Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Edelvais    15/06/2012    3 recensioni
Estratto:
"...In una modesta radura in mezzo alla boscaglia, sorgeva un immenso castello: una torre troneggiava al di sopra della tetra costruzione, mentre dalle poche finestre che si riuscivano a scorgere dalla strada, non traspariva nemmeno un filo di luce.
All'apparenza, si poteva definire completamente disabitato.
All'entrata del castello un uomo probabilmente sulla quarantina, protetto dal vento tagliente da un lungo cappotto color kaki, si sfregava le mani contemplando con palese soddisfazione la sinistra costruzione.
<< E' fatta. Finalmente quei falliti avranno pane per i loro denti. >>"
Un castello.
Sei detective.
Una scommessa.
Un milione di dollari in palio.
***
Fanfiction ispirata all'omonimo e bellissimo film diretto da Robert Moore.
Spero di aver destato la vostra attenzione! :)
Enjoy it!
Genere: Commedia, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap. IV  Il mistero s'infittisce





 
<< Ma… prima non erano tre i corridoi? Insomma, da dove eravamo partiti noi, c'erano tre diramazioni... dove sono finite? >>  Domandò con perplessità Gwen, scambiando occhiate tentennanti con i due ragazzi.
<< Sarà sicuramente uno degli stupidissimi trucchetti di quel pazzo. >> Borbottò Duncan muovendo un passo nel corridoio, con la sua solita aria corrucciata. Ma non appena appoggiò la scarpa sul pavimento marmoreo…
<< Attento! >> Gridarono all'unisono  Geoff e Gwen, notando all'istante il pericolo che incombeva su Duncan. Entrambi lo afferrarono per il colletto dello smoking trascinandolo indietro, mentre due spade cadevano dal soffitto andandosi poi a schiantare contro il marmo gelido del pavimento, scheggiandolo.
Il moro osservava allibito le armi precipitare al suolo un istante dopo che Gwen e Geoff lo avevano tratto in salvo.
<< M-ma q-quello psicopatico ci vuole morti! >> Farneticò con il cuore che ancora batteva a mille.
Gwen sbuffò: << Come vorrei non aver mai lavorato con quello squilibrato! Sarà la millesima volta che tenta di ucciderci! >>
<< Si, però ora dovremmo tornare dai nostri, a meno che qualche imbecille di turno non voglia rischiare nuovamente di farci ammazzare! >> Replicò Geoff lanciando un'occhiataccia accusatoria a Duncan.
<< Ehi vedi di chiudere quella boccaccia o il prossimo che rischia di morire sarai tu e non sarà per mano di quel pazzo! >> Ringhiò Duncan mostrandogli la mano chiusa a un pugno minaccioso.
<< Ehi ehi voi due! Smettetela! Dobbiamo tornare nella sala da pranzo ad avvertire gli altri. >> Si intromise Gwen separando i due litiganti, i quali sbuffarono sonoramente dandosi le spalle.
< E allora muoviamoci, non voglio stare un minuto di più con quest'idiota. >> Bofonchiò Duncan immettendosi nuovamente nel corridoio, esitando un momento, per timore di incontrare per una seconda volta ostacoli letali, prima di procedere fino alla porta della sala da pranzo.

Giunti davanti al fantomatico ingresso da cui si accedeva alla sala da pranzo,  Gwen bussò ripetutamente per tre volte di seguito, ma al contrario di come si aspettavano, non accadde nulla; nessuno venne loro ad aprire.
<< Via, devi bussare con più enfasi, così non ti sentiranno mai! >> Esclamò Geoff scostando con poca grazia la ragazza e cominciando a battere sul legno della porta con vigore. Stessa reazione precedente.
<< Lascia fare a me, incapace che non sei altro! >> S'intromise Duncan, arrotolandosi le maniche della giacca e preparandosi a buttar giù quel "pezzo di legno".
Presa la rincorsa, il detective diede una potente spallata contro la porta, che si spalancò improvvisamente dinanzi a loro.

Con enorme e palese sorpresa per gli investigatori, si ritrovarono davanti ad una sala da pranzo completamente vuota.
<< Com'è possibile!? Non ditemi che quegli inetti se la sono svignata! >>
Duncan era furioso; non avrebbe accettato oltre quella buffonata ed era certo che presto avrebbe risolto il mistero guadagnandosi quell'agognato milioncino. Già… gliel'avrebbe proprio fatta vedere a quell'incapace di Geoff!
Gwen si portò una mano al mento, pensierosa.
<< Secondo me… - rifletté ad alta voce - Chris ci vuole incantare con i suoi maledetti trucchetti: i suoi spostamenti da un capo all'altro del tavolo in pochissimi secondi, le luci che si accendevano e si spegnevano improvvisamente, e ora ci vuol far credere che dentro questa stanza non c'è anima viva, che gli altri detective sono scomparsi. >>
<< Quello che vuol fare è incuterci timore. Ma non ha ancora capito con chi ha a che fare! >>
Sbottò il moro, furioso; Geoff assentì, per la prima volta d'accordo con il rivale.
Gwen li ignorò. Stava studiando attentamente lo stipite della porta, quando scorse l'angolo di quello che doveva essere un fogliettino di carta, incastrato fra il muro e il legno.
Lo estrasse delicatamente, e rimase stupida del suo contenuto:

" Se d'acume volete brillar
la soluzione dovrete trovar.
La stanza vuota ai vostri occhi appar
ma contro il tempo dovrete lottar.
Le lancette scorrono veloci,
dal lato opposto sono i vostri amici.
Dieci secondi da ora
poi le giuste porte del tempo aprir si dovran."

La giovane detective inarcò un sopracciglio.
"Che poesia contorta…" Pensò rileggendola cercando di capirci qualcosa.
Duncan le si avvicinò incuriosito.
<< Che roba è? >> Domandò aggrottando le folte sopracciglia.
<< Una filastrocca piuttosto inquietante, ritengo che sia opera di quel pazzo maniaco che ci ha rinchiusi qui dentro. >>
<< Ma cosa significa? >>  Si intromise Geoff, che fino a quel momento se n'era tornato in cucina a esaminare il cadavere.
<< Non lo so… Ma credo che abbia a che fare con il fatto che nella stanza non abbiamo trovato anima viva.>>
<< Allora non ci resta che analizzarla. Scommetto che quel furbetto ha scritto quella roba e ha fatto in modo che la trovassimo senza difficoltà. E' una sorta di indizio, ci vuole mettere alla prova. >> Disse il biondo facendo scorrere gli occhi sui versi del componimento.
<< Be', le prime due righe non sono così complicate, piuttosto è delle due che seguono che non riesco a capirne il significato -, aggiunse Duncan - "Contro il tempo dovrete lottar…" Tsk. Non mi dice assolutamente nulla. >>
<< Saltiamo subito agli ultimi due versi. Secondo me con quei "dieci secondi", allude al tempo che dovremmo attendere prima di riaprire le porte. >>
Detto questo, Gwen si avvicinò alla porta per poi cominciare a contare fino a dieci. Dopo di che la aprì, questa volta con successo.
Si ritrovarono di nuovo dentro la sala da pranzo popolata dai loro colleghi investigatori, che sobbalzarono dai loro posti non appena videro entrare i tre detective.
Duncan e Geoff erano sbalorditi.
<< Gwen, ma come ci sei riuscita? >> Balbettarono sorpresi.
<< Una volta ho visto alla televisione un numero di un mago, che si esibiva con un gioco di specchi. Evidentemente, data la grandezza di questo castello, è riuscito a fare la medesima cosa, comandandoci a proprio piacimento e facendo in modo ci confonderci. E' molto complicato sia da spiegare che da mettere in pratica, quindi non starò a illustrarvi come ci è riuscito. Questo l'ho intuito dai versi che dicevano: "… dal lato opposto sono i vostri amici…" e da qui mi è venuto in mente il trucco di quel mago. Inoltre "le porte del tempo", come le chiama lui, non sono altro che le ante della porta che abbiamo aperto adesso. La "lotta contro il tempo" è solamente il tempo che abbiamo per risolvere il caso prima dell'alba. >>
<< Brillante deduzione, complimenti! >> Duncan sorrise dandole una lieve e amichevole pacca sulla spalla.
Geoff approvò annuendo, poi si precipitò dalla moglie che lo attendeva ansiosa, abbracciandola.
<< Oh Geoff! Ero così in pena per te! Avete scoperto qualcosa? >> Esordì Bridgette tra le braccia del marito.
<< Be' cara, abbiamo trovato morto il cameriere, ma non è lui l'artefice dell'urlo che abbiamo sentito poco fa. >>
<< Purtroppo è morto a causa del cianuro presente dentro la tazza di caffè che si stava accingendo a bere. Quindi ne deduciamo che qualcun altro è in pericolo. - Continuò Gwen. << In ogni caso nessuno di noi è uscito da questa stanza, quindi nessuno di noi potrebbe nemmeno lontanamente essere il carnefice. >>
<< Dobbiamo tornare a cercare chi è stato a gridare, potrebbe essere in serio pericolo… >>
<< No Geoff, questa volta andremo noi tre.  >> Disse Noah indicando se stesso, Alejandro e Heather.
Duncan, Gwen e Geoff annuirono, lasciando posto ai tre detective che questa volta uscirono dalla stanza da pranzo dalla porta opposta da quella da cui erano arrivati i primi tre.
<< Buona fortuna! >> Gridò Bridgette, che nel frattempo si era avvicinata al marito, sempre più preoccupata per la misteriosa faccenda.
<< Non osare toccarmi, parlarmi o anche solo pensarmi! >> Sibilò Heather una volta fuori dalla stanza, notando che Alejandro le si era fatto più vicino, con quel suo detestabile sguardo strafottente.




Nota dell'autrice ritardataria

Salve! ^^
Innanzitutto volevo scusarmi per il mega ritardo con il quale ho aggiornato. Ma la scuola mi stava opprimendo, e non riuscivo quasi mai a trovare un po' di tempo per continuare a scrivere, mi dispiace, perdonatemi!

In ogni caso, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e mi dispiace se nel precedente chappy non sono stata chiara nell'ultimo pezzo, ma volevo lasciare in sospeso la vicenda, per poi chiarire ogni dubbio con il capitolo a seguire.

Grazie a tutti!

Vostra Ed.






   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Edelvais