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Autore: TheMask    15/06/2012    2 recensioni
Questa storia è nata per un'amica, e solo in un secondo momento ho pensato di pubblicarla. Spero sarà di vostro gradimento.
Lupa Nera
Estratto dai prossimi capitoli:
Perché legarsi alle persone, quando sai che presto o tardi, o ti tradiranno o moriranno, o se ne andranno? In questo luogo l’amicizia non esiste, è impossibile. Convivenza, tolleranza, rassegnazione in stile “se non c’è niente di meglio mi accontento”, questo lo capirei. Ma … amicizia… è una parola che qui non si una neanche più… scomparsa dal vocabolario. Qui non ci sono amici.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beyond Birthday, Matt, Mello, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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THINK OF ELOIN EDUD
Lentamente, sorridendo per il proprio sporco potere, la sua…  la sua mano sollevò il mento di BB, portando i suoi occhi a lui.
Vidi BB fremere, scosso da qualcosa che risiedeva dentro di lui, e che voleva uscire. I suoi occhi erano dilatati, e un aura di violenza aleggiava su di lui. Fu in quel momento che rividi la fiera che vi avevo scorto guardandolo dormire.  Pronta a dilaniare, squartare, linciare, martoriare, portare morte e ridere di ciò. Ma stavolta non riuscii a scacciare l’immagine, perché non era frutto di dicerie. Era davvero li davanti a me, e nonostante il BB che conoscevo tentava di fermarla, sapevo che non ci sarebbe riuscito. Successe in un secondo, un rumore sonoro di legno che si spezza, e fu in piedi, in tutta la sua statura, simile al Dio della morte. I suoi occhi erano gli occhi di un folle, i suoi lineamenti quelli di uno psicopatico, il fremito mal controllato dei muscoli, sotto la pelle, quelli di un assassino, tutto il suo essere, una creatura primordiale.
Roger fermo immobile, lo fissava a bocca spalancata, ma apparentemente non troppo terrorizzato.
Poi, però, gli occhi rubino di BB, si posarono sulla mannaia, la stessa con la quale ci avevano minacciato.
L’espressione di Roger cambiò, divenendo più consapevole del pericolo.
E al’improvviso, un suono che non dimenticai mai, segnò la completa follia di Beyond Birthday. Quella che usciva dalla sua bocca non era una… risata…  era qualcosa di assolutamente inumano. Qualcosa che mi fece correre i brividi lungo la schiena.
Mi sentii… sola fra le belve, legata a una sedia, in loro balia. BB non era più la persona che conoscevo, mi faceva paura, temevo uno scatto dei suoi muscoli, un lampeggiare dei suoi occhi.
“Beyond Birthday” disse con voce controllata Roger.
Lui reagì, con uno scatto innaturale del collo, mentre la risata si affievoliva, lasciando un sorriso grottesco sulle sue labbra.
“Sai che posso chaimare le mie guardie del corpo quando voglio. Perciò datti una calmata. Siediti e passerò sopra questo tuo scatto.”
Ma il ragazzo non parve ascoltarlo, e si limitò ad accentuare il sorriso di follia. Poi si avvicinò a Roger, lo osservò, e ridacchiando, constatò:
“Tu morirai! ”
Era pazzo…
Scoppiò a ridere di nuovo, continuando a ripetere quelle parole. Roger lo guardava, con stupore, ma anche con curiosità.
Io, impotente assistevo, con la paura che mi percuoteva. Beyond Birthday, smise di ridere di colpo, si fece serissimo.
Portò i suoi occhi a pochi centimetri da quelli di Roger.
“Tu morirai”
E poi, passò alla rabbia. Lo disse con disprezzo, ancora una volta.
“Tu morirai”
Alzò una mano, chiusa a pugno, e la guardò, con interesse. Poi guardò il volto dell’essere davanti a lui. Inclinò la testa e proprio quando Roger stava per lanciare un urlo alle guardie, i muscoli si tesero, elegantemente, con forza misurata, scagliando il pugno sul suo naso e facendolo cadere a terra.
Non stette poi troppo a guardare il suo operato, bensì, alzò le spalle, e sorrise lievemente. Cominciando a prenderlo a pugni, con le mani, che lentamente si tingevano di rosso, scuro e lucido. Roger non poté fare niente.
Io non potevo fare altro che osservare, mentre tentavo freneticamente di liberare le mie mani, sudate.
Alla fine, disperata, lanciai un grido relativamente forte
“BB! FERMO!” quasi glielo imposi.
Lui si fermò di scatto. Roger sembrava aver perso conoscenza, e il sangue gli permeava la faccia.
Il ragazzo mi dava le spalle, ma potei vederlo, perfettamente immobile, per un minuto buono, mentre il suo respiro si regolarizzava. Si raddrizzò, finalmente. Aveva i palmi aperti, e lasciava scivolare via il liquido rosso da esse.
Si girò, e il suo sguardo si piantò nel mio con forza. Un ghigno era stampato sui suoi lineamenti, il suo viso era distorto, ma ciò che più mi fece paura erano i suoi occhi. Erano come entità proprie, completamente sacrificate alla morte. L’unico desiderio che vi potevo leggere era quello di uccidermi. Si avvicinò, e mi si inginocchiò davanti, per guardarmi faccia a faccia.
Cominciavo a pensare di non aver fatto la scelta giusta. Mi scrutava, divertito dal potere che poteva esercitare su di me, visto che io ero legata a una sedia, mentre lui, libero in una specie di sala per le torture, a giudicare dall’arsenale di piccoli oggetti che certo non volevo provare sulla mia pelle poggiati su un piano alle mie spalle, che avevo osservato precedentemente.
Con la mano destra, mi sfiorò il viso, inclinando la testa, leggermente, come un bambino che vede per la prima volta un giocattolo. Senti le sue dita bagnate di sangue che sporcò anche me, lasciando una scia.
Lui sorrise, raddrizzò il collo, e tirò fuori una voce che mi fece tremare, tanto era crudele, falsa, non sua.
“Eloin Edud… anche tu… morirai…”
“BB! BB ti prego! ” tentai di richiamare la sua razionalità.
Come pronunciai il suo nome, gli occhi gli si illuminarono, e un sorriso ancora una volta lo distorse, eternamente pedina della pazzia.
“Si? Sono io BB! Hahaha!” di nuovo quella risata.
“No… tu non puoi essere BB! ”
Ritornò serio, rispondendomi.
“Tu non mi conosci… ”

Sentivo le lacrime che mi spuntavano dagli occhi. Dov’era BB? Non certo li davanti a me, non ci potevo credere. Così crudele… il ragazzo che io conoscevo era un altro…
La sua mano si mosse di nuovo, la alzò a mezza’aria, si fermò un momento, e mi spostò i capelli dal viso.
“Tu… sei bella… ” constatò.
“BB… ”
“Anche lei… era bella…” disse con voce persa.
I suoi occhi si spostarono dai miei, cercando qualcosa, nella memoria.
“Lei… ”
BB fremette, e quando riuscì di nuovo a incatenare il suo sguardo al mio, vi potei scorgere smarrimento, paura, dolore. E poi, dal dolore, nacque una nuova rabbia, una nuova luce folle.
“è tutta colpa sua… ”
“Di… di chi?”
Ma lui non mi stava più ascoltando. Continuava a ripetere quella frase, sussurrando.
“Qualcuno deve pagare, per questo. ” disse infine., alzandosi in piedi.
“Perché ora, ogni volta che vedo qualcosa di bello… mi ricorda lei… ” disse, guardandomi ancora.
“E tu sei bella.” Disse con rabbia.
La mia paura aumentò. Cosa voleva fare?
“Io devo distruggere le cose belle.” Sussurrò.
“DEVO.”
“NO BB! NON DEVI!”
“TU STA ZITTA!” scattò.
Sussultai. Non mi aveva mai urlato addosso prima d’allora.
“BB… ascoltami!” ritentai, ma ottenni solo una maggiore rabbia da parte sua.
“NO! STAI ZITTA! IO SO COSA DEVO FARE! TU NON MI CONOSCI! TU NON SAI COS’HO PASSATO! NON HAI IDEA DI CHI SONO! NON PROVARE A GIUDICARMI, O A DIRMI COSA FARE!” lo urlò con sprezzo.
“E tu non provare a disprezzarmi solo perché ti ricordo qualcuno che non c’è più!”
“LEI… lei c’è ancora… me lo ha detto…. Dentro di me… mi ha detto che se me la ricordo… vivrà per sempre…” stava tentando di controllare il tono della voce, timoroso di apparire debole, continuando a urlare.
Scorsi Roger dietro di lui, che si muoveva flebilmente, verso un pulsantino rosso sulla sua scrivania, che avrebbe richiamato le guardie. Esitai. Dirlo a BB? Ma avrei rischiato di essere poi uccisa io stessa, ormai aveva perso la testa. Se le guardie fossero arrivate, invece, lo avrebbero fermato, e mi avrebbero salvato la vita. Ma l’avrebbero salvata anche a Roger. Ero pronta a sacrificarmi per uccidere, indirettamente, Roger? No. No, perché in seguito, BB sarebbe stato ucciso, o messo in isolamento a vita, e io sapevo che quella follia non era il suo vero essere.
BB era ancora fermo davanti a me, ma i suoi occhi si posarono sulla mannaia, caduta durante la colluttazione, vicina a lui. Dopo averla contemplata per qualche istante, la raccolse, e la soppesò. Si portò la lama davanti agli occhi, e la sfiorò, sporcandola di sangue. Fece un espressione soddisfatta, e il suo terribile sguardo fu di nuovo su di me. Il suo essere era ora malizioso, compiaciuto, ma ancora affamato di sangue. C’era un sorriso… scusate, un ghigno, sul suo viso.
“BB no!”
Mi guardò con più insistenza.
“BB… si…” sussurrò, in risposta.
Impugnò con decisione malata la mannaia,  e la alzò, osservando il mio corpo, e decidendo dove colpirmi. Infine,  le sue pupille si stabilizzarono, e parve ancora più compiaciuto.
“Ultime parole?” chiese con sarcasmo.
Tentai un’ultima volta di svegliare la parte di lui a me nota.
“BB… non lo fare… ti prego… ” ma la mia preghiera fu vana.
“Sicura di voler morire pregandomi di risparmiarti?”
“Idiota! Non ti sto chiedendo di risparmiarmi, ma di tornare te stesso!”
“Io sono, me stesso.”
Lo guardai sconsolata, mentre si preparava a squartarmi, con freddezza. Nonostante più lacrime mi bagnassero il viso, la mia vista non era offuscata, vedevo benissimo la sua follia.
Ma un attimo prima che tutto andasse perduto.
Un attimo prima che il sangue scorresse copioso.
Un attimo prima.
Roger premette il pulsante. un rumore forte, penetrante, di allarme, riempì le nostre orecchie. Subito, le porte vennero aperte da alti energumeni, vestiti di nero, che, vista la situazione, in due andarono a soccorrere Roger, in dieci a fermare BB.
Il ragazzo era un unico ammasso di rabbia, per ciò che stava succedendo. Sapeva di non poter opporsi a tutti quegli uomini. Aveva perso, ormai. La mannaia ferma a mezz’aria, chiuse gli occhi per un istante, traendo un profondo respiro, in attesa di sentire il freddo metallo attorno ai polsi. Io, al contrario, venni slegata, e qualcuno mi chiese se stavo bene, mentre venivo portata fuori. Vidi confusamente BB a terra, mentre i calci lo investivano senza che potesse difendersi, e un uomo raccoglieva la mazza da baseball. Ma non ebbi la forza di reagire, e un attimo prima che intorno a me ci si convincesse che stavo bene, i miei occhi si chiusero, e caddi nel vuoto.
  
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