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Autore: nowtellmeastory    14/06/2012    7 recensioni
Dal capitolo 7:
“Aspetta un attimo Christ –lo interruppe Zacky sgranando gli occhi- ci stai dicendo che abbiamo in casa una ragazzina minorenne scappata di casa, e che se i genitori lo vengono a sapere, finiremo TUTTI nei casini??” Okay, si era incazzato.
Johnny annuì con aria colpevole.
“Oh, ma tu e Matt vi siete bevuti il cervello?!?!” Iniziò a dire.
“Andiamo Zacky, cosa avresti fatto tu al posto nostro?” Ebbe l’istinto di provare a proteggerla. Strano!
“Che cazzo di situazione!” Si mise a ridacchiare Brian.
“E tu Jimmy?? Non dici nulla??” Insisteva Zacky.
“Io.. beh.. a dire la verità io avrei fatto la stessa cosa, Zacky..” il ragazzo era rimasto molto sorpreso dalla giovanissima età di Gwen, ma non riusciva proprio a vederne i lati negativi. Lui vedeva solo una ragazza che andava protetta, e anche se la conosceva da nemmeno 24 ore, poteva dire tranquillamente di volerle bene.
E se volete sapere di più, basta solo leggere! :)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16


“Sicuro che sia un locale come tanti e non un bordello?” Ridacchiai mentre entravo con Jimmy in un piccolo locale, illuminato da luci con colori freddi, dove c’erano divanetti di svariate misure e tavoli pieni di qualsiasi genere di alcool. Insomma, roba per bambini proprio. Ah, per non dimenticarci delle ragazze mezze nude che ballavano sparpagliate qua e là.
“Si certo.. solo che a volte l’aria si surriscalda e diventa un posto non adatto alle ragazzine! –Sospirò e mi guardò serio- Scherzavo Gwen!” Scoppiò a ridere e si insinuò tra le tantissime persone che riempivano il locale quella sera, incitandomi a seguirlo, cosa che feci, fino ad arrivare ad un divanetto libero, dove entrambi prendemmo posto e ordinammo da bere al cameriere che passava di lì.
Passammo un bel po’ a parlare di entrambi, della nostra infanzia, della nostra adolescenza, e lui mi raccontò di come e quando si formarono gli Avenged Sevenfold. Ma mi raccontò soprattutto di lui, dei problemi che aveva avuto in passato, e di quelli che aveva in quel periodo.
“Una volta ho fatto a botte diciassette volte in un giorno!”
“DICIASSETTE VOLTE??” Scoppiai a ridere e mi poggiai allo schienale del divanetto.
“Mh mh! Da ragazzino ero un tornado, non che ora sia molto diverso eh! Combino solo casini ma do davvero il cuore a chi voglio bene” e mi sorrise come un bambino. Come poteva un ragazzo come lui aver passato tanti guai e aver combinato tanti disastri con quel faccino lì?
“Penso comunque che con l’età si cambi e si maturi, Jimmy, davvero. E poi ora sei in una band, sei famoso, tutti ti ammirano, o meglio vi ammirano. Perché complicarsi la vita?” Alzai le spalle bevendo il mio drink.
“Vedi.. –sospirò- l’essere in una band è un sogno, per di più se sei in una band con gli amici di una vita. Sono felice di essere ciò che sono e di avere loro, di avere la mia musica e il resto ma.. a volte mi manca la vita che avevo prima, -fece una piccola smorfia- nel senso, mi manca la tranquillità delle giornate che avevo prima, la mia solita routine, i miei quattro semplicissimi amici, le ragazze del quartiere che frequentavamo, insomma, le cose che fanno i ragazzini no? Abbiamo iniziato a fare musica così presto che siamo dovuti crescere in fretta, e ora che abbiamo quasi trent’anni ciascuno, siamo una massa di irresponsabili che ancora si divertono a fare sanguinose partite alla Play!” Rise con un pizzico di tristezza.
“Ascoltami Jimmy –mi avvicinai- voi.. si, anche Brian, avete un talento enorme. Vi ho ascoltati, siete praticamente quello che io definisco ‘musica’, o almeno, rispecchiate a pieno ciò che a me piace, quello che mi fa stare bene. Forse la musica vi ha impedito di godere a pieno del vostro tempo e della vostra vita, ma guarda dove vi ha portati! Da quando vi ho ascoltati la prima volta quel giorno, a volte passo del tempo su internet a cercare vostri video di esibizioni, concerti, e anche di cazzate! –risi- Cerco vostre foto, vostre informazioni.. e sai perché? Perché mi affascinate. E siete perfetti così, anche con la vostra irresponsabilità, o la vostra infantilità! Insomma, meglio cinque trentenni rimasti adolescenti che cinque adolescenti che fingono di essere adulti affermati! Sarebbe snervante, non credi??” Sorrisi e gli spostai i capelli dal viso.
“Sai cosa? Hai ragione! E ora, tanto per confermare la mia infantilità, sai cosa facciamo?”
“Cosa?” Lo guardai quasi preoccupata.
“Intanto usciamo di qui, poi ti dico!” Mi prese per mano e mi portò fuori da quel locale decisamente troppo affollato per i gusti sia miei che suoi.
“Jimmy, è mezzanotte passata.. dove vorresti andare??”
“Ti piace la spiaggia? In moto ci arriviamo subito!”
“Te la senti di guidare?” Dissi mordendomi un labbro. Dopo tutto avevamo bevuto, anche se poco, e le moto non mi stavano simpaticissime.
“Ehy, stai parlando con Jimmy ‘The Rev’ Sullivan. Non con un ragazzino qualsiasi!” Rise. Quella risata era fantastica.
“Si però metti bene il casco e vai piano!” Gli diedi una pacca sulla spalla (per così dire, visto che era molto più alto di me) e indossai il mio casco, salendo sulla moto dopo di lui.
L’aria fresca investiva il mio viso, e ogni tanto Jimmy si voltava velocemente per sorridere, per poi tornare a guardare la strada.
“Rallenta, per favore..” gli suggerivo ogni tanto a bassa voce, stringendomi di più alla sua vita, chiudendo gli occhi.
Arrivammo in spiaggia con ancora il freddo del vento preso addosso, e la prima cosa che facemmo, fu sederci sulla sabbia, in un punto non molto lontano dalla passerella in legno che portava quasi sul bagnasciuga. La serata era tranquilla, e l’unico rumore che si sentiva, proveniva dall’infrangersi dell’acqua sugli scogli, e dalle auto in lontananza.
“Che pace..” sussurai chiudendo gli occhi.
“Bello vero? A volte veniamo a fare falò qui, e ci ubriachiamo fino a stare male, per non parlare dei bagni in mare..” sorrideva e inclinava la testa da una parte all’altra, guardando il mare.
“Siete davvero dei ragazzini!” Risi e mi misi a gambe incrociate, prendendo un sassolino e lanciandolo in mare, il più lontano possibile.
“Sei una ragazza che sa il fatto suo, anche se hai solo diciassette anni e ti dimostri timida” esordì dopo qualche minuto di silenzio.
“Perché mi dici questo?” Lanciai un altro sassolino.
“Perché ho imparato a conoscerti –sorrise- e di solito non mi sbaglio mai sulle persone. Ho una specie di sesto senso!”
“Potrei dire lo stesso di te però!” Annuii con aria da finta saccente.
“Non è vero! Io non mi dimostro timido nemmeno alla prima occhiata!”
“Più che timido sembri uno sfigato!” Mi alzai di scatto e presi a correre su tutto il bagnasciuga, ovviamente con lui alle calcagna.
“Quanto sei presuntuosa, ragazzina!! Corri perché se ti prendo è la fine!!” Cazzo, mi stava raggiungendo!
“Educazione fisica era l’unica materia in cui facevo il culo a tutti, rassegnati!!” NO, CORRI PIU’ VELOCE!!
..Troppo tardi. Mi prese per i fianchi con entrambe le braccia e mi sollevò da terra di almeno una ventina di centimetri, facendo una risata soddisfatta.
“Ero nella squadra di basket al liceo, so dosare bene le energie e so come muovermi. E per di più faccio il batterista, di fiato ne ho!” Mi mise giù e mi guardò con aria vittoriosa, mentre io riprendevo fiato. Che situazione imbarazzante.
“Beh, non ti ho detto che ho sempre avuto un debole per i batteristi allora..”
“Sul serio? Io invece ho sempre avuto un debole per le ragazze che amano il metal..”
Vicini, spaventosamente vicini.
“Jimmy..” mi ero ridotta a parlare ad un sussurro, e lui lo stesso. Pensai, non so perché, a Matt. Ero ancora attratta da lui, senza dubbio, ma se avevo preso di mira qualcun altro in quell’enorme e caotica casa, quel qualcuno, era proprio Jimmy. E mi piaceva, tanto.
“Mh..”
“Mi.. ecco, tu.. mi pia..” le sue labbra sulle mie non mi diedero il tempo di finire la frase, una mano era dietro la mia schiena mentre l’altra mi accarezzava i capelli, non seppi tirarmi indietro, mi limitai semplicemente a sorridere e lasciarmi andare, per quello che potevo. Un bacio veramente innocuo, senza traccia di malizia o secondi scopi, che mi lasciò comunque rossa come una ciliegia e muta come un pesce.
“Hai perso l’uso della parola?” Mi disse ridacchiando quando, dopo il bacio, mi ero incantata a fissarlo.

Scossi la testa: “No, sono solo felice.” Sorrisi e lo abbracciai poggiando il viso sul suo petto.


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Amen, è stato partorito questo capitolo tanto sofferto e atteso da tutte voi :°D
Spero non abbia deluso nessuno, in tal caso, chiedo perdono assoluto <3
Alla prossima!
  
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