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Autore: kadyia    01/01/2007    2 recensioni
Parla di Yuri e di una bambina che si incontrano alla Borg e poi sono costretti a separarsi per colpa di Vorcof ma poi il destino vuole che si rincontrino. Questa storia è ricca di colpi di scena, quindi se vi piacciono le storie romantiche e piene di sorprese ve la consiglio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell'autrice: Eccomi qui con un nuovo capitolo, leggete e commentate. (kady)

 

8-CAPITOLO.

L: Aiame!

An: Guardate si sta svegliando.

Le loro voci raggiunsero, la ragazza che pian piano cominciò a destarsi.

Y: Ciao, Finalmente hai riaperto gli occhi! Ero molto preoccupato per te. Pensavo che non ti avrei mai più potuto rispecchiarmi nei tuoi bellissimi occhi! Ti amo, non ti lascerò mai più.

K: Tutto bene Diavoletta?

S: Perché non rispondi? Di qualcosa…

A: Ma voi… chi siete?

Tutti la guardarono con sguardi sconvolti.

K: Non ti ricordi di noi?

I: Siamo i tuoi amici, ricordi, siamo cresciuti insieme!

A: Mi dispiace, ma non so chi voi siate!

Y: Non ricordi neanche me?

A: Perché, dovrei?

Yuri abbasso lo sguardo, poi corse via, biascicando un scusate frettoloso e con voce tremante.

Uscì dalla stanza e si appoggiò alla porta, cominciando a piangere, sperando che nessuno lo vedesse.

Y: “Perché? Ero riuscito a dirle tutto quello che provavo nei suoi confronti e poi ho scoperto che neanche si ricordava di me! Perché capitano tutte a me?”

An: Yuri che cos’è successo?

Alzò lo sguardo e osservò la sua interlocutrice, che poi scopri essere due.

L: Ma tu stai piangendo?

Y: Si è svegliata…

An: Ma allora non è una bella cosa?

Y: Ha perso la memoria, non si ricorda più di nessuno, neanche di me!

Le ragazze non sapevano che dire per rincuorarlo, così gli appoggiarono la mano sulla spalla, poco prima che entrassero nella stanza per vedere con i propri occhi quello che era davvero successo.

L: Ciao, Diavoletta, come va?

A: …

An: Di noi ti ricordi?

A: Certo, perché dovrei avervi dimenticato?

K: si ricorda di loro, ma non di noi?

 

Il dottore dopo una visita di quasi tre ore, uscì

Dot: La signorina Vorcof non ha avuto gravi danni, ha solo riscontrato una perdita di memoria parziale! Forse con il passare del tempo riacquisterà quei ricordi. Ma solo col tempo si vedrà!

L: Grazie dottore!

 

Non passò molto che Aiame fu dimessa, per precisare fu lo stesso giorno in cui anche Yuri uscì.

Quel giorno la ragazza uscì e stette fuori tutto il pomeriggio.

L: Dove sei stata?

A: Ad allenarmi! Era un casino di tempo che io e Sirio non passavamo un po’ di tempo insieme, cos’ ho pensato bene che sarebbe stato il caso di vederci!

( Sirio come avrete già capito è il bey di Aiame, e siccome lei lo considera il suo migliore amico in assoluto, lo tratta come se fosse un essere umano!)

L: Ok dimmelo la prossima volta, così evito di preoccuparmi!

Fece cenno d’assenso, poi fluttuò silenziosa in camera sua, dove si rinchiuse ermeticamente.

Si butto sul letto a pensare.

Non si mosse per quasi senza muoversi, però di scatto si alzò e si diresse alla scrivania. Aprì un cassetto.

Era ricolmo di foulard colorati, così chi lo avrebbe aperto non avrebbe visto quello che custodiva.

Ne estrasse un piccolo libro rilegato con cura e molto spesso, il suo diario segreto.

Non lo teneva nascosto così per i segreti che vi erano rinchiusi, ma per non dar a vedere di essere una ragazza debole.

Era molto che non lo apriva. Decise di non soffermarsi sulle pagine già scritte, ma passò direttamente ad una pulita e cominciò a scrivere.

<Caro diario, tu che hai celato per tutti questi anni i miei segreti. Ti voglio scrivere quello che mi è accaduto in questa giornata…

 

RICORDO…

(Qui narrerò in prima persona perché è Aiame che sta scrivendo quello che gli è successo, in quella giornata(Kady))

Ero nel boschetto che mi allenavo, quando il bey si scontrò col mio, così che le due trottole ritornarono contemporaneamente nelle mani dei loro padroni.

Y: ciao!

A: Ciao…Yuri giusto?

Y: Si… Ti va una nuotata?

A: Così su due piedi, non ho neanche il costume!

Y: Qual è il problema, da piccoli lo facevamo sempre.

(Già perché nel boschetto in cui erano soliti andare, scorre un piccolo torrente, dalle acque limpide, in cui si poteva fare il bagno!(Kady))

A: Io no mi ricordi di te. Non ho ricordi. So solo che al monastero, ero sola…

Y: Non eri sola, non lo sei mai stata. C’eravamo noi, Luna e Angelica…

A: Guarda non me la sento, poi a quanto ne so, tu sei un perfetto estraneo. Però se ti va, possiamo fare una semplice passeggiata.

Y: Per me è indifferente.

Il tempo passò veloce. Il tramonto era bellissimo, tingeva tutto ciò che ci circondava, d’oro e rosso.

Ci mettemmo a sedere. Era uno spettacolo bellissimo, e stando lì con quel ragazzo, mi faceva stare bene. Lui mi circondò le spalle con un braccio, io senza neanche accorgermene, appoggiai la mia testa contro la sua. Il cuore mi batteva forte, come se avessi, da sempre, provato qualcosa per lui. Avevo una tale confusione in testa…

A: Io ora devo tornare a casa!

Y: Hai ragione, si è fatto tardi! Ciao a presto!

A: Ciao!

FINE RICORDO…

 

Grazie, caro diario, per avermi ascoltato, sai io non mi ricordo niente di quello che mi è accaduto dopo l’inizio del torneo, ed ho paura. Paura anche di aprire le pagine precedenti e leggerne il contenuto, per poi scoprire chissà che cosa. Quindi ti metterò via. Ciao.

                  Aiame

Mise via il diario, rinascondendolo con cura tra i foulard, richiudendo, poi il cassetto.

Si alzò dalla scrivania, prese con se il cordless e si mise seduta sul davanzale, della finestra, della sala.

A: “Telefono o no? Non lo so…”

An: Non è da te essere così insicura!

A: È che io vorrei ricordare tutto, ma non ci riesco. Quel ragazzo sta soffrendo a causa mia, e questo non mi piace.

An: Qualche tempo fa te ne saresti fregata!

A: Lo so, è solo che, quando sto con lui… non so come spiegarlo… e tutto diverso…

An: Capisco, vedrai che, tra un po’ di tempo, anche se non ricorderai, non lo farai più soffrire!

A: Come fai ad essere cos’ convinta di ciò che stai sostenendo!

An: Fidati e vedrai da te…

. . .

Yuri è sdraiato sul letto con il cellulare in mano, pure lui con lo stesso interrogativo per la mente.

“Chiamo o non chiamo?”

Gli altri erano in sala che si sparavano un film orror e, ogni tanto, gli giungevano le urla di Ivan, che lo facevano sorride.

Spazientito, si mise a sedere sul letto.

Y: Basta, ora chiamo!

Così digitò velocemente il numero sulla tastiera, poi aspetto che il telefono all’altro capo squillasse.

. . .

A: Non ne sono sicura, ho paura di farlo soffrire ancora di più!

An: Non ti preoccupare, tutto si sistemerà!

Drin, drin, drin.

Aiame, con noncuranza, rispose al telefono che teneva in mano.

A: Pronto?

Y:

A: Ah Yuri, ciao!

An: Vado di là così potete parlare in pace!

A: Ok!

Y:

A: No figurati!

Il cuore di Aiame cominciò a battere a mille.

A: “Cosa mi sta succedendo?”

Y:

A: Quando? “sta calma…”

Y:

A: Ok…

Y:

A: Ok, a dopo!

Spense il telefono, tirando un sospiro di sollievo, poi urlò.

A: ANGELICA!

Lei spaventata a morte, corse da lei, a vedere cosa fosse successo di tanto sconvolgente.

An: Cosa è successo?

A: Mi ha chiesto di uscire, questa sera. Viene a prendermi tra mezzora!

An: Allora bisogna muoversi!

La prese per un braccio e la trascinò in camera.

Si mise a trafficare tra i vestiti che aveva nell’armadio, per poi estrarne dei jeans dalla sfumatura nera, con una camicia aderente, con la scollatura, anch’essa nera.

Come passo successivo, si mise a truccare i suoi bellissimi occhi viola, facendo in modo che risaltassero, gli sciolse i suoi lunghi capelli lasciandoli liberi di cadergli un po’ dove volevano e come rifiniture finali, gli mise una piccola collana e due orecchini lunghi. Ai piedi degli stivali neri con un tacco altissimo, sistemati con cura sopra ai jeans.

An: Così sei per fetta, per un primo appuntamento!

A: Sicura?

An: Sei una favola!

Il campanello suonò

An: Vado io, tu scendi quando senti che è già entrato!

A: Ok!

Angelica scese le scale che portano al piano di sotto, con passo veloce.

An: Chi è?

Y: Sono Yuri!

An: Aiame arriva subito!

Come gli era stato detto in precedenza, la ragazza scese dopo alcuni minuti. Yuri rimase a bocca aperta, non aveva parole per descriverla. Non era più il maschiaccio cresciuto dalla Borg, che pensava solo a vincere; no era davvero bellissima e faceva risaltare quelle forme femminili che da tanto tempo aveva represso.

A: Che c’è?

Y: Niente… è che sei bellissima!

Uscirono, passarono qualche ora dentro una pizzeria, poi di comune accordo andarono al parco.

Era una notte stupenda, nel cielo spendeva la luna piena e tante piccole stelle. Una leggera brezza che scompigliava dolcemente i loro capelli e gli accarezzava. Si sdraiarono sull’erba umida e si persero in quel mare di piccole luci.

Una stella cadente gli risveglio da quell’illusione, che entrambi, stavano avendo, l’aurora boreale.

Y: Sai un giorno una ragazza mi disse che non mi avrebbe mai dimenticato e che sarebbe restata sempre con me!

A: perché mi stai dicendo tutto questo?

Y: Perché quella ragazza, eri tu!

Si guardarono negli occhi, per attimi interminabili.

Si misero a sedere. Lui la trasse a se, pian piano i loro visi si avvicinarono, le loro labbra si sfiorarono, dando vita a un dolce e passionale bacio.

Dopo che si furono separati, si creò un silenzio imbarazzante.

Risposarono la loro attenzione al cielo, troppo imbarazzati per parlare, anche perché anche una sola parola, e avrebbe distrutto quel magico momento.

Poi all’improvviso si udì, in lontananza un ululato.

 

Aiame non si trovava più in quel parco, ma nel monastero. Tutta la sua infanzia le si risvolse davanti ai suoi occhi. Kei, Boris, Ivan, Serjei e poi lui… Yuri.

Poi diventò tutto freddo e buio…

 

  
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