Quel giorno Iladiv si alzò all’alba per andare a caccia: era una bellissima giornata e il sole stava già spuntando all’orizzonte illuminando tutto il territorio circostante.
Iladiv dopo essersi lavato, mangiò un pezzo di pane, si vestì, prese l’arco e partì alla volta dei Monti Evon. Viveva con suo padre Erough in una fattoria vicino al piccolo villaggio di Drik ai confini nordici dell’impero di Avat.
Iladiv era un ragazzo di 15 anni, magro, abbastanza alto per la sua età e il colore dei capelli e degli occhi era di un rosso vivo, originario del suo clan di appartenenza, i Madara.
Egli infatti non era in realtà figlio di Erough ma era stato adottato dall’uomo dopo che il suo clan e il suo villaggio, Ambar, erano stati spazzati via dalla furia delle guardie dell’impero: lui era stato l’unico a sopravvivere a quella strage e all’epoca di quel fatto aveva 10 anni.
Ancora non sapeva le vere ragioni di quel massacro ma l’unica cosa che gli era rimasta veramente impressa era che suo fratello Antor aveva tradito il suo clan alleandosi con l’impero e partecipando al massacro nel quale aveva ucciso i suoi genitori. Iladiv provava ancora, nonostante tutti quegli anni passati, odio per suo fratello e in tutto questo tempo non aveva capito perché Antor lo aveva risparmiato quando era stato capace di uccidere i propri genitori.
Il giorno dopo al massacro Iladiv era stato trovato da Erough che si era fermato ad Ambar per una sosta durante il suo viaggio di ritorno da Drik alla capitale dell’impero Lanver e che aveva trovato il villaggio completamente raso al suolo. Resosi conto che il bambino che aveva visto era l’unico sopravvissuto alla strage nel villaggio e che ormai le persone a lui più care erano morte, gli aveva chiesto se voleva seguirlo fino a Drik per iniziare una nuova vita e mettersi questa esperienza alle spalle. Iladiv, ancora traumatizzato, aveva accettato e aveva così deciso di seguire l’uomo nonostante sapeva che non sarebbe mai riuscito a dimenticare la gente di Ambar e del suo clan, visto che sono state parte della sua infanzia.
Arrivò sui Monti Evon verso mezzogiorno ma decise di aspettare fino al tramonto prima di iniziare la caccia.
Quando il sole stava scomparendo all’orizzonte, si mise in cammino verso un piccolo boschetto non molto distante dalla radura dove si era accampato. Arrivato lì si mise a perlustrare la zona, cercando qualche cervo o altro animale a cui poter dare la caccia. Ad un certo punto individuò un cervo non molto distante da lui e allora impugnò l’arco e si preparo a scoccare una freccia verso l’animale. Proprio in quel momento sentì un forte nitrito di cavallo provenire non molto lontano da dove si trovava lui. Spaventato da quel rumore, il cervo scappò verso il cuore del boschetto. Iladiv si mise a correre verso il punto dove aveva avvertito il rumore e una volta arrivato lì vide un uomo a terra che sanguinava ed affianco una strana creatura che ormai sembrava morta. La strana creatura aveva l’aspetto di un grosso uomo dalla pelle grigiastra con orecchie a punta e denti affilati . La persona a terra, invece, aveva la spada sguainata e nel suo fianco sinistro c’era una profonda ferita che gli faceva perdere molto sangue. Non molto distante da lui c’era quello che doveva essere il suo cavallo, sicuramente quello che Iladiv aveva sentito nitrire prima.
L’uomo si alzò a fatica ed Iladiv gli chiese: “Ti senti bene?”
L’uomo rispose a fatica alla domanda di Iladiv a causa della sua ferita: “Sì, sì sto bene ragazzo… non preoccuparti per me”
Iladiv nonostante non fosse convinto della sua risposta cambiò discorso e chiese all’uomo: “Cos’è quello? Quella creatura che hai ucciso? Non l’ho mai vista sui Monti Evon”.
“E’ normale che tu non l’abbia mai vista su questi monti perché non è una creatura di questi luoghi. E’ un Orco ed è strano che si sia addentrato nei territori dell’impero. Comunque sia è riuscito a cogliermi di sorpresa, mi ha disarcionato da cavallo ed è riuscito a infliggermi una profonda ferita. Per fortuna sono riuscito ad ucciderlo prima che lui potesse uccidere me”
Rispose l’uomo e poi aggiunse: “Scusa non mi sono ancora presentato. Io sono Urd, un viaggiatore che ha deciso di lasciare il proprio villaggio natale, Cirtan, per visitare i vasti territori dell’impero”.
“Io sono Iladiv e sono un contadino di Drik” e poi accortosi delle condizioni dell’uomo che andavano sempre peggiorando aggiunse:
“Credo che tu abbia bisogno di cure. Non c’è tempo da perdere: sali a cavallo e andiamo alla fattoria dove vivo. Mio padre si occuperà di te”.
“Grazie per l’aiuto che mi dai” e detto questo l’uomo montò sul suo cavallo.
Iladiv salì anche lui a cavallo e cominciò a condurlo fuori dal boschetto diretto alla fattoria. Sapeva che non era una buona idea incamminarsi fra i Monti Evon di notte ma se avesse aspettato l’alba per partire le condizioni di Urd sarebbero sicuramente peggiorate.
Era circa un’ora prima dell’alba quando raggiunsero la fattoria dove Iladiv aveva trascorso i suoi ultimi 5 anni con suo padre Erough.