo, si chiama Harry Styles.-
Mi presi il mento tra il pollice e l’indice, assumendo una finta espressione pensierosa. -mh, dovrò dire a mio cugino di lasciarlo in pace.-
-sì, perché lui darà retta alla sua cara e adorata cuginetta.- mi prese in giro, ridendo.
Le diedi una spinta amichevole, che però di amichevole si rivelò non avesse niente perché la vidi volare e quasi cadere addosso a tre studenti, la quale ci mandarono occhiatacce.
Scoppiai a ridere, guadagnandomi un’occhiataccia anche da parte sua.
Modi poco rozzi, mi dicevano che avessi.
Entrammo in classe, pronte a subirci due ore di letteratura.
Io di pronto non avevo un bel niente –e quando mai- ma si fa per dire.
 
 
-prof, posso uscire?- chiesi con un tono che doveva risultare adorabile per ‘arruffianarmi’ la professoressa, ma non penso proprio di esserci riuscita.
Dovevo andarmene subito da quell’aula o sarei scoppiata.
Sospirò, probabilmente perché le avevo interrotto la sua adorata lezione, poi acconsentì con un cenno della testa.
Scattai dalla sedia, quasi correndo per uscire.
Sentii delle risatine soffocate prima di chiudermi la porta alle spalle.
Bene, avevo mezz’ora per cazzeggiare per i corridoi prima che ce ne andassimo tutti a casa, ci voleva proprio.
Misi le mani nelle tasche della felpa, e iniziai a girare per i corridoi, sperando di trovare qualcuno di interessante che fosse stato sbattuto fuori o semplicemente aveva avuto la mia stessa idea di svignarsela dalla lezione.
Ad un certo punto sentii un rumore di un armadietto che si chiudeva violentemente, e subito dopo delle voci che continuavano ad alzarsi.
Niall.
Svoltai a destra, da dove provenivano quelle voci, giusto in tempo per vedere il coglione di mio cugino che tirava un pugno dritto al naso al ragazzo di sta mattina, facendolo cadere all’indietro.
Nonostante non lo conoscessi ebbi l’impulso di andare a fermarle Niall e di aiutarlo, se no sarebbe stato capace di combinarlo davvero male, sapendo che era capace di fare anche di peggio.
Ipotizzo si sia capito che il polipo di mio cugino sia un ragazzo molto suscettibile e che se la prenda per ogni cosa. Inoltre il comportamento del riccio di questa mattina l’avrà colpito nell’orgoglio, vista la fama che ha nella scuola, e lui non accetta persone che si rivolgono a lui in quel modo.
Una vera testa di cazzo, in pratica. Non so come possa essere mio cugino.
-Niall, mi spieghi che cazzo ti salta in mente?!- sbottai, spingendolo da una parte per allontanarlo dal ragazzo steso per terra, e per quanto mi fosse possibile vista la sua corporatura palestrata.
Mi guardò sorpreso, visto che non si era ancora accorto della mia presenza lì. -e tu che cazzo vuoi? Gli affari tuoi mai, eh cuginetta?-
-sei una testa di cazzo, guarda come l’hai ridotto!- gli ringhiai contro.
-aiutalo pure, questo frocetto.- fece per andarsene, ma poi si bloccò.
-ah, e che non esca da qui tutto questo, se no saranno guai seri.- si rivolse al ragazzo, girandosi poi verso di me. –e vale anche per te.-
Che cazzo di cugino che mi ritrovo.
Non potevamo essere come i normali parenti che si vogliono bene e si divertono insieme?
No, lui si deve divertire a spararmi merda addosso, e a dimostrare sempre tutto il suo disprezzo nei miei confronti.
Per lui non siamo parenti, per lui sono solo un intralcio.
Lo guardai con tutto il disprezzo possibile, prima che si girasse e scomparisse dal corridoio.
Lo lasciai perdere e mi fiondai subito sul ragazzo steso per terra e col naso sanguinante, ancora stordito.
-stai bene?- ovvio che non sta bene, cogliona.
-fammi vedere.- Lo aiutai ad alzarsi con il busto, alzandogli poi la il mento con le dita, alla quale lui protestò con un lamento per il dolore.
Lo guardai negli occhi, gli stessi di questa mattina, erano di un verde smeraldo, altro che gli occhi azzurri di Niall per il quale tutte uscivano pazze. Questi gli facevano un baffo, avevano la capacità di attirarti e di incantarti per quanto erano belli.
Riuscii a risvegliarmi dal mio stato di trance. -guarda come ti ha ridotto, quel coglione.-
-non ho capito cosa gli ho fatto.- borbottò, dopo che si rese conto di tutto l’accaduto, riuscendo a mettersi seduto meglio.
-ti porto in infermeria, vieni.- lo aiutai ad alzarsi, passandogli un braccio intorno ai fianchi mentre lui si sorreggeva col braccio intorno alle mie spalle.
 
 
Niall strinse i pugni, trattenendosi da andare li e spaccare di nuovo la faccia a quel novellino.
Era rimasto in fondo al corridoio, dietro il muro, a osservare lei che lo guardava dritto negli occhi come se si fosse appena innamorata.
Lo aiutò ad alzarsi e lo portò in qualche posto, probabilmente in infermeria.
Una sensazione gli salì all’altezza del petto.
Gelosia, Niall.
Scacciò via quel pensiero scuotendo la testa. No, Niall Horan non è geloso.
E allora perché aveva una voglia irrefrenabile di spaccare la faccia a quel ragazzo?
 
 
 
Lo feci sedere nel lettino, contenta che non ci fosse la vecchia addetta all’infermeria.
Forse mi piaceva passare del tempo con questo ricciolino.
Infondo non era tanto ‘sfigato’ o ‘frocetto’ come lo definiva mio cugino, secondo me, poteva tranquillamente superarlo e avere più ragazze di lui, ai suoi piedi.
Presi una pezza apposita, gli alzai ancora il mento, iniziando a tamponare delicatamente.
Scattò subito al contatto con l’umido della pezza, storcendo la bocca.
-brucia.- si lamentò come un bambino.
Sorrisi, faceva tenerezza. –mi dispiace.-
Corrugò le sopracciglia. –per cosa? Non sei stata mica tua a ridurmi così.- sorrise amaramente.
-appunto. Quel coglione di mio cugino, se potessi fare qualcosa..-
-no, è tutto ok.- mi rassicurò, mostrando la sua fila di denti bianchi e perfetti.
Dio, che sorriso che aveva.
-senti, faresti meglio a stargli lontano, potrebbe..-
-non mi importa.- mi bloccò.
Lo guardai confusa. –cosa vorresti dire?-
-non mi fa paura.-
Alzai un sopracciglio, scettica.
-ok, forse un pochino.- risi. –ma non mi tirerò indietro se ci sarà da affrontarlo.-
Annuii, beh, se era una sua scelta io non potevo farci niente. Chi ero io per impedirglielo? Non sapevo nemmeno il suo nome.
-comunque, io sono Harry Styles.- disse porgendomi la mano, che strinsi subito.
-Judith Horan, ma chiamami Jude.- restammo a guardarci negli occhi per qualche secondo, che a me parve un’eternità.
Poi, suonò la campana, e i corridoi iniziarono a popolarsi di studenti.
-okay.. ci vediamo domani?!- disse grattandosi la nuca, imbarazzato.
Sorrisi. –certo, a domani.-
Mi bloccò per un braccio. –grazie.-
Mi incantai ancora una volta davanti al suo sorriso, ma prima di evitare di fare figure di merda rimanendo a fissarlo come un’ebete gli sorrisi e uscii da quella stanza, sentendo improvvisamente caldo.
Tra la folla di studenti che popolava il corridoio scorsi la chioma bionda di Karen, così salutai un’ultima volta Harry prima di dirigermi verso di lei.
Non seppi spiegarmi il motivo, ma sentivo il bisogno di rivedere quelle iridi verdi.
 
 
 
Harry scese in fretta i gradini della scuola, per poi attraversare a grandi passi il cortile, diretto a casa sua. Detestava ammetterlo, ma quel tipo gli faceva paura.
Quella mattina, quando l’aveva solo spintonato, aveva pensato che non avesse fatto niente di preoccupante. Ma poi, in corridoio, le cose non erano andate esattamente come aveva sperato.
Se quel ragazzo era capace di fargli di peggio, come aveva detto Judith, allora avrebbe fatto meglio a mantenere le distanze e non fare niente che potesse ‘farlo arrabbiare’.
“guarda tu dove dovevo capitare” pensò seccato Harry.
Con lo sguardo basso continuava a camminare, mentre una marea di pensieri gli inondavano la mente. Compreso il pensiero di Judith e di quanto lo avesse colpito.
Era così assorto che non si accorse di stare andando incontro a qualcuno, fin quando non andò a sbattere contro un ammasso di pettorali bel scolpiti.
Alzò lo sguardo, ritrovandosi davanti un ragazzo a lui famigliare.
Cercò di collegare quel volto a qualcuno, e poi ci arrivò.
Era uno degli amici di Niall, che quella mattina erano con lui.
Lo guardava dall’alto –visto che lo superava decisamente in altezza- con un ghigno stampato in faccia.
Aveva i capelli neri e un ciuffo che sembrava scolpito di quanto era perfetto.
Gli si gelò il sangue. Se lui era lì, allora ci doveva essere anche il resto della banda.
Quindi, anche Niall.
-ehi, frocetto.- ecco, appunto.
In quel momento era teso come le corde di un violino.
Tutti e quattro gli si pararono davanti, iniziando a ridacchiare.
-ti sei divertito oggi con Judith?- lo stuzzicò Niall, scompigliandogli i capelli.
-beh, ti dirò una cosa.- continuò, diventando improvvisamente serio. –stalle lontano, e nessuno si farà male, sono stato chiaro?-
Harry deglutì, non capendo perché gli stesse dicendo in quel modo.
Infondo, era sua cugina, cosa significava?
Però, in quel momento gli parve solo la cosa giusta da fare.
Se non voleva avere altri guai, doveva solo accettare questo accordo.
Sentirono delle risate femminili, così decisero di andarsene.
-e non ne fare parola con nessuno, soprattutto con lei.-
Lo superarono con una serie di spallate proprio come quella mattina, lasciandolo lì, da solo e più confuso di prima.
 
 
 
Uscimmo da scuola, incamminandoci verso casa.
Avevo invitato Karen a stare da me, visto che mia madre è fuori per lavoro –come sempre- e ho perennemente la casa libera.
Lungo la strada, vidi Harry, fermo, che guardava un punto indefinito davanti a sé.
-Harry, stai bene?- chiesi un po’ preoccupata, vedendolo là immobile.
Parve risvegliarsi dal suo stato di trace. –eh? Sì, tutto bene, devo andare.-
Mi congedò e lo vidi sparire svoltando a sinistra.
-che ragazzo strano.- disse Karen.
Cosa gli era preso?
Che Niall l’avesse attaccato di nuovo?
Non volevo pensarci.
Così mi limitai a una semplice alzata di spalle, riprendendo poi a camminare verso casa insieme alla mia migliore amica.
 
 
YOO.
Eccomi qua con una nuova ff!
Ormai vi sto intasando tutto il fandom, sorry.
Allora, come vi pare?
Un commentino me lo lasciate? È importante per me, se non ricevo un po’ di recensioni a questo capitolo non la continuo.cc
Beh, sta a voi decidere. Spero che vi piaccia, ci vediamo al prossimo capitolo, se ci sarà:D

  
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