Nota dell'autrice: Eccomi qui con un nuovo capitolo, leggete e commentate. (kady)
8-CAPITOLO.
L:
Aiame!
An: Guardate si sta
svegliando.
Le loro voci raggiunsero, la
ragazza che pian piano cominciò a destarsi.
Y: Ciao, Finalmente hai riaperto
gli occhi! Ero molto preoccupato per te. Pensavo che non ti avrei mai più potuto
rispecchiarmi nei tuoi bellissimi occhi! Ti amo, non ti lascerò mai
più.
K: Tutto bene
Diavoletta?
S: Perché non rispondi? Di
qualcosa…
A: Ma voi… chi
siete?
Tutti la guardarono con sguardi
sconvolti.
K: Non ti ricordi di
noi?
I: Siamo i tuoi amici, ricordi,
siamo cresciuti insieme!
A: Mi dispiace, ma non so chi voi
siate!
Y: Non ricordi neanche
me?
A: Perché,
dovrei?
Yuri abbasso lo sguardo, poi corse
via, biascicando un scusate frettoloso e con voce
tremante.
Uscì dalla stanza e si appoggiò
alla porta, cominciando a piangere, sperando che nessuno lo
vedesse.
Y: “Perché? Ero riuscito a dirle
tutto quello che provavo nei suoi confronti e poi ho scoperto che neanche si
ricordava di me! Perché capitano tutte a me?”
An: Yuri che cos’è
successo?
Alzò lo sguardo e osservò la sua
interlocutrice, che poi scopri essere due.
L: Ma tu stai
piangendo?
Y: Si è
svegliata…
An: Ma allora non è una bella
cosa?
Y: Ha perso la memoria, non si
ricorda più di nessuno, neanche di me!
Le ragazze non sapevano che dire
per rincuorarlo, così gli appoggiarono la mano sulla spalla, poco prima che
entrassero nella stanza per vedere con i propri occhi quello che era davvero
successo.
L: Ciao, Diavoletta, come
va?
A: …
An: Di noi ti
ricordi?
A: Certo, perché dovrei avervi
dimenticato?
K: si ricorda di loro, ma non di
noi?
Il dottore dopo una visita di
quasi tre ore, uscì
Dot: La signorina Vorcof non ha
avuto gravi danni, ha solo riscontrato una perdita di memoria parziale! Forse
con il passare del tempo riacquisterà quei ricordi. Ma solo col tempo si
vedrà!
L: Grazie
dottore!
Non passò molto che Aiame fu
dimessa, per precisare fu lo stesso giorno in cui anche Yuri
uscì.
Quel giorno la ragazza uscì e
stette fuori tutto il pomeriggio.
L: Dove sei
stata?
A: Ad allenarmi! Era un casino di
tempo che io e Sirio non passavamo un po’ di tempo insieme, cos’ ho pensato bene
che sarebbe stato il caso di vederci!
( Sirio come avrete già capito è
il bey di Aiame, e siccome lei lo considera il suo migliore amico in assoluto,
lo tratta come se fosse un essere umano!)
L: Ok dimmelo la prossima volta,
così evito di preoccuparmi!
Fece cenno d’assenso, poi fluttuò
silenziosa in camera sua, dove si rinchiuse ermeticamente.
Si butto sul letto a
pensare.
Non si mosse per quasi senza
muoversi, però di scatto si alzò e si diresse alla scrivania. Aprì un
cassetto.
Era ricolmo di foulard colorati,
così chi lo avrebbe aperto non avrebbe visto quello che
custodiva.
Ne estrasse un piccolo libro
rilegato con cura e molto spesso, il suo diario segreto.
Non lo teneva nascosto così per i
segreti che vi erano rinchiusi, ma per non dar a vedere di essere una ragazza
debole.
Era molto che non lo apriva.
Decise di non soffermarsi sulle pagine già scritte, ma passò direttamente ad una
pulita e cominciò a scrivere.
<Caro
diario, tu che hai celato per
tutti questi anni i miei segreti. Ti voglio scrivere quello che mi è accaduto in
questa giornata…
RICORDO…
(Qui narrerò in prima persona
perché è Aiame che sta scrivendo quello che gli è successo, in quella
giornata(Kady))
Ero nel boschetto che mi allenavo,
quando il bey si scontrò col mio, così che le due trottole ritornarono
contemporaneamente nelle mani dei loro padroni.
Y: ciao!
A: Ciao…Yuri
giusto?
Y: Si… Ti va una
nuotata?
A: Così su due piedi, non ho
neanche il costume!
Y: Qual è il problema, da piccoli
lo facevamo sempre.
(Già perché nel boschetto in cui
erano soliti andare, scorre un piccolo torrente, dalle acque limpide, in cui si
poteva fare il bagno!(Kady))
A: Io no mi ricordi di te. Non ho
ricordi. So solo che al monastero, ero sola…
Y: Non eri sola, non lo sei mai
stata. C’eravamo noi, Luna e Angelica…
A: Guarda non me la sento, poi a
quanto ne so, tu sei un perfetto estraneo. Però se ti va, possiamo fare una
semplice passeggiata.
Y: Per me è
indifferente.
Il tempo passò veloce. Il tramonto
era bellissimo, tingeva tutto ciò che ci circondava, d’oro e
rosso.
Ci mettemmo a sedere. Era uno
spettacolo bellissimo, e stando lì con quel ragazzo, mi faceva stare bene. Lui
mi circondò le spalle con un braccio, io senza neanche accorgermene, appoggiai
la mia testa contro la sua. Il cuore mi batteva forte, come se avessi, da
sempre, provato qualcosa per lui. Avevo una tale confusione in
testa…
A: Io ora devo tornare a
casa!
Y: Hai ragione, si è fatto tardi!
Ciao a presto!
A: Ciao!
FINE RICORDO…
Grazie, caro diario,
per avermi ascoltato, sai io non mi ricordo niente di quello che mi è accaduto
dopo l’inizio del torneo, ed ho paura. Paura anche di aprire le pagine
precedenti e leggerne il contenuto, per poi scoprire chissà che cosa. Quindi ti
metterò via. Ciao.
Aiame
Mise via il diario,
rinascondendolo con cura tra i foulard, richiudendo, poi il
cassetto.
Si alzò dalla scrivania, prese con
se il cordless e si mise seduta sul davanzale, della finestra, della
sala.
A: “Telefono o no? Non lo
so…”
An: Non è da te essere così
insicura!
A: È che io vorrei ricordare
tutto, ma non ci riesco. Quel ragazzo sta soffrendo a causa mia, e questo non mi
piace.
An: Qualche tempo fa te ne saresti
fregata!
A: Lo so, è solo che, quando sto
con lui… non so come spiegarlo… e tutto diverso…
An: Capisco, vedrai che, tra un
po’ di tempo, anche se non ricorderai, non lo farai più
soffrire!
A: Come fai ad essere cos’
convinta di ciò che stai sostenendo!
An: Fidati e vedrai da
te…
. . .
Yuri è sdraiato sul letto con il
cellulare in mano, pure lui con lo stesso interrogativo per la mente.
“Chiamo o non
chiamo?”
Gli altri erano in sala che si
sparavano un film orror e, ogni tanto, gli giungevano le urla di Ivan, che lo
facevano sorride.
Spazientito, si mise a sedere sul
letto.
Y: Basta, ora
chiamo!
Così digitò velocemente il numero
sulla tastiera, poi aspetto che il telefono all’altro capo
squillasse.
. . .
A: Non ne sono sicura, ho paura di
farlo soffrire ancora di più!
An: Non ti preoccupare, tutto si
sistemerà!
Drin, drin,
drin.
Aiame, con noncuranza, rispose al
telefono che teneva in mano.
A:
Pronto?
Y:
A: Ah Yuri,
ciao!
An: Vado di là così potete parlare
in pace!
A: Ok!
Y:
A: No
figurati!
Il cuore di Aiame cominciò a
battere a mille.
A: “Cosa mi sta
succedendo?”
Y:
A: Quando? “sta
calma…”
Y:
A: Ok…
Y:
A: Ok, a
dopo!
Spense il telefono, tirando un
sospiro di sollievo, poi urlò.
A:
ANGELICA!
Lei spaventata a morte, corse da
lei, a vedere cosa fosse successo di tanto sconvolgente.
An: Cosa è
successo?
A: Mi ha chiesto di uscire, questa
sera. Viene a prendermi tra mezzora!
An: Allora bisogna
muoversi!
La prese per un braccio e la
trascinò in camera.
Si mise a trafficare tra i vestiti
che aveva nell’armadio, per poi estrarne dei jeans dalla sfumatura nera, con una
camicia aderente, con la scollatura, anch’essa nera.
Come passo successivo, si mise a
truccare i suoi bellissimi occhi viola, facendo in modo che risaltassero, gli
sciolse i suoi lunghi capelli lasciandoli liberi di cadergli un po’ dove
volevano e come rifiniture finali, gli mise una piccola collana e due orecchini
lunghi. Ai piedi degli stivali neri con un tacco altissimo, sistemati con cura
sopra ai jeans.
An: Così sei per fetta, per un
primo appuntamento!
A:
Sicura?
An: Sei una
favola!
Il campanello
suonò
An: Vado io, tu scendi quando
senti che è già entrato!
A: Ok!
Angelica scese le scale che
portano al piano di sotto, con passo veloce.
An: Chi
è?
Y: Sono
Yuri!
An: Aiame arriva
subito!
Come gli era stato detto in
precedenza, la ragazza scese dopo alcuni minuti. Yuri rimase a bocca aperta, non
aveva parole per descriverla. Non era più il maschiaccio cresciuto dalla Borg,
che pensava solo a vincere; no era davvero bellissima e faceva risaltare quelle
forme femminili che da tanto tempo aveva represso.
A: Che
c’è?
Y: Niente… è che sei
bellissima!
Uscirono, passarono qualche ora
dentro una pizzeria, poi di comune accordo andarono al
parco.
Era una notte stupenda, nel cielo
spendeva la luna piena e tante piccole stelle. Una leggera brezza che
scompigliava dolcemente i loro capelli e gli accarezzava. Si sdraiarono
sull’erba umida e si persero in quel mare di piccole luci.
Una stella cadente gli risveglio
da quell’illusione, che entrambi, stavano avendo, l’aurora
boreale.
Y: Sai un giorno una ragazza mi
disse che non mi avrebbe mai dimenticato e che sarebbe restata sempre con
me!
A: perché mi stai dicendo tutto
questo?
Y: Perché quella ragazza, eri
tu!
Si guardarono negli occhi, per
attimi interminabili.
Si misero a sedere. Lui la trasse
a se, pian piano i loro visi si avvicinarono, le loro labbra si sfiorarono,
dando vita a un dolce e passionale bacio.
Dopo che si furono separati, si
creò un silenzio imbarazzante.
Risposarono la loro attenzione al
cielo, troppo imbarazzati per parlare, anche perché anche una sola parola, e
avrebbe distrutto quel magico momento.
Poi all’improvviso si udì, in
lontananza un ululato.
Aiame non si trovava più in quel
parco, ma nel monastero. Tutta la sua infanzia le si risvolse davanti ai suoi
occhi. Kei, Boris, Ivan, Serjei e poi lui… Yuri.
Poi diventò tutto freddo e
buio…