Sensi di colpa

Per quanto l'italiano tentasse di soffocarli, Ludwig non faticò ad avvertire i singhiozzi che si nascondevano dietro alla porta della "loro" stanza.
Gli faceva male udirli senza essere in grado di fermarli.
Con un certo rammarico il tedesco si ritrovò con la fronte appoggiata al legno sottile della soglia, incapace di agire. Sapeva benissimo che bussare non sarebbe servito, Lovino lo avrebbe ignorato o, peggio, la sua frustrazione distruttiva si sarebbe sfogata anche sugli oggetti della camera da letto. E, con ogni probabilità, sugli effetti personali del biondo.
"Ma quanto sono scemo..?" si biasimò Ludwig arrabbiato con se stesso, desiderando di poter sbattere la testa sino a perdere conoscenza.
Era stato uno stupido! Peggio, un freddo ed insensibile crucco mangiapatate!!!
In questo caso non riusciva a non dare a ragione a Romano, per quanto quegli appellativi continuassero a bruciargli.

Se c'era una cosa che Ludwig aveva capito dell'italiano, anzi, la prima che avesse compreso, era quanto odiasse essere paragonato al gemello.
Gli era già capitato troppe volte nella sua esistenza.

All'interno della stanza Lovino se ne stava in piedi, con le spalle contro alla porta cosi da bloccare ogni tentativo di Ludwig di entrare, la testa china a fissare un pavimento divenuto quasi indistinto a causa del pianto.
Non era bastato che Nonno Roma portasse con se solo Feliciano, lasciando lui indietro.
Non era bastato che Roderich preferisse il minore a lui cedendolo a quel bastardo di Spagna.
Non era bastato che Antonio continuasse a inneggiare quanto Feli fosse carino e ubbidiente rispetto a lui.
"Ora ci si mette pure quello stupido crucco!!" pensò, ma forse Ludwig era stato persino più crudele.
No, il biondo non lo aveva messo a confronto con Feliciano. Lo aveva chiamato Feliciano.
Questo, dopo un esistenza passata come il "gemello cattivo", gli faceva male, lo feriva.
Portò Romano a chiedersi:
Se poteva essere confuso con il minore, perché aveva dovuto affrontare tutta la frustrazione, l'affronto, la sofferenza, di non essere Veneziano? Tanto debole e calpesto, ma al col tempo più amato, apprezzato di quanto Romano lo fosse mai stato.


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Ringrazio chi continua a seguirmi,
prometto di rispondere al più presto alla vostre recensioni
bye ;-)))