Partecipo all'iniziativa 3x100 Auror, organizzata dal gruppo Cercando chi dà la roba alla Rowling (Team Harry/Hermione)

XXXIII. Perché Hermione ha fatto comparire una ghirlanda di elleboro da posare sulla tomba dei genitori di lui

Il freddo penetra le ossa e credo che l’età, oltre alla temperatura decisamente bassa fuori stagione, accentui maggiormente questo senso di gelo che mi pervade. Non ho mai realmente amato questo giorno, senza contare che nei lontani giorni al calduccio delle mura di Hogwarts, tra Troll di Montagna e Basilischi, Halloween è sempre stato movimentato, ma riesco ancora a sentire quel profumo di dolciumi e a vedere il viso della piccola Lily arrossato dal freddo e con l’espressione felice mentre il cappello da strega le scivola di lato.
Le decorazioni di un arancio acceso addobbano lampioni e le vetrine, mentre all’improvviso iniziano a scendere fiocchi bianchi, ovattati, che riescono a posarsi sul marciapiede. Mi stringo il cappotto e metto le mani in tasca, alla ricerca di un po’ di tepore. Godric’s Hollow è sempre identica alla prima volta in cui mi ci sono recato e credo che non cambierà mai: le stesse strade acciottolate, gli stessi edifici con i mattoni a vista e la stessa sensazione di profonda tristezza e malinconia.
Il cimitero è il mio posto il 31 Ottobre, da molto tempo ormai, il mio punto fisso, soprattutto ora che Ginny se n’è andata ed io sono rimasto solo. Forse ‘solo’ non è davvero la definizione giusta, perché lei c’è; d’altra parte c’è sempre stata. Mi avvicino alla tomba dei miei genitori e resto a fissare la lapide come se fosse la prima volta, finché mi accorgo che una ghirlanda di elleboro si è appena materializzata ai miei piedi, sulla neve, vicino ai loro nomi.
Neve, Godric’s Hollow, elleboro. Hermione.

« Hermione »

Lo sussurro appena, preso dall’incredulità. Perché Hermione è in fase di divorzio con Ron, è impegnata a cercare di tenere assieme la sua famiglia; perché lei non può essere qui, ora.
Mi sento stritolare da uno dei suoi abbracci, pieni di affetto, di tenerezza, di lei. Il suo profumo inebria i miei sensi, inspiro quel profumo
delicato di rosa, lo stesso che le ho regalato lo scorso compleanno.

« Non potevo non esserci, Harry. So quanto è importante per te. »

« Ma… »

Con un gesto deciso ma delicato mi zittisce e prende la mia mano, che ancora giace nella tasca, e la stringe con la sua, scaldandomela.
Restiamo così, in silenzio, mentre la neve inizia ad appoggiarsi anche sui nostri capelli e sui nostri cappotti.
Mi volto a guardarla, cercando di non disturbarla, perché comprendo che sta pregando, con gli occhi chiusi; è qualcosa che fa ogni anno, quando ci troviamo qui, assieme, nel cimitero di Godric’s Hollow. Non ho mai avuto il coraggio di chiederle cosa chiede o pensa nelle sue preghiere, ma capisco che lo fa per me.
Come la ghirlanda di elleboro.
Per me, per dirmi che c’è e ci sarà sempre, che non sono solo.

« Ricordi la prima volta che venimmo qui? »

Preso com’ero dai miei pensieri non mi sono accorto che mi sta guardando e che la sua mano sta ancora stringendo la mia.

« Come potrei dimenticare la finta Bathilda e il fatto che, ancora una volta, abbiamo rischiato di rimetterci le penne?! »

Scoppia in una risata cristallina, la sua risata, rimasta invariata dopo così tanti anni.

« Oh no, Harry. Non intendevo esattamente quel momento! Prima, quando ci siamo trasformati in una coppia di babbani anziani… »

Ora comprendo cosa intende e la guardo con dolcezza, cercando però di non superare quella barriera sottile che ancora ci divide, che ci permette di essere dei buoni migliori amici e niente di più.

« Pensavo solo che potremmo sembrarlo anche ora, non trovi? »

Le sorrido ed annuisco, desiderando in quell’attimo con tutto il cuore di poter essere semplicemente quella coppia anziana di babbani e non ‘Harry Potter’ ed ‘Hermione Granger’, legati ad essere ciò che gli altri hanno scelto per loro.