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Autore: DumbledoreFan    14/06/2012    5 recensioni
Blaine è giovane, troppo giovane per fare il supplente nel temibile liceo pubblico di Lima, ma da qualche parte deve pur iniziare, e così si imbarca in questa sua nuova impresa...nel suo primo lavoro. Kurt è all'ultimo anno e i suoi occhi sono ogni giorno più spenti, più stanchi, i suoi vestiti sempre più macchiati, e le cose che lo rendono felice non sono mai abbastanza. Sarà un giovane supplente a riportare il sorriso sul suo volto, mentre lui, senza neanche accorgersene, insegnerà al nuovo professore la lezione più difficile della vita: gli insegnerà ad amare.
{Teacher!BlainexStudent!Kurt}
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buon giorno miei amati lettori!
E ci siamo anche con questo aggiornamento! Mi manca solo Two Worlds Collide e mi sono rimessa in pari :D (no ok ci sarebbe anche Nymphomaniac ma tanto quello è solo smut, non interessa a nessuno...)
Come al solito mi scuso per l'immenso ritardo ma la scuola bla bla bla matematica sotto bla bla bla un sacco di studio e impegni bla bla bla altre millemila FF bla bla...insomma le avete già sentite quindi mi limito a chiedere umilmente perdono e a darvi il capitolo!
Enjoy!













“Will, posso rubarti la parola solo per un istante?” chiese Blaine non appena Schuester finì di salutare i ragazzi del Glee. Il moro scese con un balzo dal pianoforte, dove si era subito messo a sedere una volta entrato nell’aula coro, e prese il posto dell’altro professore che con un cenno affermativo e un sorriso gli lasciò il centro della stanza.

Blaine a quel punto sospirò leggermente e lanciò uno sguardo complice a Kurt, annuendo con il capo quando riconobbe nei suoi occhi la conferma che cercava, e andò a prendere uno sgabello e la chitarra classica.

“Prima di dare il nuovo compito della settimana, io e Kurt ci tenevamo a farvi sentire un pezzo su cui abbiamo lavorato” annunciò il giovane insegnante, mentre il ragazzo si alzava in piedi e lo raggiungeva al centro della stanza, lisciandosi accuratamente i pantaloni firmati e tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.

“E’ una…beh, una sorta di sfogo” disse Kurt con voce un po’ traballante. La canzone che aveva riarrangiato e provato con il professor Anderson era tanto forte quanto accurata per esprimere al meglio come si sentiva, e sapeva che non esisteva modo migliore per incanalare i suoi sentimenti se non la musica. Era sempre stata una sorta di magia per lui, riusciva a scuoterlo dentro, a fargli percepire e riconoscere tutto ciò che lo scombussolava e a liberare le sue idee e le sue emozioni nel modo più sincero possibile.

Kurt sapeva che cantando non si poteva mentire, lo sapevano tutti in quella stanza, come sapevano che la musica li univa inevitabilmente, e per questo il ragazzo aveva sempre nutrito un po’ di timore.

Cantando, loro avrebbero capito.
Non avrebbero potuto farne a meno.

Cantando, Kurt si sarebbe messo a nudo per quello che davvero era e avrebbe tirato fuori ogni sentimento che aveva costudito gelosamente per apparire forte e intoccabile.

Cantando, Kurt avrebbe mostrato la sua parte debole.

Ma si sarebbe liberato, ed era la libertà quello che cercava. La leggerezza, lo sfogo…e la comprensione.
Così, lanciò uno sguardo al professore seduto al suo fianco, già con la chitarra in mano, e gli fece un cenno affermativo con il capo, per incitarlo a cominciare. Blaine annuì a sua volta ed iniziò a suonare.

Do you ever feel like breaking down? Do you ever feel out of place? Like somehow you just don’t belong, and no one understands you?

Kurt cominciò a cantare quasi con timidezza, con voce bassa ma ferma, le braccia stese lungo i fianchi e gli occhi socchiusi in un chiaro segno di concentrazione. Aveva bisogno di qualche attimo di estraniazione per sentire la musica pervadergli nelle vene e avvolgergli le membra, così che potesse accendere quella scintilla in lui.
Quando cantava Kurt si sentiva più vivo che mai.

Do you ever wanna run away? Do you lock yourself in your room? With the radio on turned up so loud that no one hears you’re screaming?
Kurt aprì gli occhi e sollevò lo sguardo, stirando le labbra in un accenno di sorriso amaro quando quelle parole riportarono alla mente più di qualche ricordo di lui, chiuso nella sua camera, con la sola compagnia della musica, ad un volume tanto alto da coprire perfino il rumore dei suoi pensieri.

No you don’t know what it’s like when nothing feels alright…you don’t know what it’s like, to be like me…

Lo sguardo di Kurt saettava velocemente dal pavimento al soffitto, evitando attentamente il contatto con chiunque in quella stanza, e alla fine decise di chiudergli di nuovo e arrendersi alla musica.

To be hurt, to feel lost, to be left out in the dark…to be kicked when you’re down, to feel like you’ve been pushed around…to be on the edge of breaking down and no one’s there to save you…no you don’t know what it’s like…welcome to my life
Arrivato a cantare quelle ultime parole, mosso da una forza interiore che nemmeno lui avrebbe saputo identificare, strinse i pugni e aprì gli occhi di colpo, sollevando il capo dritto verso i suoi compagni, i quali lo stavano osservando in religioso silenzio e con sguardo visibilmente affranto.

Lo stavano sentendo il suo dolore? Lo stavano sentendo con cosa era costretto a convivere ogni giorno?
Stavano capendo che non potevano capire?

Kurt continuò a cantare con più enfasi, con più decisione, sentendo le note nel sangue pungerlo, e perdendo ogni sorta di riluttanza ad incrociare lo sguardo dei suoi amici. Al contrario, fece scorrere gli occhi su tutti loro, desideroso di cogliere ogni guizzo di reazione, di sentire quel ponte che li avrebbe condotti fra le braccia della sua inquietudine.

No you don’t know what it’s like when nothing feels alright…you don’t know what it’s like, to be like me

Quella volta, le parole gli uscirono più taglienti, strisciando sulla punta dei suoi denti, colto da un brivido di fervore che sembrò affievolirsi per un istante quando, pronunciando quelle ultime quattro parole, Kurt si voltò ad incrociare lo sguardo del professor Anderson. Lo fece senza pensarci, con naturalezza, perché quella scintilla di rabbia gli aveva inconsciamente ricordato che c’era lì qualcuno che sapeva perfettamente come si sentiva, che sapeva cosa voleva dire…essere come lui.

Così, quando gli occhi cerulei dello studente si scontrarono con quelli cangianti del giovane insegnante, il tormento, la collera e la frustrazione vennero avvolti da una sorta di energia che poteva essere quasi speranza, riuscendo a far cantare Kurt nel modo più spontaneo e meno spaventato possibile.

To be hurt, to feel lost, to be left out in the dark, to be kicked when you’re down, to feel like you’ve been pushed around…to be on the edge of breaking down and no one’s there to save you…no you don’t know what it’s like…

Kurt abbassò di nuovo il capo, raccogliendosi in se stesso e cantando con voce appena più flebile e tranquilla, come se pervaso da una sorta di nuova consapevolezza, mentre sentiva un familiare magone allo stomaco dissiparsi.

Quando sollevò il viso per cantare gli ultimi versi, i suoi compagni riuscirono a vedere che una sola lacrima gli aveva solcato il volto, ma che era stata abbastanza.
Kurt era stanco di piangere.

Welcome to my life

Il ragazzo aprì le braccia in un gesto arrendevole e fece scivolare un’ultima volta lo sguardo sui suoi compagni, che dopo un attimo di silenzio iniziarono ad applaudire. Kurt sorrise mestamente, un sorriso un po’ triste, e Rachel non fece in tempo ad alzarsi per andare ad abbracciarlo che lui si era già voltato e diretto a grandi passi fuori dall’aula, lasciando la ragazza perplessa ad osservare il punto dov’era sparito con aria mortificata.

“Ci penso io” disse Blaine alzandosi dallo sgabello e posando la chitarra, per poi uscire a sua volta. Si guardò un po’ intorno nel corridoio vuoto, poi svoltò e dopo poco scorse la figura di Kurt, a sedere sulle scale, con lo sguardo fisso davanti a sé e le braccia stese sulle cosce. Non sembrava sofferente o malinconico come gli era già capitato di vederlo, solo molto più assorto. Non sollevò gli occhi quando sentì i passi di Blaine avvicinarsi, così quest’ultimo si sedette in silenzio accanto a lui e aspettò qualche secondo, prima di decidersi a parlare.

“Ti senti meglio?” gli chiese con una certa aspettativa nella voce.

“Sì”

La risposta di Kurt arrivò senza esitazione, e con tono sorpreso, cosa che fece sorridere Blaine all’istante.

Ed era vero. Kurt si sentiva meglio. Non solo perché la musica aveva incanalato le sue energie negative facendole uscire e rimestato dentro di lui in modo che potesse sfogarsi, ma anche perché Kurt sentiva di essere tornato a reagire.

Come aveva sempre fatto. Non si era mai lasciato abbattere, si era sempre rialzato, aveva affrontato i suoi bulli e scacciato il dolore. Poi, in quell’ultimo tempo, stremato, aveva dimenticato come si faceva a combattere. Aveva intravisto la possibilità di una via di fuga, e si era perso a fantasticare su come sarebbe stato semplice e gratificante, abbandonare. Aveva perso la sua vena combattiva. E aveva avuto bisogno di qualcuno che sapesse quale corda toccare per riaccenderla.

“Grazie” disse di getto Kurt, voltandosi verso il professore di colpo.

“Grazie? E di cosa?” chiese Blaine interrogativo senza però riuscire a smettere di sorridere.

“Grazie per avermi ricordato chi sono, e fatto ritrovare la scintilla che avevo perso” rispose il ragazzo con sincerità, sentendo le labbra stendersi irrimediabilmente in un sorriso intriso di sincera gratitudine.

“E grazie per essersi interessato a me quando nessuno sembrava disposto a farlo” concluse con un sospiro quasi impercettibile. Quelle ultime parole scaldarono letteralmente il cuore di Blaine, e non solo perché era riuscito ad aiutare Kurt, ma specialmente perché riuscì a sentire di aver fatto la differenza. Di aver cambiato le cose dopo aver subito un’ingiustizia. Lui era stato solo ed ignorato, e si era ripromesso di non far sentire nessuno così, perché nessuno se lo meritava. E ce l’aveva fatta. Era stato una persona migliore per qualcuno, e in quel momento non gli dispiacque poi più di tanto aver dovuto abbandonare i suoi sogni per fare l’insegnante.

Kurt e Blaine si scambiarono uno sguardo di reciproca riconoscenza che durò più di un istante, poi quest’ultimo si aprì in un sorrisino furbo e poggiò una mano sulla spalla dell’altro.

“Lo so che non dovrei proportelo perché sono un professore ma…ti va di marinare il resto del Glee Club? Non penso che al professor Schuester seccherà la nostra assenza, è una persona comprensiva” chiese guardandosi poi in giro. Kurt ridacchiò sommessamente e annuì con il capo.

“Solo se ci prendiamo anche una granita” rispose il ragazzo con gli occhi finalmente più brillanti. Blaine si tirò su e porse la mano a Kurt per aiutarlo ad alzarsi.

“Va bene, però offro io”

 
*

 
“E quindi abbiamo rischiato di dare fuoco al capanno degli attrezzi!”

Kurt si fermò appena in tempo dal prendere un altro sorso di granita e scoppiò a ridere fragorosamente, seguito a ruota da un Blaine decisamente divertito di rispolverare gli aneddoti più divertenti del suo repertorio, pescando nel cesto delle scorribande che aveva fatto con i Warblers. La divisa poteva anche farli sembrare dei ragazzi educati e composti, ma era solo una copertura.

“Non pensavo che nelle scuole private regnasse un tale delirio” rispose il ragazzo quando riuscì a smettere di ridere.

“Ed è questo quello a cui noi puntiamo! Che le persone PENSINO che nelle scuole private sia tutto perfetto, specialmente i professori. Basta dare l’apparenza e indossare una divisa stirata e il gioco è fatto! In realtà ne abbiamo combinate di tutti i colori…l’importante era non farsi scoprire” ribatté Blaine gesticolando ampiamente e girandosi del tutto per fronteggiare lo studente seduto al suo fianco sulle gradinate fuori dalla scuola. Il sole che quel pomeriggio picchiava sul Lima rendeva il clima più piacevole del solito, e i due avevano deciso di approfittarne.

“E nel mentre riuscivate anche a studiare?” domandò Kurt sollevando un sopracciglio con fare scettico.

“Certo, e il bello veniva proprio lì! Studiavamo un sacco, perché era una scuola molto pretenziosa, ma questo ci portava a dare di matto ancor di più” rispose Blaine con entusiasmo, sinceramente felice di quel tuffo nei ricordi.

“Ho perso il conto di tutte le volte che ci siamo ritrovati in camera di qualcuno a studiare furiosamente, mettendoci a piangere e tirando fuori le bottiglie di liquore alle 5 di pomeriggio” raccontò facendo sgranare gli occhi di Kurt, che dopo poco riprese a ridere.

“Non ci posso credere! Ma…oddio! Nascondete davvero un lato oscuro dietro il blazer” esclamò divertito il ragazzo mentre l’altro annuiva con allegria.

“Te l’avevo detto” gli fece eco il giovane insegnante, per poi buttare giù l’ultimo sorso di granita. Kurt lo imitò e un istante dopo controllò il suo cellullare.

“Oh, a questo non posso credere! Abbiamo fatto di nuovo tardi” disse non appena l’ora campeggiò sullo schermo illuminato del suo Iphone.

“La prossima volta che ci perdiamo in chiacchiere dobbiamo ricordarci di mettere una sveglia” scherzò il ragazzo per poi alzarsi in piedi, seguito subito da Blaine.

“Probabilmente ci scorderemmo anche di quella” rispose con altrettanta ironia mentre iniziavano ad avviarsi verso il parcheggio. Una volta lì però, Kurt diede un veloce sguardo alle macchine rimaste e imprecò sottovoce.

“Dannazione! Mi ero scordato che sono venuto con Finn stamani! E lui ora sarà di sicuro corso a casa di Puck” sbuffò il ragazzo passandosi una mano fra i capelli.

“Nessun problema, ti do un passaggio io” rispose immediatamente Blaine indicandogli la sua macchina. Kurt esitò un istante e si morse leggermente il labbro inferiore.

“Non voglio disturbarla” disse con un po’ di preoccupazione, e beccandosi dal moro un’occhiata in tralice.

“Per favore, niente convenevoli e smettila di preoccuparti per queste sciocchezze…niente disturbo per un passaggio” lo rassicurò Blaine con tranquillità, facendo il giro dell’auto per salire dalla parte del conducente, mentre Kurt montava dalla parte opposta. Il tragitto dalla scuola a casa sua era abbastanza breve, quindi non ebbero molto tempo di parlare d’altro, e quando la macchina si fermò, Kurt si girò verso Blaine e sospirò appena.

“Grazie ancora” gli disse per poi aprire lo sportello dell’auto.

“Di niente…ci vediamo domani Kurt” lo salutò Blaine con un sorriso gioviale, che l’altro ricambiò subito.

“A domani professore”












Spazio dell'Autrice.


 

Allora, prima di tutto la canzone è questa, vi consiglio di sentirla perchè la versione acustica è anche più bella della versione normale: http://www.youtube.com/watch?v=C4imfyyU_3E

E' da quando ho visto un video su YouTube su Kurt con questa canzone che immagino di fargliela cantare, perchè è perfetta per lui, rappresenta perfettamente quello che ha passato, e la cosa che più mi ha colpito di quel video, è che il commento con più mi piace che aveva ricevuto diceva: "Il messaggio di questo video è perchè Blaine Anderson è stato creato"

Vero, vero e ancora vero. 

Poi immaginare Blaine alla chitarra che lo accompagna era ancora più *O* Che tra l'altro, era questo che intendeva Blaine alla fine dello scorso capitolo con "trovare un modo per sfogarsi", porcellini xDDD Cantare ** Al sesso ci pensiamo fra un po', don't worry xD

La seconda parte della storia è MOOOLTO autobiografica.

La scena di loro due sulle gradinate siamo io e la mia professoressa d'Italiano che prendiamo il caffè a casa mia e ridiamo dei suoi aneddotti di quando insegnava a Philadelphia (sì, la mia prof all'età di Blaine, 24 anni, insegnava all'università di Philadelphia italiano e latino **).
Infatti, quando sono indecisa su qualcosa da far dire a Blaine, mi chiedo "ma la prof. P. mi direbbe una cosa del genere?" e mi regolo xD 

Poi Blaine che dice di loro che durante le sedute di studio piangono e bevono il liquore alle 5 di pomeriggio siamo io e i miei compagni di classe xD All'ultima seduto di studio eravamo in lacrime e ho dovuto tirar fuori limoncello e liquore al cioccolato, sennò di solito ci diamo di vodka...
Non fate mai il liceo scientifico, vi prego xD

Detto questo, vi lascio <3

Un grazie speciale a tutte le persone che hanno recensito lo scorso capitolo, e a tutti quelli che hanno letto!! <3 Vi adoro!

Per le news sugli aggiornamenti delle mie FF seguitemi sulla mia pagina FB: http://www.facebook.com/pages/Some-dudes-are-straight-Until-they-meet-the-right-guy-DumbledoreFans-FF/247446328619609

   
 
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