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Autore: Fire_Fight    15/06/2012    4 recensioni
Questo breve scritto è una piccolissima parte del lavoro che sto facendo per la costruzione del mio romanzo che pubblicherò qui... Non serve un grande impegno per recensire questo piccolo testo, perciò datemi una mano e fatemi sapere che cosa ne pensate!
Dal testo:
“Tieni gli occhi chiusi e pensa a un luogo che t’ispiri fiducia, un luogo che chiameresti… Paradiso.”
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MY GUARDIAN ANGEL


La bellezza è solo la prima porta verso la dannazione.






“Che cos’è questo posto?” Chiesi socchiudendo gli occhi a causa della troppa luce.

“Qualunque cosa tu voglia che sia”

“Io non vedo nulla… C’è solo luce e… Un enorme vuoto, ho paura!”

La meravigliosa creatura davanti a me si aprì in un dolce sorriso, poi, con la sua voce melodiosa, parlò.

“Sei stata tu a chiedermi di portarti qui; contro la mia volontà ricordi?”

No, non ci riuscivo; in quel momento per me era già molto difficile pensare, figuriamoci ricordare.

Fuori c’era il nulla più assoluto e dentro la mia testa, un assordante caos; mi fischiavano le orecchie, mi batteva forte il cuore e sentivo alcune goccioline di sudore percorrermi il viso teso.

“Dovevi portarmi alla tua casa. Mi avevi detto che abitavi in paradiso… Qui c’è un bianco vuoto, ho paura.”

Lo splendido angelo spiegò due enormi ali piumate e notai con stupore che erano dipinte di un insolito colore scuro.

Erano nere, come i suoi capelli, e avevano delle lievi sfumature blu, come i suoi occhi. Quando tentò di avvicinarsi alla mia essenza, indietreggiai.

“Il paradiso è lontano ancora e io non posso portarti con me… Non ti è concesso: la tua essenza ha ancora un corpo e qui risiedono le anime delle persone che non sono ancora morte, di quelle cui il corpo possiede ancora un cuore che batte, aiutato da macchine, ma non più di un cervello per pensare. Qui l’anima aspetta. Aspetta curiosa la sua sorte, ma felicemente. Finché il proprio corpo non riprenderà i comuni processi vitali, resterà qui, se morirà, andrà in paradiso… O all’inferno a seconda del caso. Se si sveglierà, sarà ributtato nella realtà senza ricordare nulla” Nello stesso istante in cui mi sorrise, deglutii rumorosamente; continuò: “Quando dormi, è qui che la tua anima si rifugia e, mentre l’immaginazione prende vita, aspetta il tuo risveglio.”

Non avevo parole, ma nemmeno più paura.

Lui lo percepì.

Con la leggerezza di una piuma e la dolcezza di una creatura meravigliosa qual era, mi accarezzò una guancia e io chiusi gli occhi per assaporare meglio l’amorevolezza di quel gesto, sentendomi come una bambina al sicuro tra le braccia della madre.

“Tieni gli occhi chiusi e pensa a un luogo che t’ispiri fiducia, un luogo che chiameresti… Paradiso.”

Feci come Nate mi suggerì e pensai ad un meraviglioso giardino fiorito: quando avevo paura e non riuscivo a dormire, tempo addietro, quell’immagine mi riportava sempre tranquillità.

C’era una verde prateria infinita con conigli bianchi, farfalle colorate e un luccicante lago azzurro nel quale si rifletteva un grande sole. Sì, era un pensiero molto infantile, ma era solo in quello che mi sentivo realmente al sicuro.

Quando riaprii gli occhi tutto ciò che avevo pensato sostituì il freddo vuoto di un attimo prima e, senza accorgermi che l’angelo se n’era andato, sentii le mie labbra schiudersi in un sorriso.

  
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