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Autore: Philofobia    15/06/2012    0 recensioni
..Non potevo di certo sapere che in quel mese, sotto il cielo cupo e minaccioso di Bradford avrei incontrato l’Amore, L’Amore con l’A maiuscola, L’Amore irrazionale, L’Amore che t’innalza in cielo con leggerezza e che con la stessa leggerezza ti scaraventa in terra, L’Amore che ti annulla, che ti consuma, L’Amore che ti ferisce, L’Amore che ti guarisce e lecca le ferite. L’amore, semplicemente l’Amore, quello vero, quello genuino, quello pulito. Io ero lì, seduta su quel sedile di finta pelle, con l’aria di chi non sa cosa le aspetta, con lo sguardo perso, che insegue qualcosa aldilà dello sguardo. Così, persa, e impaurita mi trovò lui.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crystal Ball 

Prologo

29 Giugno 2012

17:45 pm

“Ladies and gentlemen, we'll be landing in about fifteen minutes. Please fasten your seatbelt and return your seat to the upright position and please stay in your seat until the aircraft has come to a complete standstill and the Fasten Seatbelt sign has been switched off!!!”
 La nasale voce dell’hostess appena falsata dall’amplificatore risuonò nell’aereo FR 4567 Malpensa - Leeds-Bradford Airport, in quel pomeriggio soleggiato e mite di fine Giugno. La rassicurante voce dell’Hostess raccomandò noi passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza, la fase di atterraggio sarebbe iniziata da lì a poco. Afferrai all’istante le raccomandazioni della giovane donna e ancora intorpidita dal sonno, sollevai lentamente le palpebre, allacciai la cintura di sicurezza e mi guardai intorno incuriosita. Il Velivolo Ryanair sul quale stavo volando attraverso i cieli di mezza Europa, riuniva in se, nelle sue cabine, e tra suoi sedili tre diverse categorie di passeggeri. La prima categoria era formata da famigliole felici ed entusiaste di trascorrere una spensierata vacanza nella meravigliosa Inghilterra. Nella seconda categoria invece facevano parte alcuni signori di età avanzata, desiderosi, magari, di rincontrare un proprio figlio emigrato in Inghilterra. Infine la categoria che più m’incuriosiva, nella quale facevo parte anch’io era quella formata da ragazzi di età compresa tra i quindici e i diciotto anni con gli sguardi persi e sognati negli oblò, ansiosi di visitare una nazione nuova, sconosciuta, ansiosi di ampliare i propri orizzonti, entusiasti di iniziare una nuova si avventura, un’avventura chiamata “Viaggio-Studio” che almeno per me, Ginevra Olimpia Lavinia Bombrini, sarebbe durato un lungo mese. 1 mese, 31 giorni, 744 ore, 44.640 minuti, e 2.678.400 secondi, in Inghilterra, lontana da tutti, da quelli affetti a me più cari, che in 18 anni di vita avevo sempre avuto con me, 1 mesi, 31 giorni, 744 ore, lontana dall’Italia, lontana dalla mia Firenze, lontana da mia madre e dal suo profumo speziato che sa di casa, lontana dalla mia migliore amica Ludovica e dal suo sorriso contagioso, lontana. Mi guardai intorno una seconda volta, un velo di tristezza si posò sul mio volto, notando con disappunto che i ragazzi che animavano l’abitacolo con le loro risate e con i loro discorsi urlati poi per quale motivo, facevano parte di un unico gruppo, si conoscevano, ridevano, scherzavano tra loro. C’era anche un tutor che li controllava da qualche sedile di distanza distrattamente, più impegnato a sfogliare una rivista di auto che a prestare attenzione che i suoi ragazzi sfasciassero un intero aereo. Tristemente arrivai a un'unica sola conclusione: ”Ero completamente sola” sarei scesa da quell’enorme aggeggio gigante da sola, proprio com’ero salita, sola, avrei dovuto trovare all’aeroporto tra gente che parte e gente che arriva, un membro della Concorde International pronto ad accompagnarmi a Bradford,città di 300.000 abitanti, nella contea del West Yorkshire, che per un mese mi avrebbe adottata . Come mi avrebbe adottata una famiglia del posto, avrei vissuto con loro, pranzato e cenato con loro, per un intero mese, da quello che avevo letto sapevo che la mia “mamma-temporanea”si chiamava Ms Simmons era una veterinaria di appena quarant’anni, e insieme a suo marito Mr Simmons anche lui veterinario oltre ad avere un ambulatorio in città, avevano una ragazzina  di appena 12 anni Caroline. Avrei frequentato l’University of Bradford tutte le mattine tranne il sabato e la domenica, dove avrei seguito dei corsi di lingue. Lì seduta su quel comodo sedile color cioccolato, ero spaventata, impaurita, ansiosa, meravigliata, differenti stati d’animo si facevano spazio in me, un vortice di emozione si muoveva veloce e mi provocava una fitta allo stomaco. Avevo poche certezze, pensandoci bene ne avevo solo due, la prima :”Avrei passato 31 giorni nella fantastica Inghilterra” la seconda:”Ero sola”sicuramente ignoravo quanto mi avrebbe cambiato quel viaggio, quante cose mi avrebbe regalato, quante emozioni, quanti sorrisi, quante lacrime, quante carezze, quanti baci. Quel viaggio imposto e organizzato dai miei genitori,lì in quell’istante su quell’aereo sembrava un incubo, non potevo di certo sapere che in quel mese, sotto il cielo cupo e minaccioso di Bradford avrei incontrato l’Amore, L’Amore con l’A maiuscola, L’Amore irrazionale, L’Amore che t’innalza in cielo con leggerezza e che con la stessa leggerezza ti scaraventa in terra, L’Amore che ti annulla, che ti consuma, L’Amore che ti ferisce, L’Amore che ti guarisce e lecca le ferite. L’amore, semplicemente l’Amore, quello vero, quello genuino, quello pulito. Io ero lì, seduta su quel sedile di finta pelle, con l’aria di chi non sa cosa le aspetta, con lo sguardo perso, che insegue qualcosa aldilà dello sguardo.

Così, persa, e impaurita mi trovò lui.

Continua...

Eccoci qui, questa è la prima Fan Fiction che pubblico qui, è in cantiere da un pò e finalmente mi sono decisa a rendere questa mia creatura pubblica.
Se vi fa piacere lasciate qualche recensione con consigli e critiche, altrimenti semplicemente buona lettura.

Mel

  
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