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Autore: verloren    14/06/2012    1 recensioni
«Sono qui, Harry. » asserì con un tono piatto Louis, sollevando un braccio e sventolando una mano in direzione del ragazzo, che sobbalzò quasi, sentendo la sua voce, ma non esitò ad avvicinarsi al divano.
«Che ti succede? » domandò senza alcun giro di parole, mentre aggirava il tavolino ai suoi piedi per andarsi a sedere accanto all’amico.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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If it helps you sleep
and hold me tight
don't let me breathe.


Per quanto potesse avere il sonno pesante era totalmente impossibile non sentire un continuo fruscio di coperte e i rumori prodotti da qualcuno che cambiava posizione ogni tre per due. E per quanto potesse essere stanco, di certo non poteva ignorare quale, o meglio, chi fosse la fonte di tali rumori.
In realtà si era accorto che c’era qualcosa che non andava già durante l’ora di cena, insomma non ci voleva di certo chissà cosa per rendersi conto che Louis aveva qualcosa che non andava: aveva ripulito il piatto - come di suo solito, sì - ma era stato sospettosamente taciturno e questo era più che palese agli occhi di un pensieroso Harry.
Il ragazzo, che occupava uno dei letti superiori sul soppalco, aveva le spalle rivolte verso la parete, di conseguenza, nonostante fosse buio, aveva la possibilità di far vagare lo sguardo e soffermarlo, dopo qualche attimo di esitazione, sul profilo di Louis.
Harry assistette ad un’altra serie di suoi spostamenti per poi corrucciare le sopracciglia quando si rese conto che l’altro, sbuffando, aveva appena scostato bruscamente le lenzuola e stava lasciando la stanza, per dirigersi in cucina a piedi scalzi. Ora, l’interrogativo che si stava facendo spazio nella testolina abbastanza frastornata del giovane Harry era il seguente: raggiungerlo o meno?
Se avesse seguito la prima opzione, sarebbe sicuramente andato incontro al rischio di trovarsi davanti ad un Louis più che irritato, possibilmente acido e probabilmente desideroso di rimanere da solo.
Se non l’avesse raggiunto, però, non sarebbe stato in grado di voltarsi verso il muro, chiudere gli occhi e rimettersi a dormire come se niente fosse. Decisi di imitare l’amico e in poco tempo si ritrovò a sgusciare fuori dalla camera da letto, cercando di non fare troppo rumore; scese abbastanza rapidamente la piccola rampa di scale che portava al pieno inferiore e si guardò attorno, appena fatto l’ultimo scalino, in cerca dell’altro.
«Sono qui, Harry.» asserì con un tono piatto Louis, sollevando un braccio e sventolando una mano in direzione del ragazzo, che sobbalzò quasi,sentendo la sua voce, ma non esitò ad avvicinarsi al divano.
«Che ti succede? » domandò senza alcun giro di parole, mentre aggirava il tavolino ai suoi piedi per andarsi a sedere accanto all’amico.
Louis aveva i capelli scompigliati in modo buffo, un’espressione più che cupa - maggiormente evidente, rispetto a poche ore prima - ma che lasciava intendere che avvertisse la necessità di sfogarsi con qualcuno. E non era forse Harry la persona più adatta?
Certo che lo era.
«Sinceramente non so nemmeno da cosa iniziare, perché penso che non sia solamente uno, il problema. Sono teso per l’esibizione di questa settimana, voglio fare del mio meglio e non deludere nuovamente Simon, sai come sono fatto: per quanto possa accettare le critiche con tutta la benevolenza di questo mondo, non sono di certo in grado di rimanerne immune. E cavolo, sto diventando quasi come la bisbetica Liam!»
Harry ridacchiò sommessamente e scosse la testa divertito, mentre si sistemava meglio sul divano portando una gamba piegata sotto al sedere e il gomito del lato opposto sulla spalliera.
Fece poi cenno all’altro di continuare.
«In più mi manca la mia famiglia, mi mancano le mie sorelle e mi manca Hannah. So perfettamente che non dovrei affatto rimuginare su questo genere di cose, perché sono solo una distrazione, ma il pensare che sia tutto definitivamente finito e il leggere quelle odiose dicerie su Twitter mi rende nervoso. E inquieto e patetico e di malumore e inutile e …»
Louis sarebbe andato avanti così ancora per molto se Harry non gli avesse coperto la bocca con la mano e lanciato una palese occhiataccia.
«Ora zitto un attimo e fa parlare me. Non sei l’unico ad essere teso per l’esibizione, lo siamo tutti e non hai di che preoccuparti, andremo alla grande anche questa volta. E non ti azzardare più a pensare ad Hannah, sia chiaro!» rispose Harry, alzando improvvisamente il tono sull’ultima frase e pentendosene subito dopo, dato l’orario e la situazione.
Non era da Louis stare in questo modo, lui doveva ridere, scherzare e fare battutine deficienti ogni tre per due. Ad ogni modo, stava quasi per replicare, quando Harry gli pizzicò la coscia con la mano libera.
«Ti ho forse dato il permesso di parlare?! Non sei così stupido, avrai capito che quella lì non è che mi vada così a genio, ma nonostante ciò non devi consentirle di farti ulteriormente del male, distraendoti dal tuo percorso qui con noi, intesi?»
Louis stava osservando attentamente il volto del ragazzo avanti a sé, trovava più che adorabile il fatto che guardasse sempre le labbra di chi aveva davanti e anche se in quel momento era praticamente impossibile, manteneva uno sguardo basso e, in più, stava letteralmente adorando l’espressione autoritaria che aveva assunto, nonostante fosse più piccolo di lui. Harry si aspettava una risposta, ma aveva del tutto dimenticato che il palmo della sua mano era ancora schiacciato contro il viso dell’altro, Louis però non si fece scoraggiare, dischiuse le labbra e stuzzicò con la punta della lingua la base delle sue dita, guadagnandosi la seconda occhiataccia della serata da parte dell’altro.
Successivamente si schiarì la voce e allargò le braccia verso di lui, invitandolo ad avvicinarsi con un cenno del capo, Harry lo guardò perplesso per un attimo per poi sollevarsi dal proprio sedere, rimanere in ginocchio e avvicinarsi all’amico, che avvolse la sua vita prontamente. Louis poggiò il mento sul suo addome e sollevò lo sguardo verso l’alto, mimando un ‘grazie’ con le labbra, non appena i loro sguardi si incrociarono. Il ragazzo dai capelli ricci si strinse nelle spalle e si chinò a stampare un bacio sulla punta del suo naso, producendo anche un sonoro schiocco.
«Ma che schifo, Harry!» borbottò Louis, arricciando il naso in un’espressione disgustata; per tutta risposta, l’altro - rimanendo chinato verso di lui - poggiò le labbra sulle sue e vi schioccò un bacio.
«Questo non ti fa schifo, invece, vero?!»
Louis, non sapendo come rispondere, gettò una rapida occhiata alle proprie spalle e appurando che ci fosse sufficiente spazio, si lasciò cadere all’indietro tirando il ragazzo con sé. Harry riuscì a stento a soffocare una fragorosa risata, aggiungendo anche una serie di pizzicotti alle braccia del povero Louis, che lo fece spostare accanto a sé, così che i due si ritrovarono ad essere faccia a faccia.
«Ti conviene addormentarti, perché per colpa tua mi sono svegliato e ho dovuto scendere tutte quelle scale per venire fin qui e capire cosa ti prendesse!»
Louis sembrava non ascoltare il farfugliare del ragazzo con i ricci di fronte a sé, di fatti lo guardava con un’espressione (odiosamente?) idiota e un sorrisino stampato sulle labbra.
Harry sbuffò sonoramente e arricciò le proprie, cosa che faceva ogni qual volta l’amico si comportava in quel modo. Perché doveva essere così lunatico?!
Nel contempo Louis sollevò una mano che teneva distesa lungo il fianco e la portò tra i capelli dell’altro, iniziando a giocare con i suoi ricci, che arrotolava intorno a due dita con aria concentrata; Harry, a quel gesto, non poté che sorridere mostrando le sue famose fossette.
Non era la prima volta che i due si ritrovavano a stare così vicini e per loro non era di certo qualcosa di strano, visto che la presenza dell’uno rilassava l’altro e viceversa. Una coppia perfetta, no?
Ad ogni modo, Harry avvicinò nuovamente il volto a quello di Louis e poggiò la fronte contro la sua, lasciando che i rispettivi nasi si sfiorassero, umettò le proprie labbra sfiorandole tra loro e, in una frazione di secondo, si ritrovò a poggiarle su quelle dell’amico.
Rimasero in quel modo per attimi che sembravano essere interminabili, l’uno avvertiva il respiro dell’altro, i loro sguardi non si abbassavano e le loro gambe si sfioravano, Louis continuava a muovere le dita tra i ricci di Harry ed Harry accarezzava il profilo del busto di Louis, strofinando i polpastrelli sul tessuto della maglia che indossava. Il più piccolo tra i due azzardò a dischiudere le labbra e a stuzzicare il labbro inferiore dell’altro con la punta della lingua, ottenendo il permesso di insinuarsi all’interno della sua bocca con molta facilità.
Era la prima volta che si spingevano così … oltre, ma nessuno dei due sembrava aver intenzione di staccarsi o di chiedere spiegazioni, perché queste - più che sicuramente - avrebbero rovinato quel momento così intimo che stavano vivendo. Il palmo della mano di Louis si distese completamente sulla nuca dell’altro, in modo da sospingerlo verso di sé e approfondire maggiormente, per quanto fosse possibile, quel contatto.
Harry iniziò a solleticare il suo palato con la lingua, arrivando a tracciare anche il profilo della sua arcata dentale superiore, il tutto mentre Louis inclinava lateralmente il capo e muoveva le labbra sulle sue, strofinando anche i polpastrelli sul suo cuoio capelluto.
La mano del più piccolo scivolò con lentezza verso la schiena dell’altro, soffermandosi sulla fascia più bassa, che iniziò ad accarezzare dopo aver superato il bordo della sua maglia; i suoi polpastrelli disegnavano circonferenze immaginarie sulla pelle quando Louis iniziò a discostarsi dalle sue labbra, ma non prima di avergli morso quello inferiore. Harry regalò una serie di baci a stampo alla bocca del ragazzo più grande, il quale riprese a giocare con i suoi capelli: ormai era diventato una sorta di rito.
Le palpebre di entrambi iniziarono a diventare gradualmente più pesanti, ma le loro labbra continuarono a sfiorarsi, seppur impercettibilmente.
«Buonanotte Harry.» mormorò Louis sulla bocca del più piccolo.
Non dovette passare molto tempo prima che i due ragazzi si addormentassero, petto contro petto e labbra contro labbra.



Note finali: 
Innanzitutto ringrazio coloro che hanno deciso di leggere la mia One Shot. Ci terrei a precisare che non sono una fan accanita dei One Direction, ma nonostante ciò li trovo adorabili, come potrebbe essere altrimenti?! Non scrivo da molto tempo, eppure ho quasi avvertito la 'necessità' di buttare giù questa breve One Shot Larry, che spero voi apprezziate. Accetto qualsiasi tipo di critica, che sia essa negativa o positiva, alla fine si scrive anche per avere una sorta di confronto, no?
Spero di ricevere qualche recensione e, ultima cosa! La frase al di sotto del banner è presa dalla canzone 'Firefly' di Ed Sheeran (tantoamoreperlui).
Un bacio!

  
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