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Autore: Sheylen    15/06/2012    3 recensioni
-Storia in fase di sistemazione, chiedo scusa per la lunga attesa, ma prima o poi riprenderò-
Una stirpe perseguitata dalle Grandi Potenze. Costretta a vivere nei boschi, nascondendosi dalle superstizioni e dai Cacciatori.
Una bambina perseguitata dal proprio sangue. Costretta a sopportare gli sguardi maligni, nascondendosi dalle sue origini.
Dal 6° capitolo:
-Ci hanno chiamato in molti modi nel corso dei secoli, piccola Anne. Abbiamo prestato le nostre conoscenze mediche a questo mondo arretrato, e ci hanno benedette chiamandoci Salvatrici e Guaritrici. Abbiamo offerto a molti la nostra fede nella Natura e nella Dea, e i più colti ci hanno esaltato come Sacerdotesse e Profetesse. Poi è arrivata la Disgrazia Nera, e le Grandi Potenze dovevano pur condannare qualcuno per questo male sconosciuto e letale. È da allora che siamo conosciute come tu sai…-
[…]
Una ventina di voci femminili terminarono la frase all’unisono, dando voce ai pensieri di Anne.
-Noi siamo Streghe.-
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
Questo è il mio primo racconto qui, spero che vi piaccia ;) aspetto con ansia le vostre recensioni!!
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva imparato ad ignorare gli sguardi che le lanciavano le donne del paese molto presto.
I mormorii al mercato, le espressioni corrucciate dei venditori, le occhiate dei bambini che giocavano quando passava nella piazza… tutte cose che ormai la facevano quasi sorridere.
Potevano dire quello che volevano, tutto ciò che avrebbe fatto scalpore e che sarebbe passato di bocca in bocca: nessuna di quelle dicerie l’avrebbe toccata davvero.
In fondo, le comari del mercato dovevano pur sparlare di qualcuno, ai vescovi serviva qualcuno da additare dall’alto dei loro seggi d’oro, i contadini avevano bisogno di qualcunoda incolpare per il cattivo raccolto.
E quel qualcuno era lei.
Non era una posizione comoda, la sua, ma a volte ci si può abituare, a dormire sulle spine.
Non che lei dormisse davvero sui rovi, aveva un letto di paglia anche abbastanza morbido, ma si fa per dire, si sa. Dormire sulle spine è una buona metafora, sì. Perché quando dormi sulle spine ti puoi rigirare quanto vuoi, anche se un po’ di male ce l’hai sempre, ma puoi anche spostarti ed andare via. Anche lei in fondo poteva spostarsi, cambiare, diventare come tutte le altre.
Ma aveva scelto.
E non aveva intenzione di ritornare sui suoi passi.
 
 
“Malelingue e sguardi colmi di rancore,
il prezzo da pagare,
Strega,
 per un neonato,  della mamma l’amore,
per la cura della dell'influenza.
 
Guaritrice,
anche se gli altri preferiscono dire
ciò che suona migliore,
ciò che più fa rumore:
Strega.
Guaritrice,
anche se gli altri preferiscono dire
ciò che suona migliore,
ciò che più fa rumore:
Strega.
 
Testa alta e sguardo fiero,
nella bisaccia erbe e fiale.
Guaritrice.
Non scomporre il pensiero
ti indicheranno e diranno il male.
 
Strega,
quello che gli altri preferiscono dire,
perché suona migliore
perché fa più rumore:
Strega,
Strega,
il prezzo da pagare,
per un neonato, della mamma l’amore:
Strega.”
 
 
Gliel’avevano insegnata quando aveva cinque anni. Una canzoncina simpatica, vero? Perfetta per preparare una bambina alle conseguenze della scelta che avrebbe dovuto compiere da grande.
La cantavano saltellando in cerchio e battendo le mani ritmicamente, sottolineando le parole “Strega” e “Guaritrice” con un giro su se stesse, facendo la ruota con la gonna come le principesse.
La musica era semplice, un comunissimo giro di note in minore, che di solito era suonata da un flauto e, nelle occasioni speciali, accompagnata da un tamburo.
Per “occasioni speciali”si intendono i giorni della Scelta.
Lì, le bambine esprimevano pubblicamente la loro decisione. Le possibilità erano due: andarsene per la propria strada e rinnegare il proprio sangue in cambio di una vita tranquilla e comune; o restare ad apprendere l’Arte e i suoi segreti, affidandosi alla Dea e consacrandosi a lei.
Nel giorno della propria Scelta, che coincideva con la data del proprio dodicesimo compleanno, dopo aver pronunciato il Giuramento, si cantava e ballava quella filastrocca, accompagnate dalle donne adulte.
E da lì incominciava la vita al servizio della Dea, al servizio della arti mediche.
La propria vita da Strega.
 
Ma la sua vita sarebbe stata in ogni caso diversa da quella delle altre bambine, sia che avesse scelto di andarsene sia che avesse deciso di restare.
Perché? Perché il suo sangue era puro.
Sangue puro, come quello dei cavalli migliori, animali liberi e possenti, proprio come lei.
Sangue puro non si diventava, si nasceva.
Se lei era aveva questo dono, era perché sua madre, sua nonna, la madre di sua nonna, e così via fin dagli inizi della loro civiltà, erano state streghe.
Streghe di altissimo livello.
Sacerdotesse della Dea.
Ed il suo destino prevedeva che anche lei diventasse tale, che servisse la Dea con tutta se stessa.
Con il suo corpo, con la sua mente, con le sue parole.
Con i suoi figli.
 
 
L’aria si era fatta umida.
L’estate avanzava, il tempo del raccolto era quasi finito.
Eppure in mezzo a quei meravigliosi alberi si stava d’incanto: le enormi fronde facevano ombra in tutto il sottobosco, dove si trovava riparo dall’afa soffocante della stagione. Doveva però essere da poco passata la notte, perché l’erba scintillava di rugiada e il terreno era fresco.
Il vento cantò la sua melodia, danzando tra le foglie. Era un suono leggero e delicato, solo chi faceva attenzione poteva sentirlo.
La donna socchiuse gli occhi, portandosi una mano sul volto stanco. Aveva dormito in una posizione scomoda, e scoprì di avere il piede sinistro addormentato. Sensazione alquanto fastidiosa.
Ancora confusa dalla sonnolenza, fece per alzarsi, ma si accorse che un peso le bloccava il busto.
Abbassò il mento per controllare cosa la stesse ostacolando, ed incontrò lo splendido viso addormentato di suo figlio.
Per qualche istante, la donna si perse ad ammirare i lineamenti del bambino, sorridendogli con infinito amore. La luce dei suoi occhi, l’angelo che il cielo le aveva concesso di avere come figlio.
Poi arrivò la consapevolezza.
Stava ancora dormendo.
Dopo quasi un giorno, il suo François non aveva ancora ripreso coscienza.
 

Anne si alzò in piedi di scatto, aggrappandosi ad un tronco quando le girò la testa.
Le figure nere la circondavano.
Reggevano in mano degli oggetti lunghi e a forma di cono. Forse la volevano picchiare.
Quella che aveva parlato prima mosse un passo verso di lei, alzando le mani all’altezza della testa.
Il sole non era ancora sorto e l’aurora doveva essere ancora lontana, perché l’unica cosa che Anne riusciva a vedere era una sagoma indistinta fra le ombre.
Un terrore cieco quasi la immobilizzò.
Voleva la mamma, desiderava con tutta se stessa che sua madre spuntasse da uno di quei cespugli e la venisse ad abbracciare, dicendole che era tutto sotto controllo. Ma cosa avrebbero fatto, poi? Sua madre non era abbastanza forte da combattere, e quelle figure reggevano quegli strani coni…
 
 
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Piccolo angolo dell’autrice
Ciao a tutti! Con moooooolto ritardo sulla tabella di marcia (colpa di una serie di compiti ed interrogazioni che non erano stati minimamente previsti -.-“) sono riuscita a pubblicare anche questo capitolo (alleluia)
Rimando ancora di un capitolo il momento in cui svelerò l’identità della voce per purissime ragioni tecniche, quindi non me ne vogliate u.u
La storia, per fortuna, sta incominciando a trovare un suo senso, visto che prima era ancora forse un po’ troppo confusa, ma che volete che vi dica, la mia povera testolina malata alle volte fa un po’ le bizze xD
La filastrocca che c’è all’inizio avevo intenzione di scriverla in francese, ma dato che non sono molto pratica della lingua e trovare una metrica che andasse bene era più complicato del previsto, mi sono dovuta rassegnare alla versione italiana, che però non suona bene quanto l’originale…
Grazie a tutti coloro che sono arrivati fin qui, in particolare a camomilla 17, Deilantha ed Emily Dickinson (che ha praticamente colonizzato ogni mio scritto ahahah grazie!!!). Grazie infinite ragazze, per aver recensito puntualmente ogni capitolo! Un grazie anche a tutti i lettori silenziosi, che però continuano a seguire questo racconto ;)
Al prossimo capitolo!
  
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